martedì, aprile 29, 2008

Girare intorno al mondo, ma piano, che sennò poi vomito

Salve a tutti! Hallo everybody! Hola todos! Salven a tutten! Vi ricordate di me? Certo che si, sono Dante Chianti, l'indefesso viaggiatore ed esploratore delle più remote lande del globo, pronto a lanciarsi nelle missioni più pericolose, dall'attraversare a piedi il deserto del Gobi con una sola bottiglietta d'acqua (perdipiù Tesorino, che fa schifo e sembra d'essere in ospedale) (era anche sgasata e calda, sembrava piscio di cammello) (anzi, poi ho trovato un cammello e vi garantisco che il suo piscio era più rinfrescante) (infatti ho svuotato la bottiglia - che a me l'acqua Tesorino mi fa schifo - e l'ho riempita con la pipì del cammello), dicevo, dall'attraversare a piedi il deserto del Gobi con una sola bottiglietta d'acqua (perdipiù Tesorino, che, al raggiungere la cima del K2 con la mano destra legata dietro la schiena e reggendo con i denti un bicchiere di olio pieno fino all'orlo, senza versarne una goccia, fino alla mia impresa più eclatante: ascoltare per dieci minuti di fila un comizio di Massimo D'Alema senza morirne.
Ma non sono queste quisquilie l'argomento del mio intrattenervi, oggi. Sono infatti qui per, come altre (una) volte prima di questa, introdurvi al meraviglioso mondo del polilinguismo, datochesi io conosca circa trecento delle duecento lingue parlate nel mondo.
E non lo dico per vantarmi.
Infatti, se lo dicessi per vantarmi, vi chiamerei merdacce.
Dunque merdacce cari lettori, oggi vorrei guidarvi nel meraviglioso mondo della lingua di coso lì, Nicce, e di quell'altro con la ics nel cognome, quello coi baffi, dai, che c'aveva la ragazza di Motta di Livenza, porca miseria...Marcs, Carlo Marcs! Ecco.
Insomma, oggi si parla tedesco.
Cominciamo con frasi di uso comune, che potrete usare nei vostri soggiorni nella terra di coso, il poeta con le forcine, Reinermariarilche:
Ich bin Heike (io sono Heike)
Wo ist der touristbureau? (dov'è l'ufficio del turismo?)
Ach, ich bin ein sbadaten, ahr ahr ahr (accipicchia, sono proprio uno sbadato, ah ah ah)
Entschuldigung bitte, ist das Schuh ihr? (scusi, è sua questa scarpa?)
Du bist dumm (tu sei stupido)
Jude! (mi scusi, agente)
Ma veniamo a concetti più complessi. Come si risponde alle frasi idiomatiche più comuni, lassù nella terra del celebre compositore sordo, quello che gli piaceva la cugina, dai, che gli hanno pure fatto il film, eh, Betoven. Ecco, come si risponde:
D - Wo vienen du? (da dove vieni?)
R - Thank you very much (dall'Italia)
D - Was orarien ist? (che ore sono?)
R - Thank you very much (le sei)
D - Was ist das? (cos'è il Das?)
R - Ist en specien bin Pongo (è una specie di Pongo), thank you very much (ciao).
E così via.

Vostro Dante Chianti, gentiluomo.

lunedì, aprile 28, 2008

Purché se ne parli

E insomma, parliamo infine di questo fatto che mi concerne.
Domenica 20 aprile il paese reagisce alla deriva elettorale verso destra ritirandosi nel privato e inventandosi nuovi e curiosi modi per farsi del male.
Uno di questi è parlare dei blog sui giornali, se possiamo chiamare giornale La Nazione.
E, nel dettaglio, non è possibile passare oltre (vedi passaggio evidenziato con il giallone, che si veda bene).
Parlatene bene o parlatene male...
Se devo dire la verità, io Atride non l'avevo mai visto, e manco Carmela P (ganzi però).
Roba bella ce n'è, altrove, e tanto per dire, conosco (non di persona) Picchio e Convallaria, che sono gente di Città Cupa con blog belli e dannati (e famosi) e due o tre amici e conoscenti...ma che il blog di Heike (fu accacappa) sia una citazione irrinunciabile, questa poi...ora però scusatemi, ma devo andare di là a cambiarmi il pannolino.
Boh, che dire, grazie M.B., sconosciuto redattore con molto tempo libero.

giovedì, aprile 24, 2008

O bene bene, o male male

George era alla sua prima missione da infiltrato.
Era preparato e ben addestrato, e sicuro che non lo avrebbero mai scoperto.
...
I suoi colleghi lo trovarono il giorno dopo che galleggiava nel molo, con dieci pallottole in corpo.
Nessuno riusciva a immaginare come potevano averlo scoperto, o quale errore avesse commesso.

mercoledì, aprile 23, 2008

PUBBBLICO DIMMERDAAAAHA!!!!

