mercoledì, dicembre 31, 2008

Che anno è?

Questo blog non vale la carta sulla quale è scritto.
Quale carta?
Buon anno a tutti.
Adesso vado a festeggiare con il trenino samba.

venerdì, dicembre 26, 2008

Gli stranieri non capiscono - Speciale natalizio

Mi sembra di sentirle, le grida di esultanza all'apparire del nuovo post dal Jappone di Urakidany.
E, per deliziarci, ci ha preparato un breve excursus sul Natale giapponese. A me ha fatto parecchio ridere.
Vi ricordo che se avete curiosità o domande sul Sol Levante, chiedete pure (nei commenti o via posta elettronica) e Urakidany sarà entusiasta di rispondervi.
Buona lettura!
Heike

Come pochi sanno, Cristo non è affatto morto sulla croce e scommetto che ancora in meno sono a conoscenza del fatto che avesse un fratello minore. Gesù è in realtà fuggito in Giappone e per la precisione nel villaggio di Shingou nella prefettura di Aomori e ad essere andato sulla croce è stato proprio lo sfortunato fratellino. Una volta scampata la morte si è sposato e ha messo su famiglia, conducendo una vita tranquilla, per poi spegnersi alla veneranda età di 118 anni. Inoltre, essendo un personaggio notoriamente portato a fare miracoli, veniva spesso scambiato per un “tengu”, una strana divinità dal naso lungo e le ali di corvo appartenente alla religione shintoista.
No, non sto delirando, almeno non io, questa è la “vera storia di Cristo” che alcuni giapponesi si tramandano e che festeggiano un giorno all’anno danzando intorno a una croce e cantando una litania in una specie di ebraico giapponesizzato. Il bello è che le decorazioni e l’atmosfera della festa sono in perfetto stile shintoista, dato che, come ho avuto modo di dire in un altro post, qui si tende a mischiare le diverse tradizioni religiose e fonderle con quella autoctona; un po’ come avviene con tutte le cose estere che capitano sotto le loro grinfie.
Questa festa, di cui allego foto, video e sito ufficiale, è per me il segno più eloquente della stupidità diffusa nella stragrande maggioranza di questo popolo; un’ebetudine che oserei chiamare “fanciullesca”. Di ben altro livello se paragonata a quella di altri paesi, intrisa però spesso di cattiveria e malizia.
In futuro vi parlerò meglio anche di altre due bellissime feste: quella del pene e della vagina, ma anche della festa delle tette scoperta da me solo di recente.
Considerando questi bizzarri festeggiamenti e molte delle loro credenze e usanze, si può capire come questo sia ancora un popolo fermo all’età della pietra, un popolo che fino a qualche anno fa (ma per alcuni è vero ancora adesso) credeva nella divinità dell’imperatore - e non a caso il 23 dicembre è festa nazionale, nella quale si commemora il genetliaco dell’imperatore, che tra l’altro dà il via al loro calendario. Eh sì perché in realtà non siamo nel 2008, ma nell’anno 18 del regno dell’era Heisei (平成, "pace ovunque").
Se queste sorprendenti e illuminanti verità non vi sono bastate, adesso spiegherò a tutti il vero valore del Natale che i saggi maestri giapponesi ci insegnano, e considerando il loro legame con Gesù direi che ne hanno pienamente il diritto.
Allora, prima di tutto “Buon Natale” in giapponese si dice “merī kurimasu” e se qualcuno osasse fare obiezioni sulla “giapponesità” di questa frase, dovrebbe fare i conti con almeno un quarto della loro lingua. È quindi meglio non porsi troppe domande.
