venerdì, dicembre 28, 2007

Doppelganger

Tengo le tende chiuse. La finestra dà sulla strada, ma nessuno mi vede, se tengo le tende chiuse. Ogni tanto mi avvicino e sbircio, guardo attraverso il tessuto, spio per intravedere il passaggio di qualcuno, ma niente, la strada è vuota.

Dopo l'incidente, passai più di un mese a letto. Facevo esercizi seduto sulla cassapanca, mi sforzavo di piegare la gamba per quanto me lo consentivano i punti. Mi esercitavo.
Le giornate erano lunghe in una maniera indefinibile, la luce che entrava dalla finestra non bastava mai, quando rientravo nel letto appena rifatto mi sdraiavo a fissare il soffitto, aspettando che le lenzuola riprendessero lentamente la mia forma. Mi piacciono le lenzuola fresche di bucato, pensavo, sembra di entrare in terre sconosciute, fissare soffitti sconosciuti. Accendevo lo stereo, ascoltavo i Garbage, I think I'm paranoid, e non capivo perchè le ore non passavano. Mi allenavo.
La mattina mi svegliavo presto, quando stai a lungo a letto il sonno non ti sazia, non sei mai abbastanza stanco da poterti riposare. Mi svegliavo, mi lavavo, facevo colazione, guardavo Mtv. Provavo a studiare, ma il cervello era intorpidito. Arrivavo a sera senza sapere come avevo fatto, e gli unici progressi che vedevo erano quelli del taglio che si cicatrizzava.
Leggevo libri già letti.
Guardavo le nuvole dalla finestra.
Aspettavo telefonate.
Mi esercitavo.
Non ho mai letto tanti numeri di Zagor come in quelle settimane, la foresta di Darkwood mi sembrava nascondere metafore pericolose.
Pulire la ferita, passare il disinfettante, versare il cicatrene, cambiare la benda, variare l'angolo di piega della steccatura.
Fare esercizi.
Piegare il ginocchio.
Camminare.
Usare le stampelle.
Lavarsi i capelli.
Tagliarsi la barba.
Dormire.
Caffè.
Minestra.
Thè.
Svegliarsi.
Una mattina fuori dalla mia finestra era scesa la neve, più neve di quanta ne era scesa in dieci anni. La guardavo, e speravo che scendesse ancora. Ripensavo al rumore che fa la neve quando scende, e al suono che fa quando ci affondi lo stivale. Il rumore soffice di quando la premi, e il silenzio, improvviso e feroce, che lascia nelle strade. Mi sembrava di sentirlo nelle orecchie, quel silenzio, e non sapevo più se ero sveglio o stavo dormendo ancora.

lunedì, dicembre 24, 2007

Bussate, e vi sarà aperto

Che io ho pensato, che se mai un giorno avrò un figlio, non gli dirò mai "dammi la mano", ma semmai "prendimi la mano".
Buon Natale, a tutti.

giovedì, dicembre 20, 2007

Ma fai un po' come ti pare...

Tanto per dire, segnalo che alla fine il mio tumblr me lo sono aperto. Il fatto è che non so che farmene, o meglio, lo so ma non so ancora in che forma. Diciamo che lo userò per buttarci dentro tutte quelle cose che, bene o male, sul blog non ci stanno (e considerando la paccottiglia che in un anno e mezzo sono riuscito a far entrare qui dentro, immaginatevi l'andazzo). Insomma, robe tipo link a foto, disegni, argute considerazioni, tutto quello che trovo sul web e che mi piace e che non è mio - poi magari cambio idea e lo faccio in altra maniera.
Poi magari, per capir bene cos'è un tumblr fatto bene, ve ne segnalo qualcuno:
- il re di tutti, Phonkmeister;
- Hurley, che me fa impazzì, me fà;
- La meravigliosa Persona Depressa, che però ora si dev'essere ripresa, perchè non scrive più;
- Anche Greenwich ce l'ha, benchè piccino;
- Nipresa, dell' amico boloneise;
- e infine, ultimo ma (mai) ultimo, lo zozzone, l'uomo per il quale le mie sinapsi nutrono ammirazione sconfinata.

