Nel frattempo
Non è che mi sono dimenticato, è che sto preparando un post molto sentito e piuttosto complicato (e non da ride).
Piuttosto, qualche buon libro da leggere che mi si consiglia, visto che è estate?
Nei commenti, grazie.
Non è che mi sono dimenticato, è che sto preparando un post molto sentito e piuttosto complicato (e non da ride).
Piuttosto, qualche buon libro da leggere che mi si consiglia, visto che è estate?
Nei commenti, grazie.
alle 4:30 PM 18 discorsi
A volte ricevo delle lettere dai miei lettori che, disperati, mi si rivolgono perché li aiuti a trovar soluzioni nel grande marasma che è la vita.
Io, che sono magnanimo, accondiscendo e cerco di aiutarli, nel limite delle mie vaste capacità.
Caro Heike, ti scrivo perchè vorrei sapere come si chiama quella cosa che serve a spengere la televisione, perché non la trovo più e ora la televisione è accesa ininterrottamente da quattro giorni perché non mi ricordo come si chiama quella cosa e non posso chiedere a nessuno di aiutarmi a cercarla, perchè, che gli dico, aiutatemi a cercare quella cosa che serve a spengere la televisione, che figura ci faccio, sembrerei un demente, ti prego aiutami non dormo da quattro giorni perché la televisione è sempre accesa su Retequattro e ho paura.
Damiano
Ciao Damiano. Telecomando. Vai in pace, fratello.
Gentile Heike, ogni volta che bevo il caffé mi fa male l'occhio, che devo fare?
Saudita79
Togliere il cucchiaino (ah ah!). No scherzo, vai da uno specialista, saprà aiutarti e ci penserà lui a togliere il cucchiaino.
Heike, dimmi, qui è un casino, tra meno di una settimana c'è il referendum e io ancora non ho capito se devo votare si o no. Te che mi consigli di fare?
On. Antonio di Pietro
Spostati, che mi fai ombra.
Caro Heike, sai mica se mlana svranza quest'anno?
Eh?
PUPPA!
E così via.
Ma è con vivo tedio che voglio portare alla vostra attenzione una lettera, che mi induce ad alcune amarissime considerazioni.
Caro, caro, carissimo Eiche, ho pensato tante volte di scriverti, per avere da te quelle parole di conforto che solo tu sai dare. Vedi, mio buon Aike, da alcuni mesi frequento una ragazza molto carina, con la quale ho un eccellente rapporto: ci troviamo d'accordo su tutto, e troviamo la reciproca compagnia estremamente stimolante. Purtroppo, caro Haiku, c'è qualcosa che ci divide: la cucina. Difatti, ahi, quanto questo mi addolora, lei non condivide affatto la mia scelta di nutrirmi solo ed esclusivamente di ranocchi fritti e lumache diaccie, ed, anzi, ritiene che questa mia dieta sia disgustosa. E che dire allora del fatto che lei abbia deciso di mangiare soltanto pan carré stagionato di quattro anni e segatura di legno? Cioè. voglio dire, no? Te che dici, coso? Eh?
Dammi una risposta, che qua brancolo.
Palmiro
Ah Palmiro, vecchio mio.
Vorrei ringraziarti, perché questa tua lettera insensata mi dà lo spunto per scrivere un nuovo post, che qua come idee stiamo alla frutta. Ti parlerò quindi, o Palmiro, del cibo, e delle nuove e curiose forme di alimentazione che stanno prendendo campo nel mondo.
Maialismo: sarsicce, rosticciana, braciole, presciutto, salame, porchetta, zampone, ciccioli. Quante meraviglie contiene il corpo del sus domesticus? Sotto quella rosea cotenna si nascondono tesori dal sapore delicato, mortadelle composite di bontà. Questa è la filosofia alla base del maialismo, una corrente nutrizionista sviluppata e propugnata dal medico autrisco Adolf Kastreten, che invitava i propri pazienti a nutrirsi esclusivamente di derivati suini. Nata nel 1976 a Linz, questa sofisticata teoria proponeva un modo di vita alternativo, con colazioni a base di rigatina intinta nello strutto e merende fondate sull'essenziale apporto della finocchiona in una rosea dieta, ma negli anni subì due gravissimi colpi che ne minarono grandemente la credibilità: il primo fu la scoperta che il dottor Kastreten in realtà non era un medico ma un impostore italiano, tale Felice Verro, fondatore e principale azionista della società Scrofoni s.a.s specializzata in importazione di salumi guasti dalla Polonia; e, secondariamente, la morte di tutti gli aderenti al movimento per infarto entro due settimane dall'inizio della dietà fu un colpo mortale alla credibilità del maialismo.
