martedì, settembre 20, 2011

It's an ocarina sir

sabato, settembre 10, 2011

L'angolo dell'erotismo dell'onorevole Borghezio Mario, avv.

Buonasera. Sono l’onorevole Mario Borghezio, avv. Sono qui per raccontarvi alcune storie umoristiche per risollevare un po’ il clima di questo blog, che qua è un po’ un mortorio. E siccome ora bisogna che la gente fa figli per portare avanti la nazione padana e non essere sommersi da questi negri, arabi terroristi, cinciuncian, ecco che vi racconto delle storielle con del pepe di cajenna dentro, che così la gente si eccita un pochetto e giù a fare figli per la patria.

Ci sono due virili cittadini padani che si incontrano e uno fa all’altro:
- Thor, cosa ti succede, ti vedo affranto. Forse che la servitù nella quale versano i nobili popoli celtici nei confronti delle razze romane, terrone e neghér ti fa stare male?
- Lothar, come è veritiero quello che tu dici. Infatti il mio spirito è sconquassato dal dolore nel riflettere su come i nostri popoli siano diventati schiavi di creature a noi inferiori, che altro non sanno fare che riprodursi e ambire alle nostre sacre e cristiane e celtiche e ariane proprietà. E questo pensiero si riflette nel mio stesso corpo, portandomi ad avere un feroce e padano mal di denti qui, proprio dove mi si è padanamente cariato questo molare.
- Per mille Walhalla! Questo non può essere tollerato oltre! La facondia di queste razze è limitata al grugnito, eppure non disdegnano di pretendere di imporre a noi, nobili e padani e silenti e virili e santi abitatori di queste sacre terre nordiche, di condividere con loro i loro barbari dialetti, e quotidianamente ciarlano di società subumane ove sarebbe diritto – dicono nei loro borborigmi – di ciascuna scimmia possedere bene di valore non padanamente guadagnati col sudore dei virili e abbronzati muscoli di cui adesso faccio mostra, bensì sottratti con la perfidia e l’inganno tipici dei popoli semiti. Per questo non posso esimermi dal consigliare a te, fratello mio nel sacro sangue padano e nordico, un rimedio dei nostri antichi e nobili progenitori per guarire un nobile guerriero così virile e poderoso e maschiamente lustro di sudore come te, che virilmente ti tergi la fronte mentre il sole al tramonto bacia i tuoi possenti bicipiti, per guarire da codesta nequizia.
- Oh sì, mio forte e possente camerata, fratello di battaglia e compagno di lotta, tu che con il destro sollevi la terra e la poni nell’orbita della gloria dei nostri alti ideali e padani e sacri e nordici e virili e sobri e padani l’ho già detto? e gloriosi e impetuosi e onusti di gloria, svelami dunque il possente medicamento che possa far cessare il malvagio dolore che certamente un nemico della nostra possente e maschia genìa ha posto nei miei molari.
- Invero, nobile Thor, te lo dirò: quando capita a me una sventura simile alla tua, tale che il dolore cagionato dalle vil razze nemiche, dai nasi adunchi, i volti atteggiati a ghigno perpetuo, le schiene curve, le gambe storte, le lunghe dita artritiche e dalle unghie sporche sempre pronte a ghermire l’altrui ricchezza, quando tal dolore più non è tollerabile, ecco che procedo verso la mia padana e nordica consorte, le tolgo con maschia voluttà i vestimenti intimi e annuso, con padano e virile entusiasmo, il muschiato aroma che fugge dalle sue intimità. Ed ecco che d’un tratto mi passa il dolore. fai lo stesso anche tu, mio virile amico.
- Che è a casa ora?