Questo coso, questo, questo coso, come si chiama, questo blog è come un coso, un figlio.
Lo so che lo sapevate già, ma mi sembrava opportuno confermarlo, casomai a qualcuno fosse distrattamente sfuggito.
Sono qui in ufficio che ascolto RagioGas e scrivo sul blog, il capo è nell'altra stanza che ogni tanto mi chiama dicendomi "come si fanno a cambiare le maiuscole in excel?" "cos'è questa finestra che si apre sul computer?" "perchè mi dice che ho un virus?" "chi sono questi ometti viola che camminano sulla mia scrivania?" "perchè non ci sono più le mezze stagioni?" e via così.
L'ignavia regna sovrana, compagni, siamo certi che il destino non ci abbandonerà inermi, ma che stia preparando per noi grandi imprese da compiere he eccetera ccetera, ma intanto c'è umido e mi fa male il dente del giudizio (di nuovo).
Tutto questo per rispondere alle domande dei miei fan, che mi tempestano di richieste riguardo la mia IMPORTANTISSIMA apparizione (in forma di blogger) su quella meraviglia di giornale che è La Nazione, giornale che Polly, il mio canarino, mi garantisce avere la carta con la miglior consistenza, utilissimo quando ha quei problemi che, lo sapete.
Troppi semi di zucca, poveretto.
Eh?
La citazione?
Ah si, domani ne parlo.
Oggi no, che c'ho la deboscia lanciatissima.

Nella foto: Franco con cappello.

venerdì, aprile 18, 2008

Materiale genetico scadente

(ovvero, come trovare un titolo eccezionale e non sapere cosa scrivere lo stesso).

Che cos'è il talento? Da dove si origina? E' forse esso il frutto di un lungo percorso di maturazione interiore, fatica, applicazione e dedizione alla causa, o, più romanticamente, è un dono di natura che spunta negli artisti come acqua sorgiva scaturisce dal terreno?
Mariuolo Spezzadenti nasce nel 1882 a San Patrizio Aiutacitu, piccolo borgo sulle pendici del monte Tigna. Il padre, Stitico Spezzadenti, da giovane era stato a bottega dal celebre pittore Indo Stavoli, detto lo Scomparsino per la curiosa abitudine di scomparire all'arrivo dei creditori. Stitico, dopo quattordici anni di studi, non era ancora riuscito a capire qual'era la parte del pennello da applicare sulla tela; decise quindi di abbandonare gli studi artistici, che tanto l'avevano fatto penare, per dedicarsi ad un lavoro più consono alle proprie attitudini, finendo per trovare un impiego statale come pietra miliare sulla strada SS12.
La madre di Mariuolo, Giovannoccardossaspinolosa Ivi, si dedica invece alle cure della casa e del bambino. Molti anni dopo, nei suoi diari, lo Spezzadenti la ricorderà così:
Ogni sera, prima di coricarsi, mia madre aveva l'abitudine di prepararsi un infuso di erbe dolci, e di berlo, seduta in poltrona, mentre leggeva libri di poesie. Poi, quando faceva buio, prendeva il fucile e usciva a caccia di orsi. Quando rientrava, veniva sempre ad augurarmi la buonanotte, baciandomi dolcemente sulla fronte e accarezzandomi il viso con le sue mani delicate, lorde del sangue dell'animale che aveva appena scuoiato, la cui pelliccia, ancora calda e palpitante, mi poneva sul letto come coperta aggiuntiva.
Ella infatti contribuiva in parte sostanziale alle entrate della famiglia con un commercio di pelli d'orso, commercio che purtroppo la portò, anni dopo, al fallimento, quando vendette una pelle d'orso prima d'averlo ucciso.
Il giovane Mariuolo è indeciso se seguire le orme del padre e dedicarsi alla pittura, o fare l'astronauta. Infine prende la sua decisione e si presenta alla bottega del grande pittore Paolo Pitasso, il quale accetta di prenderlo come allievo, impressionato dalle sue doti, ad un patto:
devi smetterla con questa stronzata dell'astronauta, gli dice infuriato, prima di pugnalarlo.
Nel 1910 lo troviamo a Parigi, ospite dei suoi amici artisti. E' qui che acquista il soprannome che lo seguirà poi per tutta la sua carriera artistica: lo Scroccone. Infatti, nei dieci e più anni che passa nella capitale francese, non dipinge un solo quadro, nè fa lavori su commissione, non fa il facchino nè il manovale nè il lustrascarpe, ma si limita a farsi ospitare dagli amici dormendo sul divano, e ripetendo a tutti che sta aspettando un vaglia, tra poco potrò restituirti tutto, non è che hai una cicca?
Il 4 maggio del 1922 viene invitato a Roma da Vittorio Emanuele III, che vuole affidargli l'incarico di affrescare tutte le sale del nuovo palazzo reale. Giunto a Roma e presentatosi a corte, scopre che in realtà si tratta di una burla, organizzata ai suoi danni dal deputato Benito Mussolini e dal PNF. Infuriato, giura eterna vendetta al futuro duce e si proclama fervente antifascista. Come prima azione politica, dipinge i baffi su tutte le fotografie del duce che trova in casa della zia.
Cacciato dall'Italia, trova rifugio di nuovo in Francia, a casa del suo caro amico Pierre-Auguste Renoir, che però è morto tre anni prima. Scoperto dalla servitù mentre cerca di rubare l'argenteria, decide infine di tornare a casa, sulle montagne della sua terra, dove muore di noia due settimane dopo.
Figura grandissima e incompresa, Mariuolo Spezzadetti detto lo Scroccone è ancora oggi un enigma: ci induce a chiederci, senza trovare risposta, quanto ognuno di noi può chiedere al mondo, e quanto, il mondo, può volere di interesse.