A Natale, nonostante tutta la finta atmosfera che cercano di ricreare con gli addobbi, le musiche e tutta la fiera del consumismo possibile immaginabile, si lavora come tutti gli altri giorni. Immagino che non sarebbe educato festeggiare pubblicamente il compleanno di qualcun altro nella stessa settimana del “sacro sovrano” e poi forse vi sarebbero troppe vacanze tutte insieme no? La sera del 24 invece è molto importante passarla col ragazzo o ragazza (o amante), mangiando la kurimasu cake, una normalissima torta di compleanno con panna e fragole travestita da dolce di Natale che si può acquistare anche nei famigerati konbini, per poi concludere la serata in un love hotel a fare le cosacce e facendo diventare il Natale una semplice versione spinta di San Valentino.
Per quanto riguarda gli addobbi, quest’anno sono di moda gli alberi di Natale neri e qualsiasi riferimento alla natività è completamente assente, in quanto non è raro imbattersi in persone che ignorano il fatto che in questa ricorrenza si celebri la nascita di Gesù
I regali si fanno solo ai bambini, oppure ci si scambiano tra fidanzati, e il giorno dopo Natale tutti gli addobbi vengono immediatamente tolti per lasciare spazio a quelli celebrativi del nuovo anno, che è la loro ricorrenza più importante e che non se ne abbia a male l’imperatore.
La notte di capodanno scordatevi i botti e i brindisi che sono sostituiti da silenzio e rintocchi del gong (118 per l’appunto) provenienti dai templi che pare di ascoltare le campane che suonano a morto. Si va al tempio per ingraziarsi qualche divinità e si mangia il “mochi” una cosa gommosa ottenuta pestando il riso bollito, che ogni anno miete più vittime del cancro visto che molti vecchietti rimangono strozzati mangiandolo convinti che porti bene come le nostre lenticchie, che però se non portano davvero soldi almeno non hanno mai ammazzato nessuno.
Dico la verità, non sono religioso, ma il Natale ha sempre avuto in me un effetto particolare e, dopo essermi trasferito in Giappone, forse ho capito perché: sono convinto che lo scopo del Natale non sia solo far girare l’economia ma anche dare un po’ di respiro alle persone più disgraziate che almeno in questo breve periodo hanno l’occasione di alleviare le proprie sofferenze. A Natale ci si vuole tutti bene, siamo tutti amici e soprattutto non si soffre più.
Ecco, sembreranno le solite frasi buoniste ma io soprattutto a quella del non soffrire più ci credo davvero, secondo me il Natale porta gioia, colori e calore; poi si ritorna al grigio ma almeno si tira un po’ il fiato. Il Natale è un giorno di tregua nella guerra della vita, un giorno di respiro, magari per racimolare le forza e ricominciare presto più bastardi di prima ma intanto ci si concede una pausa che male non fa. In Giappone esistono molte poche pause e alla fin dei conti nonostante il loro sforzi e la loro nota predisposizione verso le emulazioni il Natale dei giapponesi appare come una pessima e sbiadita imitazione. Non hanno sufficiente cuore e anima per viverlo veramente e la mancanza di questa festa, vissuta come dovrebbe essere, secondo me si fa sentire. La loro vita grigia e infelice prosegue in questa direzione senza un minimo di pausa e di sollievo. Questa gente è esaurita, ve lo posso assicurare, sta male nel corpo e nello spirito e avrebbero davvero bisogno di un po’ di Natale.
Quindi questo post lo chiudo nel più scontato ma anche nel più necessario dei modi: tanti auguri di un buon Natale a tutti… anche ai giapponesi a cui almeno il 25 dicembre voglio tanto bene.

