giovedì, aprile 23, 2009

Un dolore spaventoso

Amici.
Non rompete.
Se non scrivo è per un ottimo motivo: non c'ho voglia.
Ma ora si fa un post nuovo e, tanto per non farsi mancare nulla, ecco qua un bel post sulle chiavi di ricerca.
Vi mancavano, vero?
Però ho pensato che in fondo sono cattivo, a prendere in giro le persone, tipo quel tipo (o tipa) che è arrivato/a sul mio sblogz digitando su gugòl come son fatti i sassolini. O quell'altro, che cercava il rasoio di harlock, o quello che vuole sapere quante volte caga al giorno jerry scotti.
Ma vogliamo parlare di: è offensivo dire non mangiare con le mani perché non siamo in africa?
E di quali sono i numeri dispari?
E che dire di apparecchi per fobia dei piccioni? Barzellette del tipo del parallelismo? I treni in giappone si capiscono?
No, no.
Non si può sempre e solo ridere di questi poveri imbecilli incapaci di distinguere una tastiera del proprio sfintere.
Bisogna anche aiutarli, e io lo farò, utilizzando degli agili supporti audiovisivi in risposta ad alcune chiavi di ricerca particolarmente sentite.
Amici internauti, ecco le risposte alle vostre domande.

BAMBINO CON BAFFI HITLER
MI SONO COMPARSE DELLE CICATRICI SUI PIEDI: COSA SIGNIFICA?

COSTANZO IMPOTENTE

BALBUZIENTI PROGRAMMATORI

MESSAGGINI PER CICCIONI

GLI STRANIERI ALZANO TROPPO LA TESTA

FILM PAPA MOTOCICLETTE DESERTO BOLDI
CHE COSA SIGNIFICA IL MANCATO ATTECCHIMENTO
DI UN ORGANO TRAPIANTATO
Lieto di essere stato d'aiuto.
Sempre vostro.

giovedì, aprile 09, 2009

Capitolo sei

Questa è la sesta parte di una storia a bivi, portata avanti su indicazione dei lettori. Le prime cinque sono qui. Buona lettura!

