lunedì, gennaio 26, 2009

Capitolo uno

Sono le due di notte.
Davanti, solo la striscia d'asfalto illuminata dai fari. Intorno a me una distesa di buio.
Il cielo è coperto, non c'è la luna, e nessun lampione, niente, solo, in lontananza, la luce fioca di qualche casa sulle pendici delle colline, e, ogni tanto, i fari di una macchina, lontana.
Il navigatore tace, perché non ce l'ho, e ripenso alla settimana scorsa, quando ero indeciso se comprare un TomTom o fare una donazione per un progetto di cura dell'Unicef contro il rachitismo infantile in Namibia.

Maledetti negretti.


Sono le due di notte, mi sono perso in aperta campagna, il telefono è scarico e non riuscirò mai a ritrovare l'autostrada.
Ho sonno.
Ho fame.
L'ultima cosa che ho mangiato, dieci ore fa, era un camogli freddo all'autogrill di Podenzana.
Che fame.
Che sonno.
Sono così stanco che la testa comincia a ciondolarmi, alla radio passano la Ninna Nanna di Brahms, e un intesno profumo di camomilla arriva dai campi attorno a me, io...
ATTENTO!
Qualcosa mi taglia la strada, inchiodo!
Cos'era?
Niente, forse una lepre, o un gatto.
Tiro un bel respiro, ho bisogno di muovermi, di svegliarmi, sennò qui finisco in un fosso. Spengo il motore e scendo.
Mi stiro un po', i muscoli indolenziti, sbadiglio.
All'improvviso sento un coro di ululati, non molto lontani.
Mi dico che non sono lupi, ma cani, e che quelli non erano ululati, ma simpatici guaiti, ma mi si gela il sangue: da un campo, molto vicino, arriva un rumore, come di qualcosa che si muove.
Qualcosa di pesante, che respira.
Poi, mentre sono immobilizzato dalla paura, la luna esce dalle nubi, e vedo che nel campo non c'è nient'altro che una grossa quercia, con le foglie mosse dal vento. Respiro di nuovo, e mi accorgo di qualcosa che prima, col buio, non avevo visto: sulla destra, poco più avanti, una strada taglia in due i campi, e raggiunge una casa.
Senza pensarci, salto in macchina e riparto. Faccio così, penso: suono il campanello, mi scuso per l'ora tarda, chiedo le indicazioni per raggiungere l'autostrada e riparto (prima mi scuso di nuovo).
Arrivo davanti alla casa, spengo la macchina e scendo.
Da una finestra si vede una luce accesa, c'è qualcuno sveglio, bene.
Busso alla porta.
Silenzio.
Aspetto.
Ancora silenzio.
Busso di nuovo.
Silenzio.
La porta si apre lentamente.
Appare un uomo orribilmente deforme, tanto basso da sembrare un nano, gli occhi, gonfi, che sporgono dalle orbite e la schiena piegata da una mostruosa gobba. Mi guarda, da sotto in su, e dice:
- Desidera?
- Ah...mi scuso, maaah...temo di essermi perso. Potrebbe mica indicarmi la strada per raggiungere l'autostrada?
- Si,
mi dice
- potrei.
Silenzio.
- Bene. Me...la...dice...?
Silenzio.
- No. La strada è interrotta. Il ponte è crollato. Non può passare. Ma è fortunato - gli scintillano gli occhietti - questa è una locanda. Può dormire qui, se vuole.
Voglio?
Penso alla strada buia, al sonno, al vagare senza una meta.
Forse, forse potrei rimanere qui, fino a domattina.
Lo guardo.
E' un coltello quello che nasconde dietro la schiena?

Ok gente, siamo in una impasse narrativa.
Cosa deve fare il nostro eroe?
Entrare nella locanda irta di pericoli gestita da Aigor, o risalire in macchina e cercare la via nella pianura infestata da lupi mannari?
Datemi una risposta, datemi feedback, ho bisogno del vostro aiuto per ritrovare l'autostrada!
(Per chi non l'avesse capito, sto iniziando una specie di storia a bivi, e la porterò avanti sulla base delle indicazioni che riceverò nei commenti. Vi piace l'idea?)