Meriiiiii kurisumasuuuuuuuuuuu
Urakidany

Alcuni link:
- Il video della festa del fratello di Gesù
- Il video della tomba giapponese di Gesù
- Il sito ufficiale della tomba di Gesù (non pensavo avrei mai scritto una cosa del genere, ndH)
- Altro sitarello
- Idem
- Poi basta

mercoledì, dicembre 24, 2008

Finalmente, il post di Natale

Caro Babbo Natale, come stai?
Ti scrivo questa letterina per chiederti i regali che vorrei ricevere quest'anno, che sono:
- la pace nel mondo
- la fine della povertà
- l'amore a chi non ne ha
- duecentomila euro in banconote di piccolo taglio non consecutive, in una valigia rossa che lancerai da una slitta trainata da renne in corsa dal ponte al chilometro 23 sulla statale 4, rallenta ma non fermarti, per l'ora e il giorno troverai domani sul Corriere un annuncio di vendita di un ciclomotore Guzzi giallo, ripeto, giallo, nel quale saranno indicate le altre istruzioni. Ricordati di fare tutto come ti ho detto se non vuoi ricevere un'altro pezzo dell'orecchio di Rudolph la renna soprannumeraria dal naso rosso.
...
Da capo.
Caro Babbo Natale, ti voglio bene.
Per favore, aiuta tutte le persone che hanno dei problemi nel mondo, e porta a tutti il castello dei gormit
...
Da capo.
Caro Babbo Natale,
ma sei dimagrito?
Guarda, ti vedo proprio bene, in forma. Poi, che eleganza sobria, questo pigiama di lana rosso coi risvolti in pelliccia di orso bianco, veramente chic. Noto poi che guidi una slitta trainata da renne, una scelta davvero coraggiosa e interessante, perché improntata al risparmio energetico e conforme agli obiettivi del protocollo di Kyoto. Mi si dice però siano animali che cagano mol
...
Da capo.
Uè Babbo, come butta?
...
Da capo.
Caro Babbo Natale, gv fpevib pbqvsvpnaqb vy grfgb va Ebg13 crepuè grzb pur dhrfgn zvffvin cbffn pnqrer va znav fontyvngr, r gh fnv n puv zv evsrevfpb (yn Orsnan). (PS: rot13)
...
Da capo.
Egregio sig. Natale, con la presente siamo a ricordarle che, qualora Lei insista a contravvenire agli accordi convenuti con la controparte sottoindicata come accaduto negli anni passati, omettendo di recare alla suddetta controparte quanto richiesto, adiremo le vie legali come da decret
...
Da capo.
Caro Babbo Natale,
fai te.

E a tutti i lettori, un abbraccio,
Heike & Elle

lunedì, dicembre 22, 2008

L'identificazione è totale

Nessuna possibilità di fuga, la strada è interrotta,
occorre ripensare al percorso fatto, tornare indietro,
o semplicemente fermarsi e cercare di capire dove stava l'errore.


LUI
Non ha più entusiasmo, si direbbe che si muova per inerzia. Se fosse possibile disegnare le linee cinetiche dei suoi movimenti nello spazio, scopriresti che sono sempre le stesse, giorno dopo giorno, mese dopo mese. I gesti si sono fissati in un automatismo che non conosce, ma che integra in sè. Si muove, parla, sorride, ma non è più lì, davvero, da molto tempo.
IO
Questi tasti li conosco anche troppo bene. A volte penso che, se guardassi con attenzione, potrei vedere emergere dai polpastrelli il profilo sottile delle lettere, incise più profondamente di un marchio. Ma non c'è più gioia, in questa cosa. Niente più meraviglia, nella scoperta.
LUI
Da quando lei se n'è andata, respira a fatica. A volte la notte si sveglia, allunga il braccio e niente, il letto è vuoto, nessun profilo familiare illuminato dalla luna. Lui l'amava, l'amava tanto da aver dato alla figlia il nome di lei, lo stesso nome, così da perpetuare nel tempo, nel futuro, il suono di quel nome, oltre i secoli, oltre gli eoni. Poi lei l'aveva lasciato per un uomo molto ricco. Per il fratello dell'uomo più ricco di tutti, per il fratello del suo padrone. E lui, adesso, vendeva materassi.
IO
Non è vero che l'ispirazione è una sorgente inesauribile, che più ne bevi e più ne arriva. Anzi, è il contrario, più ne attingi, più quella si esaurisce, fino a seccarsi. La mia, di ispirazione, è sempre stata una pozzanghera, da non scambiare per talento.
LUI
La notte non dorme. Se ce la fa, preferisce evitare di sognare. Modafinil, Provigil, Adrafinil, orexina. Prende una pastiglia e si mette davanti alla televisione al plasma. Le ore di buio sono le più difficili da attraversare. A volte trova le repliche dei programmi del giorno, e li guarda. Soprattutto si fissa sui quiz di Carlo Conti. Ne studia i movimenti, il linguaggio, le pose e i tic. Lui fa miss Italia, pensa, io vendo materassi. Cos'ha più di me? E che cos'ho, io, che non va?
IO
C'è chi ogni giorno riesce a scrivere pezzi bellissimi, e a volte anche più di uno al giorno, decine di volte al giorno. Dove la trovano tutta questa voglia? Per me è sempre un travaglio scrivere qualcosa, e partorisco sempre questi bimbetti bruttarelli, piagnucolosi e che nessuno ha voglia di coccolare. Eppure all'inizio ero bravo, credo, forse.
LUI
Almeno gli proponessero qualcosa di diverso, una fiction.
IO
Questo blog si è proprio perso per strada.

