mercoledì, dicembre 16, 2015

Dove trovare Le Potenze


Di cosa parla questo post?

Allora, se, pur desiderando di stringere tra le vostre manine grassocce una copia de Le Potenze, non riuscite a partecipare a nessuna delle mie strepitose performance presentative (e ad ottenere allo stesso tempo una copia AUTOGRAFATA CON DEDICA), la soluzione per voi è semplice.

Potete, a scelta:
A - visitare IBS e comprare qui una copia del prezioso manufatto al prezzo scontato di Euro 15,68
B - ordinarlo direttamente dal mio editore, il buon vecchio Marco del Bucchia, che ve lo spedisce a casa senza spese di spedizione
C - ordinarlo presso la vostra libreria di fiducia che, tempi tecnici permettendo, ve lo farà avere nuovo di pacca.

Se poi vi va, c'è poi sempre l'opzione
D - organizzatemi una bella presentazione da voi e vi regalo una copia AUTOGRAFATA CON DEDICA.

Insomma, Le Potenze sono tra noi. Scoprite dove si nascondono, e ditemi cosa ne pensate.

martedì, dicembre 08, 2015

E infine uscimmo a riveder Le Potenze



Il tempo è poco e tiranno, son dietro a pannolini e biberon ogni tre ore, tutto molto bello ecc ma non è che mi avanzi tanto tempo per scrivere sul blog.
Questo per giustificare il fatto che ho cannato la presentazione del mio libro, ma intanto vi comunico che la prossima si terrà SABATO 19 DICEMBRE 2015 dalle 17.30 in poi, presso i locali di Dryphoto Arte Contemporanea in via delle Segherie a Prato, che sono amici miei e mi sopportano.

Per chi volesse acquistare il libro on line, stay tuned che vi faccio saputi appena capisco come si fa.

mercoledì, novembre 18, 2015

Le proprietà de Le Potenze

Il 23 giugno 1987 il Senatore non era ancora il Senatore. Era un senatore, e per molti niente di più di un qualunque sacrificabile che ondeggiava per le aule di Palazzo Madama, votando sì o no a seconda delle indicazioni del capopartito. Noi, per correttezza filologica con quanto viene dopo e per amor di chiarezza, lo chiameremo Giovane Senatore.

Una avventura del Giovane Senatore

Se avesse dovuto dire con chiarezza a quale corrente aderiva, a quale sistema appartenesse, verso quale ordine del mondo sentisse più vicinanza, il Giovane Senatore avrebbe guardato con attenzione il suo interlocutore, Ne avrebbe osservato il taglio di capelli, la qualità della giacca, le scarpe, il movimento delle mani, la ruvidità delle gote, rasate di fresco o meno. Avrebbe provato ad indovinare, il Giovane Senatore, a quale chiesa mondana aderiva, questo interlocutore, e dieci volte su dieci, va detto, avrebbe indovinato, Avrebbe risposto allora mi ritengo un governativo, oppure assolutamente laico!, o anche non dovrei dirlo, ma quando c'era lui... incontrando sempre, dall'altra parte, un sorrisetto amichevole di riconoscimento, un ammiccare compiaciuto, un leggero cenno con il capo. 
Il Giovane Senatore era abile, a coltivare la sottile arte del mimetismo, a nascondersi negli anfratti, a presenziare alle riunioni importanti sempre senza farsi notare troppo, quasi confuso con la tappezzeria. Calvo anzitempo, sovrappeso, sempre vestito con una grisaglia grigio topo e mocassini di pelle nera, appariva smorto ed amorfo anche tra i compagni della compagine governativa, intento a leggere decreti legge, proposte legislative, scartafacci, quotidiani. Nessuno lo ricordava per un intervento importante, per un discorso infuocato, per una proposta di legge particolarmente innovativa. Quando prendeva la parola, la voce nasale e monocorde addormentava i colleghi distratti o faceva venir loro voglia di uscire dall'aula e dirigersi al bar per un caffé corretto alla sambuca.

Eppure.

Eppure, quando questo grigio ed anonimo burocrate incrociava i Potenti nei corridoi del palazzo, sempre riusciva ad ottenere uno sguardo, un cenno, un saluto. Forlani e Craxi si fermavano volentieri a scambiare due parole, ad incoraggiarlo, a chiedere la sua onesta opinione. Il Gobbo poi, non lasciava passare una settimana senza chiamare il Giovane Senatore nel suo ufficio per prendere una tazza di the.
Il Giovane Senatore aveva capito, con largo anticipo, che il potere - anzi, il Potere - risiede nella capacità di stare nel posto giusto al momento giusto, nel non fare troppe domande, nel farsi trovare pronto ad annuire con entusiasmo o scuotere il capo con disapprovazione. Si stava costruendo una carriera, e sapeva che, prima o poi, avrebbe ricevuto l'attenzione de Le Potenze.