Gravitismo: oltre il vegetarismo, oltre il vegan, oltre il crudismo. Chi dice che le piante non provano dolore? Come fate a sapere che quando staccate un pomodoro dalla pianta medesima, questa non soffre dolori indicibili, che restano appunto indicibili perché la pianta non parla in quanto sprovvista di apparato atto alla fonazione? Il fatto che non abbia corde vocali ci permette di torturarla quanto vogliamo? Proprio per questo, nel segno di un rispetto universale nei confronti di tutte le creature viventi, i gravitisti si rifiutano di staccare i frutti dalle piante, ma aspettano che siano queste, spontaneamente, a cederli. Si siedono quindi in cerchio attorno alla creatura vegetale (un albero frondoso, una verdura rigogliosa, un asparago) e aspettano che essa ceda il suo prezioso tesoro, lasciandolo cadere a terra secondo la forza di gravita. Così, tenendosi per mano e assorti in meditazione, cercano di raggiungere il cuore in nuce della natura, per conformarsi del tutto ad essa. Il movimento, fondato nel 1999 dall'americano Thomas Friendship, resistette ben due settimane, osteggiato da governo, multinazionali e corporazioni militari, prima di cadere sotto i colpi di due tremendi episodi: la morte violenta di tutti gli aderenti, che si uccisero a vicenda per il possesso della prima mela che era caduta dall'albero sotto il quale si erano appostati per sei giorni, e la scoperta che, sotto il nome di Thomas Friendship si nascondeva in realtà l'identità di un impostore italiano, tale Felice Verro, deciso a sviluppare un nuovo business nel settore alimentare.
Baccotabaccoevenerismo: come insegnava Epicuro, il senso della vita è nel presente. Per questo nel 1954 il filosofo francese Jean-Paul Tabagism decise di dedicare la sua vita alla promozione di uno stile di vita che includesse sia una dieta alimentare rigorosissima, basata sull'assunzione di liquidi (alcolici) e verdure (foglie di tabacco essiccate), sia un costante esercizio fisico (comprensivo di malattie veneree). Realizzò una struttura apposita per promuovere le sue teorie, il celebre Hotel du Plasir a Nizza, e promosse la sua iniziativa per tutta Francia e tutta Europa. Purtroppo, non conosceremo mai l'effettiva efficacia di tale filosofia, perché Jean-Paul Tabagism venne arrestato dalla Gendarmerie poco dopo l'apertura dell'Hotel con le accuse di contrabbando, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e false generalità visto che sotto la sua identità si nascondeva un impostore italiano, tale Felice Verro.
Nientismo: Nel 2009, un italiano dal passato torbido e dalle frequentazioni discutibili, promuove una nuova teoria dietistica: c'è crisi? non sapete come fare ad arrivare alla fine del mese? avete fame? siete proccupati? niente paura! Da ora in poi andrà tutto bene! Pare infatti che, se vi convincete che la situazione sia in via di miglioramento, allora andrà tutto bene! Nel frattempo, se proprio avete fame, potete sfamarvi con NIENTE! NIENTE, la soluzione a tutti i problemi! NIENTE, il sollievo che cercavate! NIENTE, la gioia che fa passare tutti i guai!
Oh, a questo l'hanno fatto diventare presidente del consiglio.
Vedi che a volte funziona.
alle 1:31 PM 11 discorsi
Dopo una notte insonne a causa di una maldigerita pizzata, alle 8.45 di sabato mattina mi presento al seggio 149 (8,8 km da casa, secondo Google Maps). La presidente è di prima nomina, la segretaria è di prima nomina, io sono di prima nomina, una scrutatrice ha entrambi gli occhi strabici e il volto contratto in un rictus nervoso incontrollabile, un'altra ha la postura snella e slanciata di una scimmia bonobo e la medesima prontezza mentale, e, infine, l'ultimo scrutatore lavora alle Generali, e per tre giorni continuerò a dirgli che non ho né la macchina, né la moto, né il cane, né intendo sottoscrivere un'assicurazione sulla vita.
Capisco subito che sarà durissima.
SABATO POMERIGGIO
Apriamo il seggio alle 15.00. Da quel momento in poi, per ventitrè minuti, una processione interminabile di uomini (e indovinate chi era l'addetto del registro uomini?) si presenta a registrarsi e votare. C'era la fila. Il sabato pomeriggio. Alle tre. Per votare. Se continua così, penso, io a domani non ci arrivo. Poi per fortuna la cosa si calma, e alla fine della giornata siamo intorno al 35 % dei votanti. Chiudiamo alle 22.00, con la chicca di uno che si presenta da noi invece che alla sezione 151 (la sua) e si incazza perché non lo facciamo votare.
A mezzanotte torno a casa e Elle, scrutatrice alla sezione 2 (175 metri da casa, contati) mi fa: eh, ma ce n'avete messo di tempo, io son qui da un'ora.