venerdì, dicembre 19, 2008

Sarcosì

Lo ammetto, ultimamente non mi sono impegnato tanto, ho fatto questo post un po' stitici, si ridacchia, due sorrisini, eh eh, poi si chiude e si va a leggere chinaski, che anche se non scrive mai, è pur sempre meglio di questa noia.
Però ho una valida giustificazione: dice il dottore che ho un gomito che mi fa contatto col piede no, voglio dire LE CAVALLETTE!!! cioè soffro della sindrome di Korsakov io mi scusi, che ore sono? Le ventitrè. grazie. prego. grazie prego scusi tornerò mi annoio.
E allora ho pensato che per far cosa gradita (per far cosa veramente gradita, dovrei far tornare Uraki. L'ho sentito oggi, mi ha detto che ci pensa sempre anche lui. Per poi svegliarsi urlando. Scherzo, entro Natale dovrebbe scriver qualcosa, studenti permettendo). Insomma, per far cosa gradita, ecco, beh si, insomma, ritorna il post sulle chiavi di ricerca.
Okay, lo so che i veri blogger questi post non li fanno più, perché è roba vetusta e noiosa, nata già vecchia e che altro non dimostra se non che la gente è piccola e idiota, tarata mentalmente e oltremodo piccola e idiota e tarata mentalmente (l'avevo già detto?...), è incapace di capire il senso dell'esistenza e del funzionamento dei motori di ricerca e spesso ha un approccio alle nuove tecnologie del tutto antitecnologico. Aprop. Mi torna in mente un episodio che avevo letto da qualche parte, sulla Guardia di Finanza che fa un'irruzione nell'ufficio di un top manager per sequestrare tutto, documenti, hard disk, CD, e il top manager, quando li sente arrivare, capisce che deve distruggere tutte le prove della sua colpevolezza. Afferra un martello e comincia a colpire la tastiera del suo computer, fino a distruggerla.
La tastiera.
Il mondo è popolato così.
Un'ultimo appunto, prima di cominciare: questa volta mi sono rifiutato di elencare qualsivoglia chiave di ricerca riguardante Paola Barale o il suo cane. Sappiate solo che, in due mesi, ne ho contate centouno. Compreso un inquietante fan club piedi di paola barale.
A voi.
PERSONE
- il calciatore più tamarro della storia del calcio
- cosa mangia Jack Nicholson
- bertinotti suv sconfitta
- giuseppe perepepe
- parlare con Hitler
PIACERE E PIACERSI
- ho 17 anni e ho le orecchie a sventola cosa devo fare
- blog di donne sole che cercano uomo a ravenna e provincia no a pagamento
- cerco un uomo maturo ciccione
NATURA, SCIENZA E CONOSCENZA
- annaffiare le piante con il vino
- quantità di naftalina per morire
- fitte al cuore e formicolio al braccio (e qui me lo immagino, il tizio che, mentre sta avendo l'infarto, va su internet per vedere di cosa si tratta. CHIAMA UN'AMBULANZA, IDIOTA!)
- la suppostina no
- io ho 17 anni e vorrei un bambino però non mi viene
- caccole enormi
- drogarsi con la lampadina
- dopo il trapianto di fegato cosa ricevi dal comune?
- ho rotto un dente con cosa posso incollarlo
- non dormo da cinque anni da chi devo andare?
SOCIETA' D'OGGI
- che eta bisogna avere per comprare gratta e vinci legalmente
- camouflage orecchie sventola
- totocalcio nella prima colonna ho fatto 8 punti e nella seconda ne ho fatto 4 ho vinto qualcosa
- viviamo in un mondo dove le cose vanno come vogliono loro
- viene pagato chi pulisce i bagni in autogrill? (no, è un hobby)
MISTERI INSONDABILI
- gli evangelisti vomitano?
- come fare le tasche per le portiere di una macchina
- se faccio scena muta alla laurea che succede
- desidero vedere il televisore come tutti.anche facendo finta che sia il 2008
- il mio amico dice che con la genetica vuole farsi crescere la coda da lupo io dico che non si può chi dei due ha ragione?