Quella mattina una lunga lista di segni gli fecero capire che il momento era ormai prossimo:
- mentre era seduto in cucina a fare colazione, dal rubinetto dell'acqua uscì un grosso moscone rosso, che si posò sul tavolo di fronte a lui, lo osservò per qualche minuto, e poi se ne andò per la stessa via per cui era arrivato;
- davanti al portone di casa venne fermato da una vecchia zingara che gli chiese un obolo. Il Giovane Senatore la ignorò e quella lo maledisse con violenza;
- entrando nel suo studiolo in viale Giulio Cesare, trovò sulla maniglia della porta una grossa lumaca nera;
- per tre ore consecutive, ogni volte che alzava lo sguardo vedeva fuori dalla finestra una nuvoletta scura immobile nel cielo terso, a forma di occhio, che lo guardava fisso;
- alle 14.00 ricevette una telefonata da Arezzo, durante la quale qualcuno fece congratulazioni, e riappese senza dire altro;
- tutte le penne stilografiche del suo studio esplosero all'improvviso;
- la sua segretaria Adelaide ebbe un infarto e fu ricoverata d'urgenza al Policlinico Gemelli;
- ebbe un violento attacco di dissenteria.

Quella sera stessa, mentre stava uscendo per tornare a casa, fu fermato sulla porta da un uomo incappucciato, fermo tra le ombre dell'androne buio:
"Giovane Senatore, siete convocato a mezzanotte in via della Fontana al numero 7. Non lavatevi."
Le Potenze lo avevano chiamato.

sabato, ottobre 24, 2015

Fammi sentire che ci sei grida forte AIUTO

Per aiutare il mio gentile pubblico ad entrare meglio addentro all'oscuro mondo de Le Potenze, ho pensato di mettere qui una anteprima del libro, poi però ci ho riflettuto e, dopo attenta considerazione, ho pensato che il mio editore non avrebbe apprezzato e si sarebbe trovato nella spiacevole situazione di dovermi far sbranare dai suoi molossi, e io non voglio metterlo in questa situazione, poverino.
Ho deciso quindi di ripiegare su un raccontino breve che introduce una coppia di personaggi centrali de Le Potenze, due svitati che amo molto, raccontino che non sarà incluso nel libro. Spero che apprezziate lo sforzo.

Due settimane dopo l'incendio Full non aveva ancora ricominciato a fumare. Ne andava piuttosto orgoglioso, di questa sua inaspettata capacità di resistere alla tentazione. A chi, tra i compagni che bazzicavano la stazione e piazza Dante, gli chiedeva come ci riusciva, rispondeva gonfiando il petto e passandosi la grossa mano dalle nocche tatuate sulla testa: "non è difficile, è questione di forza bruta di volontà. Se c'hai la forza bruta di volontà come c'ho io, tutto e possibile. Pure smettere di fumare."
"Ma hai smesso anche di farti?"
"No, quello non mi va. Magari dopo, ora no. Comunque posso, c'ho la forza bruta di volontà."
Quando poi gli chiedevano dell'incendio però poi glissava, e non si capiva come potesse essere così timido qualcuno con una tal evidente forza bruta di volontà.
Quello che non raccontava divenne presto materia di leggenda.Se l'incendio del capanno dove dormiva era, banalmente, partito da una sigaretta accesa che gli era caduta dalla bocca sul sacco a pelo quando si era addormentato (incendo che l'aveva TERRORIZZATO fin nel midollo), nel passaparola si trasformò in un armageddon di fuoco che coinvolgeva un deposito di carta da macero, una falegnameria ed un distributore di benzina, un inferno, un muro di fiamme dal quale Full emergeva miracolosamente illeso, reggendo tra le braccia una ragazza bionda, un neonato, un cane, una anziana disabile o un sacco pieno di cocaina purissima.

Spezia, da parte sua, mostrava un rinnovato interesse per questo Full al centro dell'attenzione. Spezia, occorre dirlo, era sempre stata una donna insicura, sensibile alla fascinazione degli uomini vincenti, affermati. Guardava Full e non vedeva più un tossico di sessanta chili, ma un maschio alfa, capace di condurla in cima alla scalata sociale. Se continua così, pensava Spezia, Full diventa uno importante, assessore, sindaco, presidente della Caritas, padrone del canile comunale.
Ma fu una sera di Maggio che, dopo essere entrata da Mediaworld per comprare (rubare) un asciugacapelli ed essersi fermata in estasi davanti ad un maxischermo ultrapiatto (attentamente sorvegliata dallo store manager e da tre commessi diciannovenni), che Spezia ebbe un'illuminazione: guardava la replica della semifinale di X-Factor che vedeva a uscire vincitore un rapper che le ricordava tantissimo suo cugino Vincenzo, e capì che la via d'uscita dalla vita sui marciapiedi delle stazioni non passa attraverso i colpi di culo, come aveva sempre creduto, ma attraverso il talento e la fiducia in sé stessi, e decise, seduta stante, che Full sarebbe diventato un rapper di successo e lei la sua compagna/agente/manager/corista/guida nella vita.