mercoledì, aprile 16, 2008

Un giustificato motivo per...(nona parte)

Nei giorni di sconforto, si può contare sugli amici, che ti sollevano il morale, o su Giangi, che no. Nel racconto del suo interminabile peregrinare verso sud, è finalmente salito sul treno (ricordate?) e adesso indaga sul suo disagio mentale parlando con le valigie. Da non perdere.
Vai Giangi!

Mi chiedo se alla fine ci potrà mai essere un vincitore.
Ho sempre pensato di poter alla fine riuscire a trovare un compromesso, di pensare che non esistanon solo tonalità di chiaro-scuro perchè è così maledettamente comodo e ipnotizzante quel grigio che con le sue infinite sfumature non può che ricordare sapori e odori del passato quelli a cui son stato sono e rimarò sempre legato. Eppure la controversia con le valige mi pone davanti un quesito dal risultato tutt'altro che scontato, ovvero quello di essere stato onestamente in grado di cercare un compromesso, un giustificato motivo per rinunciare a qualcosa di me in nome di qualcosa che non si intonasse con i mie soliti accordi distorti, che rivendicava il diritto ad un pò attenzione, ad un ruolo non marginale di pura comparsa e che magari cercava titanicamente solo di rendere armonico quell'intreccio confuso di note che freddamente invece disegnavano un'assolo infinito.
Loro son là, immobili, stanche, non han vissuto niente di meno di quel che hai trascorso tu in questo viaggio, ti sono state sempre accanto, non ti hanno tradito, tu le hai sempre tenute a portata di mano controllandole, assicurandoti che non ti scappassero di mano, ed ora, proprio alla fine, il solo pensare che ci possano essere diventa un peso insostenibile. Ogni chilo che gravava sulle spalle converge ora sulla mia mente schiacciandone ogni ricordo, ogni passo fatto insieme, ogni sosta, ogni complice segno di intesa. Come in una spietata sentenza, brutalmente vengono chiamati a testimoniare note sconosciute, colori abbaglianti, il tutto per creare quella drammatica frattura entro cui far scivolare il più in fretta possibile ogni possibile intreccio o tentativo di conciliazione.
Eccomi dunque, giudice non togato, pronto a dare un epilogo ad una sentenza probabilmente già scritta: mi rivolgo a voi due, cose avete da dire in vostra difesa?
Silenzio...prego le valige di dichiararsi
Silenzio...forse non avete sentito, che giustificazione potete addure per vostro conto?
Silenzio...spigatemi allora il perchè del vostro tacere, cosa vi porta a non lottare.
Lentamente il mio fare giustizionalista si sgretola di fronte al perpetuare del silenzio scandagliato solo dal ritmico rumore delle rotaie che inesorabilmente dettano il passare del tempo.
Vi prego aiutatemi ad emettere un verdetto, suggeritemi una risposta!
Silenzio...
Mi avvicino a loro, le prendo, mi siedo in una postazione da due, le poso accanto a me, Che sia chiaro! ogniuno comunque per la sua strada, ma mi strappano un sorriso.

