Er Manesse
Com'è come non è, io ogni volta che vado a Firenze pesto una merda.
Non quelle metaforiche, sia chiaro, che per quelle non c'ho bisogno di andare a Firenze, basta aprire bocca.
E invece a Firenze, per qualche caso del destino che non capisco, ogni volta che ci vado finisce che pesto un escremento (non metaforico). Ora, cosa questo significhi, è al di là della mia comprensione (ma d'altra parte, innumerevoli sono le cose al di là della mia compresione, tipo: perché le unghie delle mani crescono più velocemente di quelle dei piedi, che quelle delle mani le devo tagliare ogni dieci-dodici-quindici giorni, e quelle dei piedi non lo so, ogni volta il ricordo si cancella, quindi mi sa che arriva dal limbo degli eoni e non raggiunge il presente).
Con questo discorso sulle deiezioni che si concretizzano sotto la suola delle mie scarpe (per fortuna sono povero e le mie scarpe hanno sempre il battistrada consumato, sennò sai che disastro) (ad ogni modo non così povero da avere le suole bucate, sennò sai che tragedia), con questo discorso, dicevo, non voglio certo dire che la Città Cupa sia pulita: au contraire! Tanto che ieri uno dei (chiamiamoli così) vicini ha attaccato un foglio al muro di casa sua con scritto qualcosa tipo che al prossimo che gli lascia il sacchetto del rusco sotto la sua porta ci fa sparare.
Ora, la forma del messaggio può essere discutibile, ma il contenuto è certamente centrato, tanto che pure io avevo preparato un messaggio minaccioso e velatamente razzista contro "qualcuno" che lascia i sacchetti dell'indifferenziato sul marciapiedi, ma Elle me l'ha editato in un più politicamente corretto QUESTA NON E' UNA DISCARICA, che meno lascia all'immaginazione ma certo giova ai rapporti di buon (chiamiamolo così) vicinato.
(Ma tanto lo so che sei te che lasci il sacchetto, vecchia ciabatta. Se ti ci becco ti sfrangio, giuro)
Poi, il fatto che qualcuno abbia scritto a penna peccato sotto il mio QUESTA NON E' UNA DISCARICA, mi lascia perplesso, ma pare che la perplessità sia una caratteristica degli spiriti sapienti, quindi l'abbozzo lì.
Insomma, Città Cupa è sporca, razzista, violenta, aggressiva, proto-fascista e pseudo-comunista, insopportabile, culturalmente inetta e calda in maniera insopportabile, MA almeno non pesto una merda di cane ogni volta che faccio due passi.
O perlomeno, non quelle metaforiche.