DOMENICA
Il seggio apre alle 7.00.
Nell'arco della giornata commento i seguenti errori:
1 - non mi accorgo che il figlio è venuto a votare con la tessera del padre, e gliela timbro;
2 - inserisco i dati di un elettore al posto di quelli di un'altro sul registro dei votanti. Questo circa cinque volte (poi mi spostano a fare altre cose);
3 - consegno due schede viola a una elettrice, che le vota entrambe;
4 - pesto il piede di una rappresentante di lista;
5 - scrivo male il nome della Lista civica cinque stelle Beppegrillo.it nel verbale di seggio, per quattro volte;
6 - rompo una matita copiativa;
7 - mangio la brioscia della presidente, e ne bevo il caffé.
Tra i rappresentanti di lista c'è un candidato SIMPATICO. Arriva alle 11.00 sorseggiando un mojito, entra e ci fa: "ehi, ma che facce stanche, fatto tardi ieri sera, eh? AH AH AH!". Farà la stessa battuta sei volte in due giorni, ogni volta con cocktail e giacchette diverse. Gli elettori lo adorano, ma, si sa, gli elettori sono stupidi.
Le due scrutatrici diversamente avvenenti (il bonobo e la strabica) conoscono tutti, perché sono del paese. Ogni volta che chiedo un documento a qualcuno, mi interrompono e mi fanno:
- no, non glielo chiedere il documento, lo conosco io, non è vero Valerio?
- mi chiamo Vittorio.
- è uguale.
Il bonobo poi, mi informa di prima mattina che deve chiedere un'informazione a tale Mario, rappresentante di lista e tuttofare di seggio. All'incirca ogni settanta minuti si svolge il seguente scambio di battute (con chiunque le capiti a tiro):
- C'è Mario?
- Si, è nell'altra stanza.
- Bene, prima che lui vadi via gli devo chiedere una cosa.
Cosa, non lo sapremo mai.
Alle 22.00 si chiudono i seggi. Alle 21.58 arriva una elettrice. Entra, saluta, sbircia i tabelloni con i nomi, pensa, riflette, chiede come funziona il voto disgiunto, dice che quasi quasi non prende la scheda per il voto alla circoscrizione, tanto non sa per chi votare, anzi no, la prende, ma vorrebbe lasciare quella gialla, che il giallo è brutto, cos'è? Ah, è quella per la provincia, allora si, la prende, che c'è un suo amico candidato ma non si ricorda per che partito, uno che comincia per t, lo sapete voi qual'è? Ah no, si sbaglia, scusate, è il suo amico che ha il nome che comincia per t, mica potete guardare nelle liste se c'è uno che comincia per t, ma non è proprio sicura sicura che sia alla provincia, forse è alla camera. Ah, non si vota per la camera? Allora è per il senato. Nemmeno? Ma allora per cosa si vota?
Alla fine si decide, prende le schede, entra in cabina, ci resta dodici minuti, esce, deposita le schede nelle urne e si ferma in piedi in mezzo alla stanza.
Si? Ha bisogno di qualcosa?
Quando mi chiamate per farmi sapere se ho vinto?
Dopo quattro ore di scrutinio, alle tre di notte sono a casa. Elle è sul divano che sonnecchia. Si sveglia e mi fa: ho fame, andiamo a mangiare?
Io le rispondo che deve consegnare il cellulare prima di entrare in cabina elettorale e che deve ricordarsi di non sovrapporre le schede all'atto del voto.
LUNEDI MATTINA
Dormo. Parecchio.
LUNEDI POMERIGGIO
La presidente si accorge, solo adesso, a scrutinio in corso, di non aver studiato il capitolo del manuale su come si conteggiano i voti alle comunali. Ovviamente, non intende sopperire a tale mancanza, quindi improvviserà. Dopo sette ore di conteggi fatti con il cellulare, capisce di aver bisogno di aiuto e chiede soccorso all'ufficio elettorale (e intanto circolano voci di presidenti dimessi dal prefetto e fustigati a sangue).
I miei occhi piangono sangue.
Infine, a mezzanotte, disfatto come stracchino, sono a casa. Elle arriva più tardi, perché alla sua sezione hanno fatto una festicciola.
Considerazioni sparse:
1 - perché uno deve sbattersi per andare a votare, se poi dopo sulle schede ci disegna cazzi?
2 - come mai gli elettori della Lega hanno la calligrafia di persona non adusa alle arti letterarie (scrivono con i gomiti).
3 - ma se uno lo sostiene al punto di voler mettere il suo nome come preferenza, come fa a chiamarlo Sberlusconi, Berusconi o Besconi?