Dimenticavo.
Il mio, di Tumblr.

mercoledì, dicembre 19, 2007

Ecco, se lo dice lui io ci credo

martedì, dicembre 18, 2007

Qultura Alta

Ciao amici, ciao a tutti.
Sono di nuovo io, Luke Perry, qui con voi dopo una lunga assenza. Non potete immaginare quanto mi siete mancati, in questi lunghi mesi, durante i quali ho dovuto affrontare prove terribili: dovete infatti sapere che, mentre facevo surf a Pasadena, sono stato aggredito da uno squalo, che mi ha staccato la testa di netto. Per fortuna, due settimane dopo un peschereccio ha ucciso la feroce belva e recuperato la mia testa compresa di fluente chioma. Certo, il mio medico dice che adesso ho il 37% in meno di materia cerebrale, ma non sento poi tanta differenza rispetto a prima, e poi lui che ne sa, non è nemmeno un vero dottore.

Ma veniamo a noi: cosa c'è di più bello, il giorno di Natale, che andare a vedere un bel film con tutta la famiglia? Ed è per questo che oggi parleremo de I FILM DI NATALE!

Natale co' li mortacci tua e de tu' nonno, di Neri Parenti, con Christian De Sica, Umberto Eco, Alberto Arbasino, Giampaolo Pansa, Massimo Cacciari e i Fichi d'India.
Un affascinante impresario teatrale decide di organizzare una turneè in un paese esotico per mascherare alla moglie la propria relazione con una attrice della sua compagnia, però poi sbaglia volo e finisce su un'isola tropicale dove sarà costretto a partecipare ad un programma di dimagrimento per intellettuali di sinistra oberati da vita sedentaria. All'inizio si scontra con i suoi compagni di vacanze, ma in seguito si unirà a loro e guiderà l'assalto alle cucine al grido di "All'attacco dell'abbacchio, compagni!"

Natale al Sestriere, via Garibaldi 12, interno sette, citofonare Giavassi, se non risponde nessuno chiedere al tabaccaio all'angolo di Carlo Vanzina, con Massimo Boldi e Tom Selleck.
Tom Selleck decide di passare le vacanze natalizie sulla neve insieme alla famiglia. Ha però un terribile incidente che lo manda in coma. Dopo due settimane si risveglia solo per scoprire che, per salvargli la vita, hanno messo il suo cervello nel corpo di un immondo grassone italiano. Non solo, ma il cervello dell'italiano è nel suo, di corpo, e ne combina di ogni! Indimenticabile la scena in cui Boldi si pulisce il culo con le camicie hawaiane di Selleck.

Natale triste, di Giuseppe Piccioni, con Stefano Bentivoglio, Margherita Buy.
Lei viene licenziata la vigilia di Natale, lui a Natale. Si fissano, non sanno cosa dirsi. I bambini hanno problemi con i nuovi compagni. La cognata si separa. Il nonno muore. Il tubo dell'acqua si rompe e l'idraulico non può venire prima di giovedì. La pasta è troppo cotta. Il cellulare non prende. Un altro capolavoro del cinema italiano.

Christmas Happiness! di Stephen Janger.
Il nuovo film di animazione della Pixar ci racconta una favola senza tempo: cosa succederebbe se tutti nel mondo potessero volare e cantare ed essere felici? Jimmy Jommi lo scoprirà quando arriverà nel meraviglioso mondo di Felicilandia, dove il sindaco è Babbo Natale e ogni giorno è Natale! Film distribuito dall'Unione Italiana Dentisti .

La parete bianca che mi fissa 2 di Kim-Woo-Ze-Hai-Ko-Des-Qui e Alvaro Cianfolotti. Il seguito del celebre lungometraggio ci riporta nell'appartamento della ragazza bionda del primo film. Sono passati alcuni anni, ma ancora non succede niente, proprio come l'altra volta. E come l'altra volta, per sette ore.

