La droga uccide. Dille di smettere.
- E passalo 'sto meme, fallo girà.
Mi voltai verso l'impudente, fulminandolo con lo sguardo.
- Sciocco, cosa osi dire con la tua vocetta querula? I meme non si chiedono. Si sta lì seduti con le gambette incrociate, all'umido, davanti al falò, e si aspetta il proprio turno in silenzio, o al massimo cantando le immortali strofe di Battisti accompagnati dalla chitarra di quello che tutte le volte la porta e deve far vedere che lui la sa suonare e quant'è bravo e dai ditemene una che la so, la sai Aquarela do Brasil, no, la sai Suzanne di Leonard Cohen, no, la sai heavy weather, no, vi faccio Battisti, eh bravo, facci Battisti, che ci mancava, e comincia a suonare e massacra tutti gli accordi.
Distolsi lo sguardo. Aveva capito l'antifona.
IL MEME DEL MESE (inoltrato da Daniel - che è un figo perchè mi stima ahaahahah) si intitola....
BLOG? E CHE E' 'STA ROBA?
D - Cioè, voglio dire, perchè, cioè, chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?
R - Fondalmentalmente le tragiche circostanze nelle quali versa la carriera professionale e la vita personale del mio grande amico Giorgio Mastrota. Spero di riuscire ad aiutarlo, riportando poco alla volta l'attenzione del pubblico su di lui, in modo che sia chiaro a tutto che Giorgio, davvero, non è felice.
D - Qual'è stato il tuo primo post?
R - Per non urtare la sensibilità del Dalai Lama, persona che stimo soprattutto per il taglio dei suoi abiti, preferirei non rispondere a questa domanda. Grazie.
D - Il post del quale ti vergogni di più?
R - Tutti. Come un buon padre che si rispetti, non posso fare distinzioni tra i miei figli. Pensi che una volta un vigile mi suonò alla porta dicendo che aveva trovato due piccoli post che si erano smarriti al parco, e voleva sapere se erano miei, e io, come ogni buon padre che si vergogni dei propri figli, dissi "chi, io? Mai visti prima". Poi li fustigai.
D - Il post di cui sei più fiero?
R - Questo.
D - Il post di cui sei più fiero (tra quelli scritti da te, deficiente)?
R - Scusa, ero distratto, dicevi?
D - Per quanto tempo ancora pensi che ci ammorberai con il tuo odiosissimo blog fomentatore d'odio e dalla grafica ripugnante e che puzza come formaggio di capra putrefatto immerso in liquami marcescenti in una fogna a cielo aperto alla periferia di Aulla?
R - Finchè Giorgio non sarà felice, porca di quella perbaccolina!
Ringrazio Daniel per avermi passato il giochino, e a mia volta lo inoltro a:
- Artemisia (l'altra volta mi ha dato buca, se lo fa ancora smetto - fino al prossimo meme)
- Nipote (se questa volta capisce come funziona, così almeno scrive qualcosa)
- il semprevalido Weltall (se non l'ha già fatto)
- al trio di Makkesfiga (se ancora c'hanno voglia di postar qualcosa)
- Paleozotico (che è un grande, aspettate che se ne accorga)
- infine a (non lo farà, perchè non ha tempo e non può perderlo in queste minchiatine, ma se lo facesse - disegnato - sarebbe uno spettacolo) Makkox.
Gente, funziona così: vedete lì sopra le domande in grassetto? Fatevele e rispondete (me sento Marzullo, me sento) nel modo che più vi aggrada, poi passate la palla ad altri che vi stanno simpatici (o che odiate, dipende con che spirito lo si fa), proprio come ho fatto io.
Finis.
Nella foto: Robert Mitchum ci disprezza tutti. Tutti.
9 commenti:
Amico, accetto questo meme!
Devo solo vedere se riesco a postarlo domani o direttamente lunedì ^___^
...però che tristezza essere disprezzato da Robert Mitchum!!!
e?... come funziona?...
scrivo qualcosa?... ma dici a me?..
...comunque accetto...
VEDECCIECCIECCI!!
(@Rd°
hehehe...
è un onore, amico.
:)
M.
Va bene via, visto che ti sei offeso, accetto. Pero' non vorrei nominare altre vittime. Accetto volontari come fanno i prof democratici...
e poi perche' rifarsela con i poveri Aullesi che hanno sono il difetto di eleggersi personaggi discutibili come sindaci?!?
Anzi, guarda, mi hai dato un'idea. A Natale quando andro' ad Aulla faro' una bella foto e te la mandero'.
Popolo, è un piacere vedere le vostre risposte, specie quando sono un "si "(andrebbero bene anche se fossero un "no" o un "si allega assegno", che, tra l'altro, è la frase più bella del mondo).
Ciauz!
Caro heike, scusa se mi sono eclissato!
Tanto per cambiare, penso che farò come Artemisia. Appena riesco, rispondo al meme: ma non vorrei viziarti troppo... (grazie per i complimenti, ovviamente immeritati).
dì la verità: a noi ci odi, vero?
peraltro io giorgio mastrota una volta l'ho incontrato. ero con una mia amica in una stazione di polizia non dico dove per mantenere un po' di quell'anonimato che mi garantisca della privacy (zona udine a milano), non perchè avessimo commesso qualche orribile reato (a parte esistere, ovviamente, ma mi sono informata: non può essermi imputata come colpa ai fini di una condanna, la cassazione ha così sentenziato. o era santi licheri? vabbè.), ma per sporgere regolar denunzia di un borseggio, ai danni non miei ma della mia sfigatissima amica (forse dovremmo proporle di diventare la quarta del nostro blog. le hanno rubato il portafogli con dentro tutti i documenti e due centesimi di euro in contanti, proprio il giorno di un esame e prima che partisse per la sicilia. il portafogli è stato poi rinvenuto-lo dico per rassicurare i più deboli di cuore e amanti del lieto fine, che stanno leggendo queste righe con il fiato sospeso, cioè nessuno-in stazione centrale, con tutti i documenti del caso ma privato dei due centesimi in contanti). mentre aspettavamo invano nella sala d'attesa sicuramente non progettata da un famoso designer danese, facendo le chiacchiere più di circostanza che esistano con la nostra vicina di posto, è entrato questo tizio col capello corto e l'occhio azzurro da manzo, che è entrato in una sala riservata al personale dipendente. poi è uscito, mentre noi lo indicavamo sussurrando tra di noi. lui si girato, ci ha fatto l'occhiolino mormorando quello che pensava essere un suadente ciao ed è uscito, mentre io ho strillato
"ma è quello che vende le pentole".
http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=10424&cat=cronaca
http://www.cicloamici.it/rifiuti_di_puglia.htm
20/03/2008 09:32:10
MOZZARELLA ALLA DIOSSINA, 109 INDAGATI IN CAMPANIA
Decine di sequestri negli allevamenti e caseifici nella provincia di Caserta
109 tra allevatori di bufale e produttori di mozzarelle sono indagati in Campania per avvelenamento di alimenti e commercio di sostanze adulterate. Su richiesta della Direzione nazionale antimafia di Napoli ieri i Carabinieri del nucleo ambientale e di quello antisofisticazione hanno visitato decine di allevamenti in provincia di Caserta effettuando sequestri in 25 caseifici e 60 allevamenti. L'operazione è scattata dopo i risultati delle analisi delle Asl 1 e 2 di Caserta che avevano rilevato quantitativi di diossina nelle mozzarelle superiori ai limiti di legge. Secondo Antonietta Costantini, direttore generale della Asl 2 di Caserta, quelle in corso sono indagini di routine e non vi è alcun pericolo per la salute pubblica.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/07_Luglio/08/bufale.shtml
CRONACHE
Il provvedimento è già il terzo del genere quest'anno
Mozzarelle alla diossina, sequestrate 700 bufale
L'ipotesi: foraggi contaminati dagli incendi di rifiuti tossici. L'Aduc presenta la lista dei sette comuni a rischio.
NAPOLI - Mozzarelle di bufala freschissime, certo. Ma fatte con latte alla diossina. È l'ipotesi che ha portato la procura di Santa Maria Capua Vetere a sequestrare, in via cautelativa, sette aziende di allevamento nel Casertano. Il provvedimento riguarda in totale 700 bufale.
PRECEDENTI - Non è il primo caso del genere in Campania. Già in un paio d'occasioni, da marzo a oggi, i magistrati erano intervenuti sequestrando alcuni allevamenti. Questi provvedimenti hanno interessato 9000 animali.
http://www.corriere.it/Media/Foto/2003/07_Luglio/08/bufala--230x180.jpg
IPOTESI - La diossina deriverebbe dall'incendio di rifiuti anche tossici. Questo contaminerebbe il foraggio di cui si nutrono le bufale. Di qui il rischio che la diossina finisca sulle tavole dei consumatori.
MAPPA DEL RISCHIO - Un'associazione dei consumatori, l'Aduc, ha presentato una lista di sette comuni a rischio: Villa Literno, San Tammaro, Marcianise, Santa Maria a Vico, San Felice a Cancello, Maddaloni e Cervino. Il consiglio è di non consumare mozzarelle lì prodotte. Ma l'associazione va oltre: «Purtroppo non basta, perché è anche probabile che un'azienda produttrice che abbia sede in un diverso comune si rifornisca poi da queste zone a rischio». Ma l'elenco - quasi una lista di proscrizione - sta suscitando polemiche da parte degli allevatori e dei produttori.