Ok, è vero, se fai lo scrutatore ti pagano, ma, credetemi, mai soldi furoni più sudati.
Lo giuro.
alle 12:57 PM 11 discorsi
Questa è l'ottava parte di una storia (a bivi). Le prime quattro sono qui. Buona lettura!
Aldous Huxley in uno dei suoi scritti dice (lo so perché l'ho letto giusto giusto iersera) che le amicizie forti e condivise son solo quelle dell'età adulta, perché è estremamente difficle trovare, nel microcosmo della propria infanzia e fanciullezza, qualcuno che condivida sinceramente la tua visione del mondo, e le tue passioni.
Questo pensavo, mentre il gatto Gourmet mi palesava le sue malvagie intenzioni.
Tradire Peephee? Il fratello di sangue? L'amico di lunghe battaglie? Il compare di bevute, il consulente fedele? Il mio maniscalco, l'aiutante, l'assistente? La spalla del protagonista?
Come, come potrei? Io, che ho sempre confidato nel buon cuore degli amic-
- Senti, ascolta - mi fa il gatto - hai rotto. Devi dire si o no.
Ma come si può chiedermi di tradire l'alto sentimento dell'amicizia, senza il quale niente al mondo sarebbe stato operato. La storia stessa ci riporta esempi di grandi amicizie, a partire da Romolo e Remo fino a Caino e Abele, sino a Gesù e Giud-
- Ti basta questo sacco pieno di cibo per gatti d'oro?
- Nel senso di "cibo d'oro" per gatti, o cibo per "gatti d'oro"?
- Cibo d'oro per gatti. Crocchette in oro zecchino, e paté in oro (non spalmabile).
- Ah, perché se era cibo normale per gatti d'oro non lo volevo. Che me ne faccio? Io non ce l'ho un gatto d'oro. Non ho nemmeno un gatto. I gatti sono animali stronzi.
Capisco di aver detto una parola di troppo, anche se non so quale (forse era stata "nemmeno" ad irritarlo?). Il gatto mi guarda con occhi di brace, si alza sulle zampe posteriori (ganzo!) e trasforma le unghiettine della zampa destra in quattro rasoi affilati. Tento di scappare, ma mi accorgo che non posso: sono bloccato, immobilizzato sotto quello sguardo implacabile.
Che sia stata "animali"?
- Tu, tu, stupida, idiota, repellente creatura. Meriteresti di essere scorticato vivo e sventrato con un pettinino arrugginito, di essere trasformato in un affilaunghie per i cuccioli del dio Shub-gatturath, meriteresti di morire soffocato dal pelame di Yog-gattot, il gatto che spela eternamente nel vuoto - era fremente di furia.
- Vorrei offrirti in sacrificio io stesso, con queste mie zampe, al supremo Micthulhu, bere il tuo sangue dal piattino e marcare i tuoi resti con le mie urine, ma...- ritira gli artigli e si risiede sulle zampe -...è stato disposto dai miei signori che le tue ossa non vengano smembrate, né il tuo corpo trasformato in una palla di pelo vomitato. Oltretutto poi son stato castrato l'anno scorso, e quella cosa del marcare il territorio non la faccio più. Li vuoi ancora i denari?
- Si.
- Allora consegnaci il nostro nemico, il Peephee!
- Va bene.
- Bene, allora, quando arriverà, lo condurrai al crocicchio in cima alla strada, appena fuori dal paese. Lì troverai un mazzo di chiavi, falle tintinnare e noi accorreremo, come sempre facciamo quando qualcuno fa tintinnare delle chiavi o apre la porta del frigorifero o si siede sul divano. A quel punto ti daremo l'oro, una macchina e una cartina per andartene da qui. A più tardi!
E se ne va.
Solo, rifletto mentre mi incammino verso la strada: ho fatto la mia scelta, ho venduto Peephee a una colonia felina (non credevo che un giorno avrei detto una frase del genere, ). Posso uscirne con l'amico intatto e l'oro in tasca? Oppure è meglio prendere il cibo dorato per gatti e salutare il buon vecchio zio Peephee? In ogni caso, l'oro verrà con me, questo è chiaro.
Ok, adesso devo raggiungere la statale, aspettare Peephee e condurlo al crocicchio.
C'è solo un problema.
Cos'è un crocicchio?
Ok, questo non è un vero e proprio bivio, lo ammetto. Diciamo che aspetto suggerimenti su come proseguire. Il mostro è vivo, Carmilla è scomparsa, i gatti mi spiano dai tetti, i lupi sono nell'ombra e Igor è ancora là fuori, da qualche parte, che si guarda Derrick.
Ditemi come faccio a salvarmi, che all'alba mancano ancora due ore.
Che angoscia!
alle 5:37 PM 1 discorsi
Rubrica aperiodica Una storia a bivi