Telefona a Santana, digli che è un uomo morto! di Michael Stansenberger, con George Clooney, Susan Sarandon e John Travolta. Un western moderno. Un uomo in cerca di vendetta arriva in una piccola città sulle tracce di colui che l'aveva tradito. Il suo piano è diabolicamente semplice: telefonare a tutte le case della città e chiedere di lui, per scoprire dove si nasconde. Purtroppo i suoi piani andranno rivisti, perchè non c'è campo e anche di batteria ce n'è poca e il caricabatteria vedrai l'ha lasciato nell'altra valigia.

Buon Natale, e ci vediamo al cinema!

venerdì, dicembre 14, 2007

A day in the life.

Ieri l'altro ho mangiato come un ritrecine, che a un certo punto hanno suonato il campanello ed erano quelli della Fao che mi chiedevano di smettere, per piacere.
Ho mangiato anche un porro crudo, che secondo me era anche vivo, perchè a distanza di due giorni sta ancora cercando di uscire risalendomi l'esofago.
Ma non di questo volevo ciarlare, bensì della città, o supposta tale, nella quale vivo (vivo...vivo è una parola grossa. Diciamo che mi limito a sopravviverci).
La Città Cupa è, se mi passate la perifrasi, un coacervo di umane desolazioni. Cose che altrove potrebbero determinare un gioioso fiorire di umane virtù, nella CittàCupa si tramutano in niente. No, neanche in merda. Proprio niente, la Città Cupa non riesce a produrre neppure attività malvagie.
Che poi l'amministrazione ci prova, a produrre qualcosa: negli ultimi anni son state fatte cose buone e interessanti, che so, le rotonde, le piste ciclabili...le rotonde...le piste ciclabili, altre rotonde...ho già detto delle rotonde?...ah, anche le piste ciclabili. E nuovi autobus. E le rotonde.
Solo qui può diventare assessore uno che, se il mondo fosse giusto e fatto bene, al massimo potrebbe trovare lavoro come attore in una pubblicità progresso sui danni all'autostima causati da una pettinatura sbagliata.
Qui (non solo qui, ma soprattutto, qui) i presidenti delle aziende municipalizzate sono ex-assessori, gli assessori ex-amministratori pubblici, gli amministratori pubblici ex-consiglieri comunali, i consiglieri comunali ex-direttori di enti culturali comunali. Alle volte sospetto che in realtà si tratti sempre della stessa persona con le maschere di Diabolik.
Ma sono i miei concittadini comuni, che io amo. Oggi, alla fermata del bus, ho letto di bella letteratura scritta con l'uniposca, tipo "Claudia bona" "Giorgio finocchio" "l'Alessi ha la forfora" "la Valentina ha le transaminasi alte" "Kikka e Truzzy amike 4evr" "i pipistrelli dell'uva vogliono divorare il mio zaino".
Qui l'Ombra è ovunque, gente. Soprattutto in casa dei miei vicini, quegli zozzoni.
Potrei dire, con le parole immortali del mortale Ennio Flaiano, che la situazione è drammatica, ma non seria.
Potrei, ma non lo dirò.

PS: visto che ho lo spirito d'iniziativa della carta carbone, mi sto aprendo un Tumblr. Non piazzo ancora l'indirizzo, che è sparuto e si vergogna, ma la prossima settimana lo costringerò a farsi avanti.

Nell'immagine: Thomas Ott spacca di brutto!

mercoledì, dicembre 12, 2007

Breve incontro

Elle: Secondo me la migliore interpretazione di Raoul Bova è ne La finestra di fronte.
Heike: Davvero?
Elle: Si, quando è chiusa.

martedì, dicembre 11, 2007

Un giustificato motivo per (parte quinta)

Per me, è matto.
Però mi fa ridere, quindi continua l'assurda narrazione delle sue assurde avventure.
Let's go.

