martedì, ottobre 31, 2006

Una volta avevo un 386...

Aargh! E' mezz'ora che cerco di caricare un'immagine sul blog, e il sistema si rifiuta nella maniera più completa. Aargh!
Questo mi fa pensare che forse era meglio quando era peggio, nel senso che io tanto tempo fa avevo un PC assemblato con un processore Intel 386, senza Windows (funzionava direttamente in MS-Dos) e non aveva nemmeno il mouse! Bene, quel baraccone non si è mai, dico mai bloccato. Faceva le cose lentamente, ma le faceva. Invece adesso devo stoicamente sopportare schermate che mi dicono che il sistema soffre, sta male, non riesce a caricare la pagina, oh signore chiami un esorcista la prego, ci sono i virus, i bug, i trojan, i figli di trojan, malware, crash, sistemi in conflitto...
Nota bene: io sono quello che accende il computer se deve fare una moltiplicazione. Non avrei nessun diritto di lamentarmi.
Nota ancora meglio: tre mesi fa mi si è distrutto (fisicamente) il disco fisso per oscuri motivi. Il tecnico a cui ho chiesto di provare a recuperare i dati che c'erano dentro, quando gli ho chiesto perchè il mio computer era morto mi ha dato una serie di opzioni:
- è morto perchè è nato male;
- è morto perchè era triste;
- è morto perchè mi odiava;
- è morto per colpa di un virus, di un bug, di un trojan...
- è morto perchè aveva bevuto troppo e quando è uscito dalla discoteca è salito in macchina e alla prima curva non ha visto la quercia secolare;
- è morto di sonno.
- non è morto, ma è in stato di coma. Quando si sveglierà si renderà conto di aver acquisito poteri soprannaturali, che lo porteranno a diventare difensore dei deboli e a scontrarsi con Pierferdinando Casini.

lunedì, ottobre 30, 2006

Avevo Ventanni

Alcune idee prese e buttate lì, a manciate.
La cena di venerdì è andata benissimo, è stata rilassante e per niente impegnativa dal punto di vista etico (temevo il clima). Rivedere quelle facce per niente invecchiate è stato emozionante, anche se in realtà di quei quindici che erano presenti venerdi non ho mai perso realmente di vista nessuno, con alcuni ci vediamo spessissimo, con altri meno, ma insomma, ci siamo capiti. Insomma, che bello, alla fine è stato piuttosto divertente.
Conseguenza del fare tardi ad un'età oramai avanzata (ed anche - devo confessarlo - di sigarette fumate per solidarietà ambientale), il giorno dopo ero completamente afono. Ho barcollato in giro per la giornata fino ad arrivare la sera del tutto svuotato di vitalità. Elle è stata comprensiva, ha ignorato il fatto che fosse sabato e, donna paziente quando mai ve ne furono, mi ha detto "vai a casa a dormire". Ovviamente una volta a casa mi sono rifiutato di andare a letto troppo presto, e così mi sono guardato un po' di televisione (ed ecco il secondo argomento del post).
La televisione del sabato sera è territorio di poche categorie: anziani, malati, nerd sfigati senza amici nè vita sociale, coppie di mezza età, bambini e adolescenti senza motorino. Non è che c'è tanto da vedere, quindi.
E invece c'è un gran bel programmino. Su Mtv (esiste in Italia un'altra rete capace di sperimentare?) va in onda la nuova serie del programma di Massimo Coppola, AVERE VENTANNI, scritto così, maiuscolo e sgrammaticato.
Coppola c'ha il fisico del ruolo, con questa sicumera antipatichina da primo della classe, da finto trasandato che finge di non pettinarsi, l'espressione corrucciata dell'uomo che è perennemente infastidito. Questa settimana va a Sherm-el-Sheik, a vedere come se la passano i giovani turisti confinati nei villaggi vacanze, poi di nuovo a Milano, a conoscere un giovane marocchino che cerca di applicare il Corano al vivere quotidiano, e così via.
Momenti topici:
- la conversazione al villaggio vacanze con un giovane neofascista, orgoglioso di aver picchiato i neri perchè "alla televisione dicono che l'80% di questa gente ruba", imbarazzante nel suo balbettio quando M.C. comincia a dire quello che pensa (e lo dice bene, porca miseria);
- il racconto del ragazzo marocchino che spiega quanto sia difficile fare teatro (amatoriale)quando per intima convinzione pensi che maschi e femmine non debbano neanche abbracciarsi;
- durante un'intervista, arriva da dietro un cretino che urla alla telecamera "ITALIA UNO!". Coppola lo guarda, poi abbassa lo sguardo e, sconsolato, dice "ma io, quando lui fa le foto alla sua ragazza, mi metto a fare il minchione?"