martedì, aprile 15, 2008

Allora è meglio che tornino le ombre

Il 5 aprile del 1992 ho quindici anni, sono a letto malato con un morbillo tardivo. Ema mi porta a casa gli appunti di scuola e si ferma a guardare con me gli exit poll che passano in televisione, a seggi ancora aperti. Il Pds sprofonda, la Lega avanza. Esistono ancora DC, PSI, i liberali, il PRI, la Rete di Leoluca Orlando (aveva un simbolo tipo la Mondialcasa). Mi sembra che il mondo non cambi mai.
Il 28 marzo del 1994 non voto, ho meno di diciottanni. Mentana aspetta la mezzanotte per dare i primi exit poll, ripenso a Occhetto spettinato in completo marrone, vecchio e triste quando piange alla Bolognina, i proclami anticipati (di mesi!) di vittoria, i sindaci in tutte le metropoli, i democristiani che scompaiono, Craxi dov'è? Mario Segni con la faccia di quello che ha perso il biglietto vincente della lotteria. Poi arriva mezzanotte e io e mio fratello rimaniamo in silenzio a fissare le schermo per delle mezzore, annichiliti. Mi sembra che il mondo non capisca nulla.
Il 21 aprile del 1996 passo la sera in giro per circoli Arci con Adso e Ildottore. Facciamo tardi. Ho quasi diciannove anni, e la mattina dopo arrivo a scuola con al collo un fazzoletto rosso. Il cielo è sereno, le ragazze sono carine, gli amici sono tutti luminosi, pure i professori scherzano e ti chiamano garibaldino, e la vita potrebbe essere sempre così, come una mattina di Aprile. Mi sembra che il mondo...dai, lo sapete.
Il 21 ottobre 1998 piove, sono in facoltà. Mi incazzo. Oggi, a ripensarci, mi incazzo ancora di più, pensando che caddero sulle 35 ore. Sulle 35 ore. Dieci anni dopo sono un precario. Grazie.
Il 13 maggio 2001 ho quasi ventiquattranni. Sono un fuori corso universitario (vecchio ordinamento). Sento odore di disfatta, ma disfatta grossa. Non so niente, non ricordo nulla. Dov'ero? Con chi? A far che? Riprendo i sensi dopo qualche mese, e son già scappati tutti. Il mondo non mi vuole dare pace.
Il 10 aprile 2006 penso che di sicuro Montanelli aveva ragione, il vaccino deve aver funzionato, immunizzato, guarito magari no, ma salvato si. Mi chiamo Heike, ho ventotto anni, e sono un ingenuo. Alle diciotto esulto ("abbiamo vinto, abbiamo vinto!"), alle ventuno tremando scappo di casa per non guardare la televisione, e finisco a casa di amici che non ce l'hanno. Ascoltiamo la radio, guardiamo internet, ci deprimiamo. Fluffy arriva, ci guarda e si scusa di aver votato AN. Dopo mezzanotte torno a casa e vomito in bagno. Abbiamo salvato il mondo, anche se non voleva.
Ieri. Ho trent'anni.
Non sarò mai un supereroe.
Il mondo vada affanculo.

lunedì, aprile 14, 2008

Enne alla seconda

Scrivo che manca mezz'ora alla chiusura dei seggi e all'apertura delle buste, cerimonia con la quale si saprà finalmente (e non se ne può più) quale partito otterrà l'appalto per la gestione dei fatti suoi.
Scrivo ora che dopo ci saranno tre-quattrocento post a commentare i risultati, e intanto vi racconto che domenica al seggio c'era la fila e m'hanno fatto aspettare, poi quando sono entrato sono andato al banco e ho chiesto un etto e mezzo di prosciutto di Parma, e non è stato l'unico momento di confusione della giornata.
Tanto per dire, mi hanno chiesto se avevo con me il telefonino, si, se poteva fare le foto, si, che allora dovevo lasciarlo al presidente per una circolare ministeriale che vieta di introdurre cellulari che fanno le foto nelle cabine, anche se le foto fanno schifo e sono a bassa risoluzione. Io glielo lascio, voto, esco dalla cabina, e il presidente sta telefonando alla ganza a Cuba col mio cellulare e mi fa aspetta che finisco la telefonata poi te lo rendo.
Poi, quando esco, scopro che per spregio mi ha riempito la memoria del telefono con foto del suo culo.
Vabbè, capita.