Full non capiva bene cosa stesse succedendo, ma Spezia che gli metteva la mano sulla coscia era una novità assoluta che gli faceva avvampare le tempie. Allora fece come gli diceva lei, si sedette ad un tavolino del Bar Coppini con in mano un blocco di appunti e una biro e provò a scrivere una canzone rap.
Non gli venne in mente niente.
Di che devo parlare, le chiese lui.
Che ne so, rispose lei, scrivi.
Ma di che.
Della vita da sfigato che fai, avrebbe voluto rispondergli lei, ma invece gli disse di parlare di quello di cui parlano le canzoni.
E io non lo so di che parlano le canzoni, fece lui.
E allora parla della vita da sfigato che fai, gli rispose lei una buona volta.
Lui ci pensò su un momento e si mise a scrivere di quanto è importante avere una forza bruta di volontà che ti aiuti a smettere di fumare.

mercoledì, ottobre 07, 2015

FAQ - Le Potenze

Okay, adesso che abbiamo spolverato un poco e tolto le ragnatele... scusate un attimo, torno subito.
...
...
Eccomi, scusate, avevo dimenticato di pulire il gabinetto del blog. Allora, dicevo, adesso che abbiamo dato una pulitina generale a questo blog figliol dell'abbandono, facciamo un poco il punto della situazione: ho scritto un romanzo, si intitola Le Potenze ed uscirà tra poche settimane. Sto facendo un po' di spam discreto su Facebook, Twitter e quelle robe lì, ma alla fine casa mia è pur sempre il Blog Ottuso, mi sento in colpa se non scrivo anche qui. Invito comunque chiunque se la senta a mettere un bel LIKE sulla pagina Facebbok de Le Potenze, dove potrete con agilità scoprire anche la mia identità non segreta (è quel nome scritto grosso accanto al titolo).
Forse avrete delle domande, ma io ci ho già belle che pronte le risposte.


Il Blog Ottuso presenta
LE MIGLIORI FAQ DELL'EDITORIA ITALIANA - PARTE UNO
Una guida non ufficiosa a Le Potenze

Q - Che cos'è Le Potenze?
A - E' un bel romanzo, una roba che fa piacere leggere, cibo per la mente, goduria e risarella.

Q - Che tipo di romanzo?
A - Di ridere. Ma non solo: c'è anche avventura, coraggio, paura, grandeur, spionaggio, amore, diverse spiegazioni ai grandi misteri della vita che fino ad ora non sapevate nemmeno che erano misteri.

Q - Quando esce?
A - Dipende dall'ufficio bozze. Nel senso: siamo in dirittura d'arrivo, ma in questa fase tutto è legato all'editore. Diciamo comunque entro Ottobre 2015 (spero).

Q - Dove lo si compra?
A - Vexata quaestio: essendo un esordiente, non pubblico con Mondazzoli, ma con un piccolo editore molto coraggioso. Essere piccoli ha anche i suoi svantaggi, soprattutto in termini di distribuzione. Ad ogni modo lo si potrà trovare sul sito della casa editrice, su IBS, ordinandolo nelle vostre librerie indipendenti di fiducia e soprattutto durante le presentazioni che farò.

Q - Dove le farai, queste presentazioni?
A - Principalmente tra Pistoia, Prato e Firenze, ma se mi trovate un posto carino anche dalle vostre parti.

Q - Esiste anche in ebook?
A - No, perché l'ebook ha senso solo se sei un grosso editore e il mio editore ecc ecc.

Q - Come si fa a scrivere un romanzo?
A - Venite alle mie presentazioni e ve lo spiego. Vi faccio anche la dedica.



giovedì, settembre 24, 2015

Ho visto la luce

Toc toc.

Toc toc.

Toc toc.

Permesso? C'è nessuno?