Imperdibile.

venerdì, ottobre 27, 2006

1990-1996

Questa sera (per la precisione alle 20.45) mi incontrerò con altre quattordici persone, mie coetanee, di estrazione sociale, genere, colore della pelle e abitudini differenti, ma tutte caratterizzate dal fatto di aver passato cinque anni della propria vita insieme, nella stessa stanza. Dieci anni fa facevamo l'esame di maturità, stasera ci ritroviamo e andiamo a mangiarci una pizza insieme.
Molti mancano, qualcuno non può venire, qualcun'altro preferisce non partecipare, altri non sono riuscito nemmeno a ritrovarli.
L. non capisce perchè ho organizzato questa cosa, e se cerco di spiegarlo mi mancano le parole giuste. Per me è importante vedere cosa ero, e cosa sono diventato, e quegli anni così intensi (non riesco a trovare un'altra parola) che sono stati una tappa fondamentale della mia vita. Non che provi nostalgia (perchè dovrei? sto proprio bene ora), forse rimpianti, ma per altre cose di quei giorni. Quello che mi manca è...non lo so...a volte penso che mi piacerebbe rivivere la mia vita, ma non per cambiare niente, no, come spettatore, per chiarirmi dei dubbi che non si sono mai risolti, vedere se i miei ricordi sono corretti o se è vero, che il tempo migliora le cose.
Da lontano, i paesaggi sono tutti bellissimi.
E sono sicuro che il paesaggio rimarrà lontano, non mi avvicinerò per niente.
Stasera ci sarà sicuramente anche il nostro professore di letteratura, sono riuscito a convincerlo - non è stato difficile, è appena andato in pensione e mi ha detto che vuole vedere più gente possibile prima di morire (ah, humour nero). Sono contento che abbia accettato...
Ah, ecco, forse ho avuto un'idea. Forse questa cena servirà a farmi vedere meglio il ragazzetto magro nella foto, quello nella seconda fila a destra, con i calzini bianchi di spugna, i capelli mal lavati e la felpa gialla. Forse, non so, forse mi vedrà anche lui e gli potrò mandare un saluto. Ehi, sono io, mi vedi?
Non è nostalgia.
Chissà cos'è.

giovedì, ottobre 26, 2006

Domande che non trovano risposta...

Per recuperare i giorni in cui non ho scritto, ecco qui due (due! ben due!!) post in questa affaccendata giornata. Vorrei condividere col mondo alcuni dubbi che mi assillano e che mi fanno sentire un reietto.

  • Perchè se sono in macchina e sto ascoltando alla radio qualcosa che mi piace e mi interessa, quando mi fermo al semaforo improvvisamente non riesco più a sentire niente ma solo scariche? E se provo a muovere un pochetto la macchina, di dieci, quindici centimetri in avanti, non cambia niente, anzi peggiora, e quello nella macchina a fianco crede che lo stia sfidando e allora comincia a sgassare e a guardarmi con l'occhio truce fino a che non scende con un cacciavite in mano?
  • Perchè non appena dico le parole "ah un po' di pace" arrivano in sequenza: a) uno che vuole vendere accendini; b) uno della Wind; c) un testimone di Geova; d) un assicuratore; e) uno della Wind che vuole vendere accendini?
  • Perchè Pippo Franco?
  • Perchè quando vince la destra ci tocca un governo di destra e quando vince la sinistra ci tocca un governo di destra?
  • Perchè a Topolinia nessuno si accorge che Superpippo in realtà è Pippo con addosso una calzamaglia e una tovaglia blu? Non ha nemmeno la mascherina di Paperinik!
  • E a proposito di Paperinik, quello c'è quasi lo stesso nome di Paperino, è il suo migliore amico e c'è anche LO STESSO CAPPELLO!!! Gente, ma siete tutti deficienti? Voglio dire, posso capire Paperoga che è sempre fumato, ma i nipotini? Non passano per essere quelli svegli?