8 luglio 2003
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http://foros.hispavista.com/itercanvio-de-material-pedoporno/25509/759957/m/intercambiemosmaterial-pedo-porno
http://gatochy.blogspot.com/2007/08/legal-pedo-porn.html
http://www.shooshtime.com/videos/13013_Sick-Pedo-Freak.html
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http://www.omgili.com/omgili.search?q=alison+angel+full+vids
http://bitzi.com/lookup/KTGW5OHNJZJRIYLBZLCDTY2FSTAB6ZWU?detail
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200705articoli/21498girata.asp
http://www.lastampa.it/redazione/cmssezioni/cronache/200705images/diossina01g.jpg
Morire di diossina
nel paese dei rifiuti
Ricerca dell’Oms: qui il cancro uccide trenta volte di più
FULVIO MILONE
ACERRA
Vincenzo viveva fra le bestie che portava al pascolo in una campagna spettrale, dove gli alberi sono rachitici, il colore dell'erba vira sul giallo pallido, e le zolle mostrano strane macchie color verde marcio sotto le sagome imponenti della Montefibre in disarmo e di un inceneritore di rifiuti in costruzione. «Vedrai se fra poco non morirò anch'io», diceva al fratello ogni volta che una delle pecore partoriva il corpo senza vita di un agnellino deforme: con il muso rincagnato, o privo di orecchie, o con un solo occhio. E' andata proprio così: Vincenzo Cannavacciuolo, 59 anni, pastore di Acerra, è stato seppellito 25 giorni fa. L'ha distrutto un cancro a un polmone, che con la velocità del lampo gli ha mangiato anche reni e ossa. Il pastore che aveva previsto la sua fine vivrà nel ricordo dei suoi cari. Ma per le statistiche i nomi e i volti non contano: Vincenzo è solo un numero, e va sommato a quello dei morti che si stanno contando a decine ad Acerra, epicentro di uno dei disastri ambientali più spaventosi d'Italia. Qui, come in altri sette comuni disseminati fra le province di Napoli e Caserta, certi tumori uccidono fino a trenta volte di più che nel resto del paese, e il rischio di malformazioni congenite cresce dell'83 per cento. Colpa dei roghi di rifiuti che sprigionano diossina e delle discariche illegali in cui vengono buttate sostanze tossiche e scarti industriali provenienti da tutt'Italia.
Pochi giorni prima della morte di Vincenzo, è stata pubblicata una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della sanità a cui hanno collaborato l'Istituto superiore della sanità, il Cnr e l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Titolo: «Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana. Correlazione tra rischio ambientale da rifiuti, mortalità e malformazione congenita». Gli esperti hanno lavorato in 196 comuni campani, analizzando i dati sui decessi per vari tipi di tumori e mettendoli in relazione con la «pressione ambientale» legata alla prersenza dei rifiuti. Hanno diviso i paesi in cinque categorie: la prima raggruppa i centri meno inquinati, la quinta quelli disastrati. La maglia nera è stata aggiudicata, oltre che ad Acerra, ad Aversa, Bacoli, Caivano, Castel Volturno, Giugliano, Marcianise e Villa Literno.
Adulti e bambini si giocano la vita in quell'inferno di fumi velenosi provocati dai rifiuti in fiamme e di miasmi sprigionati dalle sostanze chimiche sotterrate. Sanno, ad esempio, che le donne si ammalano 12 volte più che altrove di nove tipi di tumore. Sanno, ancora, che il rischio di morire di cancro al fegato è più elevato del 29 per cento. Sanno, infine, che il rischio di malformazioni congenite per i più piccoli cresce dell'84 per cento. E poi ci sono gli animali. Da anni, ad Acerra, le pecore muoiono come mosche, o nascono deformi. Racconta Alessandro Cannavacciuolo, nipote di Vincenzo: «Nel 2003 la mia famiglia possedeva 2.500 capi, oggi ne abbiamo 250. Le bestie mangiano erba avvelenata e acqua contaminata, e partoriscono mostri». Alessandro dice che la terra nasconde tonnellate di robaccia tossica. Lui stesso racconta di aver visto decine di bidoni accatastati in campagna, in attesa di essere schiacciati con una pressa e sepolti: «Il mio paese è stato trasformato nell'immondezzaio d'Italia».
C'è chi scaraventa spazzatura ma anche «bombe chimiche» fra i copertoni incendiati dai bambini rom che, come racconta Peppe Ruggiero di Legambiente, «sono pagati con 50 euro a rogo»: una pratica, questa, prediletta dalla camorra che si arricchisce con l'emergenza senza fine dei rifiuti in Campania. E c'è addirittura chi ha spacciato per concime un composto di diossina, mercurio, amianto e fanghi tossici provenienti dalle industrie venete e toscane. Così ci ha guadagnando due volte: con lo smaltimento illegale e con la vendita del «fertilizzante» che ha avvelenato la terra. Lo ha scoperto la magistratura che, poco più di un anno fa, ha fatto arrestare i titolari di una ditta specializzata nel trattamento delle sostanze chimiche. Ad Acerra il Governo Prodi ha dichiarato lo stato d'emergenza "per fronteggiare l'inquinamento ambientale da diossina". I Cannavacciuolo non possono più vendere il latte delle pecore né gli animali per la macellazione. «Noi siamo condannati a morire di fame, ma i contadini continuano a vendere la verdura coltivata nella stessa terra su cui cresce l'erba avvelenata», protesta il nipote di Vincenzo, Alessandro, che sbircia con preoccupazione la sagoma del grande termovalorizzatore. L’impianto entrerà in funzione a ottobre e, secondo il Commissariato straordinario di governo diretto da Guido Bertolaso, contribuirà a risolvere senza inquinare l'eterna emergenza dei rifiuti in Campania. «Altro fumo, altra cenere, altra diossina», borbotta Alessandro.
Ad Acerra è un fiorire di movimenti di lotta. I leader della fondazione Eidos e del «Comitato donne del 29 agosto» non credono affatto alle rassicurazioni di Bertolaso: «L'unico sistema per non morire avvelenati e sviluppare la raccolta differenziata e bonificare il territorio», dicono. E' d'accordo con loro il farmacologo Antonio Marfella, che lavora all'istituto dei tumori "Pascale" di Napoli. «L'impianto entrerà in funzione senza che nessuno, dal Ministero della Salute alla Regione, abbia pensato di sottoporre gli abitanti ad analisi per verificare quante sostanze velenose già abbiano in corpo», dice, e racconta un curioso episodio avvenuto in uno degli otto comuni dove il cancro falcia più vite che altrove: "Un colonnello dell'esercito che vive a Castel Volturno si è sottoposto a una serie di esami di laboratorio in una città del nord. E’ rimasto di sasso quando ha scoperto che nel suo organismo ci sono 37 picogrammi di diossina. Gli hanno spiegato che quei valori sono alti, ma purtroppo frequenti per chi vive vicino a un'industria. Il fatto è che a Castel Volturno non c'è neanche una fabbrica...".
http://www.libero-news.it/libero/LF_showArticle.jsp?edition=10%2F04%2F2008&topic=10326&idarticle=94396851
Roma capitale di rifiuti: ogni romano ne produce 693 Kg all'anno di NAT. ALB
«L'emergenza rifiuti nel Lazio è reale: siamo al limite con la Campania». A sostenerlo è Donato Robilotta, capogruppo alla Pisana dei Socialisti riformisti, che ieri in una conferenza stampa ha snocciolato tutti i dati relativi alla "monnezza" del Lazio. Con 3 milioni e 275 mila tonnellate di rifiuti all'anno il Lazio, che ha 10 discariche, tre inceneritori autorizzati e una raccolta differenziata «ferma al 10,4%», ha un primato negativo rispetto alle altre regioni delle stesse dimensioni. Queste infatti «producono meno rifiuti», ha spiegato Robilotta, «hanno la raccolta differenziata comunque superiore al 30% e hanno il doppio degli inceneritori».
http://www.ping.be/~ping5859/It/CloroDioxin.html
CLORO, PVC E DIOSSINA
http://www.cicloamici.it/rifiuti_di_puglia.htm
FATTI E CIFRE
La diossina è il capro espiatorio
La diossina è la sostanza chimica con il più alto contenuto tossico, creata dall'uomo come sottoprodotto dannoso di alcune reazioni chimiche e come sottoprodotto generico di qualsiasi forma di incenerimento, quasi sempre in piccole quantità. Naturalmente si dovrebbe cercare di minimizzarne l'emissione a livelli molto bassi, ma 'Zero Diossina', zero=zero, il valore espresso da Greenpeace nel suo rapporto, è impensabile. Se si intende veramente zero, si dovrebbe eliminare qualsiasi forma di riscaldamento con combustibile fossile, interrompere la circolazione a motore, chiudere tutte le fabbriche, sia che usino o che non usino cloro, perché generano tutte delle quantità, anche se infinitesimali, di diossina e tracce di altre sostanze nocive che vengono diffuse nell'atmosfera, nell'acqua e nel suolo. E, da ultimo e più importante, si dovrebbe fermare la natura, perché la natura stessa produce diossina dalla combustione naturale e dal legno, biodegradabile...
Vi sono stati episodi in cui sono state emesse ingenti quantità di diossina, e da cui si pu„ dedurre quali siano i rischi a breve e a lungo termine legati alla diossina. L'incidente più famoso è quello di Seveso, causato dal surriscaldamento di un reattore che cominci„ ad emettere nella zona circostante una nube di sostanze prodotte dalla reazione, tra cui da alcune centinaia di grammi a qualche chilo del tipo di diossina più tossico.
Vedi: Che rischi presenta la diossina?
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Greenpeace e altri gruppi ambientalisti accusano l'industria del cloro di essere la fonte principale di diossina nell'ambiente. Questo si pu„ dire per il passato e per alcuni casi particolari, ma oggi l'intera industria del cloro, e segnatamente quella del PVC, costituisce solo una delle fonti secondarie di diossina. Nei paesi occidentali (rilevazioni effettuate in Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Gran Bretagna, Canada e USA) essa produce solo lo 0,1% della quantità totale di emissioni di diossina nell'atmosfera. Le fonti principali sono ancora i vecchi inceneritori, la combustione del legno in ambito domestico e l'industria metallurgica. E la quantità di PVC - o cloro - che viene immessa non influisce assolutamente sulla quantità di diossina che si forma nell'inceneritore. Quello che conta è la qualità dell'incenerimento.
Vedi: Fonti di diossina.
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Greenpeace e altri gruppi ambientalisti vorrebbero dichiarare illegale qualsiasi impiego del PVC, perché genera diossina nelle fasi di produzione e di incenerimento. Ci„ in realtà riguarda solo quantità insignificanti, ma dimenticano di dire che avviene la stessa cosa durante la produzione di qualsiasi materiale per cui venga adottato un processo di lavorazione a caldo o termico. Qualsiasi materiale riciclato ad alte temperature forma anch'esso diossina e qualsiasi materiale infiammabile pu„ generare diossina - e cosa più importante PAH - se bruciato accidentalmente o incenerito, e nel secondo caso dipende esclusivamente dalle caratteristiche qualitative dell'inceneritore.
Vedi: Emissioni di diossina dai materiali nel ciclo di vita.
Vi trovate al livello uno delle pagine dei Clorofili
Creato: 26 febbraio 1996.
Ultima revisione: 29 novembre 1997.
Pagina di Benvenuto
Home page dei Clorofili
Cloro e rischi
Cloro e ambiente
Che rischi presenta la diossina?