- Vattene subito, finché sei in tempo, salvati. Cucina da schifo.
L'enorme gatto nero fa appena in tempo a dirmi questa frase, che l'anziana signora dalle numerose deformità rientra nella stanza.
Il gatto si allontana sonnacchioso, miagolando, io resto a fissarlo a bocca aperta. La vecchia mi si avvicina e mi fa:
- Fame?
- Eh?
- C'ha fame?
- Il...il gatto...
- No, no il gatto, lei. C'ha fame?
- Come, cosa...
- Ha picchiato la testa? Faccia un po' vedere.
E mi afferra la testa con le mani adunche (meglio: con una mano adunca e l'uncino da pirata che ha al posto dell'altra) e comincia a girarmela a destra e sinistra, cercando - immagino - ematomi o segni di cadute.
- Ah, ma qui non si vede niente, venga alla luce!
E mi trascina, sempre tenendomi il cranio tra quegli artigli (piccini 'sti ditini, ma forti, nè) e mi porta nel centro della stanza, proprio sotto il lampadario.
In ginocchio, con la mia vereconda ospite che mi artiglia la testa e me la scuote come una maraca, un suo ginocchio conficcato nello sterno, l'alito odoroso dell'esperta degustatrice di allium cepa che mi allieta le nari: tutto congiurava per rendere il momento in cui Carmilla e i suoi amici cercavano di scalparmi con un coltello arrugginito sopra una lapide del cimitero come un'età dell'oro della piacevolezza (a proposito, devo ancora raccontarvi di come sono riuscito a scamparmela!)...senonché, proprio in quel momento, l'occhio mi cade sulla pentola che sta bollendo sul fuoco.
- Signora
riesco a dire, mentre mi controlla la dentatura
- ma cosa sta cucinando esattamente?
- Minestra di Mollica.
- Ah
dico, mentre intanto lei famelica mi palpa la carne sui fianchi per sentire quanto è tenera
- mollica di pane?
- No.
E proprio in quel momento, con un eccellente tempismo drammatico che Carlo Lucarelli mi fa 'na pippa, vedo emergere sulla superficie del melmoso liquido un paio di occhiali dalla montatura familiare.
Buon Dio, penso, e ora chi lo sente Benigni?
In quel momento, un urlo lancinante!
Sento che le mani (la mano e l'uncino) della vecchia si rilassano mentre lei scivola lentamente a terra, e vedo una macchia rossa che le si allarga sulla schiena.
Mi volto, e vedo dei pantaloni. Allora guardo più in alto, e vedo ancora pantaloni. Mi decido ad alzare lo sguardo molto, molto più su, e, proprio sotto il soffitto, vedo una facciona grossa, ma grossa davvero.
Appartiene a un tizio molto alto e molto grosso, con un abito di flanella che gli va corto di maniche e dei bulloni ai lati del collo. Per non parlare delle orribili cicatrici, il colorito verdognolo e lo sguardo sbarazzino.
- Ah, grazie, mi ha salvato la vita.
- Tu vuoi essere mio amico?
Ecco. Lo sapevo. Puoi star sicuro che, se c'è un ritardato con problemi relazionali nei dintorni, di sicuro prima o poi si appiccica a me.
- Ah, guardi, mi spiace, ma temo proprio che
- TU VUOI ESSERE MIO AMICO?
- Assolutamente si.
Mi alzo, cercando di non guardare dentro al pentolone. Povero Vincenzo. Certo, era un pessimo giornalista ed un esegeta del brutto, ma non si meritava di finire in una pentola. Non in una di zinco, perlomeno. Mi sarei aspettato almeno una di quelle pentole in acciaio inossidabile, con il fondo spesso, che il sugo non si attacca. O una di quelle di una volta sai, quelle in terracotta smaltata, che sembran fatte apposta per i fagioli, che però ce li devi mettere dopo averli tenuti una notte in ammollo, e l'acqua
- Ah, scusa.
Il gattone nero, sul davanzale della finestra.
- Non per distrarti dalle tue profonde riflessioni, ma credo che i tuoi amichetti emaciati ti stiano cercando per concludere quello che hanno iniziato.
Mi affaccio: in mezzo alla strada, che fissano la casa, Carmilla e altri dieci, no, venti, no, cinquanta tizi pallidi.
Carmilla mi vede, si fa avanti e grida:
- Esci di lì, non fare lo stupido, la strega vuole mangiarti!
Uno dietro:
- Noi invece beviamo e basta!
- Zitto cretino!
Cominciano a picchiarsi. Mi allontano dalla finestra e penso: hanno paura della strega, altrimenti avrebbero già fatto irruzione. Se riesco a far credere loro che la vecchia è ancora viva posso tenerli in scacco fino a domattina e
- VOLETE ESSERE MIEI AMICI?
- Attenti, è il mostro della strega!
- NON AVETE PAURA AMICI! LA STREGA E' MORTA! VENITE! DIVENTATE MIEI AMICI!
Ecco perché io con questa gente non ci voglio avere a che fare.
Il gatto mi salta sulla spalla.
- Presto, la porta sul retro.
- Si.
Intanto sento i passi dei carmillidi che raggiungono l'ingresso e sfondano la porta.
- Salta la staccionata.
- Si.
Entrano in casa.
- Salta anche questa.
- Si.
Raggiungono il retro della casa.
- Fermati in questo cortile.
- Si. Aspetta, cosa?
Saltano la prima staccionata.
- Resta fermo.
- Ma ma ma...
Saltano la seconda.
- Non preoccuparti.
- Beh, direi che per questo è tardi.
Ci circondano. Non vedo Carmilla...
- ALL'ATTACCO RAGAZZI!
E dai tetti attorno un ruggito fenomenale annuncia l'arrivo di milioni di gatti, che si lanciano addosso ai carmillidi come un'ondata felina senza pari, enorme, colossale. Giganteschi tigrati, siamesi, piccoli gatti europei e cuccioli di persiano, tutti calano sul cortile come un'ondata di piena che travolge tutto. I carmillidi, terrorizzati, scappano in tutte le direzioni, ma non c'è niente da fare, nel giro di pochi minuti non c'è traccia di superstiti.
Nè di gatti.
Siamo di nuovo soli, io e il gatto nero.
- Ahem
mi fa
- credo di meritarmi un grazie.
- Ah, eh, grazie.
- Fa niente. Consideralo un gesto di cortesia per chi è stato meno fortunato.
- Ah, ok.
- Semmai, se vuoi, potremmo stringere un patto, che ne dici? Un piccolo accordo tra gentiluomini.
- Beh, voglio dire, se posso...
- Il problema non è se puoi. Il problema è se vorrai. Ma, in fondo, ti abbiamo solo salvato la vita...
Ci fissiamo. La luna piena si riflette nei suoi occhi scuri.
- Vorremmo che tu ci consegnassi Peephee, quando arriverà a salvarti.

Oddio, e ora? Che faccio? Che dico? Difendo l'amico o mi piglio i trenta metaforici danari? Cosa vogliono i gatti dal Peephee? E i carmillidi da me? E che sapore aveva Mollica? Ditemi come deve andare avanti questa storia, che mi struggo dall'angosssia!