A less fascinating world

Mi chiedo se forse il successo di una cultura non dipenda anche dal fatto che certi suoni evochino immagini esotiche e lontane, una mentalità lontana e inaccessibile, e quindi, inevitabilmente, migliore di quella che si trova nel nostro puzzolente (perchè mal lavato) stivale. Nel senso: l'inglese trionfa perchè è più funzionale o perchè fa più figo? Certo, parole tipo misunderstanding, understatement o flabbergasted, mica ce l'hanno tutti.
Mannaggia 'sti angresi.
Forse la stessa cosa vale con i nomi. Giorgio Cespuglio non è il nome adatto al leader (o capo) di una superpotenza, come la controparte british mica può essere Tonino Strombazza (la traduzione non è corretta - to blare - ma passi). E se per la politica è un problema, per le arti è peggio: un celebre artista pop diventa Andreino Sprecabuco, una cantante Brigitta Infilza e un attore osannato in tutto il mondo diventa Tommaso Crociera.
Ci vuol poco a rovinarsi la carriera.

lunedì, ottobre 23, 2006

Cosa vuoi fare da grande?

Giuro che lo so cosa vuol dire stare su un palco, con la gente (non tanta, a dire la verità) che ti fissa e aspetta. Lo so cosa significa dover superare l'imbarazzo di tutti quelli sguardi puntati addosso come riflettori, e so cosa vuol dire avere addosso i riflettori, anche quelli veri (che caldo). So che quando dici la frase giusta, nel modo giusto, nel momento giusto, la gente risponde nel modo giusto.
Cioè ride.
Ed è un gran bel momento.
Ma in realtà ho un sogno segreto che riguarda il palcoscenico, e non si tratta per niente di teatro, ma di qualcosa di più profondo, antico e primordiale. Si tratta di qualcosa di antico e violento, una presenza magica. Si tratta di essere un rocker.
Mi immagino la vertigine di essere in piedi, di fronte a una folla adorante (potrebbe essere altrimenti?) che grida in estasi al solo vederti e che canta con te le parole che hai scritto tu.
L'emozione grandissima di suonare e vedere che alla gente quella cosa piace, ti ascolta, ti crede...sei uno di loro.
Ma soprattutto, siccome sono fatto così, mi piace farmi pregare, tutto si riassume in un solo momento, quando posi la chitarra, ti avvicini al microfono e gridi "Goodnight!" e te ne vai, sudato fradicio, e tutti fuori gridano, entri nel backstage, prendi una bottiglia d'acqua dalla mani del fidato assistente (o della graziosa assistente), e dici agli altri "grande concerto, no?" e intanto fuori senti una marea montare, un grido solo, una folla che ti chiama gridando BIS, BIS! e allora scrolli il capo, sorridi, posi la bottiglietta, risali sul palco, prendi la chitarra, ti avvicini al microfono, sorridi contro i riflettori puntati e fai partire il primo accordo, e tutti gridano e tu sorridi ancora.
A teatro non si fanno i bis.