Per qualsiasi commento su questa o altre pagine, e in particolare sugli effetti della diossina:
Chlorophiles@ping.be
gerri scotti= m.e.r.d.a= m.o.n.n.e.z.z.a.
mirella russo = m.e.r.d.a. = m.o.n.n.e.z.z.a.
http://corvacci.net/?p=296
http://nocoketarquinia.splinder.com/
Ci dicevano che l'amianto non era dannoso per la salute .....ora si paga il prezzo.
Erano pazzi quelli che allarmavano e diffondevano il pericolo .... oggi i pazzi siamo noi con il carbone.
Bastava che le cose dette fossero prese sul serio.....oggi continuano a far finta che le fonti di informazioni contro il "carbone pulito" che ci danno grandi scienziati,medici, non prezzolati dall'Enel non esistano.
Svegliatevi operai mal pagati, che lavorate in cantieri dove la sicurezza è un opcional.
Svegliatevi per i vostri figli,per la vostra vita,per la vostra dignità e pretendete un ambiente di lavoro che rispetti in primis la vostra vita.
Anche oggi parlavo con un ex operaio che ha lavorato fino al 1994 in centrale e mi raccontava ........come tanti operai che si lasciano a confidenze sulle cose "strane" che succedono di notte quando il buio del cielo nasconde i fumi densi e malsani che escono dalle ciminiere.
Un motivo in più per partecipare alla manifestazione del 24 maggio che partirà da Piazza Matteotti a Tarquinia
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La truffa del secolo, in Campania, nel Lazio, in Italia
(aperto il forum Il Bosco per adulti che hanno subito un abuso o un trauma nell’infanzia)
Nel Lazio c’è emergenza rifiuti ma i giornali tacciono. Si ricorre a discariche e inceneritori nonostante ci siamo già presi una maxi multa dall’Europa per violazione delle norme, e non si parla della diossina che ci asfissia, e si tace sull’aumento pauroso dei tumori. Ma perchè i governi non hanno preso provvedimenti ai ripetuti inviti minacce dell’Europa? E’ quel che andiamo a spiegare.
In questo stato falsamente democratico i politici e i commissari sono subordinati alle varie lobbies mafiose dei rifiuti. Oltre a tutto questi commissariamenti ci costano un occhio e potremmo risparmiarceli, è un fumo negli occhi che non ci acceca più. Oltre a tutto è la regione Lazio che nomina il suo commissario, possibile che un ente possa decidere chi deve controllarlo? Il capo della regione è lo stesso che fa il controllo (Marazzo). Basta coi falsi commissari pagati a peso d’oro da governi e mafia.
E non si invochino partiti, perchè i vari governi che si sono succeduti hanno continuato illecitamente a prorogare lo smaltimento dei rifiuti senza trattamento in discarica. Pagano a peso d’oro mega aziende mafiose che non solo fanno pagare caro il servizio, ma che distruggono ambiente e salute.
In compenso la Ricerca sul cancro si carica di appannaggi pubblici e privati da decine di anni. Conoscevo una ricercatrice chiamata in Giappone per una scoperta scientifica che sostituiva la chemioterapia (devastante se il male è esteso) in alcuni tipi di tumori. Fu inviata per apprendere la procedura e al suo ritorno volevano spacciare la sostituzione della terapia per un vaccino contro i tumori. La mia amica se ne andò disgustata, mentre del ritrovato non se ne è fatto nulla, nemmeno come sostituzione della cura, perchè sulla chemio c’è un grande business delle ditte farmaceutiche.
Ma torniamo alla “monnezza”. Nel Lazio la situazione è gravissima, stiamo sulla via della Campania. Le amministrazioni di Storace, Marazzo e Veltroni (ce n’è per tutti) blateravano e blaterano che gli inceneritori “sono indispensabili per evitare che i rifiuti finiscano per strada come in Campania”, criminale pubblicità e consapevole mistificazione, per la differenziata mai una parola.
L’allarme è lanciato da alcuni eurodeputati di Forza Italia (ma quando c’era Forza Italia al governo nessuno ha protestato) con interrogazione alla Commissione Ue: - La quantità di rifiuti a Roma e Lazio è superiore a quella di Napoli e Campania e il piano rifiuti della giunta regionale non è mai partito. Dei 4 impianti previsti per le 8 linee di termovalorizzazione, solo 2 sono aperti. Inoltre la discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa e già oggetto di una procedura d’infrazione, è stracolma, ed è stata prorogata al 31 dicembre 2008. Chiediamo alla Commissione quali iniziative affinché nel Lazio non si verifichi una situazione analoga a quella della Campania e qualora risultassero palesi violazioni delle norme comunitarie. -
E cosa volete che faccia l’Europa? Ci affibia un’altra multa e tutto resta come prima. Secondo il Piano rifiuti di Marrazzo entro il 31 dicembre 2007 nel Lazio la differenziata doveva raggiungere il 40%. Ma è al 9%, il resto va in discarica e bruciatori, poi ci sottopongono alle targhe alterne, roba da ridere, o da piangere.
Un esempio: il 13 gennaio ambientalisti, Comitati e cittadini hanno protestato contro l’impianto rifiuti di Colfelice e la discarica di Roccasecca, emergenza da 12 anni con la discarica più grande del Lazio, dopo Malagrotta a Roma, che raccoglie rifiuti di 92 comuni della provincia di Frosinone. La discarica di Roccasecca doveva durare un anno e mezzo, poi si passava alla differenziata. Invece sono 4 anni che funziona e cresce come un cancro.
Nonostante a Roma Veltroni dichiari la raccolta differenziata in crescita, nel centro storico non esistono cassoni adatti e quei pochi che ci sono, vengono, visto coi miei occhi, vuotati nella spazzatura cumulativa dalle auto raccoglitrici. Solo che avviene di notte, così nessuno vede e tutti contenti.
E poi non raccontiamoci balle, la differenziata funziona solo se fatta porta a porta, come si fa nei paesi europei, con sacchetti di diverso colore per i vari materiali e col nome e indirizzo scritto sopra, per cui se violi la norma paghi la multa.
C’è di più:
Marazzo, in accordo con Prodi, ha annunciato che la spazzatura di Napoli e Campania non finirà a Malagrotta o in altra discarica del Lazio, già stracolme. Però se ne brucerà nei termovalorizzatori e gassificatori, per solidarietà con la Campania, a patto che sia spazzatura già trattata.
Ci prendono per scemi? Le ecoballe della Campania sono un triturato di tutto. Allora le cose sono due: o il Lazio dà la fregatura a Napoli o ci inquineremo a livello di Cernobyl bruciando rifiuti tossici, amianto compreso.
Morale della favola: le nostre discariche sono al collasso, Roma è piena di immondizia nelle strade, nonchè di topi e scarafaggi come derivato, la derattizzazione e disinfestazione delle fogne non si fa da 30 anni perchè così il comune risparmia e mangia di più.
Ma c’è di più:
La verità è che i rifiuti sono un business riservato alle maxi aziende colluse col potere. Altrimenti, non si spiegherebbe come l’inceneritore che si vuole costruire a Malagrotta sia stato affidato al privato MANLIO CERRONI.
Nel 2004, il CERRONI, siccome Malagrotta nel 2005 si sarebbe esaurita (e invece ancora ingrandisce) chiese, oltre ai termocombustori, la gassificazione a Malagrotta, con nuovo impianto a Col dell’Aino, Castel Giuliano, con grande rabbia della popolazione limitrofa, perchè a Roma nulla si sapeva, grazie al silenzio stampa.
Questo vezzo in uso in Italia per cui è l’appaltatore privato e non la Regione a scegliersi il sito per discariche e impianti puzza di bruciaticcio mafioso. Acquisti un terreno vicino a una cava, ci fai un bruciatore e/o una discarica accanto e fai un bel minestrone tra i rifiuti della cava e quelli della discarica o del bruciatore. Poi lo vendi come brecciolino o fertilizzante. Accade spesso e lo dimostrerò.
Adnkronos - La discarica di Malagrotta chiuderà nel 2006, come è fissato dal 2001. È una data prestabilita che non può e non deve essere cambiata. - praticamente l’hanno ripetuto ogni anno e Malagrotta è ancora là, a ricevere rifiuti MAI TRATTATI -
- I gestori e proprietari della discarica, il Consorzio Colari, di cui è presidente Manlio Cerroni (rieccolo di nuovo) vorrebbero realizzare un gassificatore a spese loro, così il termovalorizzatore non si farà perchè si farà il gassificatore. - Non è inquinante e rappresenta una grande opera di risanamento ambientale, il gassificatore al posto della discarica - questo riferisce il comune di Roma. Totalmente falso. La gassificazione è megainquinante, ma Cerroni smazzetta forte.
Le soluzioni del comune di Roma, del Lazio, Campania e tutta Italia, sono quelle più costose, più inquinanti e che danno meno occupazione, così le mega aziende mafiose guadagnano di più. Il decantato inceneritore di Brescia (di Cerrone) occupa solo 8 persone, mentre il recupero e riciclaggio occuperebbero un centinaio di persone. L’inceneritore di Brescia costa 300 milioni di € mentre un impianto di compostaggio che darebbe anche metano o energia elettrica costa 5 milioni di €.
Inoltre il riciclaggio consumerebbe un terzo dell’energia che occorre per l’inceneritore, e le ceneri andrebbero smaltite in discariche speciali, con prodotto al 30% inquinante da discarica. Gli scarti del compostaggio invece, che recupera metano, darebbero un prodotto al 40% in fertilizzante.
Roma è tra le ultime regioni per raccolta differenziata, ma è al primo posto in Italia per i rifiuti in discarica. Il Lazio spende il 20% in più rispetto alla Lombardia, dove la differenziata è al 50%, contro il 9% del Lazio.
Nel Lazio abbiamo 7 impianti di trattamento rifiuti, ma ne funzionano solo 4, e 16 impianti per trasformazione in fertilizzante agricolo, ma ne funzionano solo 10. Come mai?
Ora Marrazzo, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti nonchè presidente della regione (Ohe, io mi controllo da solo, non mettetemi bastoni tra le ruote, ovvero commissari esterni), dopo il cazziatone della Comunità Europea fa un nuovo piano: 3 impianti a Colleferro, San Vittore e Malagrotta, con 6 linee in esercizio più 2 di riserva. Scompare il quarto termovalizzatore, la cui gestione sarebbe andata ad Ama.