Ci siamo, arriva con quel suo solito fare un pò stanco e arrugginito. Timidamente si avvicina verso di te, probabilmente si sente in colpa per essere giunto un pò in ritardo, lo vedi infatti incerto sugli scambi tra un binario e l'altro, come se fino all'ultimo volesse temporeggiare in attesa di un tuo segnale amicale di comprensione. Vorrebbe spiegarti quel suo silenzio, vorrebbe raccontarti di quei fantasmi che lungo il cammino ne hanno annebbiato la vista e confuso gli obiettivi, vorrebbe mostrarti i segni indelebili del tempo che spinti da raffiche di vento ne hanno scavato quella che credeva fosse una corazza inossidabile. Beh, per 'sta volta ti perdono! basta che però ora apri le porte per farmi salire. Il messaggio sembra non averlo neanche sfiorato. Lui rimane lì serrato, chiuso nel suo guscio di ferro, con gli occhi spenti come se fosse stato anestetizzato e si fosse trascinato per inerzia fino a te per consegnare il suo ultimo addio. Svegliati! Parla! Non puoi lasciarmi qui! Credo di aver atteso abbastanza, ritengo di aver riposto fiducia e speranza al nostro incontro, non posso neanche immaginare che tu non abbia ora parole da spendere. Così mi avvicino, provo con delicatezza a sfiorarne il fianco, è così freddo, insensibile, neanche accarezzando i suoi punti più sensibili riesco ad ottenere un minimo segno della sua presenza. Mi sento tradito, ho caricato forse di troppe aspettative questo incontro ed ora sento che una parte di me è stata spesa invano, abbandonata ad uno stupido compromesso tra immaginazione e desiderio. Comicio ad essere stanco! L'attesa è sempre sempre stata la mia arma vincente in quella che pensavo si chiamasse vita, riempire il cuore di emozioni tenerle lì a bada nell'angolo in alto a sinistra del petto per poi farle esplodere tutte insieme nel momento preciso in cui mi ero trovato davanti ad una scelta o una non scelta, immaginifico sovrano dei sentimenti, mente calcolatrice e diabolica. Nasce forse da qui il principio del giustificato motivo?...dalla necessità di superare questo status di incompletezza e attesa, continuamente annaffiato da lacrime che portano con se aspettative sempre più distanti da me, così inutilmente ammalianti, così fastidiosamente intriganti.... Il fatto è che... "i No Global!!!" probabilmente nella mia vita... "Questo treno non parte!!!" Perchè credo che alla fine..."Causa NO global!!!!" Ma che cavolo!!! non lo vedete che sono assorto ma cosa ci incastrano adesso i no global!!!

lunedì, dicembre 10, 2007

Mi faccio la pipì addosso

Driiiiin.
- Pronto?
- Buonasera, è il signor Heike?
- Si (orribile presentimento).
- Sono Caramella di Tele2, la chiamo per informarla della nuova straordinaria offerta che seriamente
- Guardi, non mi interessa.
- Come fa a dirlo? Non ha nemmeno sentito quale l'offerta. Si tratta in effetti di una offerta che seriamente
- No davvero, guardi, non importa.
- Ma perchè?
- Perchè non c'ho voglia di starla a sentire, e poi, guardi, davvero, io nemmeno ce l'ho internet a casa (infatti posto sempre in orario d'ufficio - e tutti a guardare a che ora è stato inserito il post), non c'ho nemmeno il telefono, infatti lei non può avermi telefonato, non stiamo parlando, non ho il telefono in mano e tutto questo non è vero.
- Davvero?
- Eccome noh.

