mercoledì, settembre 24, 2008

Trümmerliteratur

È estate finalmente.
Le vacanze non ti sono mai, mai sembrate così irraggiungibili come negli ultimi mesi.
Appena rientri a casa, ti slacci la cravatta, butti la giacca sul divano, prendi la valigetta e la nascondi nell’angolo più profondo del più nascosto degli armadi, nascondi le chiavi dell’ufficio, spegni il telefonino e non lo riaccendi, hai deciso, per tre settimane.
Almeno tre settimane.
Tu, tutto l’anno, per tutto l’anno, hai avuto un pensiero fisso, declinato su migliaia di contesti e soggetti: lo faccio quando sono in ferie.
Tutti quei libri che hai messo sullo scaffale, pensando di leggerli quest’estate, sdraiato al fresco su un’amaca, mentre bevi una birra fresca.
La musica, i cd che ti sei masterizzato e che devi ascoltare, quest’estate, con le cuffie in testa, magari con il lettore mp3, la mattina, mentre fai jogging.
Ah già, perché ci sono anche gli esercizi, il mettersi un po’ in forma, ti sei ripromesso lo avresti fatto quest’estate, bici, corsa, piscina, appena hai tempo inizi.
E tutti i film scaricati col mulo? Ormai ne hai talmente tanti che di estati, per vederli tutti, ce ne vorrebbero dieci. Eppure te l’eri ripromesso, di vedere di nuovo tutta la prima serie di Heimat, la sera, con le finestre aperte, coperto di Autan…
Tante cose da fare, tre settimane per farle.
Ma finalmente, davvero, dopo un anno, finalmente, un po’ di tempo per te.
Finalmente.
La mattina dopo, il frigorifero è rotto. E il centro di assistenza è chiuso (per ferie).
Nei sei giorni seguenti, nell’ordine:
- Perdi il bancomat;
- Ti rifanno la fiancata della macchina con un cacciavite a stella (presumibilmente, data la profondità e raffinatezza dell’incisione);
- Scopri che un pennarello viola è entrato nella lavatrice insieme alle tue camicie;
- Piove;
- Perdi le chiavi di casa (due volte);
- Scopri che il tuo capo ha anche il numero del tuo telefono di casa;
- Ti rubano la macchina, quella con la fiancata rigata;
- Ritrovi la macchina, ma dopo che un barbone l’ha usata anche per dormirci (ma non solo);
- Scopri quanto fa male il colpo della strega. E una spalla lussata. E perdere un’unghia;
- Perdi (di nuovo) il bancomat.

Basta basta, è il vivere in questa città che ti stressa, ti uccide, ti fa uscire di testa.
Hai deciso che domani si parte per il mare, punti la sveglia alle cinque e mezzo e vai a letto presto, si, domani vuoi partire prestissimo, il caldo il traffico le partenze intelligenti, e poi porca miseria, vuoi mettere la bellezza di alzarsi presto nel fresco del mattino e guardare l’alba?
Alle due ti si spalancano gli occhi (era una zanzara quel rumore?) e passi quelle che ti sembrano ore a pensare “dio, devo dormire, devo dormire per forza o domattina non avrò la forza di alzarmi, devo dormire, devo dormire, alle sei suona la sveglia e io non sto dormendo, sarò un cadavere domani, devo dormire devo dormire”, poi alla fine ti alzi per bere un po’ d’acqua, temi che ormai manchi pochissimo alle sei, tipo dieci minuti, e non hai dormito per niente, guardi l’orologio e sono le dieci e mezzo, la sveglia non ha suonato (fuori, nel mondo, la gente vive).
Settembre è vicino, finalmente.

6 commenti:

dario ha detto...

Mah... ciai un fuso orario diverso? Che' qui da noi si e' gia' stufi di declinare il pensiero fisso, ormai!

gb ha detto...

"vedere di nuovo tutta la prima serie di Heimat, la sera, con le finestre aperte, coperto di Autan…"

che immagine...

Anonimo ha detto...

Altro che settembre...meglio provare a nascere una seconda volta. La sfiga sarà più distratta ;)

Artemisia ha detto...

Conosco perfettamente le sensazioni mirabilmente descritte nell'ultimo paragrafo. Anche senza partenza imminente, ahime'.

Niccolò Storai ha detto...

Forse questo è il mio blog preferito!

marina ha detto...

vacanze a Lourdes?
marina