Come mai sparisce Ama e compare Manlio Cerroni?
Per il segretario generale fp-Cgil Gianni Nigro: - Si rischia di aprire la strada agli interessi e alle imprese private. - Ma va? Che alluda a Manlio Cerroni?
E come mai questo eccellente imprenditore e questa eccellente ditta vogliono impiantare un gassificatore a loro spese? Hanno il cuore d’oro? Vogliono conquistarsi il paradiso?
Allora vediamo chi è Manlio Cerroni:
definito il re della mondezza italiano. Suo braccio destro è Bruno Landi (ex presidente della Regione Lazio del Psi), possiede la discarica di Malagrotta ed altri megaimpianti di trattamento rifiuti e la televisione Roma Uno Tv. Capperi, ne ha di cosine.
Lazio: Da Red online, 844 letture - 30 agosto 2006.
- Documento di analisi sulle interconnessioni societarie nel ciclo dei rifiuti, elaborato dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta:
esistono assetti societari incrociati tra loro, con doppia direttrice, illegalità (mafia, le parentesi sono le mie) e imprenditorialità, spesso concorrenti e partner allo stesso tempo. Hanno collegamenti con aziende svizzere e lussemburghesi, che hanno sede in Paesi dove non è possibile indagare per risalire alle ripartizioni dei capitali sociali o ai titolari. Società con capitali cospicui sono controllate da società con capitale al minimo consentito dalla legge.
Scatole cinesi che non conducono a un soggetto solvibile e credibile, ma a soggetti societari che controllano le une e le altre, senza consentire di giungere alla vera titolarità imprenditoriale. Stretti rapporti tra società che operano nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti, un ristretto giro di operatori, un’assenza di trasparenza del settore e un oligopolio tendente al monopolio. -
Le schede:
- MANLIO CERRONI: Consigliere amministr. ECOSERVIZI di Brescia (quella che ha risolto con 8 impiegati). Detiene il 50% di azioni della E.GIOVI, il 50% della P.GIOVI e il 50% della GIOVI IMPIANTI - Consigl. delegato della SO.R.A.IN. CECCHINI di cui detiene il 56%. - Consigl. ammin. di R.E.C.L.A.S con sede a Colfelice (ecco spiegato perchè vuole l’impianto a Colfelice). Legato ad altri gruppi di società oggetto di inchieste: Francesco Rando, Giancarlo Russo Corvace e Pierangelo Montanucci. -
e andiamo avanti:
VINCENZO FIORILLO: Socio al 50% della SIR - Socio al 5,50 % della D.E.S. - Ammin. Unico TIBURTINA GESTIONI di cui possiede il 50% - Liquidatore SATECO - Titolare del 30% di BOHEMIA. Già Ammin. Unico INES SUD, con il 42,1 % - Connessioni con Vittorio Ugolini e con Francesco Rando (chi si rivede).
- VITTORIO UGOLINI: Socio al 50% della SIR di Roma - Al 50% di TIBURTINA GESTIONI di Roma - Al 30 % di BOHEMIA di cui è stato ammin. unico - Nel 92 costituisce a Roma, con Marina D’Innocenti e Liborio Polizzi la BOHEMIA SICILIA - Titolare del 22,1 % INES SUD - Connessioni con Vincenzo Fiorillo e Francesco Rando. -
- FRANCESCO RANDO: Presid. Cons. Amministraz. INES SUD (vedete come i nomi tornano?) - Ammin. Unico di E. GIOVI - Dirett. Tecnico RAMOCO - socio 11,1 % SLIA. Connessioni con Vincenzo Fiorillo, Vittorio Ugolini e MANLIO CERRONI (sempre lui). -
- ANGELO DEODATI: Consigl. Ammin. Pontina Ambiente - Il figlio Antonio è liquidatore Ipi (del Consorzio Gfm - indagato per giro di mazzette per ottenere il servizio di nettezza urbana di Pomezia) - Controlla numerose aziende con una rete di partecipazioni, tra cui Latina Ambiente, il Comune di Latina ne detiene il 51% (non sa di inciucio mafioso?) - Controlla Ecoambiente che gestisce l’unica discarica in provincia di Latina, di Borgo Montello, in cui, per lavori sulla discarica risultano aggiudicatarie in Ati: Ipi di Roma, Canini Costruzioni di Latina, Zuliani Luciano di Latina, Consotium di Frosinone, Presspali di Milano e Euroasphalt di Napoli per 8 milioni di €. -
E ancora:
- FRANCESCO LA MARCA: 30% di BOHEMIA - 34,37% di ELEKTRICA - Nel 98 con Giorgio Di Francia il 95% CETAN - Nel 90 titolare della DI.FRA.BI. di Napoli che gestiva la discarica di Pianura (la Procura della Repubblica di Napoli ha disposto il sequestro della discarica di Contrada Pisani, nel quartiere Pianura, perchè smaltiti illecitamente rifiuti dalla ACN di Cengio e altri). Connessioni con Vincenzo Fiorillo e Vittorio Ugolini. -
- PIETRO GAETA ammin. unico LA MARCA ENTERPRISE Napoli. Sino all’89 ammin. unico INES SUD. Consigl. SPRA sino al 96 - Compartecipe CETAN Napoli. -
- PIERANGELO MONTANUCCI: Componente staff SLIA - Poi Dirett. Gen. SLIA - Presid. Cons. Ammin. SSM, al 50% di SLIA e 50% di SOGEFI - Presso Via Betania, 84, Roma, ha sede EMEFIN (amm. unico Aurelio Merlo col 99%). Connessioni: Giancarlo Russo Corvace e MANLIO CERRONI (di bel nuovo) -
- GIUSEPPE GIORDANO: Amm. unico INES SUD, gestita da Vittorio Ugolini e Vincenzo Fiorillo - Dirett. tecnico ELEKTRICA Napoli. Tra gli azionisti ELEKTRICA Francesco e Domenico La MARCA, Salvatore e Giorgio DI FRANCIA, Pietro GAETA. Sia ELEKTRICA che INES SUD hanno la sede in via Buccari 3, Roma. -
- Pietro GIOVI: Cons. ammin. SLIA - Amm. unico PONTEG - 25% E.GIOVI - 25% GIOVI IMPIANTI - Amm. unico P.GIOVI 50% -
- Giancarlo RUSSO CORVACE: Presid. Cons. Amm. SSM - Liquidatore con Pietro Colucci della SSM - Vicepres. SLIA e in altre società dei rifiuti. Dal 98 sindaco ECOSERVIZI di cui è consigl. amm. MANLIO CERRONI(!!!!) -
www.mimandaraitre.rai.it= merda= m.o.n.n.e.z.z.a
www.forum.meduiaset.it= merda= m.o.n.n.e.z.z.a
www.voyager.rai.it = merda= m.o.n.n.e.z.z.a
www.rai.it= merda= m.o.n.n.e.z.z.a
www.matrix.mediaset.it = merda= m.o.n.n.e.z.z.a
E poi:
- Nicodemo SPATARI, amm. unico S.I.R. -
- Gennaro COMPAGNUCCI, procuratore S.I.R. -
- Michele TARABUSO, amm. D.E.S. Caserta col 44,50%. -
- Amalia ANTONONE, 44,50% D.E.S. (Vedi Fiorillo e Ugolini) -
- Giulio TARABUSO, amm. unico ECODASTY Caserta. -
- Edoardo D’ALESSIO, dal 1998 liquidatore SPRA/S.I.R. Napoli, - amm. unico CETAN sino 98 - socio INES SUD. -
- Alessandro ALBANO, già amm. unico SATECO - socio amm. con Antonino Lascala di PROGETTO ECOLOGIA di Policoro (Matera). -
- Gian Mario BARUCHELLO, già amm. e dirett. tecnico INES SUD - presente in diverse società nel ciclo dei rifiuti. -
- Diomede PISANTI, amm. unico di LA MARCA Napoli. -
- Gennaro BRUNO, amm. unico ELEKTRICA Napoli. -
- Giulio GAETA, presid. collegio sindacale ELEKTRICA -
- Guido GAETA, sindaco ELEKTRICA. -
- Giorgio DI FRANCIA, 25,44% ELEKTRICA - fino al 93 amm. delegato SISTEMI AMBIENTALI La Spezia, che ha gestito sino al sequestro giudiziario la discarica Pitelli. -
- Pietro COLUCCI, Liquidatore SSM Napoli di cui era stato amm. deleg. -
- Aurelio MERLO, presid. cons. ammin. SLIA Roma, col 99% di EMEFIN di cui è ammin. unico -
- Anna Maria Rachele TROIANI: 25% di E.GIOVI di cui il 50% di MANLIO CERRONI (!!!) - e 25% GIOVI IMPIANTI -
- Carlo MERLO: 45% COMMERCAMA, 33,33% di SLIA. Il capitale COMMERCAMA (10.ooo €) è tenuto da EMEFIN per 55% e da Carlo MERLO 45%. -
Ed ORA LE INTERCONNESSIONI SOCIETARIE NEL CICLO DEI RIFIUTI per il Lazio :
- PONTINA AMBIENTE Roma c. soc. 500.000 Euro. Inizio 1996: ammasso, deposito, discarica, trattamento per riutilizzo, rigenerazione, recupero, riciclo e innocuizzazione rifiuti solidi urbani, specie tossico-nocivi. Opera con l’estero. Nel 2000 dichiarava 1 solo dipendente. Presid. cons. amm. 2001-2003 MANLIO CERRONI (!!!). Cons. amm.: Angelo Deodati, Franco Scarafoni, Francesco Rando, Pres. collegio sindacale: Marco Granata, Sede operativa Albano Laziale (RM). -