venerdì, ottobre 20, 2006

La posta che ricevo

C'ho messo un'ora a fare il login e adesso non mi ricordo più di cosa volevo parlare...ah si (ho guardato il titolo e me lo sono ricordato), volevo parlare della posta che ricevo. Cioè, in realtà volevo parlare di spam, perchè ieri ho assistito a una scena che mi ha fatto inumidire il ciglio: la mia ingenua collega è scesa dal pero e ha ricevuto (per la prima volta credo) una e-mail di qualcuno che le voleva vendere del Vyagrra (la sintassi scorretta è un prerequisito essenziale dello spammer, se vuole superare i filtri). La sua sopresa mi ha sconcertato, e nel cercare di spiegarle cosa è lo spam senza usare concetti più difficili di "polly vuole un biscotto" mi sono trovato a pensare al fatto che di solito ricevo molto più spam che posta ordinaria. Vediamo che cosa mi è arrivato oggi.
1) Gentile cliente di Rasbank, la sua password... (certo...)
2) My name is Lisa Borkendann... (e si firma Derrick Oliver)
3) Even if you have no erection problems... (e allora che vuoi?)
4) Hi F.cardini!.! Roller is the bets in the industry...(aveva cominciato quasi bene)
5) We only sell premium watches. There's no battery. (un affarone!)
6) Viagra for less (ecco, mancava)
7) Weight is the major problem in all countries (certo, altro che disoccupazione, guerre e carestie! Occupiamoci del vero nemico: l'obesità!)
8) (il mio preferito) Transitive Adjective plural cracksa thin jagged opened materiala large of formed!

giovedì, ottobre 19, 2006

Cose che non c'entrano niente (e che non importa sapere)

Il disastroso incendio dell'Hindenburg mise per sempre fine all'epoca del volo tramite dirigibile. Da allora in poi chi voleva attraversare l'atlantico doveva farlo come tutti, a nuoto e reggendo una pallina rossa sul naso.

Il settimo faraone della quindicesima dinastia egizia fu assassinato dal suo erede, che voleva diventare l'ottavo, ma non ci riuscì perchè fu ucciso dal dodicesimo, che aveva nel frattempo ammazzato il nono, il decimo, l'undicesimo e, per sicurezza, anche il tredicesimo.

Il polimeriorasio è un minerale che al contatto col fuoco si spaventa tantissimo e si nasconde sotto il letto. Inoltre quando lo invitate a cena rimane fino a tardi e non se ne va finchè non gli spengete e accendete in maniera intermittente la luce della stanza.

I 725 abitanti del comune di Zoppio (TF) si chiamano tutti Alvaro Giaussi, anche le donne.

Durante la tradizionale Fiera del Crepaccio, i sedici rioni in cui si divide il piccolo comune di Sant'Angelo Anfibio (UP) si sfidano nel celebre Palio del Lancio: in sostanza si tratta di caricare su grandi fionde meccaniche (ricostruite nei minimi dettagli sulla base di progetti del grande genio medievale Oppido Lacustro) un celebre personaggio televisivo, e lanciarlo nel vicino orrido profondo circa 125 metri, in fondo al quale scorrono le limpide acque del fiume Veleno. Madrina della manifestazione di quest'anno sarà la simpatica Maria de Filippi.

mercoledì, ottobre 18, 2006

Parliamo tanto di me (mettetevi comodi)

Una cosa che mi viene spesso rimproverata è di essere monomaniaco volubile ossessivo, anche se in effetti mi viene da pensare che le cose che mi vengono rimproverate sono tre, cioè di essere monomaniaco, volubile e ossessivo, ma potendo riassumere tutto questo in un neologismo penso si potrebbe dire che sono monolubisivo, e con questa la finisco.
In effetti, da una decina di giorni ogni volta che parlo, finisco per dire "io ho un blog", cosa che genera negli interlocutori uno sguardo che potrebbe significare tutto, sia "interessante, ma che c'entra?", sia "vorrei essere altrove", sia "sei un imbecille monomaniaco", cosa che spiega la prima parte del neologismo. E non sarebbe neanche male, se poi la conversazione, una volta esaurito il ciclo vitale dell'argomento blog, si spostasse naturalmente su questioni più profonde, tipo il buco nell'ozono, la politica estera americana o l'ultima puntata della Pupa e il Secchione. Invece riesco ad aggrapparmi all'argomento come una cozza, e, incurante della presenza o meno della persona con cui parlo (che potrebbe a questo punto andarsene) ricomincio da capo con "io ho un blog".
E questo spiega il perchè dell'ossessivo (L. lo sa, può testimoniare).
Ma la volubilità? Perchè dici di essere volubile? Fondamentalmente perchè, come dice qualcuno, ogni giorno con me parte un treno.
Questo vuol dire che, probabilmente, tra un mese non ricorderò neppure più il significato della parola blog, tutto preso come sarò dallo studio della danza di corteggiamento delle zanzare, o dalle regole di un nuovo sport tailandese, o dai preparativi per la futura colonizzazione spaziale.

