domenica, luglio 19, 2009

Un giustificato motivo per (parte ventesima)

- Ehi guarda, c'è un nuovo post sul Blog Ottuso!
- Fantastico! Mi fa sempre tanto ridere, non vedo l'ora di leggerlo!
- Anche a me. Dai legg... ah no, è di Giangi.
(si allontanano senza leggere).

Eccola la vedo sporgendomi all'infinito dal finestrino, la Toscana.
Manca poco, giusto un paio di curve qualche rettilineo e quella galleria infinita che segna brutalmente il confine tra le due regioni.
Beh, lo ammetto, è un'immagine abbastanza spietata, direi quindi non pensare alla follia umana quella che impone la sua esigenza di praticità e funzionalità sopra un panorama così dolce e disteso, meglio soffermarsi su ciò che non è stato ancora deturpato e annerito. L'attenzione, trasportata da questa fresca brezza che filtra dal finestrino del regionale, non abbandona quello che va sempre più delineandosi come un lento e armonico intreccio di terre. Emilia e Toscana sembrano sempre più dialogare trovando l'una dall'altra quel giustificato motivo per cui far nascere il proprio frutto, la propria esperienza su una sponda diversa.
Sono allo stesso tempo affascinato e disarmato da questa prova di infinito che la natura mi spara davanti agli occhi. Incredibile come parta da lontano il temerario e timido tentativo della natura di dare una forma comune al paesaggio.
Inizia con impercettibili sfumature, brevi impronte, che silenziosamente vanno dialogando in una trama sempre più indistinguibile per dar vita poi a una continuità che dura una attimo per poi lasciare che le strade trovino una propria espressione, il proprio nome, chissà forse il loro giustificato motivo.
Ogni tanto la stanchezza mi ricorda aimè che son sul treno, le gambe alla fine chiedono un pò di comprensione e mi sembra giusto concedere loro una decina di minuti di riposo, mi rimetto così seduto. La gente intorno mi sembra abbastanza pacifica, vive questa ora di viaggio con compostezza, ad ogni sosta non avvengono particolari scossoni anche perchè a fermate come Monzuno chi volete che scenda?
Direi che è il momento giusto di infilarsi nuovamente le cuffie nelle orecchie e far trascorrere i restanti quaranta minuti con un pò di brani che celebrino il rientro a Prato in gran trionfo. Mi accompagna De Gregori con Generale, uno dei pochi brani italiani nella mia limitata play-list, in cui a farla da padrone e la musicalità della voce inglese. Il tutto per una pura scelta del sottoscritto in versione disk-jockey che sacrifica spesso e volentieri la poesia di un testo, lasciando così che l'anima sia squarciata in due dalla vibrazione di una nota e non dalla portata del contenuto delle parole. Generale riesce a superare l'ostacolo del testo, le parole hanno una musicalità devastante con tonalità dolci e amare che si intrecciano tanto da non poter essere che raccolte.
Lentamente va a sfumare, ma non è solo il brano, e anche il mio MP3, maledizione!
E' un attimo perde di intensita, singhiozza, rallenta, si ferma il treno, no!
l'MP3, no!
o meglio sì!
ma cosa succede al treno!
non capisco!
siamo fermi!

Giangi

4 commenti:

Artemisia ha detto...

Che Giangi non ce ne voglia... ma è proprio così! :-)

gb ha detto...

l'altro blog ha chiuso per motivi che ero sicuro di averti scritto già nei commenti e invece mi sbagliavo e questo credo dia la misura di quanto in questo periodo riesca a seguire questo genere di cose.
comunque, ho letto da qualche parte che faranno un film su jack kevorkian con al pacino nel ruolo del dottore.

elle ha detto...

Scusami Giangi, non me ne volere, ma ho dovuto farlo. Era troppo che volevo provarci.
Baci


Eccola. In piedi, sporgendomi per l'ennesima volta dal finestrino la vedo. E' la Toscana.
Manca poco. Giusto un paio di curve. Qualche rettilineo. Ah, già, e quella galleria infinita a segnare, brutale, il confine tra le due regioni. Ogni volta mi costringe a pensare all'umanità e alla sua follia. Il bisogno d'imporre efficienza ad un panorama così dolce e disteso. Cerco di non pensarci. Mi concentro sull'aria fresca del finestrino del regionale e sul lento e armonico intreccio di terre che si svolge davanti al mio sguardo. Emilia e Toscana sembrano dialogare. Sembrano aver trovato l'una nell'altra quel famoso giustificato motivo per cui far nascere i propri frutti. Sono affascinato - pazzesco che ne abbia ancora la forza - da questa prova di bravura che la natura mi spara davanti agli occhi. Incredibile come, a portata di sguardo, parta da lontano lo sforzo della natura (mi piace immaginarlo) di dare forma al paesaggio. Da sfumature lievi, che dialogano silenziose, facendosi trama sempre più fitta - come i pixel, penso - per dar vita a una continuità. Che dal treno dura una attimo perché poi le strade trovano la propria faccia, il proprio nome, chissà forse il proprio giustificato motivo per esistere.
La stanchezza mi riporta alla mia situazione, al treno e al mio viaggio che sembra non avere fine. Le gambe chiedono comprensione, e mi sembra giusto concedergliela. Mi rimetto seduto.
Mi guardo intorno. C'è gente pacifica che vive quest'unica ora di viaggio con compostezza. Nessuno scende a fermate come Monzuno.
Mi rimetto le cuffie. Mi accoglie De Gregori con "Generale", uno dei pochi brani italiani della mia limitata play-list. Rifletto su di me come auto disk-jockey, penso a come sacrifico la poesia di un testo - l'inglese delle mie canzoni lo capisco a tratti - per la vibrazione di una nota. Penso a come in "Generale" le parole abbiano una musicalità devastante; tonalità dolci e amare che si intrecciano. Le note sfumano lentamente... è un attimo, il brano perde di intensità, rallenta, si ferma.
Cazzo l'MP3! No, l'MP3 no!

Che ha il treno? non capisco, siamo fermi...

Anonimo ha detto...

ELLE HAI FATTO BENE, QUANDO FINIRò, SPERO A BREVE, MAGARI TE LI RILEGGI TUTTI E LI CORREGGI :-).
L'IDEA ERA QUELLA DI RIMETTERE A POSTO TUTTO ALLA FINEANCHE PERCHè NON HO SENTIMENTO PER RILEGGERE QUEL CHE SCRIVO "CON FARE ORTOGRAFICO", CONSERVIAMO CMQ QUESTA TUA CORREZIONE, SENZ'ALTRO PERFETTA, DI MODO CHE PER IL CAP 20 BASTI FARE UN SEMPLICE COPIA E INCOLLA

ARTEMISIA : MI SPIACE, PROVA CON UN BET SELLERS, NON SO BRUNO VESPA
:-)