Ci sono un inglese, un negro, un francese culattone, un rumeno e un padano che decidono di fare la gara a chi ha il pisello più lungo. Il francese dice: “io faccio il giudice” e va a prendere un righello, tutto contento. Torna con un righello di trenta centimetri e dice: “ecco qua, ho trovato questo righello di trenta centimetri, pensate che possa bastare?” e guarda il negro e gli fa l’occhiolino. Allora arriva il padano e fa: “com’è possibile che al giorno d’oggi noi padani, popolo nobile se mai ve ne furono, ci troviamo impastoiati nelle paludi di una gerontoburocrazia asmatica ed elefantiaca come quella europea? Perché mai le quote latte devono sempre vedere noi popoli oppressi subire le angherie di questi burocrati miopi che siedono a Bruxelles e prendono decisioni senza conoscere la natura dei luoghi sui quali si trovano a legiferare? Ed è mai possibile che Roma, luogo di iniquità, sfrutti le fatiche del popolo padano senza mai dare nulla in cambio, ma anzi pretendendo ogni giorno di più e rifiutando di concedere ai virili e nobili popoli padani l’indipendenza che essi bramano e meritano? Non meritiamo dunque noi maggior tutela? Non meritiamo noi maggior rappresentatività? Per questo chiediamo che il nostro amato onorevole Borghezio Mario, avv. Venga nominato almeno sottosegretario con delega alle attività produttive”.

Un giovane padano, pieno di sano furore eterosessuale, decide di dare sfogo alle sue rigogliose energie appartandosi nottetempo con una peripatetica. La sua cittadina è armoniosamente amministrata da una giunta monocolore Lega Nord, quindi per definizione sana, lavoratrice e non incline alla tolleranza con i traffici di carne gestiti da marocchini e albanesi. Recatosi dunque con la sua Ritmo lungo i viali trafficati di una vicina città, ancora amministrata da una decadente amministrazione di massoni comunisti, trova le strade intasate da travestiti e passeggiatrici di ogni colore e religione e razza. Deciso a dimostrare come le virili membra padane siano potenti e maschie, accosta presso una giovane mulatta molto alta, con un seno rigoglioso ed un prominente pomo d’Adamo, chiedendole:
- Come ti chiami, bella giovane?
- Sciao belo, me chiamu Lulù. Vuoi fare l’ammore con me, belo sgiuovane?
Ma non fa in tempo a rispondere che accanto alla sua Ritmo accosta una gazzella della Guardia di Finanza.
Scende un maresciallo con la divisa sporca di caponata e gli fa:
- Uè giuovanodde, scinn’abbascio dalla maghina, pe favore, uè. E tu, proshtituta, puoi iatavenne via, che io e il tuo protettore siamo soci in affari, uè.
Il giovane padano scende virilmente dalla macchina e chiede:
- Va tutto bene maresciallo?
- Eh caro bello, adesso te becchi ‘a bbella multa, che hai andato co’ le prostitute, ah! È ‘a legge!
Il giovane padano capisce che si tratta di una trappola artatamente diretta contro di lui dal complotto intessuto dalle amministrazioni comuniste, la guardia di Finanza, la massoneria, i gesuiti, la criminalità organizzata, il sionismo internazionale, i burocrati di Bruxelles, l’internazionalismo, le scie chimiche, la finanza internazionale, Beppe Grillo, il gruppo L’Espresso, internet, il pentagono, le mafie russe, i fisioterapisti, il KGB e i tifosi della Juventude Bar La Grappa.
Capisce che per salvarsi deve fingere di essere parte del complotto.
- E allora, eh, giovinuotto belle, mo’ te becchi ‘a bella multa, eh, Allora, come te chiame, eh?
- Il mio nome è – pensa un attimo – Giuseppe Stalin Junior.
Il maresciallo fa un balzo, impallidisce e dice, abbassando la voce:
- Parente?
- Il figlio.
- Maronna mia bella, me scusi, non sapevo, mi perdoni.
E se ne va via sgommando.

