giovedì, agosto 14, 2008

Gli stranieri non capiscono - I

Come promesso, ecco la prima corrispondenza dal Giappone, curata interamente dal nostro Urakidany. Salutiamolo tutti con trasporto (nonostante il ferragosto incombente e leferie alla quali tutti - viliacchi - vi siete dedicati). Dalle spiaggie assolate, dai monti innevati, dalle città accaldate, un solo coro accolga Urakidany: BENVENUTO! E ora, ricordatevi tutti che siamo qui pronti ad accogliere tutte le vostre domande, dubbi e curiosità sul Jappone. Chiedete qualunque cosa, a tutto sarà dato risposta. Ed ora, mi pregio di presentrarvi, in tutta la sua magnificienza, Urakidany in Gli stranieri non capiscono.

Sabato sono andato a vedere Batman, lo avevo visto in italiano ma sono tornato volentieri a vederlo con mia moglie in lingua originale in un cinema di Shibuya, un quartiere moderno pieno di giovani stravaganti. I film al cinema in Giappone sono tutti in lingua originale, di per se è una bella cosa, se non fosse che i giapponesi lo fanno solo per immergersi in un’atmosfera internazionale che il suono di certe lingue straniere, come soprattutto l’inglese, riesce a trasmetter loro. In questo paese sono ossessionati dalle lingue, ne studiano duemila ma alla fine non parlano bene neanche la loro che posso garantire essere una lingua semplicissima e piatta come quasi tutte le lingue dell’estremo oriente. Credo che la chiave della stupidità dei giapponesi sia racchiusa proprio nella lingua. Non si sono mai sviluppati pensieri filosofici complessi proprio perché mancano gli strumenti. Mancano le parole ma soprattutto manca la grammatica. Non ci sono articoli, pronomi, coniugazione verbale, singolare e plurale, maschile e femminile, nei verbi esiste solo il tempo presente e passato…..niente futuro, imperfetto ecc. e soprattutto non esistono le parolacce. Molti dei mie studenti si accaniscono su questo punto ma non riescono a capire che “cacca” o “ scemo” non sono delle parolacce. Non riesco a leggere completamente i sottotitoli ma spesso neanche ci provo per la tristezza che ne deriva. Un discorso complesso, fantasioso o semplicemente buffo si appiattisce e spesso ricorrono all’uso di parole inglesi (storpiatissime) come “kiss” o “sex” non presenti nella loro lingua (non esiste l’espressione “fare l’amore”). Un giorno devo farmi forza e noleggiare Pulp fiction per godermi la mitica versione giapponese. Tornando al cinema, vorrei sfatare l’immagine che di solito le persone hanno di Tokyo. Tokyo non è la metropoli che i più credono, anzi spesso alcuni scorci di città ricordano degli accampamenti nomadi (dicesi anche zingani) e non credo affatto che sia la terza città più vivibile del mondo come ultimamente diceva qualcuno su internet. Immagino che questi tipi ci abbiamo passato al massimo un paio di giorni ma non ovviamente un fine settimana. Si sarebbero accorti in tal caso che i treni non sono solo puntuali ma anche pieni di ubriaconi che hanno lo strano vizio di vomitare un po’ dove capita e su chi capita a tante altre belle cose che scopriremo in futuro. Mamma mia sto divagando come al solito ma sono così tante le cose da dire e tre anni di sofferenze rischiano di esplodere in un post delirante. Dicevo che Tokyo non è tutta questa grande metropoli visto che alla prima di Batman, nel centro che più centro non si può di Tokyo sono andato a finire in un cinema grande quanto la sala di un circolo ARCI con naturale e conseguente delusione….voi che sognate Tokyo ed io che sogno il VISPATHE’. Non parliamo poi del sistema! Allora, il biglietto è carissimo, 1800 yen circa (fate il conto voi per favore) ma si può comprare una riduzione del biglietto in negozi di solito molto vicini al cinema stesso. Trattasi di vero contorsionismo mentale. Perché complicarsi la vita per questa riduzione così facile da avere e non abbassare direttamente il prezzo? Poi appena comprata la riduzione dobbiamo andare al cinema per cambiarla con il biglietto vero e proprio e mettersi in fila (ebbene sì, ai giapponesi piace molto fare la fila) per aspettare che chiamino il nostro numero, dopodiché possiamo entrare per cercare di rimediare il posto migliore. Ma dico, non potrebbero assegnarti il posto subito come fanno nei multisala normali?! Arrivati dentro la sala comincia la lotta per trovare due posti, che sia il treno o il cinema è quasi impossibile trovare due posti accanto in quanto i giapponesi rifiutano il contatto con gli altri esseri umani e si siedono sempre alternando un posto vuoto e uno occupato come una scacchiera. Per non parlare poi delle principesse che mettono accanto a loro la preziosa borsa firmata come fosse una persona e non lo fanno per tenere occupato il posto a qualcuno. Sono quasi sempre soli, vanno al ristorante e al cinema da soli e si stupiscono che noi italiani di solito facciamo queste cose in compagnia. Insomma dopo aver fatto spostare le varie borse per potermi sedere accanto a mia moglie finalmente il film inizia…..e la principessa seduta accanto a noi cambia posto perché non regge lo stress di avere accanto una persona…anzi……un GAIJIN!