- SOCIETÀ COLUCCI APPALTI: Napoli. Nel 1995 vince appalto per smaltimento rifiuti di Anzio, mai ratificato perché qualcuno rileva che sul certificato antimafia alcuni amministratori erano inquisiti. Tra lungaggini burocratiche e politiche, (qualcuno che li protegge?) la Colucci continua la raccolta sino al 97. Secondo la Commissione parlamentare, invece, la Colucci Appalti è sollevata dall’incarico per inadempienze contrattuali e sostituita dalla società marchigiana Accademia dell’Ambiente. Tuttavia nel 98 tre automezzi della suddetta ditta sono stati oggetto di attentati incendiari tanto da costringere gli amministratori della Accademia Ambiente a rinunciare all’appalto. (se non è mafia questa!) La società subentrata è SPRA (come volevasi dimostrare) di Napoli, nel 98 assorbita da EMAS AMBIENTE, già Colucci Appalti. -
- R.E.C.L.A.S. : Società pubblico/privato Recupero Ecologico Lazio Sud, cap. formato da 200 azioni del valore cadauna di 200 milioni vecchie lire così ripartite:
1) quota 110 azioni del Consorzio Basso Lazio;
2) quota 62 azioni di Impresa A. Cecchini
3) quota 28 azioni di E.A.L.L. (Energia Ambiente Litorale Laziale) . Pres. cons. amm. Salvatore Suriano, l’ex commissario nominato dall’assessore regionale Hermanin (Giunta Badaloni); Amm. delegato Noto La Diega, Rosario Carlo; Cons. amm.: Dante Marrocco (sindaco Colfelice), Maurizio Cerroni (sindaco Ceccano), Carlo Pittiglio (San Donato), MANLIO CERRONI (rieccolo!), Alfredo Langiano (Cassino), Domenico Marzi (sindaco Frosinone), Presid. collegio sindacale Antonello Brighindi. Inoltre gestisce l’impianto di Colfelice, ma anche alcune discariche, per il riciclaggio rifiuti solidi urbani e assimilabili, di proprietà del Consorzio tra Comune di Cassino e provincia di Frosinone. Il Consorzio fattura 93 lire per ogni chilo di immondizia; incassa 22 miliardi all’anno, ma ne spende una trentina. Per l’impianto di riciclaggio di Colfelice, la Procura di Frosinone ha disposto il sequestro dei contratti tra la Reclas e i Comuni di Frosinone, Alatri e Anagni. Indagati perchè la Reclas trasferirebbe i rifiuti nel centro di Colfelice ed invece di riciclarli provvederebbe a smaltirli in discarica senza recupero. Reato ipotizzato: la truffa a danno dei Comuni che pagano per un servizio mai espletato. Sul registro degli indagati l’ex commissario del consorzio di riciclaggio ed il responsabile della Reclas. Indagini anche dalla Procura di Cassino. -
- GRUPPO S.I.R.: costituita nel 82 in Roma, via Buccari 3. Cap. soc. 20 milioni. - Detiene: 25% di ECODASTY Caserta, 80% SATECO, 50% SPRA, 75% ECODASTY controllato da D.E.S. . La SPRA è controllata al 50% da NUOVA SPRA AMBIENTE Napoli, per raccolta, trasporto, stoccaggio e trattamento rifiuti. - Cambia nome nel 98 e si fonde con EMAS AMBIENTE (già COLUCCI APPALTI). Il cap. soc. di SPRA era diviso tra S.I.R. di Ugolini e Fiorillo e il gruppo Colucci. Infine, EMAS AMBIENTE ha sede a Napoli, cap. soc. 1 miliardo, di ERCOLE MARELLI SERVIZI AMBIENTALI. La EMAS controlla il 49% di LATINA AMBIENTE - La S.I.R. intanto è fallita. -
- ATA ECOLOGIA costituita nel 97 dal Notaio Mangiapane Paolo, medesimo studio notarile che aveva redatto l’atto costitutivo, nel 82, della S.I.R. Cap. soc. 20.000.000 lire. Inizio attività 99 con: stoccaggio, trattamento rifiuti speciali pericolosi e non, compreso autotrasporto per conto proprio e terzi. La sede, prima in via di Valleranello 111, ora è al 281 della medesima via, attigua a un laboratorio di prodotti chimici (il sospetto che li buttasse in discarica c’è). In Via Valleranello 281 in Roma erano registrate: SATECO, BOHEMIA, INES SUD (tutte vecchie conoscenze). Presid. Cons. amm. di ATE ECOLOGIA, Fabio Primiani, Consigl. amm. Francesca Neri, Alessandro D’Innocenti. Denominazione precedente SIR GROUP. -
- SATECO, costituita 88 in Roma, cap. soc. 20 milioni di cui 80% di S.I.R. 20% di PROGETTO ECOLOGIA di Antonino Lascala e Albamo Alessandro. -
- BOHEMIA, costituita nel 90, in Roma cap. soc. 40 milioni di cui:
40% Francesco La Marca, 30% Vincenzo Fiorillo, 30% Vittorio Ugolini. -
- Bohemia Ecologica è cessata nel 94 per liquidazione. Ultimo indirizzo Via Papirio Carbone, 26/A Roma. Il liquidatore era Gian Mario Baruchello, che ha avuto incarichi in INES SUD. -
- BOHEMIA SICILIA: costituita nel 92, sede Roma, da Vittorio Ugolini, Marina D’Innocenti, Liborio Polizzi, Cap. soc. 20 milioni. Trasferita a Palermo nel 93. -
- INES SUD: costituita a Brindisi nel 88 Cap. soc. 302.708.000. Nel 91 trasferita a Napoli, capitale ridotto a 20 milioni per perdite, aumentato poi a 1.020.000.000 (miracolo!); nel 96 ridotto a 25 milioni e la sede trasferita a Roma. Quote di capitale al 98:
42,1% Vincenzo Fiorilli, 22,1% Vittorio Ugolini, 16% Cerca S.r.l. ,15,2% La Marca Enterprise, 4,6% Dario Maria Terzani.
A Roma, in via Valleranello 281 concentrati un laboratorio-officina della S.I.R. e le società SATECO, BOHEMIA, INES SUD. ELEKTRICA. -
- ELEKTRICA: Napoli. Cap. 10 miliardi, così suddiviso:
34,37% Francesco La Marca, 25,44% Giorgio Di Francia, 17,56% Salvatore Di Francia, 8,63% Domenico La Marca, 4% Pietro Gaeta, 10%. Elektrica sino al 96 ha controllato CETAN, del gruppo italo-svizzero CELTICA AMBIENTE. Sede amm. ELEKTRICA in via Buccari, 3 Roma, medesimo indirizzo S.I.R. e SSM, in liquidazione volontaria dal 97. Cap. soc. 300 milioni di cui 50% SLIA e 50% SOGEFI. -
- SLIA: costituita nel 51 in Roma, via Poggio Verde 34, dove ha sede anche COMMERCAMA, cap. soc. 12.500.000.000 così ripartiti: 39,88% PONTEG, 33,33% COMMERCAMA, 11,33% EUROAMBIENTE, 11,11% Francesco RANDO, 4,33% EMEFIN, 0,01% Venceslao FICONERI. La SLIA è controllata dal gruppo MANLIO CERRONI (!!!). Dal 2001, SLIA ha sede in via Pontina, 541 Roma, con Pres. cons. amm. Candido Saioni, cons.amm: Piero Giovi, Stefano Gavioli che dal 2000 è cons. deleg. e dal 2001 amm. deleg., dir. gen. Giuseppe Caronna e Bruno Franceschetti presid. collegio sindacale. -
- CONSORZIO G.F.M.: Roma, Via Don Filippo Rinaldi. Costituito nel 97, c.s. 10.000.000: raccolta, trasporto smaltimento rifiuti solidi, urbani, speciali, ospedalieri, tossici, nocivi, radioattivi, ecc., costruzione gestione impianti smaltimento rifiuti, discariche, inceneritori, stazioni di stoccaggio, stazioni di trasferenza, ecc. Pres. cons. amm. Alvaro Mazza, vicepres. cons. amm. Loredana Mazza, poi Marcello Mazza. -
- PONTEG: cap. soc. 100 milioni, Roma, via Portuense 881 - possiede 50% E.GIOVI 50% P.GIOVI. Nonchè 51% RAMOCO. -
- E.GIOVI: Roma, via Portuense 881, per il 50% di MANLIO CERRONI. -
- P.GIOVI: sempre a Roma, via Portuense 881, c.s. 300 milioni, 50% di MANLIO CERRONI e 50% Piero GIOVI. - Di questo gruppo fa parte anche:
- GIOVI IMPIANTI: costituita nel 98, Roma sempre in via Portuense 881: raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. C.s. 20 milioni così distribuiti: 50% MANLIO CERRONI, 25% Pietro GIOVI, 25% Anna Maria Rachele Troiani. Amm. unico Piero Giovi, Pres. Collegio sindacale Marco Granata. Sindaci effettivi: Maurizio Vagli, Andrea Granata, Giovanni Verdinelli. - Poi fusa con:
- ELOCUBRE: via Malagrotta 257 Roma, Ufficio di Roma: “Galeria Fondiaria” con sede Corso Trieste 221 Roma. Il cap.soc. passa a 3 miliardi di lire. Opera con l’estero, Amm. unico sempre Francesco Rando, Pres. Collegio sind. Marco Granata, Sindaci effettivi: Andrea Granata, Vagli Maurizio. Unità locali:
1) Unità locale n.1, Roma, via Casale Lumbroso, fraz. S.Maria Nuova. Attività: cava di sabbia e ghiaia.