martedì, ottobre 17, 2006

Un'offerta che non si può rifutare

Siccome sono un tipo metodico, mi spiace fare le cose con disattenzione, quindi ieri sono rimasto un po' così quando mi sono accorto che non avevo aggiornato il blog - mi ero ripromesso di farlo quotidianamente. E siccome mi sembrava scorretto nei miei confronti alzarmi dal letto, scendere le scale, accendere il computer, connettere il modem, installarlo, fare dischi di backup...alla fine mi sono voltato dall'altra parte e ho sognato di prendere l'autobus nudo (come penitenza per la accidia, suppongo). Per non rischiare altri incubi inquietanti, eccomi qui di mattina a scrivere il post di ieri.
Dunque, Montalcino. La cosa più bella di questa due giorni è stata sicuramente la scoperta di poter utilizzare le papille gustative in tutte le direzioni: alla fattoria Caparzo ho sentito un vino che può tranquillamente gareggiare per miglior vino da me sentito quest'anno (quando si dice autoreferenziale), il Ca' del Pazzo 2001 (mi pare), che è vino elegante, di buona struttura e di profumi ampi e persistenti e se lo dicono loro ci credo. Poi - e questo l'ho detto a tutti - abbiamo visto la cantina e era grossa e c'erano le botti grosse di rovere di Slavonia che è in un posto nell'Europa dell'est e le fa una ditta sola in Italia e erano davvero grosse. Poi siamo andati anche al Castello Banfi che era bellissimo, ma siccome più sono ricchi più sono pidocchi (immagino sia un metodo per rimanere ricchi) le degustazioni le dovevi pagare e allora gli abbiamo fatto ciao, però prima abbiamo visto la cantina dove fanno l'aceto balsamico, ma lo chiamano Salsa Etrusca, che sennò il signor Ponti li denuncia. Tutto molto ganzo. In pratica (ora divento serio) l'aceto balsamico (o Salsa Etrusca) lo fanno mischiando il mosto del vino con l'aceto puro, e poi lo fanno affinare in botti che vanno da 60 a 25 litri, secondo l'anno della vendemmia, tutte di legni diversi (quali però non me li ricordo, dovrò chiedere a Markk, che dirà i nomi di cinque alberi a caso per farmi contento). Ah, un altro posto fantastico è a Torrenieri, dove una cantina è stata realizzata direttamente sui ruderi di una torre medievale, e il proprietario ci ha portato in una sala in penombra ad ascoltare il rumore che fa il vino quando viene messo ad invecchiare nei contenitori di alluminio. In pratica i lieviti presenti sulla buccia dell'uva, una volta chiusi al buio e senza ossigeno in queste vasche, cominciano a mangiare lo zucchero presente nel (come chiamarlo?) succo d'uva, e lo trasfomano in alcool e anidride carbonica. Il rumore che si sente sono quindi le bolle di anidride che salgono a galla. Quando l'ho detto a mio babbo lui mi ha risposto: ah certo, il rumore del vino che bolle. Lui è molto più pratico di me.
Infine, una considerazione u-morale: visto che abbiamo bevuto come dei disidratati, e non ci siamo mai, sottolineo (anzi no, grassetto) mai ubriacati, mi viene da pensare che quando le cose sono buone, non ti fanno mai male (o perlomeno non te ne accorgi).
E' stato bello passare un fine settimana con voi, maledetti maniaci, e sicuramente lo rifaremo l'anno prossimo. E chi volesse venire si tenga libero!
NB: a Dicembre ci sarà il battesimo di mia nipote, la Megarita. E a qualcuno (me) è stato offerto di essere il suo padrino. Ovviamente ho accettato.
Povera creatura.