mercoledì, aprile 01, 2009

La rivoluzione non è un pranzo di gala

- Che, se pò?
- Ah, Maurizio, ciao. Entra, entra pure. Vieni, accomodati.
- Grazie. Me posso sede?
- No. Mi sformi la poltrona. Resta in piedi.
- Si.
- Senti Maurizio, ti ho chiamato perché mi sto un po' sfavando con te e quella banda di imbecilli della Endemol. Non fate una sega. Te, quell'aborto di moglie che ti ritrovi, nessuno. Stiamo sempre a comprare telefilm dagli americani. Basta. Inventate qualcosa di nuovo o vi caccio tutti, che non voglio più spendere soldi. Fate delle fiction, dei telefilm, qualsiasi cosa ma basta-comprare-in-America.
- Dudi...
- Non chiamarmi così, imbecille.
- Piersilvio...
- Sei stupido o cosa?
- Dottore, noi ce provamo, ma nun ce la famo a compete co' gli ammerigani. Fanno roba troppo mejo.
- Maurizio.
- Si dotto'?
- Vuoi tornare a fare il direttore de L'Occhio?
- No dotto'.
- Bravo. Allora portami una lista di telefilm fatti da noi. Dobbiamo spendere poco, ricordatelo. Le idee copiale dagli americani, che tanto te, anche se ti sforzi, sei disutile. Ricordati: costo zero. Ah, e fai tutto prima delle cinque, che poi dopo vado in palestra e dopo esco con tre mignotte veline. Capito imbecille?
- Si dotto'.
- Ora vai, che c'ho da fare.
- Si.
Maurizio esce e piange.

LE NUOVE FICTION MEDIASET
Il dottor Casa
In una clinica a Trastevere, il burbero ma bonario dottor Casa (Gigi Proietti) affronta ogni giorno casi difficili: otiti, fratture del malleolo, riniti allergiche. Tagli alla sanità operati dal governo delle sinistre, corporazioni ebraiche, scioperi, clandestini malati da denunciare, la macchina della Tac che non funziona, tutto ostacola il desiderio del dottor Casa di non lavorare. In questa difficile crociata è assistito da tre ricercatori universitari assunti con contratti a progetto (tranne uno che ha la borsa di sudio perché è nipote del primario) e dalle sue pillole di antidolorifico (il Moment, che te lo danno senza ricetta). Con un'intensa Virna Lisi nel ruolo della dottoressa Caddi.

Perduti
Doveva essere una tranquilla gita fuori porta. Ma l'autobus che doveva portare un gruppo di pellegrini da Rieti a San Giovanni Rotondo, ebbe un incidente e precipitò in una fossetta a bordo strada. Tra pericoli (una nube di moscerini che tormenta i dispersi), misteri (che cos'è questa botola? E cosa significa la misteriosa scritta "Fossa biologica" che riporta sopra?), apparizioni di vigili urbani, terribili scontri per la conquista dell'ultimo rotolo di carta igienica, i pochi superstiti si dividono in due gruppi: il primo, guidato dal burbero ma bonario dottor Pastore (Claudio Amendola), vorrebbe tentare di raggiungere la Flaminia e tornare a casa; il secondo, con a capo il misterioso Loche (Pierfrancesco Loche), vorrebbe penetrare i misteri della fossetta. Con un'intensa Virna Lisi nel ruolo della pensionata fuggiasca Caterina Osten.

Casalinghe disperate, ma non troppo!
Quattro amiche casalinghe di Fuorigrotta - NA (Giuliana de Sio, Nancy Brilli, Elena Sofia Ricci, Maria Elena Vandone) si confidano, parlano, soffrono, piangono, ridono. Affrontano le dolcezze e le amarezze della vita con sorriso sulle labbra, tra la spesa al supermarket, le pulizie di casa, le sgridate alla filippina e le vacanze in Costa Azzurra. Una deve recuperare il rapporto oramai logoro con il marito, un'altra deve aiutare il figlio ad uscire dal tunnel delle droghe leggere, la terza non sa con cosa pulire il pavimento in cotto, l'ultima non ha ancora capito come si programma il videoregistratore. Con un'intensa Virna Lisi nel ruolo della parente saggia che ama ancora il marito dopo tutti questi anni.

Break in prigione
Già fatto (quello coi baffi è un'intensa Virna Lisi)

Dallo psicologo
Paolo Vestoni (Enzo Iachetti) è un affermato psicologo milanese che riceve i propri pazienti in casa perché lavora a nero. Ogni giorno ha un nuovo caso da affrontare, ma grazie alla sua simpatia e alle smorfie buffe, guarisce sempre tutti, anche quello che alla fine si suicida (Antonello Fassari). Con due o tre ganze di Dudi a far da comparsa, e un'intensa Virna Lisi nel ruolo della poltrona dello psicologo.

The C.M.
Raian (Sergio Castellitto) è, contro ogni logica di verosimiglianza, un ragazzo di diciassette anni che si trasferisce dai sobborghi in un agiato quartiere di Cologno Monzese. Adottato da un ricco avvocato che combatte la malavita (Lorenzo Flaherty) e da sua moglie (Vittoria Puccini), artista generica, Raian deve affrontare l'ostilità dei coetanei che non lo riconoscono come uno di loro (chissà perché), e allo stesso tempo imparare ad essere sè stesso in un ambiente che non è più il suo. Il fratello adottivo (Alessandro Preziosi) e la fidanzatina (Laura Chiatti) gli saranno d'aiuto per affrontare le difficoltà e diventare adulto. Con un'intensa Virna Lisi nel ruolo di una studentessa di liceo, così, per non farci mancare niente.