giovedì, gennaio 22, 2009

Ipertrofismo egotico

Tempo fa mi è capitato di partecipare a un corso di degustazione del vino (ah, ma facci il piacere, buffone).
A questo corso (tu, a un corso di degustazione del vino? Con quella faccia. Ma vattìn)...
A questo corso, dicevo, c'era un (ma chi ci crede, tanto lo sappiamo, che passi le serate fissando la parete. Un corso di degustazione. Del vino poi! Ridicolo. Assolutamente ridicolo)...
Allora, a questo corso (come se tSILENZIO! Sto cercando di scrivere un post.
...
Allora, a questo corso di degustazione del vino ho conosciuto, per la prima volta nella mia vita, uno stereotipo. C'ho parlato, l'ho guardato con attenzione. A un certo punto sono stato anche tentato di toccarlo, per essere sicuro che non si trattasse di una mia fantasia (ho preso un bastoncino e gli ho toccato la spalla. Offriva resistenza: era reale!).
Questa manifestazione della volontà cosmica, che per comodità chiameremo l'IDIOTA (si, tutto maiuscolo), cameriere dell'Enoteca Pichiorri Mazzanti Viendalmare, che ha dato il meglio di sè nella serata conclusiva del corso, improntata a una sana e robusta convivialità.
Grazie all'impareggiabile aiuto di Hg, che insieme a me partecipava alle serate alcoliche, posso riportarvi un florilegio delle sue migliori uscite della serata.
E' tutto vero.
- Viviamo in un paese garantista, i sindacati la fanno da padroni, nessuno ha voglia di lavorare (tranne lui, ovviamente)
- Io gioco a calcio da vent'anni, ti spiego io come funziona
- Vo a fumare un cicchino
- Io son stato una volta con una dell'est, sono una cultura molto diversa da noi, e io li temo, perché hanno un'economia in crescita
- Vado a little bit in the bath
- Io ho un metabolismo dovuto dal fisico dello sport, gioco a calcio da vent'anni
- Non riesco a stare in silenzio per sessanta secondi
- Gerry Scotti è uno con due palle così
- Siete mai stati a mangiare al (segue nome di ristorante mitico e/o inventato, collocato in località irraggiungibili, che per mangiarci devi prenotare tre mesi prima e dire che sei suo amico, ma vedrai è tutto pieno)
- Zelig, il primo anno, quando si guardava in pochi, era meglio
- nove volte su dieci ho sempre ragione, giocando a calcio da vent'anni...
- A Ibiza, io, due anni (no, dico)
- Questo vino è bastardo
- Una persona che ascolta mi dà soddisfazione
- Ascolta, al Twiga bisogna per forza uscire piegati da i'bbere, perché, ve lo dico io, quando ci vai ti portano sempre un boccione di mojito, e guai! se non lo finisci.
Ma il momento più bello in assoluto è stato questo:
- Ma lo sapete quanto pigliano Greggio e Iachetti a Striscia La Notizia, eh, lo sapete? Trentamilaeuro al mese, pigliano, trentamila!
Interviene una ragazza che lavora alla Endemol:
- Ma no, molto di più!
- No, ma io dicevo nel 2002, capito, mica ora.
...
Questo per dire che dopo quella serata, mi ero ripromesso di non partecipare mai, mai più ad eventi nei quali non conoscessi bene il 100% dei partecipanti.
Ieri ho infranto questa promessa, e ho partecipato ad un seminario.
Ne ho di meravigliose, ma le tengo per il prossimo post (MA VATTENE, BUFFONE!)

Non copio, cito

E' così triste venire sul blog ottuso e scoprire che anche oggi non ho scritto niente.

sabato, gennaio 10, 2009

Atlante dei luoghi sbagliati

Nota ai lettori: segue post spocchioso, arrogante e anche un po' acido.

Siccome che sono snob, voglio impararvi come si fa a diventare una di quelle persone come me che le incontrate per strada e dite "mannaggia quanto è snob quel signore".
Non sarà facile, ma con abilità, calma, coraggio, una buona strategia e un po' di fortuna potete diventare dei veri dandy.
Tanto per cominciare, bisogna fare delle rinunzie.
Ad esempio, in questa casa, niente televisione.

- C'è vita, lo so, dopo Francesco Giorgino-

Lo ammetto, all'inizio era difficile.
Era difficile, trovare ogni volta una cosa nuova da dire all'ennesimo: ma come fate senza televisione?
In genere la conversazione è questa:
- L'hai visto ieri Striscia La Notizia quando il Gabibbo ha colpito sulla testa Gigi Marzullo con un pollo di gomma? Ah ah, fantastico!
- No, non abbiamo la televisione.
- Eh?
- Non abbiamo la televisione.
- Non avete la televisione?
- No.
- Davvero?
- Eh si.
- Dai, grandi. Ma come mai non ce l'avete?
- Eh, il fatto è che nemmeno a casa dei miei la guardavo più, e anche Elle...
- Eh si, anch'io non la guardo praticamente mai. Ma i telegiornali?
- Usiamo internet.
- E se volete vedere un film?
- Usiamo internet.
- E per tutto il resto?
- Ho carta igienica in abbondanza, grazie.
All'inizio non capivo.
Non capivo come fosse possibile che due frasi come ieri sera ho visto Porta a Porta, con Bruno Vespa che raccontava tutti i dettagli della sua colonscopia e ah, ma io la televisione non la guardo praticamente mai potessero essere dette dalla stessa persona nel giro di un minuto.
Pensavo: magari è un riflesso automatico, lo faccio sempre anch'io quando mi scappa detta una cosa ma poi mi vergogno.
Ma in realtà mi sa che non è così.
Non è affatto vero che ci si vergogna di dire che si guarda il Maurizio Costanzo Horror Show o le trasmissioni del pomeriggio con coso, lì, che non mi ricordo mai il nome.
Il fatto è che, davvero, secondo me la televisione non la guarda più nessuno.
La accendi, ma poi non la guardi, ti distrai, ti fai i fatti tuoi, la segui giusto con la coda dell'occhio, perché tanto lo sai che fa schifo, è palese che è brutta ed è un bidone che contiene solo spazzatura: ma se è così, è perché ne abbiamo fatto, tutti, un uso cattivo ed esagerato: è come avere in casa un ospite che ti parla, ma siccome sai che non si accorge se tu non ascolti, allora puoi permetterti di essere maleducato ed ignorarlo, non prestargli attenzione nè rispondergli.
Tanto, pensi, dice solo cazzate.
...
Concludo.
Mi ricordo una vignetta di Altan, dovrei cercarla per farvela vedere, ma che mi frega (sono snob).
C'erano un padre e un figlio, e il figlio fa:
- Papà, ma cosa facevate la sera quando non c'era la televisione?
- Si mettevano al mondo gli stronzi come te.
Buona serata, e grazie per averci scelto.

