Gli stranieri non capiscono - II (reloaded) 3/3
Bene gente, ecco il pezzo forte di questa trilogia. Urakidany conclude l'approfondimento sulla cultura Jappa e ci saluta per un paio di settimane, per tornare più carico di bile; voi continuate a chiedere e domandare, che siamo qui apposta per rispondere.
Per chi si fosse perso per strada: Urakidany è un amico italiano che vive a Tokio da anni, e ha finalmente (dopo mie lunghe insistenze) deciso di condividere le sue analisi antropologiche su quel lontano paese, dicendosi inoltre disponibile a spiegare a tutti noi le cose che non capiamo. Quindi, se avete dubbi, curiosità e domande, chiedete e lui vi dirà.
Vostro Heike
Parte tre di tre: i rapporti umani...
Continuando il discorso del contatto umano, sembra che in realtà ai giapponesi in genere piaccia molto essere toccati, ma non possono farlo in quanto la loro severa società giudica questi atteggiamenti imbarazzanti e disdicevoli. I bambini, soprattutto maschi, raggiunti i 5 o 6 anni vengono praticamente educati a non cercare più le coccole dai genitori che comunque in media non li baciano mai, visto che anche il bacio naturalmente non va bene. Gli esseri umani usano moltissimo la bocca sin da piccoli come organo sensoriale ed è per questo che baciamo, è un gesto naturale e per questo, per il loro contorto modo di pensare, deve essere evitato soprattutto in pubblico. In compenso in treno gli impiegati leggono le riviste porno che è un piacere e nei piani superiori dei negozi di giocattoli e videogiochi sono presenti reparti porno, ma naturalmente un bacio tra due innamorati ferisce molto più profondamente l’animo sensibile e delicato come un fiore di ciliegio di un giapponese.
Tornando ai bambini, quando vanno in braccio ai genitori in cerca di coccole vengono allontanati e messi in ridicolo, colpiti nel loro animo infantile sentendosi dire che non devono essere fastidiosi come il “kutsukimushi”, letteralmente “insetto appiccicoso”, perché le coccole come si sa possono essere più fastidiose della zanzara tigre. E’ un tipo di educazione che li porta alla distanza ma è solo una repressione, visto che il desiderio rimane e poi li porta al fenomeno del “chikan” che è praticamente il loro sport nazionale dopo i baseball. Il chikan è quel tipo che fa la mano morta nei treni affollati e si possono vedere nei vagoni e nelle stazioni degli avvertimenti che intimidano dall’astenersi da questa pratica per fortuna punibile ai sensi di legge.
Naturalmente la maggior parte delle coppie sposate dorme in letti separati, e a volte anche in camere separate, perché la privacy è importante e anche il matrimonio è poco più di uno sport. Vince chi fa la cerimonia più bella (anche su questa ce ne sono parecchie da dire) e chi sposa l’uomo più ricco o la donna più giovane. Nel mio caso, mi sono trovato a vivere col padre di mia moglie non volendo lasciare un anziano da solo, e purtroppo abbiamo fatto un grave errore. Una normale persona sarebbe felice di vivere insieme a sua figlia felicemente sposata ed in procinto di avere figli ma la normalità non è una peculiarità giapponese.
Sicuramente preferirebbe avere un genero che lavora fino a mezzanotte o che va nei club di hostess con i colleghi per poi tornare a casa e non considerare la figlia, piuttosto che un marito affettuoso che dorme insieme alla moglie e che, quando può, sta sempre con lei. I miei atteggiamenti da italiano nei confronti di sua figlia (mia moglie) lo mettono in imbarazzo e se ne sta praticamente tutto il giorno chiuso in camera e pranza e cena al ristorante per non doverlo mai fare con noi.
Sono schiavi di loro stessi, delle assurde regole che hanno creato e duri come sassi non riescono a capire che la fonte di tutti i loro problemi e infelicità è da ricollegare non un giorno alla Corea e l’altro alla Cina o agli stranieri in genere, ma a tutto il sistema che si sono creati per proteggere e perpetuare nel tempo la loro preziosa diversità. Ci sono delle persone che, praticamente disperate, scappano in altri paesi schiacciati da tutto questo, assolutamente impotenti nel cambiare le cose convinti che non cambieranno mai se non in peggio.
Gli stranieri (diciamo occidentali) sono gli unici a vivere bene ed essere in parte esonerati dalla cerimoniosità e follia di questa società ed è per questo che io vivo qua. Sono un privilegiato e non mi lamento della mia vita ma non per questo posso chiudere gli occhi su tutto ciò che mi circonda e che comunque esiste, è reale e per niente bello. Chi non lo vede, dai giapponesi agli stranieri che si riempiono la bocca di adulazioni nei confronti del Giappone, è perché non vuole vederlo o perché è troppo superficiale per capirlo.
I problemi esistevano anche in Italia, per quanto profondamente diversi, ma ora sono qui, assolutamente libero di bacchettare il paese in cui vivo…parliamoci chiaro, è anche uno sfogo per me molto salutare.
Minasan kiwotsukete
Urakidany
Nuove e meravigliose immagini del Jappone qui, descritte e commentate in calce da Urakidany non appena il fuso orario lo permette.
Nell'immagine: dov'è finito il mio portafogli? Signorina, lo ha preso lei? (immagine presa da qui - non cliccate se siete in ufficio!)
5 commenti:
Devo confessare che, prima, nella mia ignoranza, ero molto affascinato dal Giappone. Ma quando leggo queste nefandezze umane... resto ancora più affascinato.
In negativo però.
Grazie Urakidany per il servizio
heike si capisce lo stesso che sei tu quello nella foto
Fa piacere contribuire al tuo salutare sfogo, Urakidany
Un post veramente molto interessante.
Stanno venendo fuori alcune cose della cultura nipponiche che difficilmente si sentono in giro.
wow, mi sono letto tutti in una volta i post di Urka Dany, Alberto Angela gli fa una pippa (quadrettata)
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