venerdì, ottobre 13, 2006

Messaggio nella bottiglia

Ah che giornata.
Adesso me ne vado, e meno male che domani si parte per il ns progetto di fine settimana devastante e be(v)estante.
Ho la forza solo di ricopiare qualcosa:
Se trovi questo messaggio
Vuol dire che sono naufragato
E l’isola è fuori dalle rotte
Non passa mai nessuno
Solo fumo di navi lontane.
Mi stanco
A pensare quanto mi manchi
Prima o poi mi addormento
E non ti penso
Mentre mi cresce la barba.

giovedì, ottobre 12, 2006

Le Dodici Fatiche

Noia: Che fai?
HK: (senza alzare gli occhi) Lavoro. Sto lavorando.
Noia: Ah. Ti scoccia se resto un po' qui?
HK (scocciato, serra le mascelle)...no, fai un po' come ti pare.
Noia (gironzola per la stanza, si siede, apre il giornale, lo posa, fischietta): ma non viene nessuno oggi?

Suona il campanello.

Noia: ODDIO, EMOZIONE!! CHI SARA'?
HK (apre la porta): e chi vuoi che sia...
Portiere: Buongiorno. Ho portato la posta.
HK: Grazie.
Noia: Chi era?
HK:
Noia: Chi era?
HK:
Noia: Chi era?
HK:
Noia: Chi era?
HK: Dio, che strazio.
Noia: Grazie.

mercoledì, ottobre 11, 2006

Il Dottor Noia


















Così, un piccolo esperimento di colorazione con Photoshop, in attesa del nuovo capitolo del Fumetto.

Bucolico workshop

Se c'è una cosa che mi piace è il bricolage. Sarà che mio babbo mi ha trasmesso la passione per costruire le cose con le mie proprie manine, fatto stà che io, ogni volta che entro in una mesticheria per comprare un chiodo esco dopo due ore con tre sacchetti di roba. Tanto per dirne una, io e L. stiamo facendo dei lavori pesanti di bricolage in una specie di garage, e abbiamo appena finito di ricostruire una finestra in legno. "Apperò" diranno i miei piccoli lettori "che bravi chessiete!". E no, piccoli lettori, abbiamo fatto davvero un bel lavoro, ma al costo di sei mesi di lavoro e dieci anni di vita (il mio fanciullo interiore è già nonno). L'impegno che ci aspetta adesso, sempre nella casetta nel bosco, è la costruzione di un'intelaiatura di legno per chiudere un buco quadrato in un muro (che dovrebbe essere una finestrella) con del plexigas (che gli altri si ostinano a chiamare plexiglass, chissà perchè). Ora, siccome sono un ganzo previdente, sono andato da Obi e mi sono comprato una scatola sagomata di plastica (ci volevo mettere un link, ma non riesco a capire come si chiami) che serve per tagliare il legno a 45° per fare gli angoli delle cornici. Che figata, eh?
Ma siccome sono un brodo, e non so fare le cose con precisione ma un po' così, simpaticamente a cazzo, alla fine ho produtto una specie di cornice che, unita insieme non formava (ovviamente) un rettangolo, quanto, piuttosto, una specie di...come un...tipo...
Non esiste un nome per quella figura geometrica.
Morale della storia: quando le cose non le sai, prima di farle, salle.