domenica, gennaio 04, 2009

Non può essere mai come ieri

Come ogni buon blog che si rispetti, vado a salutare il 2008 con la riproposta di ciò che di meglio ci ha regalato quest'anno.
Ah, caro 2008, quanto ci mancherai. Certo, hai avuto anche tu i tuoi momenti di stanca, i tuoi errori, le tue brutte figure. Quante volte ci hai fatto pensare "no, non è proprio il tipo di anno che mi aspettavo che fosse", o "questo 2008 non è all'altezza del, che so, 1956", o anche "è stato un aprile di merda"; ma, credimi, ci mancherai, ora che non ci sei più.
Film più bello visto nel 2008.
Un flebile anacoluto, di T. Visagisti, con K. R. Stuart, V. Bruni Tedeschi e altra gente che non mi ricordo.
Lui è un quarantenne in crisi. Lei anche. Lui fa un lavoro poco stimolante, tipo il pubblicitario per la Dolce Euchessina. Lei ha che fare con persone problematiche, tipo Silvio Muccino. Vivono in un condominio, e i vicini sono dispettosi. La figlia vorrebbe isciversi a farmacia, ma c'è il numero chiuso. La macchina ha un problema al carburatore, e il meccanico è in ferie.
Ma poi, una mattina, suonano il campanello, lui va ad aprire e...niente, avevano sbagliato.
Il nuovo capolavoro del cinema italiano, passato ingiustamente inosservato da critica, pubblico e passanti.
Libro più bello letto nel 2008
Sindrome scrotosinclastica mortale, di Mike Raperunzel.
Un misterioso killer terrorizza la città, uccidendo chiunque sia disposto ad ascoltare il racconto delle sue ferie a Pinerolo. Le vittime vengono ritrovate orribilmente mutilate, con i testicoli esplosi dalla noia. Su questa terribile catena di delitti viene chiamato ad indagare Nick Othon, il celebre detective sordo.
Un thriller ad altissima tensione, dallo stesso autore di "Abbassa la musica per favore".
Disco più bello ascoltato nel 2008.
Gangsta Bloody AssassiNation, dei Terrible Soundtrack.
Un album che ha ricevuto, da parte del pubblico, minore considerazione di quanta ne avrebbe meritata, che riporta il gruppo di Waco agli antichi fasti. Se il primo brano, That Little Flowers Bouquet, non è altro che la riproposizione in chiave techno di un oscuro canto alpino (con tanto di campionamento elettronico di campanacci di mucche), è con il secondo brano, Farewell My Beauty, che avvertiamo una forte rilettura dei temi classici del gruppo: una base ritmica continua, l'uso creativo dei cori, un riff ben modulato e il finale esplosivo chiariscono quale dovrebbe essere, secondo i ragazzi texani, la direzione che dovrebbe prendere il rock al giorno d'oggi. Degne poi di nota Black Lil' Face, con un ardito mix di sonorità tribali e mandolini, e Ol' Boot, sul tema del tempo che passa e quasi traccia non lassa. Infine, a conclusione dell'album, la stupenda Oh My Beautiful Lauderette che, con un ritmo ipnotico e vertiginoso, ci parla di temi universali quali amore, sessualità, bellezza e conclude con un'incitazione a combattere i mali del mondo, come la povertà, o a cadere, inerti, a terra.
Spettacolo teatrale più bello visto nel 2008
Carlo Monni legge le poesie di Mario Luzi, con Carlo Monni.
Una scena disadorna, solo una sedia sul palco. Carlo Monni entra e ci si siede. Apre un libro di poesie di Luzi e inizia a leggere. In silenzio. Ogni tanto gira pagina, tira una bestemmia e chiede se qualcuno gli può portare una birra. A volte sbatte il libro a terra, perché le poesie di Luzi gli fanno cacare.
Blog più bello scoperto nel 2008.
Questo.
Senza ombra di dubbio.