2) Unità locale n.2 Discarica, Roma, via Malagrotta 257 : smaltimento rifiuti urbani solidi speciali e assimilabili. Licenza/autorizzazione discarica di Malagrotta di proprietà MANLIO CERRONI. -
- P.GIOVI: c. s. 96 milioni di lire, Amm. unico sempre Piero Giovi, Pres. Collegio sind. Marco Granata, Sindaci effettivi: Maurizio Vagli, Andrea Granata. opera su: disponibilità, organizzazione gestione terreni da adibirsi a discarica (li sceglie e li gestisce, incredibile!) di rifiuti urbani, speciali e pericolosi; progettazione, costruzione e gestione impianti trattamento di discariche: urbani, speciali, pericolosi; estrazioni minerarie di cave, torbiere, laghi, saline, stagni ed altre acque interne, nonché impianti di produzione, selezioni, frantumazione e lavaggio materiali per produzione di breccia, sabbia, pietrisco, graniglia e preconfezionamento di conglomerati bituminosi e cementizi. -
- GIOVI IMPIANTI: Amm. unico Carmelina Scaglione: estrazione materiali da cava, trasporto e raccolta rifiuti, stoccaggio temporaneo rifiuti. -
- FORMICA AMBIENTE costituita i88, c.s. 90 milioni: progettazione, costruzione e gestione di impianti di trattamento e discariche rifiuti solidi e liquidi, urbani, speciali e pericolosi. Sviluppo e realizzazione tecniche per sfruttamento industriale dei materiali ricavati dagli impianti. Pres. consiglio amm. Francesco Rando, excons. amm. Vincenzo Fiorillo che risiede a Roma in Via Buccari 3 (sede della SIR!!), cons. amm. Piero Giovi e Vittorio Ugolini. Nel 2001 denominazione in INES SUD e trasferimento sede legale in Via Valleranello 281, a via Groenlandia 47. -
- I.P.I.: Impresa Pulizie Italiane, via Trigoria, 96 Roma: costituita l’80 c.s. 20 milioni: lavori pulizia a fabbricati per usi civili, industriali, pubbl. amministr. negozi, ecc. In liquidazione dal 83; atto pubblico, redatto dal notaio Manlio Lucci. Liquidatore Antonio Deodati NAVARRA ROSETTANO. Tra gli operatori nel ciclo dei rifiuti l’Impresa NAVARRA ROSETTANO, Via Morolense, Ferentino (Frosinone). Impresa artigiana per vendita ingrosso materiale plastico, carta, rottami ferro e metallo, raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti urbani, speciali, industriali. Titolare Rosettano Navarra. -
MORALE:
- 2.803.438 tonnellate di rifiuti ancora oggi finiscono in discarica in un anno nel Lazio, l’89% del totale: è il maggiore quantitativo in assoluto in Italia. La raccolta differenziata è ferma ad un misero 8,6-9 %, incremento davvero piccolo dal 2000 in cui era al 4,6%. La produzione dei rifiuti nel Lazio è cresciuta nel tempo, fuori da qualsiasi controllo: nel 1997 si producevano 2.779.686 T/a di rifiuti mentre nel 2004 se ne sono prodotte 3.147.348 T/a. Nel 2004 un preoccupante incremento del 44,5%rispetto all’anno precedente, nel Lazio, per le infrazioni nel ciclo dei rifiuti, secondo il Rapporto Ecomafie di Legambiente (discariche abusive, bolle false per traffico rifiuti…) che testimoniano il fallimento del commissariamento per l’emergenza rifiuti anche qui, come in tutta Italia. La lunga stagione commissariale che non ha prodotto nulla, se non allargamenti o addirittura nuovi invasi per molte delle discariche esistenti, da Malagrotta a Guidonia, da Bracciano a Civitavecchia, e ordinanze nascoste a cittadini ed istituzioni come quella per il gassificatore a Malagrotta di MANLIO CERRANI.
E’ chiaro che Comuni e Regioni sono in combutta con questa rete nazionale di trust-mafia-rete che opera per capitali astronomici in tutta Italia, impedendo l’avvento di qualsiasi Ditta onesta, come quella marchigiana a cui hanno fatto saltare tre camion. E la regione che ha fatto? Ha dato l’appalto alla ditta mafiosa, appunto la SIR.
Questa collusione mafia politica, di destra e di sinistra perchè nessuno la denuncia e tutti la coprono, vanifica qualsiasi Commissariamento o qualsiasi inchiesta di onesti magistrati. NESSUNO ha interesse alla raccolta differenziata perchè la mafia non ci può speculare sopra e i politici così non pappano. Tanto è vero che questa analisi di Inchiesta Parlamentare è finita nel nulla, come sono finite nel nulla le inchieste di Andreotti, di Berlusconi e Prodi, o perchè - il fatto c’è ma siamo indulgenti e non lo consideriamo reato, o perchè con “molta prudenza” abbiamo lasciato decadere i termini. -
Dunque NON SOLO IL LAZIO è IN PERICOLO PER I RIFIUTI, MA TUTTA ITALIA.
Finchè abbiamo al potere la politica mafiosa NON C’E’ SPERANZA. APRIAMO GLI OCCHI, E MANDIAMOLI TUTTI A CASA, COSI’ RIPOSANO LORO E NOI.
http://www.virusilgiornaleonline.com/regimi_45.htm
Lazio: luna di miele tra monnezza, crack e ingiustizia
Associttadini: il Ministero del welfare dovrà indennizzare i truffati dalla cooperativa di credito
Cofiri di Tarquinia
Associttadini, Associazione degli utenti e dei consumatori, rende noti gli sviluppi nella vicenda del crack Cofiri.
La cooperativa finanziaria, ispirata da presunti collaboratori di Ciriaco De Mita, mandò in fumo nel 1996 circa 130 miliardi di lire raccolti tra calciatori e vip ma, soprattutto, tra piccoli risparmiatori della provincia di Civitavecchia. Vincenzo Di Pani, curatore fallimentare della cooperativa, ha deciso di citare in giudizio il Ministero del lavoro per non avere mai compiuto le ispezioni obbligatorie sulla cooperativa di Tarquinia nei suoi otto anni di attività (dal 1988 al 1996). Il curatore ha peraltro scoperto che tra
i presunti truffati vi sono, invece, anche debitori della fallita cooperativa, tra essi Roberto Mancini l'ex calciatore di Sampdoria e Lazio che ha ricevuto per posta un sollecito del curatore fallimentare a versare 600 milioni di lire a copertura di una fideiussione che aveva rilasciato quale garanzia di un prestito concesso dalla Cofiri al padre di sua moglie. Se il Ministero del Lavoro avesse compiuto fin dall'inizio le ispezioni obbligatorie, la cooperativa, si sarebbe sciolta di diritto. La Cofiri invece continuò a operare con criteri disinvolti e censurabili. La Cofiri impiegò parecchi miliardi di lire per concedere prestiti o compensi ai propri amministratori per le ragioni più varie. L'investimento più grosso, rivelatosi poi decisivo per il fallimento, fu l'esborso di circa 50 miliardi di lire per acquistare da Gianmauro Borsano, ex presidente del Torino calcio, la Mediolanum Golf spa, una lottizzazione in programma a Usmate Velate (Milano) già sull'orlo del fallimento. Una simile acquisizione finanziaria avrebbe richiesto, per legge, che le ispezioni da biennali diventassero annuali. Ma il Ministero del Lavoro rimase sempre inerte.
Signor Sindaco, è finita la luna di miele
Lettera aperta al Sindaco Veltroni di Primo Mastrantoni segretario Aduc
Signor Sindaco, è finita la luna di miele. Sono passati sei mesi da quando ha assunto la carica ed è scaduto il tempo che si concede ai nuovi amministratori per il periodo di apprendistato. L'occasione cade, purtroppo, con una debacle del sistema
di trasporto della metropolitana: evento prevedibile, stante la vetustà delle strutture e dei mezzi in dotazione all'azienda comunale. Trasferire la responsabilità sugli altri è il vecchio gioco dello scaricabarili che tutti conosciamo.
E' Lei il Sindaco ed è a Lei che i cittadini chiedono conto; se ha qualche problema con i suoi collaboratori e dirigenti, prenda coraggio e decida qualcosa. Come disse il Suo predecessore, la mobilità a Roma è la madre di tutti i problemi.
Certo è che questa madre di figli ne ha fatti un mucchio negli ultimi 8 anni. Che intende fare? Le metropolitane saranno pronte fra 10-15 anni, nel frattempo qualche decisone dovrà pure prenderla. Noi suggeriamo di aumentare le corsie riservate ai mezzi pubblici: basta un po' di vernice gialla e qualche vigile. Il tutto si risolve in pochi giorni. Per esempio il lungotevere, sempre intasato, può diventare un vera e propria autostrada per gli autobus. Che Roma sia una città sporca è noto a tutti. Oltre agli appelli vorremmo qualche atto concreto. Se l'AMA non riesce a garantire il servizio perchè non liberalizzare il settore e affidare anche ai privati la pulizia delle strade? Altrettanto note sono le condizioni delle strade della capitale: buche e dissesti sono la norma, non se ne capisce il perchè. Forse occorrono maggiori e migliori controlli sui lavori svolti. Certo è che l'intasamento dell'80% dei tombini e delle caditoie contribuisce al dissesto stradale e alla formazione di laghi cittadini.
Visti i lavori frequenti, perchè non prevedere la pulizia dei deflussi da parte delle stesse ditte appaltatrici, per il tratto interessato all'intervento? Signor Sindaco, speriamo che i consigli che le abbiamo suggerito servano alla Sua attività e a migliorare la nostra vita giornaliera. Comunque da oggi sarà nei nostri pensieri. Primo Mastrantoni, segretario Aduc. www.aduc.it
Associttadini: indagine internazionale sulla magistratura italiana
Rendiamo noto d'aver formalmente chiesto al Presidente della Commissione delle Comunità Europee Romano Prodi,
l'avvio della procedura di infrazione, davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee per la violazione grave e persistente a danno dei cittadini dell'Unione Europea del diritto all'equo processo davanti ai giudici nazionali italiani entro un termine ragionevole. Il Governo italiano non ha mai risolto il nodo strutturale dell'organizzazione e dell'efficienza della macchina della giustizia, mediante l'adeguamento delle strutture e degli organici della magistratura: gli utenti rimangono spesso vittime d'una giustizia lenta ed a volte persino deviata. E' per questo che Associttadini si è posta da tempo come punto di riferimento per tutti i cittadini alle prese con la lentezza e le deviazioni della macchina giudiziaria. Il fine è di stimolare il legislatore per l'pplicazione ed il miglioramento delle Leggi in materia, snellire la macchina burocratica della giustizia, informare il cittadino sui suoi diritti ed assistere chi ha subito un danno morale e materiale a causa del cattivo funzionamento della giustizia.
A Roma e nel Paese la situazione giudiziaria è molto pesante, tanto si deduce dall'elevato numero di ricorsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo ed alle sentenze di condanna dello Stato italiano a questi conseguiti. Il processo europeo finirà per dimostrare la necessità, in Italia, di restituire alla Polizia giudiziaria quell'autonomia investigativa che le consentirebbe di prescindere dalle direttive dei Pubblici Ministeri. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza sono ormai ridotti alla stregua di meri esecutori delle direttive dei Pubblici Ministeri e delle deleghe da loro impartite www.associttadini.org
http://singolare-plurale.spaces.live.com/blog/cns!52773E4F1BFFB7EC!960.entry
Non mi sono davvero meravigliato quando, durante il mio ultimo viaggio a NYC, due colleghi con i quali pranzavo mi hanno chiesto: " What about garbage issue in Italy?" e come mai non avevano ancora risolto il problema dell’immondizia a Napoli e dintorni. Solo che i dintorni per il resto del mondo è l'Italia intera. Qui ogni newyorker ha visto sulla pur "sporca" stampa newyorkese (leggi: piena di trash news), o sul web o in TV tutte le drammatiche immagini di un vesuvio col pennacchio che oramai è ricoperto solo di "monnezza" e sputa diossina. New York ci sbeffeggia e ce ne dice di tutti i colori. Tutti epiteti largamente meritati come quelli che usavano un tempo riferire ad un siciliano, un calabrese, un napoletano e, più in generale, ad un italiano, e cioè "mafia, mafioso". Oggi inizia il voto in Italia e dal prossimo Esecutivo IO PRETENDO che qualcuno (con nome e cognome, grazie) sia in grado di mettere fine a questo scempio della società post-moderna. Siamo in una società trash-moderna, piuttosto. E non mi riferisco certo solo alla spazzattura di Napoli. Qui a New York la spazzatura si respira nell'aria; sono milioni i condizionatori d'aria che spruzzano fumi dai condomini newyorkes e non ho visto un solo newyorker, non uno, spegnere il motore nell'angustia del traffico cittadino o aspettando fuori da un negozio che il partner rientrasse con le buste della spesa. Dunque dagli americani nessuna lezione di "eco-civicness", please!