Mi risveglio ansimante. Mi volto verso l'orologio sul comodino, ma improvvismante realizzo di non avere un orologio sul comodino. In effetti. non ho neanche un comodino.
Il mio orologio biologico mi dice che sono le 4.37 della notte, e che quindi è l'ora del mio bicchiere di spuma bionda. Mi alzo, barcollo verso la cucina e mi verso una dose abbondante di analcolico biondo. Mentre sto lì, seduto in mutande in cucina, realizzo di non avere una sedia in cucina, e cado a terra, attento però a non versare nemmeno una goccia del prezioso liquido ambrato.
L'incubo di pochi minuti prima mi fa riflettere, e improvvisamante ricordo, per chissà quale curiosa associazione d'idee, il motivo per cui ero così felice, oggi.
Il mio blog, il celeberrimo sito di intrattenimento vagheggione nomato Blog Ottuso sta raggiungendo vertici di celebrità e visibilità che mi permettono di dire, senza tema di smentita, che sono il più autorevole blogger del mio condominio (non vivo in un condominio).
Nella prestigiosa classifica di blogbabel - che misura l'autorevolezza dei blog con un algoritmo che unisce numero di link ricevuti, visite al blog escluse quelle della zia, misura (in cm) del colletto della camicia del blogger, numero di commenti entusiastici ricevuti da Bordone e partecipazioni a blogcamp e/o a bangi-giamping* senza corda - orbene, in codesta speciale classifica meritevole di menzione ho raggiunto la 1462° posizione (elapeppa!) e mi colloco tra questo e questo.
Inoltre - e questo lo dico con un orgoglio a stento trattenuto, ma per quanto tempo potrò bullarmene tra me e me senza dirlo a nessuno? ops, lo sto facendo - è qualche giorno che ricevo visite quasi quotidiane da due blog che a me mi fanno spisciare inside, e io quando spiscio inside mi sento tutta una cosa dentro che non so come dire.
Io questi due li stimo tanto, ma tanto alla seconda, e li leggo in feed da mesi, e mai mi sono arrischiato a commentare perchè mi vergogno (una volta, forse, ma cn la vocina bassa che sennò magari poi mi si sente) (fra parentesi, quando mi trovo in situazioni che voglio dire qualcosa ma mi vergogno perchè c'è troppa gente, allora lo dico a voce bassa, a malapena udibile, e finisce che è peggio, perchè poi l'interlocutore mio si gira, e mi fa EH?! e tutti si girano verso di me e mi guardano e devo dire di nuovo quell'immane cazzata che prima mi ero limitato a sussurrare. Sono un uomo molto, molto malato). Anf.
Insomma, c'è qualcuno che arriva qui da Idiotaignorante, e qualcuno che arriva da Bucknasty, e io ero convinto di averli messi tra i link, e invece c'è il vecchio blog di Bucknasty, e dell'Idiotaignorante neanche nulla. Tipo che inviti a cena Umberto Eco e 'nciai manco un libro suo, nemmeno quella cagata dell'isola del giorno dopo, e in bella vista in libreria c'è solo l'ultimo libro di Alberoni (nel mio caso l'equivalente di Alberoni è il link a Madmac, che il suo nome sia in eterno maledetto).
Sono il peggio del peggio, sono.
Provvedo dunque a fare due cose:
1 - mettere i link a Umberto Eco;
2 - cospargermi il capo di cenere;
3 - cambiarmi il pannolino, che quando ho visto il log delle visite ho fatto ciò che suggerisce il titolo;
4 - imparare a contare.

PS - in soldoni: un salutone grosso ai due di sopra, li leggo sempre (davvero) ed è un onore averli qui (se non loro); un saluto a tutti gli altri che leggono di straforo senza lasciar traccia alcuna; un salutone a chi passa, legge e commenta, che quelli son sempre avanti.
PPS - oggi è stata una giornata dura. Minchia sello'è shtata.
PPPS - improvvisamente realizzo di non avere un blog.

* questo simpatico giochino copra l'imbarazzante verità che non so come si scriva veramente bungee jumping, e non mi va di andare a cercare la corretta grafia, e tutti i lettori possono pensare "ehi, che simpatico questo ragazzo, che umorismo sofisticato, lo leggerò ancora con piacere". Improvvisamente realizzo di non avere umorismo.

venerdì, dicembre 07, 2007

Il Marketing è tutto, nella vita

giovedì, dicembre 06, 2007

Grillparzer

Ispirato ad un fatto realmente accaduto nella testa di Elle.