mercoledì, settembre 07, 2011

Born to kill

16 aprile
Finalmente ci siamo! Oggi abbandono l’accademia e mi unisco al mio plotone. Sono così contento di avviarmi ad una brillante carriera e diventare un membro produttivo della società, mi sento già più grande.
17 aprile
Ho conosciuto i miei compagni, sono tutti bravi ragazzi, ansiosi di muoversi e vedere il mondo. Il sergente che ci ha accolti ci ha fatto un lungo discorso sui nostri doveri e sull’importanza del nostro lavoro. Ha sottolineato un sacco il fatto che dobbiamo essere sempre pronti, perché non sappiamo quando saremo chiamati all’azione. Mentre diceva così, il compagno al mio fianco ha detto a mezza voce “eh, mica stiamo qui a farci le seghe” e tutto il plotone si è messo a ridere. Il sergente si è arrabbiato un sacco e ci ha fatto fare il giro dell’ovale per dieci volte, ma nessuno si è lamentato: siamo tutti carichi!
18 aprile
Il compagno che ieri mi ha fatto ridere si chiama Joe, sembra uno che ne sa un sacco. Oggi abbiamo avuto le esercitazioni di corsa, che vuol dire semplicemente che devi attraversare un percorso il più velocemente possibile, senza farti colpire. Io sono andato bene, mentre alcuni dei compagni sono andati malino, soprattutto Gonny, che è stato colpito dal sergente un sacco di volte. Ma Joe è stato fantastico: prima ha fatto il percorso velocissimo, poi, invece di arrivare in fondo, è tornato al punto di partenza. Il sergente si è arrabbiato tantissimo, gli ha detto che era un buffone, ma sotto sotto si vedeva che era rimasto impressionato.
19 aprile
Oggi abbiamo avuto un falso allarme! Stavamo rientrando nelle camerate dopo una dura giornata di addestramento quando hanno cominciato a suonare le sirene. Il sergente si è subito messo a correre per il campo, rosso in viso e tutto eccitato, gridando che i corpi si stavano innalzando e che dovevamo prepararci al lancio. Tutto ad un tratto però, proprio quando ci dirigevamo in fiotto verso il canale di lancio, le sirene si sono arrestate e il sergente si è come afflosciato. Peccato, ha detto, sarà per un’altra volta.
20 aprile
Anche oggi un falso allarme. Uno dei compagni più vecchi ha detto che succedono un sacco di volte, e che anche se dovessimo essere chiamati al fronte, dovremmo fare come lui: metterci in fondo alla fila sperando di essere tra quelli che restano. L’ho guardato con disprezzo e gli ho chiesto la sua età. Tre settimane, mi ha detto chinando la testa dalla vergogna.
21 aprile
Domani è sabato, ha detto oggi il sergente, è probabile che saremo chiamati fuori. Poi ci ha detto una cosa che non ci era mai stata detta durante l’addestramento: ha detto che al momento di uscire sul campo potremmo venire catturati in una trappola predisposta dal nemico, in una guaina impenetrabile. In questo caso non potremmo andare avanti né tornare indietro e saremmo condannati ad una morte orribile. Ma questo pensiero non deve fermarvi, ha detto, perché lo fareste per la turgida gloria della vostra semenza! Mentre sentivo questo, mi sono voltato a guardare i miei compagni, ed ho incrociato lo sguardo con il vecchio di ieri. Ho letto nei suoi occhi una promessa: che questa volta non avrebbe avuto paura! Avanti, con ardimento!
23 aprile
Dio mio, Dio mio, è questa la vita dunque?
24 aprile