PS: so che avevo detto che non ne avrei parlato, ma...chi sono io per negarvi queste perle?
- cugini lontani di paola barale
- quanto pesa il cane di paola barale
E ho detto tutto.

mercoledì, dicembre 17, 2008

La materia di cui son fatti i sassi (è un altro post, anche se ha un titolo simile a quello di prima)

Caro Heike, ho scoperto il tuo blog da poco, e l'ho trovato molto divertente e ben fatto. Mi sembri una persona oltremodo simpatica e intelligente, e trovo che la tua ironia sia sempre ben diretta e mai volgare. Come scrivi bene Heike, e con che abilità arrivi sempre al nocciolo del discorso! Mi piacerebbe conoscerti e scambiare con te due chiacchiere sullo stato delle cose, parlare, oltre il freddo monitor, e vedere che faccia ha l'autore di un blog tanto acuto e introspettivo, quanto spassoso.
Credo proprio che sarebbe una bella esperienza!
Un caro saluto
Clemente M.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine

Clemente.
Non sei il primo che mi scrive con siffatte (o similari) parole, dicendosi mio sincero (o veritiero) estimatore (o ammiratore).
Altri, prima di te, mi hanno scritto "dai, chissà come sei simpa dal vivo", o "devi essere proprio una sagoma" o anche "mi sa che sei uno che ci sa fare con le persone", o, infine "c'hai mica cinque euro, che devo andare in treno a Lucca e mi hanno rubato il portafogli, guarda lo so che sembro un tossico che dorme per strada, ma quei soldi mi servono davvero per andare in treno a Lucca, daiiiii".
No, non sei il primo, nè, temo, sarai l'ultimo.
E' quindi giunto il tempo di una precisazione quanto mai necessaria.
Io non sono così.
Così spontaneo, arguto, ironico, no no no NO.
Sono uno con grossi problemi relazionali, e se non balbetto in pubblico è solo perché mi vergogno (a balbettare in pubblico).
Magarila prima volta che mi si incontra, faccio anche un effetto diverso, che uno/a mi conosce, ascolta le mie cazzate e pensa: ma che simpatico.
Passata mezz'ora: costui parla come fosse un imbecille.
Passata un'ora: si comporta anche, come fosse un imbecille.
Per poi, alla fine, rendersi definitivamente conto della verità: è un imbecille.
Solo che poi legge il mio blog, con interessanti considerazioni sulla società contemporanea, e si chiede:
ma chi glielo scrive?
C'è anche gente che, dopo avermi conosciuto, mi fa: ma Heike non l'hai portato?
Sono io Heike.
No dai, davvero.
Sul serio, ti giuro, sono io Heike.
...
...
Ma chi te lo scrive il blog, allora?