Ma torniamo al voto italiano. Durante la campagna elettorale ho solo sentito palleggiare Berlusconi e Veltroni con la monnezza. Non ho visto le porte, però. Nessuno obiettivo. Zero. Se ne sono proprio fottuti di comunicarci come avrebbero fatto a toglierci la spazzatura dalle strade di ogni quartiere della città, di ogni singola provincia della Campania il giorno dopo le elezioni. Non mi pare di aver sentito dire da nessun partito, nemmeno da quei balordi dei comunisti che pensano solo al lavoro stabile per i loro quattro scalmanati (sì dove, magari un ufficio statale, provinciale o comunale?), come avrebbero risolto la questione del ricompostaggio e dello smaltimento. Inceneritore sì, Inceneritore no? Pensassero a trovare i "cervelli" giusti per risolvere la questione e magari proprio dalla monnezza potrebbero emergere un po' di posti di lavoro a Napoli. Che ne dite? Cosa dobbiamo fare? Chiedere consiglio ai newyorkesi spreconi e inquinatori per sapere come si fa?
Ma lì a Napoli gli americani già ci stanno. Mi dicono che sono quasi 10000. Ma allora pure loro vivono nella monnezza? Ma davvero?! Allora perchè si scandalizzano da qui se pure loro contribuiscono alla "issue"?
Ma sono sicuro che saranno i napoletani ad averla vinta. Il loro inenarrabile ingegnarsi, industriarsi ovvero "arrangiarsi" li condurrà verso la "soluzione finale": ai forni tutte le tonnellate di monnezza sparsa per la città! Ai forni qualche quintalata di nuova politica che poi tanto nuova non è. E ai forni ogni singolo newyorkese che addita l'Italia dal caldo della sua casa che sembra dire dalla finestra:"Fucking Italia and Fucking Nature".
"Seppure con la latenza generata dall’incredulità" - scriveva Mina qualche settimana fa (La Stampa, 02/2008) - " la reazione sta arrivando. Per le vostre ecoballe, intese come fandonie ecologiche, finirete per prendervi qualche martellata proprio sulle vostre ecoballe, intese come testicoli di fasulli ecologisti. «O vergogna, dov’è il tuo rossore?»".
http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1166394.php
Bloccati i camion della monnezza
Antefatto: Sabato 14 Ottobre mentre i comitati contro l'inceneritore partecipavano alla manifestazione nazionale contro le grandi opere, ad Acerra con un nuovo blitz iniziavano a scaricare migliaia di tonnellate di immondizia tal quale in un terreno proprio di fronte al cantiere dell' inceneritore di Acerra. Un' area per la quale il comune aveva gia vinto un ricorso che era riuscito a bloccare la localizzazione di un deposito per stoccaggio ecoballe. Come dire dopo il danno anche la beffa...la lotta continua
La notte scorsa un presidio di alcune centinaia di cittadini ha bloccato i camion che da due giorni stanno scaricando spazzatura tal quale in una improvvisata discarica alle porte di Acerra.
In località Pantano, infatti, di fronte al cantiere del mega inceneritore, il commissario Bertolaso ha autorizzato una discarica a cielo aperto senza alcuna precauzione di carattere. In nome dell’ennesima emergenza rifiuti si stanno scaricando rifiuti tal quali in un sito ritenuto inidoneo dal TAR come deposito di ecoballe.
Il blocco stradale, durato alcune ore, durante il quale si è costatato che i camion provenivano non da Napoli o Acerra, come previsto, ma da diversi Comuni del Nolano e del Vesuviano, è stato rimosso solo dopo che una delegazione dei manifestanti, guidata da due consiglieri comunali, l’Avv. Tommaso Esposito ed il Dott. Nicola De Matteis, è entrata nella discarica “abusiva” verificando che si stanno semplicemente spostando le tonnellate di spazzatura dalle strade alle campagne nell’assenza di ogni precauzione a tutela del territorio e della salute dei cittadini.
Ancora una volta l’emergenza rifiuti in Campania fa dimenticare le più elementari regole di diritto e di democrazia.
L’apertura della discarica da parte di Bertolaso rappresenta l’ennesima offesa per un’intera comunità e continua ad ignorare le ragioni della protesta che dura da anni contro l’inceneritore che non ha risolto e non risolverà l’emergenza rifiuti in Campania.
I manifestanti, nell’esprimere piena solidarietà al primo cittadino di Acerra, Espedito Marletta, che ha annunciato le dimissioni da Sindaco di Acerra, in caso di mancata sospensione dei lavori del costruendo inceneritore, hanno sottolineato come, ancora una volta, un piano fallimentare dei rifiuti voluto da Rastrelli e Bassolino e portato avanti da Catenacci prima e da Bertolaso adesso, sia inefficace e antidemocratico.
È sotto gli occhi di tutti, infatti, che si sono moltiplicate le discariche in Campania, con enormi costi e disagi per i cittadini e gravi danni per la salute, e che la soluzione definitiva è ancora al di là da venire.
La situazione attuale, previa la chiusura del cantiere di Acerra, dove continua a lavorare la fibe cui è stato rescisso il contratto, richiede un nuovo piano regionale, partecipato e condiviso con le popolazioni, che metta al centro non gli inceneritori e i grandi interessi dei gruppi finanziari e industriali, ma una politica di riduzione, riuso, raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti.
“Non c’è trattativa che tenga, continueremo a vigilare e combattere per far valere le nostre ragioni! La magistratura non si intimorisca e vada avanti. I responsabili paghino!” hanno sostenuto i manifestanti.
http://groups.google.com/group/italia.napoli.discussioni/browse_thread/thread/770cd0f0c8859171
L'Italia lancia un appello ai fratelli tedeschi. Dichiarateci guerra. Ci
arrenderemo volentieri. Non dovrete sparare neppure un colpo di fucile.
Lanceremo violacciocche e mimose ai vostri Franz e Gunther in sfilata. Siete
la nostra ultima speranza. Intanto, mentre riflettete e preparate i vostri
carri armati, vorremmo che vi prendeste cura dei nostri dipendenti pubblici.
Ogni giorno vi inviamo i nostri rifiuti dalla Campania in treno. I nostri
politici sono rifiuti tossici, basta aggiungere qualche vagone in più, ben
chiuso per farli arrivare a Berlino o a Colonia. Prendete anche loro per
favore. All'arrivo termovalorizzateli subito, sono contagiosi più dell'Ebola
e della febbre del Nilo. Vi pagheremo bene. Vi do la mia parola che non
avrete in cambio bond della Parmalat, il più grande fallimento della Storia,
o della Cirio e neppure azioni dell'Alitalia, che prede un milione di euro
al giorno. Posso rassicurarvi anche sui titoli di Stato: non faranno parte
del compenso. L'Italia ha il debito pubblico più grande di Europa, circa
1.626 miliardi di euro. Se dovesse rimborsare tutti i BOT e i CCT lo Stato
italiano dichiarerebbe bancarotta e la gente sparerebbe per le strade.
Vorrei suggerirvi qualche nome per i passeggeri dei vagoni piombati. Molti
li conoscete, sono famosi anche all'estero come Berlusconi che ha offeso un
vostro rappresentante alla Comunità Europea dandogli del kapò. Un uomo che
si è fatto da solo con un piccolo aiuto da parte degli amici. In Italia l'amicizia
è sacra e se gli amici si chiamano Bettino Craxi, morto latitante in
Tunisia, o Marcello Dell'Utri, condannato per frode fiscale e false
fatturazioni e creatore di Forza Italia, o Licio Gelli, condannato per aver
infiltrato la sua organizzazione, la P2, in tutti i settori dello Stato
italiano, si può chiudere un occhio. Gli amici non si tradiscono mai,
soprattutto se ricambiano. Craxi, ad esempio, gli ha permesso con un decreto
legge ad hoc di disporre di tre canali televisivi nazionali con cui fa
propaganda politica per il suo partito e Gelli lo ha iscritto alla sua
organizzazione di delinquenti. Berlusconi possiede anche la Mondadori, il
più importante gruppo editoriale italiano. Se lo è aggiudicato grazie alla
corruzione di giudici del suo avvocato di fiducia, Cesare Previti, poi
finito in galera. Se la Merkel possedesse tre televisioni e 40 tra giornali
e settimanali non avrebbe bisogno di fare la Grosse Koalition. Alle elezioni
avrebbe l'80% dei voti. Perché non glielo proponete?
Il conflitto di interessi da noi è una barzelletta che ci racconta da anni
il centro sinistra. I suoi esponenti passano in realtà il loro tempo a
parlare di banche e di assicurazioni al telefono, qualcuno va in barca,
qualcuno ad Arcore a rassicurare Berlusconi. Si chiamano Violante, Fassino,
D'Alema. Gli ultimi due sono sotto indagine da parte della Procura di
Milano. Il giudice si chiama Clementina Forleo, i suoi genitori sono morti
in uno strano incidente dopo essere stati minacciati e lei è stata fatta
passare per matta dai media, messa sotto processo e trasferita. Vorrei che
vi prendeste anche Veltroni, il nuovo che ci avanza, un politico formatosi
negli anni 70 e riverniciato con i nuovi colori del Partito Democratico
(PD). Un nuovo brand che sostituisce quello dei Democratici di Sinistra (DS)
che aveva rimpiazzato il nome Partito Democratico della Sinistra (PDS) che
veniva dopo il Partito Comunista Italiano (PCI). I nostri politici sono come
i camaleonti, cambiano nome e colore rimanendo sempre gli stessi. Sperano
che gli elettori si dimentichino che la politica italiana è stata la
peggiore di Europa negli ultimi vent'anni.