Riprendo questo diario dopo due giorni, nei quali ho avuto la forza solo per vergare quelle poche parole di cui sopra. Ho riletto le scempiaggini che scrivevo quando ancora vivevo nella pace e nella tranquillità. Che sciocco che ero! Che stupido! Ma è meglio che riassuma quello che è successo in queste ore, così che, se mai qualcuno troverà queste righe, impari forse qualcosa dalla mia vicenda.
Il sergente aveva ragione: sabato, il fatidico giorno, siamo stati davvero chiamati alla battaglia. Ma aveva torto sulla guaina di gonna che avrebbe dovuto sbarrare il nostro cammino, dato che non ve ne abbiamo trovato traccia (ahi, quanto sarebbe stato meglio se invece fossimo stati catturati così, tutti ancora giovani ed ingenui e pieni di illusioni, e andati a morire insieme della bella morte!).
Una volta sparati fuori dal condotto di uscita ci siamo ritrovati in un anfratto umido e scuro, così alieno da metterci i brividi. Il sergente ci ha gridato di metterci in fila e marciare il più in fretta possibile avanti, verso l’oscurità più fitta. Ad un certo punto, non so dopo quanto, ci siamo trovati ad un bivio: la strada si biforcava in due grotte più piccole che si perdevano nel buio. Il sergente è parso spaesato, ma non si è perso d’animo: ha detto che avremmo dovuto dividerci, che una metà (ma non sapeva quale) si sarebbe sacrificata per la buona riuscita dell’altra, dato che chi imboccava il sentiero sbagliato andava dritto alla morte. Io, Joe, Gonny e il vecchio ci siamo stretti vicino, e siamo finiti nel gruppo di destra, insieme al sergente. Ho salutato i miei compagni di sinistra con lo sguardo, chiedendomi qual’era il senso di tutto questo e se sarebbe toccato a noi, di morire in quell’oscurità, o a loro.
Il viaggio è continuato a lungo, quando qualcuno dei nostri ha cominciato a sentirsi male. Sono gli acidi, ha detto il sergente, dobbiamo sbrigarci. E infatti l’aria ha cominciato a farsi irrespirabile e Gonny è caduto a terra. è diventato ancora più pallido, ha mormorato qualche parola ed è morto.
Abbiamo proseguito, con le lacrime agli occhi non so se per via del dolore o degli acidi.
Superata una curva, all’improvviso mi sono sentito meglio, e come me gli altri superstiti: anzi, più forti, più pieni di energia. Improvvisamente ho pensato che il mio obiettivo non era lontano, e che avrei potuto farcela, anzi ce l’avrei fatta sicuramente e che niente mi poteva fermare. Ho cominciato a correre e quando mi sono trovato davanti il vecchio che correva anche lui sì, ma più lentamente di me, l’ho colpito alla schiena perché non mi rallentasse, e sono passato oltre, e ho visto Joe, vicino a me, fare lo stesso con il sergente e molti altri lottare e sgomitare per raggiungere il nostro obiettivo.
E alla fine l’abbiamo visto: ai nostri piedi, in fondo ad una scarpata, un enorme uovo soffice e profumato, invitante, morbido, sensuale. Ci siamo lanciati giù, noi pochi sopravvissuti, colpendoci con forza. Ed io, proprio io, sono stato il primo a raggiungerlo: l’ho toccato e… niente. Si sono avvicinati tutti gli altri, scodinzolando sui loro flagelli. Joe ha detto:
- Oh no, è troppo presto. Sta ancora dormendo.
Ci siamo guardati gli uni gli altri, e abbiamo capito che eravamo ancora troppi: uno solo doveva essere qui quando l’uovo si sarebbe svegliato.
Ora, il massacro è finito. Sono qui, stanchissimo, seduto a terra. Joe è seduto dall’altra parte, ci osserviamo con odio.
Siamo rimasti solo noi due.