Perché anche essere pedante e noioso, credetemi, è un'arte.
Bisogna saperci fare, ci vogliono anni e anni e anni e anni di studi, e alla fine ci si laurea in orchite applicata.
La mia tesi di laurea verteva su una ricerca alla quale mi ero dedicato con passione, e riguardava la possibilità di riuscire a comunicare con i sassi. Più precisamente, cercai di convincere un sasso (un granito rosso) a comunicare con me.
Per sei mesi, ogni giorno, per dieci ore al giorno, mi chinavo verso di lui e gli chiedevo "Ehi, ti va di fare due chiacchiere? Eh? Ti va? Vorresti parlarmi un minuto? Mh? Dai. Per favore. Parleresti con me? Giusto cinque minuti, via. Eh? Che ne pensi? Ti va? Giusto due paroline? Mi rispondi? Mi rispondi? Che ne dici? Dai. Che ti costa? Mh? Mh? Dai" ininterrottamente.
Infine, ello in lacrime, mi rispose: "la prego, mi lasci stare".
Per la scienza fu una grande vittoria (o trionfo).

lunedì, dicembre 15, 2008

La Matera di cui son fatti i Sassi

Forse qualche lettore ricorderà che avevo preannunciato, qualche tempo fa, il ritorno di Dante Chianti, il nostro amico giramondo. Ebbene...no niente, non c'è neanche questa volta.
In compenso mi si chiede a gran voce il ritorno dello Spazzolone, la rubrica sulle chiavi di ricerca.
E invece gnente.
Perché è con gran fermento e malcelato orgoglio che introduco invece il ritorno della rubrica sul Giappone!
Ieeee!!
Alééééé!
Scherzavo.
Urakidany non mi parla più, da quando gli ho detto che penso che La ricerca della felicità sia un bel film.
Vabè, vorrà dire che dovrete accontentarvi di un resoconto di viaggi.


Basilicata's Mystery Tour

Una produzione
Viaggi della speranza
con
Heike nella parte dello sprovveduto turista
e
Elle nella parte della cinica viaggiatrice

- arrivare a Matera è quantomeno arduo (dove per arduo si intenda estremamente arduo), perché non esiste collegamento con le Ferrovie dello Stato - tempo fa pare che Trenitalia se ne sia uscita con uno spot radiofonico che diceva "questo Natale approfitta degli sconti dei treni, va a trovare zio Alfred a Bolzano, nonna Abelarda a La Spezia, zia Concetta a Matera". Spot ritirato in giornata, copywriter licenziato.
Siccome che a me guidare mi annoia, abbiamo andati in aereo, senza sapere che:
  1. il tragitto Bari-Matera con mezzi locali richiede più tempo del tragitto Pisa-Bari in aereo
  2. i suddetti mezzi locali, la domenica, se ne catafottono di te e di dove devi andare
- ma allora come abbiamo fatto ad arrivare?
- ok, forse non è proprio ben servita dai mezzi pubblici, forse arrivarci è difficile, ma poi, quando ci arrivi, eccazuo, capisci perché è Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Uno dei posti più belli che abbia mai visto (dal vivo). Quindi il mystero è: perché non è famosa e celebrata e ammirata quanto merita e si limita ad essere meta di turismo scolastico?
- il tempo ha retto per quattro giorni di sole. Più che per Matera, questo è un mystero concernente le nostre gite, di solito condite da uragani o tornado o rapimenti alieni.
- Matera è piena, strapiena di storia. Sbuca da tutte le parti. Ma è una storia di difficoltà, di lotta, fatica, te li immagini questi uomini del medioevo che scavano la roccia (che non è tufo, ma un calcare altrettanto morbido e friabile), realizzano case, grotte, cisterne, tutto con l'obiettivo di salvare e recuperare il possibile. Com'era il mondo, quando non esisteva lo spreco?
- I materani sono persone meravigliose, gentili e incredibilmente accoglienti. Io non so se funziona per tutta la Lucania, ma devo comunque dirlo: materani, grazie.
- si, tutti gentili, tranne quei due tizi che lavorano al bar in cima al palazzo della mediateca, in piazza Vittorio Veneto. Nel mio cuore li ricorderò per sempre come Crisantemo e Venerdìsanto.
- A Matera i sassi, che ci crediate o no, sono due. E li chiamano per nome, Barisano e Caveoso. Ora, la storia di questi luoghi straordinari è lunga, io non la so raccontare (e non c'ho voglia), ma vi consiglio di informarvi, per cominciare basta anche Wikipedia. E' una storia talmente incredibile che a volte non ci si crede, e quello che è successo, a questi luoghi stupendi, nel male, ma soprattutto nel bene, è veramente degno di nota.
- Infine, giusto tre segnalazioni degne di nota:
1 - se siete da quelle parti, andate a mangiare al circolo Malatesta in via San Rocco, sul Sasso Barisano. Sò communisti, sò! e ci si mangia bene (ma NON prendete il vino)
2 - prima di andare, chiedete lumi a Carlo, io l'ho fatto e mi son trovato bene. Ciao Carlo, e grazie ancora!
3 - anche se mi ha detto che lui non li legge, i blog, volevo comunque salutare Raffaele, boy-scout materano esperto di sentieri, erbe medicinali, antropologia culturale, architettura, geologia, storia delle religioni, scienza dell'educazione e tutto il resto dello scibile, Pico de Paperis che ci ha fatto da guida per due giorni, senza mai risparmiarsi.
Mannaggia, ho fatto un post noioso.
Però Matera mi è piaciuta.
Si sarà capito?