(Panoramica ampia su un verde paesaggio. All’orizzonte grandi nuvole bianche che solcano un intenso cielo azzurro. La melodia de La Verde Stagione accompagna la visuale, per poi lentamente dissolversi. Una profonda voce baritonale introduce e commenta la storia che ci accingiamo ad ascoltare...).
La nostra storia ha inizio in una piccola fattoria, laggiù, tra i verdi e grandi pascoli degli altipiani. Erano gli anni delle grandi gelate invernali, e dei grandi raccolti di grano in estate. Erano anni nei quali tutto sembrava più vitale ed imponente che mai, e molto tempo dopo avremmo potuto ripensare a quell’epoca come ad un periodo di continue sorprese.
Ma questa storia non parla di grandi eventi, oh no, racconta invece delle avventure di una piccola creatura, un cucciolo che dimostrò a tutti come un cuore puro poteva riuscire in grandi azioni, nonostante le più grandi avversità. È la storia di Grillparzer, cane coraggioso.
(Un gruppo di cani in un cortile assolato. In particolare una torma di cuccioli scodinzola festante attorno alla madre, saltano, giocano, corrono. Uno di loro sbatte continuamente contro pali, zappe, muretti, ruote. Cade in buche, fossi, pozzanghere. Inciampa. Scivola)
Quella sera, nel caldo della cuccia, mentre i fratellini giacevano addormentati, Grillparzer confidò alla madre il suo più grande desiderio.
- Mamma.
- Dormi.
- Mamma.
- Dormi, Grillparzer.
- Mamma, quando sarò grande voglio fare il cane guida per ciechi. Anche se oggi vivo in una remota provincia, anche se sono piccolo ed imberbe, anche se le convenzioni sociali vorrebbero ch’io rimanessi qui alla fattoria per aiutare tu, mio padre ed i miei fratelli nel vostro lavoro di cani da fattoria, io con tutto il mio cuore desidero fare il cane guida per ciechi.
- Non puoi fare il cane guida per ciechi.
- Perché no?
- Perché sei cieco, Grillparzer.
E lo stesso ottuso spirito di proibizione Grillparzer lo avrebbe incontrato quando, pochi anni dopo, si sarebbe recato nella grande città per inseguire il suo sogno. La burocrazia, le lungaggini, l’ottusa indifferenza di chi, per meschinità o forse per invidia, intendeva impedire al nostro eroe di diventare il primo cane guida per ciechi cieco al mondo. Il primo si, ma anche il più grande di tutti.
Riuscì a convincere il professor Bobtail, il burbero preside della scuola per cani guida per ciechi ad ammetterlo ai corsi, e si dimostrò il più tenace degli studenti, riuscendo a sopperire, con la sola forza di volontà e la testardaggine, sia al suo lieve difetto fisico sia all’ostruzionismo del mondo accademico. Si diplomò col massimo dei voti, e il suo attraversamento al semaforo divenne uno standard studiato per anni nelle migliori scuole per cani guida per ciechi di tutto il mondo. Alla cerimonia di conferimento del diploma, infine, tutti capirono di avere sbagliato nell’avere osteggiato il sogno di Grillparzer. Come migliore studente dell’anno, ottenne le raccomandazioni che gli valsero l’incarico di cane guida per il celebre cantante soul (cieco) Gigi D’Ascello.
Purtroppo, come molti di voi sapranno, la carriera di Grillparzer ebbe un tragico epilogo proprio al momento del suo massimo trionfo. Dopo un concerto di D’Ascello in piazza del Vaticano in onore di monsignor Cammello Roviny, Grillparzer e D’Ascello non s’avvidero di un grosso autoarticolato che trasportava sei tonnellate di traversine d’acciaio, e vi lascio immaginare quello che successe (Roviny si salvò per miracolo).
Certo, ci sarà sempre qualcuno pronto a speculare sulla tragedia, qualcuno che dirà “ah, io lo conoscevo bene”, come c’è stato qualcuno pronto a giurare che Grillparzer e D’Ascello non andassero affatto d’accordo, e che le ultime parole del cantante siano state “Cane di merda lasciami la gamba”, ma noi non seguiremo questo sensazionalismo scandalistico.
A noi piace ricordare Grillparzer come l’eroe che è stato, e in cuor nostro speriamo, anzi ne siamo certi, che anche quel giorno Grillparzer non sbagliò, e che il camion lui l’aveva sentito arrivare.
Solo ha scelto di aiutare gli altri ancora una volta. Ha scelto di dare la sua vita per salvare il mondo dalla musica di Gigi D’Ascello.