20 giugno
- Signora, è incinta.

lunedì, settembre 05, 2011

Il passato è un paese straniero, dove le quaglie volano crude

Cari amici, salve a tutti dal vostro Dante Chianti, esploratore, esperto conneisseur del mondo, poliglotta e tombeur de femmes. Proprio in questa mia veste di navigato conoscitore del mondo anche nei suoi aspetti più delicati, sono oggi a deliziarvi con alcune notizie che certo non sapevate sugli usi e costumi sessuali ed amorosi delle varie nazioni del mondo.

In Papua-Nuova Guinea esiste una severa legislazione per quanto riguarda lo status matrimoniale: gli uomini di Papua possono accoppiarsi con le donne di Nuova Guinea solo se queste hanno più di ventisei anni. Viceversa, le donne di Papua posso convolare a nozze con gli uomini di Papua solo se questi non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Al contempo i matrimoni tra le donne di Nuova Guinea e gli uomini di Guinea-Bissau sono validi solo se celebrati da sacerdoti anziani di Papua. Inoltre le donne di Papua possono sposarsi con gli uomini di Nuova Guinea solo di giovedì, prima delle 16.00.

Tra gli ebrei sefarditi di Latriete, in Svezia, è uso indossare giarrettiere e calze a rete nei giorni di preghiera.

A Wichitan, una cittadina nel sud degli Stati Uniti, un regolamento comunale del 1967 vieta ad un uomo di sposare la Bibbia di Gutemberg.

Nel 2007, in una grotta nei dintorni di Nowa, in Somalia, è stato scoperto il più antico graffito del mondo rappresentante un pene, scolpito accanto ad una antica fermata dell’autobus.

Il libro erotico più venduto nella storia è Il giro del mondo in 80 giorni, nella versione non censurata.

Pare che uno dei primi film di Alfred Hitchcock fosse una versione erotica de La critica della ragion pura di Immanuel Kant. Purtroppo il progetto non andò mai in porto perché il grande regista non riuscì a trovare nessun attore disposto ad interpretare il ruolo del fiammiferaio petomane.

Mario Bartachiudi, di San Geppetto (FD) è stato sposato per ventisei anni, prima di scoprire che sua moglie non era in realtà una donna ma il Madagascar (pop.6.750.000, dati 2010).

È vero, l’orgasmo del maiale dura mezz’ora, ma tanto poi alla fine diventi una mortadella, quindi cui prodest?

Il travestitismo è molto più diffuso di quanto comunemente si creda: quella matura e piacente signora dal grande seno e dai morbidi fianchi burrosi seduta accanto a voi è in realtà il Madagascar (pop. 6.750.000 dati 2010).

La carne di pipistrello è considerata un potente afrodisiaco da Batman, ma Robin non è contento.

Rodolfo Valentino, il celebre amatore, era una persona estremamente timida ed introversa. Quando si trovava in intimità con una donna chiedeva sempre permesso.

A Timor est c’è la diffusa convinzione che i bambini vengano portati da una creatura leggendaria, il Garuta Mau, una sorta di drago volante con sette teste e trenta corna, dall’alito infuocato e gli occhi di bragia. Il Garuta Mau entra nelle case delle giovani coppie in attesa di un figlio e deposita l’atteso infante sul letto dei genitori, poi chiede un bicchier d’acqua e con la scusa che è stanco resta lì un’ora e cerca di vendervi una multiproprietà.

Il paese con il tasso di natalità più basso del mondo è una piccola repubblica asiatica, il Naput, nel quale la legge concede alle donne di tenere in mano delle forbici mentre fanno l’amore con i propri partner.

La donna più brutta del mondo è Dolores Losiento, una casalinga di Tihuana. È tanto brutta che il governo concede una pensione a chiunque la veda.

L’abate Mendelev scoprì le leggi dell’ereditarietà genetica incrociando diverse razze di fagioli e studiando i risultati di tali incroci. Scoprì anche che una particolare varietà di fagioli produceva fiori più grandi e rigogliosi se gli diceva le parolacce sporche.

Le donne di una tribù di nomadi uzteki sono considerate le più pelose del mondo, tanto che nascono già dotate di decespugliatore.

“Lo strano caso del Dottor Jekill e Mister Hide” è in realtà la cronaca di un amore omosessuale clandestino: non potevano mai farsi vedere insieme.

È vero quello che si dice sulle dimensioni ragguardevoli del membro degli uomini affetti da nanismo? Il giovane studente austriaco Adolf Hitler decise di scoprirlo, ponendo la domanda ad un amico nano ebreo. Quello che scoprì lo cambiò per sempre.