martedì, dicembre 09, 2008

Un carnaio

Questo blog ha un'emorragia di lettori che continua instancabile e progressiva, paragonabile a un flusso mestruale che dura giorni, poi altri giorni, ed altri.
Potrei chiamarlo Il Blog Ottuso - da oggi con le mestruazioni di lettori ma temo che non se ne capirebbe molto il senso ironico, e poi lo saprebbero i pochi lettori rimasti, e poi ancora meno, poi nessuno.
Non è che abbia mai avuto tutta questa folla all'uscio, gente che si spintonava per leggere l'ultimo post, no no, ho sempre avuto un'ordinata fila indiana di un lettore, che leggeva e se ne andava, dopo mezz'ora un'altro, poi dopo un'ora un'altro, ah no, è lo stesso di prima, evidentemente non aveva capito.
Ma ora, porca miseria, ci stiamo avviando verso l'abbandono, già io non ci scrivo più su questo baraccone, potreste provare voi a leggerlo, no?
Ma non ci sono post nuovi!
E leggiti quelli vecchi! Ho scritto io anche quelli, sai?
Insomma, l'emorragia è costante, abbiamo raggiunto il record negativo di 12 lettori al giorno, che per me, che una volta ne ho avuti persino 47 (quel giorno mi sono ubriacato di chinotto e spuma bionda), per me son proprio pochini. Il declino è costante. Contenuto, ma costante. A breve arriveremo a tre lettori, poi due, poi uno, e poi zero.
Dopo, comincerà la scala negativa: -1 lettore, -2, -5 lettori. Cioé i lettori saranno così disgustati dai contenuti del blog, dai nuovi post che non leggeranno, che riusciranno a essere conteggiati da Analytics come massa oscura, un buco nero di odio che cancellerà la bellezza intrinseca del Blog Ottuso, il blog con le mestruazioni eterne.
Bellezza che, ne convengo, era brutta.
Vi lascio con un piccolo aneddoto storico, un sacello di saggezza giuntoci attraverso le nebbie del tempo. Piccolo, ma meraviglioso, reperto di un fine settimana pregevole (il mio). Grazie a Max che ce l'ha riportato.
Spero lo gradiate e ne sappiate trarre insegnamento.
Polonia, 1939.
Le truppe della Wermacht hanno invaso la Polonia, dando inizio alla seconda guerra mondiale. Da ovest avanzano i carri armati tedeschi, da est quelli russi. Nel mezzo, la fragile democrazia polacca si spegne come la fiamma di una candela durante una tormenta.

