lunedì, ottobre 12, 2009

La porta del fulmine - parte uno di due

12 settembre
L'aria è pesante, viziata. L'odore di ascella si fa sempre più forte, via via che mi avvicino alla zona segnata sulla mappa come "inesplorata". I portatori indigeni, due anziani giocatori di briscola alla meno, si sono rifiutati di proseguire, lamentando gonfiore alla prostata e secchezza alle fauci. Ma io so che in realtà la loro altro non era che paura: questo territorio è tabù. Hanno paura di quello che abita la giungla, ma io no. Io vado avanti. E, se le mie ricerche saranno confermate, diventerò l'antropologo più famoso della mia generazione, uno scienziato di fama mondiale, un esploratore degno di essere ricordato.
Ma adesso devo proseguire, da solo, nella giungla ostile, se voglio trovare l'oggetto delle mie ricerche.

13 settembre
Due giorni fa ho abbandonato la civiltà, e mi sono inoltrato nella natura selvaggia, alla ricerca di una leggenda. Quando ho parlato ai miei colleghi della possibilità di trovare la civiltà perduta di Brufolosia, molti hanno riso: "sei un pazzo" dicevano "un illuso". "I brufolosi non esistono, sono solo una leggenda" "non esistono prove della loro esistenza" "oltretutto hai anche una cravatta orribile" "e vogliamo parlare dei mocassini?" e così via. Eppure, io so, ne sono certo, che le mie ricerche hanno un senso. Adesso, in questa radura in mezzo alla giungla, sento di essere molto vicino a ciò che sto cercando. Proprio questa mattina, nel profondo della boscaglia, verso nord-est, ho sentito trillare una suoneria. Se non sbaglio, era quella del gattino Virgola.

14 settembre
Tracce di gomma da masticare, cicche di sigarette, glitter, e tantissimo gel per capelli.

16 settembre
Niente da fare. Più avanzo, più sembrano spostarsi. Sono sempre un passo avanti a me, ma non riesco a raggiungerli. Eppure vorrei solo vederli allo stato naturale, osservare il loro comportamento, magari provare a parlare con loro. Dai rami degli alberi, i Nokia sembrano deridermi, con i loro cinguettii bitonali.
Sono depresso, e non ne capisco il motivo. Che ci siano ormoni nell'aria?

22 settembre
E' incredibile! Non riesco a parlare dall'eccitazione! E' stato incredibile, incredibile, o, come direbbero loro, "ganzo"! Sono ancora tanto eccitato che dovrò prendere un po' di Valium.
Allora, è andata così: stavo seguendo le tracce lasciate da un gruppo di brufolosi (nello specifico brikkettini dell'estathe), quando all'improvviso mi sono trovato circondato da un circolo di voci, anzi di sussurri. Tutto intorno a me, nel buio del bosco, occhi coperti da grossi occhiali da sole mi stavano spiando. Riuscivo ad intravedere le luci fredde dei cellulari, i pallidi monitor degli iPod, le creste di capelli che scintillavano alla debole luce che filtrava tra le fronde. Lontano, nel fondo della giungla, una voce femminile strillava a toni acutissimi, gridando frasi incomprensibili, della quali riuscivo solo a cogliere pochi termini: la tu' mamma maiala, il massi è troppo bono, devo ancora studiare stopardi, vai in cuuuulo. Io ero immobile, non volevo turbare l'incanto del momento. Non dovevano essersi accorti di me, probabilmente li ho incrociati casualmente mentre si muovevano verso le loro zone di caccia, o verso la puntata di oggi de I Griffin. Ho cercato di diventare pietra, sasso, un albero immobile, e ho potuto assistere (incredibile!) ad un rituale di corteggiamento: un maschio si è avvicinato ad un gruppo di femmine con le mani in tasca, ne ha isolata una offrendole una cicca, e poi le ha fatto una domanda dondolando su sè stesso. Lei gli ha tirato un cartone in faccia che l'ha steso.
Immagino faccia parte del rituale.
Dopo pochi minuti ero solo, senza sapere dove fossero finiti, o come avessero fatto a sparire così in fretta.

23 settembre
Sono prigioniero! Questa mattina mi sono svegliato a calci (nel senso che mi prendevano a): attorno a me, un gruppo di brufolosi, con i tatuaggi tribali a forma di acne sul viso, i piercing di riconoscimento, sulle spalle gli zaini dell'invicta, le mani troppo grandi per poter essere gestite con consapevolezza. L'odore di calzino morto è atroce.
Poi, quello che sembra il capo, un emo con i capelli completamente incatramati e le braccia piene di cicatrici da lamette, si china verso di me. Mi fissa per qualche istante e mi dice:
- Kedfrst otta sfre il vcaero.
Lo sapevo, son troppo vecchio per capirli.

(continua...)