Perchè camminare sul marciapiedi, quando puoi farlo in mezzo alla strada?
Anni fa, ma neanche poi così tanti, io mi arrabbiavo di continuo.
Ora no, ora non più.
Ma allora si, che mi arrabbiavo.
Bastava poco, mi indignavo anche per uno che buttava una carta a terra.
Mica poi facevo altro, oltre ad arrabbiarmi: restavo lì, rosso in faccia, digrignavo i denti, stringevo forte forte i pugnetti, ma poi basta, stavo zitto (oltretutto poi quando mi arrabbio tanto la voce mi si incrina, e mi viene fuori questa vocetta stridula da suorina anziana che sta per piangere, cosa che, spero ne converrete, non è proprio il massimo quando vuoi rimarcare l'altrui errore).
Anche ora, in effetti, anche adesso mi arrabbio a volte (ma non così spesso) però ho imparato a controllare le corde vocali, piego la testona in avanti, gonfio il toracino, cerco in tutti i modi di abbassare il tono di voce che...niente, ancora suorina anziana.
Che però (ecco la differenza) non sta per piangere, è solo un pochino commossa.
Son progressi, ne vado molto orgoglioso.
Che poi, lo devo dire, motivi per arrabbiarsi uno come me, permaloso come un peperone, li trova anche nel lavandino, per dire.
Soprattutto da un anno, da quando vivo in centro, sembra sempre ci sia un concorso, o un complotto (ancora non ho capito la differenza) del mondo intiero per suscitare in me le ben note reazioni di cui sopra (vocina suora).
Vogliamo analizzare alcune casistiche di cattivo comportamento che genera brutte reazioni?
I comportamenti che mi fanno arrabbiare (o della fauna cittadina).
- I mosconi: ragazzino/a in motorino/a che passa davanti alla finestra di casa mia sei volte sei sempre senza staccare la manina/o da quel cazzo/a di manopola/o dell'accelleratore.
- Il gallo cedrone: tizio slavo che si ferma esattamente davanti alla porta di casa mia e parla al cellulare A VOCE ALTISSIMA, immagino per riuscire a farsi sentire dall'interlocutore non solo attraverso la codifica GPS, ma anche tramite decibel (se urlo abbastanza forte, la mia voce supererà la ionosfera, attraverserà gli Appennini e poi l'Adriatico e poi i Balcani).
- Lo scarabeo stercorario: Misterioso individuo che lascia i sacchetti della munnezza sul marciapiede, confidando in una raccolta porta-a-porta che non esiste, e disprezzando il cassonetto che fa bella mostra di sè dieci metri più avanti. Nessuno lo conosce, nessuno lo ha mai visto. Agisce nell'ombra muovendosi furtivo lungo i muri e rasentando le grondaie, deposita il prezioso raccolto e svanisce non appena avverte un rumore.
- Le formiche impazzite: Pedoni storditi che si muovono come fossero affetti da labirintite, vagando senza meta. Si fermano all'improvviso come colpiti da visioni mistiche, oppure scattano come centometristi tagliando la strada in diagonale, senza guardare nè a destra nè (tantomeno) a sinistra. Particolarmente randomico e precario il comportamento di infanti di età compresa tra i tre e i cinque anni, adolescenti brufolosi che si spintonano in precario equilibri, e anziane dai capelli turchini sommerse sotto strati di cerone, truccosetti e pellicce di volpino.
- I fenicotteri: fermi, in piedi, agli angoli delle strade o, più comunemente sulle porte di negozi, bar, locali pubblici, biblioteche, fumerie d'oppio. Raggruppati in comunità di tre, quattro o al massimo cinque esemplari, parlano parlano parlano ininterrottamente e contemporaneamente. L'unico movimento che fanno (oltre al muovere la lungua) è quello di spostare il peso da una gamba all'altra, fino al raggiungimento dell'intorpidimento. Se li si ascolta con attenzione, si potranno ascoltare brandelli di conversazioni del tutto sconnesse, che vertono principalmente sull'ultimo fatto di cronaca, sulle tasse, la microcriminalità, il terrorismo, il rigore su Del Piero. Si zittiscono solo quando ti avvicini e chiedi permesso, che sennò non passi. Allora si voltano verso di te, posano entrambe le zampe a terra e volano via, davanti al portone accanto. E ricominciano.
- I piccioni: Io li odio quegli animali.
- La capra: c'è a Citta Cupa questa signora, bassa, grassoccia, con le caviglie grosse, che gira sempre in bicicletta. Io non so dove vada, nè cosa faccia, nè perchè tutte le mattine, alla stessa ora, io la veda (con qualunque tempo atmosferico) in bicicletta, con la sporta della spesa nel cestino della Graziella. Però, immancabilmente, la signora, sulla Graziella, si fa tutto viale Piave e poi via Firenze in mezzo alla strada, occupando esattamente il centro della corsia. Questo, benchè accanto alla strada, tipo a due metri, esista una pista ciclabile.
Niente, lei, indomita, orgogliosa e testarda, occupa metà corsia tra gli insulti degli automobilisti. Ogni giorno.
Io, una volta, cortesemente, gliel'ho anche detto:
Heike: Signora, non vede che intralcia il traffico? Perchè non va sulla pista ciclabile?
Signora (senza neanche guardarmi): E te perchè non ci vai a fangulo?
Ma io non mi arrabbio più.