Ma veniamo a noi: le urne sono chiuse e questi sono i risultati:
Partito de l'aria in corpo 9%
Lega divieto di Diaco 15%
La canotta 5%
Lista Emo Hitler 13%
No al digital divide 3%
La lista di Windows Live Space 5%
PdT-Rex 15%
NO e basta 13%
PIDCEDLNSCSCMCQSDPICEDLQBDM 7%
Mo.Fe.Gi.Ma 15%

Pare proprio che andremo incontro a un governo di coalizione...purtroppo No al Digital Divide non supera la soglia del 4% e quindi non avrà rappresentanza parlamentare (ce ne dispiace soprattutto perchè ora non vorranno più pagare la quota condominiale), mentre i maggiori partiti dovranno fare i conti con le liste scomode come quella di Emo Hitler, disposta a stringere alleanze solo con chi propugna lo sterminio degli ebrei o quantomeno dei minorati psichici (i rappresentanti di Divieto di Diaco ci stanno pensando), o come quella del Partito dell'Aria in Corpo, i cui rappresentanti si sono detti disposti a stringere alleanze con qualunque partito (ma nessuno gli vuole stare vicino).
Adesso la decisione spetta al capo dello stato, il presidente Paola Barale (e il suo cane).

venerdì, aprile 11, 2008

Colluttorio

Aw popolo, mai son stato stanco come in questi giorni, ed è un record, perchè stanco sono nato.
Approfitto di cinque minuti di pausa per capitare qui e comunicare tre cose:
1 - grazie a tutti voi miei lettori che siete meravigliosi anche quando non capite nulla, i commenti all'ultimo post erano bellissimi davverissimo, e mi hanno pure commossissimo;
2 - ah, che stanchezza, mi fa anche male la testa, quando arriva la primavera, cazzo cribbio?
3 - benchè non sia stato convocato come scrutatore neanche e questo giro, domenica vado alle urne nella mia nuova sezione elettorale da uomo sposato, prendo le veline rosa e gialla, le compilo debitamente poi le deposito nell'urna (IO, LE DEPOSITO IO, stupido presidente di seggio, le voglio mettere io nel buchino, è roba mia e ci penso io, tu non toccare, che son cose personali), poi prendo e mi faccio una bella passeggiata (se non piove, cazzo cribbio);
4 - se non ci avete fatto caso, la lotta per la supremazia nel sondaggio Elezioni 2008? Ke figata!!!1! è quanto mai combattuta. Quattro partiti combattono per il predominio. Chi vincerà? Partecipate ancora, fate vincere il vostro favorito, trasformate il voto disutile in voto utile! Il sondaggio resterà aperto fino a lunedì mattina, poi basta (dovrei chiuderlo domani, per essere corretto, però col cazzo cribbio che mi metto davanti al computer pure di sabato)
5 - se qualche curiosone volesse sapere come mi comporterò domenica (vedi punto 3), allora sappia che darò ascolto al buon professor Victor von Frankenstiiin, votando rigorosamente PD (dai, Vela, non mi togliere il saluto). Si può fare;
6 - avevo detto tre cose? Volevo dire sei;
7 - no, sette, cribbio cazzo.

mercoledì, aprile 09, 2008

Questo blog è come un figlio

Seduti, al tramonto, ad aspettare le figlie degli elfi.