Bella la foto, eh? Ritrae Grillparzer mentre si beve una birra insieme ai tecnici di scena di D'Ascello, durante le prove dell'ultimo concerto.
PS: la trovate, insieme a tante altre, su Flickr.

lunedì, dicembre 03, 2007

10 miti sulla fine del mondo (finalmente)

Nel 1975 apparve nelle librerie di tutto il mondo un volume destinato a fare grande scalpore e a diventare in breve tempo uno dei libri più venduti della storia: Abitudini nostrane - breve saggio sulla vita degli echinoidermi, di Helmut Strofinausen.
Ma non è di questo che voglio parlare (in effetti, non so perchè ne ho parlato). Oggi voglio affrontare insieme a voi quello che è considerato il tema più spinoso del dibattito mondiale (dopo la vera natura della parola bugigattolo): la Fine del Mondo!
1 - Secondo la tradizione Mayula, il mondo finirà all'avvento del grande profeta Scarabottoly, il quale guiderà le armate dell'inferno verso le città dei vivi, ma sbaglierà strada tre volte e perderà pure la cartina e a un certo punto le armate dell'inferno cominciano a stufarsi e alla fine Scarabottoly per non giocarsi del tutto la propria credibilità li guiderà verso un McDrive per poi scappare mentre i demoni aspettano in fila di essere serviti;
2 - Di converso la Parapinalia Osteparicii, un testo medievale redatto da un monaco tedesco nel XII secolo, ci illustra una fine dei tempi tutto sommato più vicina al nostro immaginario, fuorchè per la discesa dei vargon dorati all'interno dei loro galborg in un tripudio di sapuanti dradut;
3 - e in Cina? in estremo oriente la fine del mondo è un concetto estraneo alla tradizione, che preferisce vedere lo scorrere dei secoli inserito all'interno di un ciclo senza fine, un eterno ritorno dal quale è impossibile fuggire, prospettiva ai nostri occhi orribile come una puntata del Maurizio Costanzo Sciò;
4 - per le api, (si, i simpatici insetti!) la fine dei tempi arriverà il sette aprile 2015 alle 21.36 ora di Londra, ma, si sa, si tratta di animali generosi e divertenti, ma tutto sommato inaffidabili quando si tratta di fare previsioni su futuri disastri (ricordate cosa dissero riguardo le torri gemelle? ah ah ah!)
5 - il 5 non me lo ricordo;
6 - secondo la signora Stopasia Coccapillo, di Argenturo (CV), la fine del mondo c'è già stata un paio d'anni fa su Retequattro. La prossima sarà una replica;
7 - nel 1888 fu rinvenuta in pieno desesrto una stele antichissima, Essa riportava, in una lingua morta da secoli, le credenze degli antichi abitatori dell'Egyttho, in particolare quelle riferite alla vita dopo la morte e alla fine dei tempi. Pare che questi nostri remoti progenitori credessero che dopo la morte il loro ka, o spirito vitale, sarebbe stato condotto di fronte a un dio-giudice, che avrebbe pesato le loro colpe e i loro meriti, per poi decidere se sottoporli a supplizi eterni (in caso negativo) o solo molto lunghi (in caso positivo). Alla fine dei tempi poi gli dei sarebbero saliti sulla terra dell'Egyttho dagli inferi, e avrebbero portato con se terribili manufatti di morte, come gli amaretti, per uccidere e torturare gli uomini di buona volontà. Infine l'eternità sarebbe trascorsa tra fuoco e stridore di denti, in una infinita partita a Trivial Pursuit con uno che sa tutte le risposte a memoria e prima di rispondere si dilunga in estenuanti chiacchere per dimostrare che la laurea in scienze della comunicazione non è stata del tutto inutile;
8 - come la 7, ma con l'aggiunta della discesa dei vargon dorati all'interno dei loro galborg in un tripudio di sapuanti dradut;
9 - la Chiesa del Mistico Mastrota crede che la fine del mondo non giungerà fino a che Giorgio Mastrota non sarà finalmente felice;
10 - per uno scrittore dotato di talento la fine del mondo giunge quando finisce l'ispirazione. Per tutti gli altri quando termina lo spaz

Nell'immagine: la fine del mondo è imminente.