Minasan kiwotsukete
Urakidany

Nella foto: un ridente angolo di Tokio. Altre foto, sempre a cura di Urakidany, qui.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti ad Heike per questo nuovo sub-appalto ;-) e complimenti anche a Urakidany per questo primo post che ho trovato molto interessante, davvero.

Mi stupiscono queste lacune della lingua giapponese e aspetto un post più approfondito al riguardo. Allora un film come American History X è intraducibile, eh? ;-)

Da dove ha origine il rifiuto al contatto umano ?

Qual è il significato di "Minasan kiwotsukete"?
E "Urakidany"?

Daniel ha detto...

In tutta sincerità non mi aspettavo un post così... serio.
Allora faccio anche io una domanda, alla quale non serve rispondere in fretta.

Ho notato che tutti i cartoni giapponesi sbarcati con successo da noi (Pokemon, Dragonball et cetera) sottolineano valori simili come amicizia, armonia, coerenza. Nelle storielle che ho in mente come europee o americane (vedi film) la fine di norma è caratterizzata dal buone che sconfigge il cattivo con le sue armi e non con le proprie. Cosa che non succede in quelli giapponesi (non che io abbia una grande cultura, quindi accetto anche smentite). I protagonisti a fine puntata non hanno imparato niente dal nemico, ma solo da se stessi. Si sono migliorati, sono maturati, ma non fanno bagaglio degli errori altrui.

Spero di essermi spiegato bene e di non aver malinterpretato quello che ho visto. (Ne ho visti pochi di cartoni giapponesi, perché mi sembravano tutti uguali).

Ah, e poi anch'io sono interessato nella questione linguistica. Che differenze ci sono col cinese a livello di vocabolario ed evoluzione della lingua?

Benvenuto a Urakidany. Heike, non è che stai scrivendo più del solito?

Anonimo ha detto...

Ciao Urakidani, dopo il primo post devo dire che sono quasi contento che godzilla cerchi di distruggere Tokio.
Comunque complimenti per il post
davvero molto bello.

gb ha detto...

Bella rubrica
e bel post

il discorso sulla lingua è interessante, anche perchè conosco un sacco di gente che si mette a studiare lingue orientali (perchè legge i manga) e poi tutti dicono Ah, studi giapponese, wow!
lei, signor Urakidany, da quel che ho capito invece è a tokyo ad insegnare l'italiano, giusto?

Heike ha detto...

Ciao ggente, come va? Per fortuna a Città Cupa è arrivato l'uragano ieri, così oggi è tutto un poco più freschetto.
Dunque, rispondo a tutti io (Uraki? Dove sei?):

@ Pheepee: amico mio! Allora, per quanto riguarda i complimenti, giassai. Per quanto riguarda le domande,le impacchetto e le passo a Urakidany, che tanto non va in ferie e così prepara il prossimo post. Ma te, le ferie? Ci sentiamo dopo.

@ Daniel: è sempre un piacere sorprenderti! E anche leggerti, ora che hai ricominciato a scrivere ;-) Allora, ho tradotto il tuo contorsionismo mentale in una domanda, e la passo a Uraki, che spero ti darà una risposta soddisfacente. Per quanto riguarda il mio scrivere...beh, si, in effetti sto cercando di tornare a ritmi di pubblicazione minimamente accettabili, dopo le traversie degli ultimi mesi. Vedremo. Comunque grazie che ci fai caso.

@ bruant: i mostri giganti lavorano per noi, lo sai, e cercano sempre di fare il nostro bene. Ciauz!

@ gb: Grazie! beh, Urakidany lavora a Tokio come insegnante di italiano da qualche anno, comunque sono sicuro che più avanti ci spiegherà molte cose anche riguardo la sua attività. Stay tuned!

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, sto preparando i prossimi post e ne sto preparando uno speciale con le risposte alla vostre domande. Non vi preoccupate, sono sempre qui che in Giappone le vacanze non esistono.

Anonimo ha detto...

assodato che d'ora in poi andrò al cinema solo ed esclusivamente in giappone, mi sono sempre chiesto - mi si perdoni la trivialità -perché nei porni giappi il genitale maschile viene pixelato. ce l'hanno a quadretti? preferiscono lasciare un alone di mistero sulle loro fantomatiche misure non all'altezza ("alla lunghezza") degli occidentali? una volta in un servizio televisivo ho sentito dire che è una questione politica, ma continua a sfuggirmi il nesso.

gb ha detto...

@signo: c'è un bel libro di tiziano scarpa che si chiama "occhi sulla graticola". la protagonista del libro di lavoro disegna i genitali censurati degli hentai. ci dovrebbe essere anche scritto perchè i giapponesi li censurano, ma sono troppo pigro per controllare

Anonimo ha detto...

@gb: uh, grazie gibì! domani vado a leggermelo a scrocco in una qualche megalibreria climatizzata. ;)

Artemisia ha detto...

Molto interessante questo post! Ringrazia da parte mia il tuo amico Urakidany. Certo, se già il Giappone mi attirava poco, ora poi!
Coraggio!