martedì, ottobre 10, 2006

Madeleine

Tanto per dire, qualche tempo fa sono stato a fare un safari fotografico (ah ah che simpatico) in un posto che non visito da anni - e non l'ho visitato nenache in questa occasione, se è per questo. Pratilia era un centro commerciale - il primo, credo, in questa zona d'Italia - che raccoglieva un supermercato, un negozio d'arredamento, una libreria e negozio di dischi, un'erboristeria, un calzolaio...non riesco a dimenticare la meraviglia di quel posto ai miei occhi di bambino, enorme, nuovo, con le porte scorrevoli! le scale mobili!!! il pavimento tutto ricoperto di una plastica strana, che adesso è semplicemente un triste memento degli orrori urbanistici degli anni '70, ma allora era nuova e meravigliosa come tutto quello che veniva dall'America. Ecco cos'era Pratilia, un'America in miniatura. Era davvero un'altra epoca, tipo che mia mamma e mia nonna quando dovevano fare la spesa sceglievano con cura il supermercato (e allora andare al supermercato era un evento), e alla fine andavano in quello dove era più tempo che non. (la frase finisce qui, tanto abbiamo capito)
A Pratilia c'era un odore di ossido di carbonio (il parcheggio sotterraneo), plastica (il pavimento), olio per macchine (l'aria condizionata), ozono (il banco frigo), colla (il ciabattino), medicine (l'erboristeria, e come pizzicava la pappa reale che mi dovevo mettere sotto la lingua), polvere e carta (la libreria), pelle (il negozio d'arredamento). Sul tetto c'erano campi da tennis e una piscina, ci facevano le feste di compleanno, ma io non ci sono mai andato. Invece andavo alla sala giochi, e lì ho giocato a biliardo per la prima volta. Ci facevamo le vasche, a Pratilia, la domenica pomeriggio, quando pioveva e in centro non si poteva andare.
Adesso crolla tutto, hanno messo delle reti per non fare entrare nessuno, e nemmeno i barboni ci vanno a dormire.
Ma il negozio più bello era quello nel seminterrato, di fronte alla Superal. C'era un ragazzo che faceva patate fritte e polenta fritta, e c'era quest'odore meravigliosamente malsano che si spandeva dal cartoccio, ti rimanevano le mani unte e ti eri dimenticato di prendere il tovagliolo, e alla fine ti pulivi sui pantaloni.
Ho saputo che poi quel ragazzo ha aperto un bar in piazza S.Francesco, e ogni tanto ci prendo pure l'aperitivo.
Tu pensa.

lunedì, ottobre 09, 2006

Myst!

Oggi (in realtà venerdi, ma siccome l'ho letto solo oggi per me è oggi) il grande, mitico, unico Matteo Bordone nel suo blog ha scritto un articolo non inutile (ma quando mai i suoi lo sono?) su quello che posso considerare come parte importante della mia personale mitologia: la serie di MYST. Ne ho sentito parlare la prima volta in un libro di Tiziano Sclavi che mi stregò grazie al titolo: Non è Successo Niente. Sclavi descriveva l'idillio di serate passate davanti al pc con la moglie, giocando dopo aver sbarrato la porta d'ingresso e chiuso fuori tutte le paure. Mi è rimasta in mente la scena di lui che le proibisce di giocare se non ha i manini puliti.
Ma parliamo di Myst: il primo della serie (chiamato, per l'appunto, Myst) è un'esperienza di gioco assoluta. Non sai cosa devi fare, non sai dove devi andare, e sono ancora convinto che il primo enigma (quello del numero degli interruttori posizionali) sia in assoluto il più difficile di sempre. Anzi il più difficile enigma del mondo. Atrus, Christine, Achenar e Sirrus...ah, che meraviglia. La nave di pietra, gli enigmi dei canaletti d'acqua, chi non li ha vissuti non può capire il fascino di passare una notte sveglio per capire cosa fare.
Gli altri: Riven molto bello, ma troppo difficile e fondamentalmente un troiaio per via del fatto che ogni volta che cambi scenario di gioco (e lo si fa spesso) si deve togliere il CD e metterne uno nuovo. Exile - il mio preferito: enigmi meravigliosi, mondi meravigliosi, personaggi (uno) meravigliosi. Revelation: forse il più deludente. La centralità della trama schiaccia e annichilisce un gioco altrimenti molto bello, ma (forse sono diventato troppo bravo a forza di giocare?) gli enigmi sono al di sotto delle aspettative. Sotto molti aspetti, una delusione. Unico punto di forza, il personaggio di Sirrus, cinico e veramente perfido. Peccato sia stato poco sfruttato.
E ora, mi aspetta il capitolo finale: MYST 5 - The End of Ages.
Speriam'abbene.