L'esercito polacco si sgretola di fronte all'avanzare del nemico, e la resistenza risulta essere vana. In poche settimane, la Polonia è vinta, e solo pochi coraggiosi tentano di opporsi al nemico, organizzandosi in bande di partigiani.
Un manipolo di questi viene catturato dai soldati tedeschi e condannato alla fucilazione sul campo.
I polacchi, tutti ragazzi molto giovani, vengono condotti in un ampio spazio aperto e costretti a offrire le schiene alle armi automatiche tedesche. Le mitragliette ruggiscono, e tutti i condannati cadono a terra, morti.
Tutti, tranne uno, che rimane in piedi, illeso.
Il comandante tedesco, stupefatto, ordina una nuova raffica.
Niente, il ragazzo non viene colpito, e rimane lì, in piedi, tremante.
Allora il comandante impugna la sua pistola, la carica, e la punta alla tempia del partigiano.
Ma improvvisamente le nubi si squarciano, e una voce tonante esclama:
- FERMO! IO TI DICO CHE STAI PER COMMETTERE UN SACRILEGIO, PERCHE' QUEL GIOVANE POLACCO, UN GIORNO, SARA' PAPA!
Il tedesco alza gli occhi al cielo e risponde, stupefatto:
- E io?
- Te dopo.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Ma insomma basta.

Ogni tanto lavoro.
Poi faccio pausa.
Mentre mi bevo un caffè, guardo la prima pagina di Repubblica.it.
La faccia di Calderoli rende tutto più sopportabile: la noia, il maltempo, il sapore del caffè della macchinetta.
Penso: se anche lui può diventare ministro....
Poi su Fiorentina.it. Commenti e pagelle dell'ultima giornata. Conferenza stampa di Gilardino, poi le ultime dichiarazioni in un italiano stentato di Corvino, con i giornalisti che scrivono quel che credono di capire. Chissà se funziona allo stesso modo anche con Calderoli (non riesco a togliermelo dalla testa).
Un giro su Google Reader, per vedere le ultime novità.
Bla bla bla.
Il mondo dei blog a volte è di una noia disarmante.
Tipo:
Quelli che "Ehi, amici, ho provato il nuovo modello di Nokia GHturbo3000 con tecnologia Naso, che ti fa telefonare, inviare SMS, MMS, e-mail, fax, insulti e maledizioni anche quando non vuoi! E' una figata!!!!"
Quelli che le immagini dei gattini che fanno cose buffissime.
Quelli che usano Twitter, e parlano di sè in terza persona, e ci scrivono cose tipo "sta guardando un film" "fa una pausa per andare in bagno" "gioca col gattino" "sta scrivendo su twitter che sta scrivendo su twitter".
Quelli che scusate se non posto più niente, ma adesso sono troppo preso da Facebook, è la frontiera del futuro, altro che blog.
Quelli che Berlusconi aiuto aiuto emergenza democratica Berlusconi Berlusconi.
Che poi, scusate se interrompo questo bellissimo e sentitissimo post in maniera 'si abrupta, ma, aproposito di politica miserevole, perché il PD mi si deve immalinconire sempre in battaglie senza senso alcuno? Prima quella cosa della presidenza di qualcosa di qualcosaltro della Rai, e su questo non cederemo di un passo, sino alla imbarazzante conclusione. Poi l'interminabile discussione su "a' dotto', dove lo metto 'sto piddì, nel partito socialista europeo, o da 'nadra parte?". Ora, la lotta proletaria per l'IVA scontata alla televisione satellitare. Perché tutta questa disutilità?
Io sono un poco affranto, lo devo dire, e mi sento circondato da un un vocìo interminabile, chiacchiere senza fine, eterne, estenuanti, e non parlo solo della politica, alla fine ci si abitua alla mediocrità, no no, parlo di un'atmosfera generica, una noia della vita che sembra ricoprire tutto, un mondo grande come un cortile pieno di animali (da cortile, chiaro), che starnazzano, pigolano, strillano, uggiolano e fanno insomma tutti quei rumori lì.
Ci vorrebbe una lingua nuova, un esperanto dell'esperienza, una lingua che non serve a dire le cose, ma a farle.
Ci vorrebbe - e si sente, che ci vorrebbe - un coraggio diverso, per imparare a capire che le cose non sono le cose, ma sono parole, e le parole alla fine sono limiti, le chiacchiere son fonte di confusione, di attriti, ci vorrebbe una macchina - e le lingue sono macchine - che ti trasmette i significati, e basta.
Ci vorrebbe una scienza nuova, penso.
Ma magari è solo questo tempaccio che mi dà noia.