Halò? Scusate, non vorrei disturbare, ho visto che era aperto e ho pensato... ma non disturbo? No, se disturbo ditemelo pure, voglio dire, non c'è problema, ripasso più tardi se...
Davvero?
Sicuri?
Allora mi siedo un attimo, eh, giusto il tempo per riprendere fiato.
No, è che qua fuori è una giungla, sembra che non tagliate il prato da una vita, giuro di aver visto una cosa che si muoveva che sembrava un pitone.
Ah, era un pitone? Si chiama Giacomo? E dove l'avete preso?
Va be', chi se ne frega. Sentite, niente, è che passavo di qua e mi son detto, ma perché non passare a salutare e vedere se ancora c'è ancora qualcuno vivo nel feed reader, che una volta, ve', era abbastanza popolato, c'era una animazione che non ti dico, non si passava, giuro, dovevi fare a gomitate per leggere l'ultimo pezzo di .mau, giuro.
E niente.
Certo che c'è silenzio, qui in campagna. Che calma, che quiete, una meraviglia. Chissà che dormitone vi fate la notte, eh? Io invece, mi sa che son troppo abituato all'autostrada, VUM, VUM, VUM, VROOOOOOM (un motore che va al Mugello), FLAPFLAPFLAP (un camion che non ha chiuso bene il tendone).
E insomma.
Va buo', niente, ero passato per fare un saluto, giusto per- maaaaa mica ve l'ho detto che ho scritto un romanzo? Eh sì, dai. Ma niente, una cosina così, giusto per passare le serate davanti al fuoco sorseggiando un buono sciroppo di malto invecchiato dodici anni in botti di rovere, nella vostra vestaglia di velluto, mentre il fidato terranova accucciato ai vostri piedi vi mastica le ciabatte di pelle, smettila! Lothar, smettila! Cazzo, smettila! Stupida bestia, smettila! SMETTILAAAA!
Insomma, ho ceduto al lato oscuro della forza e ho scritto un romanzo, che dovrebbe uscire in formato cartaceo (NON HO PAGATO LA PUBBLICAZIONE) entro pochi mesi.
Per maggiori info e aggiornamenti prometto di scrivere qui, ma se nel frattempo volete provare a seguirmi su canali alternativi e più glamour del caro vecchio Blogspot:
- c'è l'appositamente creato e dedicato Tumblr, che mi servirà come canale privilegiato per la mia nuova carriera;
- e il mio cinguettìo su Twitter, per ora piuttosto parco ma in futuro (spero, prometto e iuro) maggiormente attivo: @306kilburn

Nel frattempo, se non vi dispiace, accendo la tv e carico questa vhs nel videoregistratore, magari ci date un'occhiata, spiega tante cose del mio librino nuovo e ci permette di conoscere il mondo.
A presto (sul serio, ve').


domenica, gennaio 27, 2013

Il colore del grano

Succedeva sempre, o perlomeno molto spesso.
A un certo punto la frequenza dei post si diradava, all'inizio nemmeno te ne accorgevi, poi ti ritrovavi a dire cose tipo "evviva, un nuovo post di Tizio Caio, mi fa spezzare dal ridere Tizio Caio, lo leggo subito". Poi, dopo settimane, mesi, ti accorgevi che era un pezzo che non leggevi un suo post, magari si era guastato il feed, andiamo a vedere. E niente, il blog era lì non più aggiornato da allora, le ragnatele a infestare gli angoli, la polvere sui link, commenti di "ma dove sei?" "non scrivi più?".
E mi sembrava davvero brutto questo modo di fare, questo andarsene così, senza salutare.

Ma poi l'ho capita questa cosa. E' che alla fine ti passa la voglia, per quanto tu possa essere grafomane compulsivo; all'inizio è un gioco, poi un lavoro, infine uno strazio. Cambi orizzonte, cambi panorama, ti diverti di più a fare altre cose, non cerchi più spunti interessanti. Ma non te la senti di chiudere la porta, pensi sempre che stasera, domani, dopodomani, la prossima settimana, scrivi un altro post, un post sulle elezioni, le chiavi di ricerca, la gente che ancora ascolta i Simply Red, i fiori di Bach, Miguel Indurain, quella striscia in cui Calvin spiega ad Hobbes come funziona il tostapane, LastFM, il taglio di capelli alla mohicana, le vecchie inglesi in costume da bagno in Algarve, i libri di Giorgino Arar Martin, la vera origine delle leggende metropolitane, le figurine Panini, il biliardino, il meal deal di Boots, le tempeste emozionali, i miei amici che non mi parlano più, Italo Calvino, che palle invecchiare, quella volta che vidi la Via Lattea a Treppio, il miglior ristorante cinese di Prato e quindi d'Italia, Rango, gli hipster, il perché secondo me io ho sempre fame, Home di Edward Sharpe, Moonlight Kingdom, i miei Nipoti, Hattrick, il sabato mattina, Firenze, Londra.
Di cose da dire ce ne sarebbero, e ce ne sono, ne convengo.

E che, ve lo dico sinceramente, non mi va più. Questo era un gioco: se smetto di divertirmi mi porto via il pallone e vado a casa a mangiarmi la schiacciata con la mortadella.

E' stata una partita bellissima, esaltante, ho anche segnato qualche gol. Io mi sono divertito tantissimo, e spero un poco anche voi.
Ora sto facendo altre cose, spero un giorno di farvi sapere esattamente cosa.
Mi mancherà il Blog Ottuso.
O forse no.
;-)

Filippo