Ho detto a tanta gente di questo blog.
Il che è un problema, da un certo punto di vista, perché significa che non posso sempre dire tutto quello che voglio approfittando dell’anonimato, perché in fondo anonimo non sono.
Ma al limite, queste son cose che non ci interessano, basta cambiare i nomi, romanzare un poco e tutto si può fare, Il problema sono, e davvero, le cose più personali. Tipo se mi mettessi a scrivere che voglio cambiare lavoro, o che vorrei un figlio, o che vorrei non averlo affatto, son sicuro ci sarebbe qualcuno che ci rimarrebbe male, mi verrebbero fatte domande, chieste cose, guardare in faccia e tutto, mentre ciò che voglio io è comunicazione monodirezionale, io che lancio messaggi nella bottiglia, e voi che state lì, lontani e sconosciuti.
Insomma, rapporti freddi, al limite del gelo, ecco cosa vorrei.
La glaciazione, mi ci vorrebbe.
E invece tutti qui a scaldarsi al focherello delle chiacchiere, ho letto che hai detto, ho visto che hai scritto, e spesso son scambiati per giochini, un passatempo, a volte non ci pensano a quanto mi pesi scrivere e dire certe cose, la sera son tanto stanco che vorrei mettere la testa sotto una pressa, ma stanco di testa, che mi tocca far le giravolte per non cadere… ma poi son io per primo che dico che non mi prendo sul serio, e poi invece di nascosto ci credo, e dopo anni mi son tornato a pensare che potrebbe essere davvero un lavoro, questo, mettere in fila le lettere come formichine, ma son codardo, non interessa a me quello che scrivo, figuriamoci se interessa a chi vorrei. Che il problema è questo: non è che voglio piacere a tutti, indiscriminatamente, sono snob, io, voglio piacere a certa gente, alla gente che piace a me, perché del volgo rozzo porta sega.
Voglio sentirmi dire sei bravo, ma bravo davvero, io ci credo in te, ho fiducia.
Mi sa che mi è mancata la stima quando mi serviva averla, ora che la cerco a grandi sorsate.
Chissà chi è poi, che vorrei tanto la sua stima.

Come quegli amici – che esiste, ‘sta gente qui – che gli ho detto che ho un blog e mi hanno fatto dai, che bello, e mai una volta che ci fossero venuti, a veder che dico, anche solo un saluto, una cosa tipo non son d’accordo con te stronzo, e invece niente, e io lo so che non ci vengono, lo so, che se ci fosse non un amico, ma pure un conoscente che c’ha una cosa dove scrive le sue cazzate, tutti i giorni gli andrei a spaccare i maroni, tutti i giorni, che so cosa vuol dire aver fame e sete di attenzione.

Che questa mi sembra la storia della mia vita, io che faccio di tutto, ma di tutto, per essere al centro dell’attenzione, e gli occhi che mi interessano son sempre puntati altrove, non guardano me, mi trapassano, e mi sembra pure giusto, ‘che neanche io mi guarderei, stupido buffone.
Tanto, nobile e senza macchia io non sono, e non lo sono stato mai.
Finirai mai, adolescenza?

venerdì, aprile 04, 2008

Darla via come fosse pane (la dignità)

Dario non sa nulla di nulla.
Quello che sa è che deve fare quello che gli viene chiesto, e presto, che sennò si incrementa il clima di sfiducia.
La sfiducia si traduce in sguardi di scetticismo, telefonate di controllo per verificare l'andamento del lavoro, richieste di conferme continue. Dario accoglie la sfiducia come un cristo martire, indeciso se incolparsi malamente degli errori (si, ho sbagliato, fustigatemi con sbarre arrugginite e ferri roventi, me lo merito) o cercare di giustificarsi.
Cerca di giustificarsi.
Le giustificazioni incrementano il clima di sfiducia. Chi scarica la colpa sulla propria ignoranza/inettitudine/distrazione è un ignorante inetto e distratto, e merita sfiducia.
Allora, nel tentativo di risalire la china si prende delle libertà, anticipa gli ordini, si mette avanti, propone ed elebora.
La buona volontà incrementa il clima di sfiducia. Perchè, gli si chiede, adesso agisci? Che forse non avevi voglia di agire, prima? Chi cerca di rimediare con professionalità ha la coda di paglia, implicitamente ammette di aver sbagliato, e merita sfiducia.
Allora si distrae, comincia a pensare che in fondo in fondo non è che gliene importi poi tanto, antepone la vita privata, e tutto quell'universo che vi aderisce, a ciò che vita privata non è, si distacca, inizia ad allontanarsi, preme il pulsante della fermata dell'autobus.
La fermata dell'autobus incrementa il clima di sfiducia.
Dario si immagina tre anni dopo, ancora lì, a fare le stesse cose, con lo stesso entusiasmo, sulla stessa sedia.
Il grafico dell'andamento del clima di sfiducia ha sfondato il soffitto, prosegue al piano di sopra.
Il grafico incrementa il clima di sfiducia.

A tutti i precari.

PS: ricordo a tutti che il sondaggio è ancora aperto, e lo rimarrà (Pizza permettendo) fino alle elezioni. Votate!!
PPS: si, lo so che il fatto di poter votare un numero illimitato di volte lo rende un sondaggio gravido di brogli, ma, ehi! dobbiamo pur prepararci, no?
PPS: mi scuso con i lettori in feed per l'invio multiplo...