venerdì, ottobre 06, 2006

ACME Novelty Library

Si sa - o meglio, IO lo so - che dagli anni sessanta in poi (anzi, per essere precisi dal 1956, con l'apparizione di Barry Allen come nuovo Flash su Showcase n. 4 della DC Comics) il fumetto amerigano è diventato fumetto di supereroi tout court, tanto che, se un qualunque scrittore vuole scrivere una storia sua, per volere degli editori deve infilarci almeno un personaggio con superpoteri. Questa mia meravigliosa generalizzazione calza alla grande con il fumetto commerciale di grande diffusione, il mainstream, non altrettanto invece con il fumetto alternativo (Dio quanto odio questa parola). Charles Burns, Robert Crumb (e che, non ce lo metti?), Craig Thompson, tutto fanno fuorchè roba con dentro supereroi.
Fine dell'inutile introduzione.
Ieri sono andato dal mio spacciatore e mancando la mia dose settimanale - "non è uscito nulla?!" - ho preso la decisione magna: mi sono preso The ACME Novelty Library n.1, del superbo Chris Ware.
Qui si può trovare una breve biografia del Genio, e vi garantisco che le tristi e scolorite immaginette non rendono affatto onore alla meraviglia che sono queste pagine. Triste in un modo inconsolabile, ma cattivo e cinico oltre ogni dire, A.N.L. è una lettura da consigliare, non per altro per ripulirsi un po' la bocca dal tanto parlare ipocrita.
Unico problema: PERCHE' non esiste un editore italiano che si decide a correre il rischio di editare questa meraviglia nella lingua del si??? Ovviamente il problema è che è in inglese, e dovete ordinarlo in America.
Ora vado a leggere.

giovedì, ottobre 05, 2006

Altra Citazione Mica da Ridere

Turning My Head Up and Down
Turning Turning Turning Around
And All That I Can See
Is Just A Yellow Lemon Tree.

mercoledì, ottobre 04, 2006

Citazioni Mica da Ridere

Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all conviction, while the worst
Are full of passionate intensity.
Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in the sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleepwere vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?
W.B. Yeats - The Second Coming (1919)

martedì, ottobre 03, 2006

Le Stradine del Vinino

Tra due settimane si parte. A metà ottobre io e altri quattro (o cinque) disgraziati partiremo per un fine settimana nel Chiantishire, decisi a tornare con il sangue inevitabilmente corrotto e inquinato dal vino. Non è ancora chiaro come e dove ci dirigeremo, nè tantomeno dove si dormirà (in macchina?) o se torneremo con tutti gli arti al loro posto. Quello che è certo è che SI PARTE! Basta rimandare, questa volta non ci ferma nessuno! E che cazzuola.
Considerazioni preliminari: il Brunello di Montalcino è un vino dal sapore ricco, bouquet ampio e ben strutturato (in genere). Il colore è rubino - ma mi chiedo quando un vino rosso non sia rosso rubino - e a me mi fa sempre parecchi archetti (ma non dipende dal bicchiere?). Sapore fruttato, odori secondari presenti e ben distinguibili, vino da meditazione o da accompagnare a carne o formaggi stagionati. Mi ricordo la scena di Sideways in cui Paul Giamatti fa due palle così al suo amico sul vino che stanno bevendo, spiegandogli quali odori e sapori dovrebbe sentire, e l'altro annuisce, conferma, gli dice è vero, poi lo guarda, lo guarda, lo guarda e dice: "Ma stai masticando la gomma?".
Sono sicuro che capiterà anche questo.