Non vorrei che vi dimenticaste Mastella che vive a Ceppaloni. Un signore che
ha fatto divertire il mondo. Lui credeva di fare il ministro della
Giustizia, ma era una comparsa. Lo hanno fatto ministro con un lecca lecca
gigante e con un incarico preciso: fare l'indulto. Il primo atto del governo
Prodi è stato la messa in libertà di 24.000 detenuti e la non messa in
carcere di centinaia di funzionari pubblici, legati ai partiti. Mastella ha
passato così tanto tempo a farsi fotografare in carcere con i galeotti che
loro lo hanno adottato. Si è dovuto dimettere perché sua moglie è finita
agli arresti domiciliari per concussione insieme a un numero imprecisato di
esponenti del suo partito a conduzione familiare. Dini, un ex presidente del
Consiglio, è un rifiuto extra tossico. Ha 77 anni e i suoi organi interni,
in particolare il cervello, sono decomposti. La sua bella moglie è stata
condannata per bancarotta a due anni e qualche mese. In Italia è un merito e
lui ne è giustamente orgoglioso.
Vi chiedo di fare una retata in Parlamento per riempire i vagoni. Troverete
24 condannati in via definitiva per reati che vanno da associazione in banda
armata, alla truffa, alla falsa testimonianza, all'associazione mafiosa. Ai
magnifici 24 vanno aggiunti i condannati in primo e in secondo grado e i
prescritti, in tutto un centinaio di gaglioffi. Prescritto da noi significa
che la condanna è arrivata troppo tardi per finire in galera. Il campione
mondiale di questo reato è il novantenne Giulio Andreotti, da scortare al
binario in carrozzella. E' stato condannato per contiguità con la mafia, ma
a tempo scaduto. Per questo è stato promosso senatore a vita. Forse siete
venuti a conoscenza del fatto che il Governatore della Sicilia è stato
riconosciuto colpevole in gennaio, per aver favorito alcuni mafiosi, con una
condanna a cinque anni, oltre all'interdizione dai pubblici uffici. Ha
mangiato un piatto di cannoli per festeggiare (pensava di prendere molto di
più) e poi è stato costretto alle dimissioni. Ma non farà neppure un giorno
di galera anche se sarà condannato in via definitiva (da noi ci sono tre
gradi di giudizio). Due anni sono abbonati a ogni cittadino e tre sono un
grazioso regalo della legge sull'indulto del facondo Mastella (ha un giro
vita di 200 centimetri, mangia come un facocero). In compenso Cuffaro
entrerà in Parlamento nominato dal suo partito. Infatti, la nostra legge
elettorale, imposta con un colpo di mano da Berlusconi prima di mollare la
presidenza del Consiglio nel 2006, prevede che deputati e senatori siano
nominati dalle segreterie di partito e non eletti dagli italiani. In
parlamento ci sono mogli, amanti, impiegati, portaborse, signorsì,
pregiudicati, mafiosi, camorristi. Il cittadino può solo fare una croce su
un simbolo.
http://www.iltricolore.org/modules.php?name=News&file=article&sid=582
http://groups.google.com/group/italia.napoli.discussioni/browse_thread/thread/26392f8737685a6e
www.forum.mediaset.it =merda= m.o.n.n.e.z.z.a.
http://www.ischiablog.it/index.php/emergenza-rifiuti-toda-joia-toda-monnezza/
http://blog.verdenero.it/2008/04/02/la-monnezza-che-ci-sommergera/
http://www.comune.pisa.it/inquinamento-zero/diossina.htm
CHE COS'E' LA DIOSSINA
Fra i tanti veleni della vita moderna, le diossine occupano un posto speciale. Incolori, inodori, difficilmente misurabili, sono il prodotto più insidioso dell’incenerimento. Negli ultimi tempi lo scandalo delle diossine nella catena alimentare (polli belgi) le ha portate alla ribalta.
Quando si parla di inceneritori di rifiuti urbani, sono le diossine il pericolo su cui si concentra l’attenzione degli studiosi. Per i politici, spesso invece si tratta di conciliare interessi economici e gestionali con accettabili rischi sanitari per la popolazione. A Brooklyn, la contesa per l’impianto di un inceneritore di rifiuti urbani solidi da 3000 tonnellate al giorno durò dal 1983 all’89. New York doveva smaltire i suoi rifiuti urbani, poiché la sua discarica era arrivata a più di 200 metri di altezza. Ma fu proprio la dimostrazione che nel fumo degli inceneritori c’erano dei micro-inquinanti dannosi e soprattutto le diossine, che impedì la costruzione del colossale inceneritore. "Da allora - scrive Eugenio Menapace, un medico che da anni studia la questione - gli inceneritori di rifiuti urbani solidi furono muniti di filtri e di torri di lavaggio del fumo in modo che potesse uscire dalla ciminiera abbastanza pulito. Tuttavia ciò che non esce dalla ciminiera viene trattenuto nelle ceneri leggere dei filtri e nei fanghi delle torri di lavaggio". E, oltre al problema di ciò che non è trattenuto dai filtri, c’è quello dello smaltimento e del rischio della rimessa in circolazione delle diossine non sufficientemente trattenute dai blocchi di cemento in cui sono imprigionate, sottoposti come sono alle intemperie e agli incendi delle discariche.
Che cosa sono le diossine? Sono molecole contenenti cloro, poco interessanti chimicamente perché poco reattive, ma pericolose perché molto stabili, e dunque non degradabili e con possibilità di sopravvivenza per decine di anni. La diossina provoca il 12 % dei cancri, inoltre favorisce mutamenti nelle concentrazioni di ormoni dell’uomo, diabete, malattie cardiache, effetti tossici in diversi organi. Gli esperimenti per determinare il grado di tossicità, di cui ha riferito il professor Kees Olie, pioniere nella problematica che lavora nell’istituto eco-tossicologico di Amsterdam, sono iniziati su compostaggi/bruciati, e dopo più di 20 anni di ricerche si è stabilito che, tante volte, con stesse aria e temperatura, le emissioni sono diversissime fra loro. Le diossine si disperdono ma sono assorbite molto velocemente dall’organismo, non vengono assimilate dalle radici del grano, ma si trovano nelle patate. Nei dintorni degli impianti di incenerimento se ne trovano forti tracce per oltre 2 chilometri. Il latte delle mucche circostanti ha presentato valori alti.
Nel latte materno la concentrazione è generalmente altissima, e ciò influenza la funzione tiroidea dei bambini, il cui sviluppo viene rallentato.
Con il professore olandese si trova d’accordo il collega tossicologo tedesco Othmar Wassermann, il quale, sulla base degli studi effettuati nelle acque dei fiumi del Vietnam, del lago Ontario e del Reno, afferma che il limite di sicurezza per la salute è zero virgola zero. Oltre che dall’incenerimento dei rifiuti urbani, dove vengono mescolate moltissime sostanze e dove quindi è difficilissimo tenere la situazione sotto controllo, le diossine derivano anche dagli impianti di riscaldamento, dal traffico, dall’industria pesante, e anche dagli incendi boschivi.
Spesso nel dibattito politico, nei quali hanno spesso più voce i gestori degli impianti dei cittadini colpiti, si accusano queste altre fonti di essere "più" pericolose. Tuttavia, secondo gli esperti di diossine, dopo la catena alimentare, è proprio l’incenerimento a provocare la quantità maggiore e anche le forme peggiori, in quanto "in un processo così caotico come un incenerimento accade di tutto. Tutto si mescola, anche l’inimmaginabile: per questo è così difficile e costosa anche l’analisi".
Dunque l’illusione che si possa far sparire ciò che è scomodo e sgradevole bruciandolo, non dev’essere alimentata: le diossine non si vedono e non puzzano, ma ci sono. Ha scritto il dottor Menapace in una lettera: "Io non mangerei patate coltivate in terreni inquinati da diossina. Noi siamo considerati cornacchie del malaugurio, del resto è più distensivo per chi legge i giornali il resoconto di una partita di calcio che non un barboso intervento più o meno oscuramente scientifico". Eppure questa molecola semplice, di cui esistono 75 tipi, una grande famiglia di 400 sostanze molto velenose , influenza molto la nostra esistenza e il nostro futuro.
http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article1445&lang=it
http://news.kataweb.it/item/391142
http://www.crimeblog.it/post/302/mozzarelle-alla-diossina-sequestrate-nel-casertano
Unser Mozzarella Komt nicht mehr aus Neapel! , questa mozzarella non viene da Napoli. Così recita da qualche tempo il cartello di un locale di Berlino, gestito da un ischitano che fino a qualche tempo fa del marchio DOP si faceva vanto. Adesso che la situazione rifiuti diventa ogni giorno che passa più drammatica, cresce la diffidenza verso uno dei prodotti campani più tipici. A torto o a ragione? La stampa internazionale suggerisce di evitarli, potrebbero essere contaminati. E forse un fondo di verità esiste, stando alla notizia riportata da “Caserta C’è”. Circa 2 chili di mozzarella aversana sarebbero stati sequestrati per superamento del tasso di diossina. Proprio circa la diossina, le ASL campane hanno ricevuto istruzione di aumentare i controlli, ma l’assurdo è che non ci sono laboratori attrezzati per le analisi e che bisogna spedire i campioni nel Lazio. E si preleva con un pettine troppo largo. Non voglio essere allarmista, ma finché non si rassicurano i consumatori con dati certi e raccolti fittamente, forse fa bene il ristoratore di Berlino.
http://cronaca.3viso.com/allarme-mozzarella-alla-diossina/2008/03/29/
Allarme mozzarella alla diossina
Marzo 29, 2008
Strascico dolente e notevole dell'emergenza rifiuti in Campania, è l'allarme diossina contenuta nella mozzarella di bufala. Dopo i primi controlli effettuati prima sulle bufale, poi sul latte, e poi sul prodotto finito, a titolo precauzionali il governo di Tokio e quello francese hanno ritirato dal commercio le confezioni di mozzarella in vendita, e ne hanno bloccato l'arrivo alla dogana.
Ma il Ministro della Salute Livia Turco, rassicura che "da oggi i nostri tecnici lavoreranno insieme ai colleghi europei per mettere a punto un programma dettagliato per lo svolgimento di tutte le attivita' di vigilanza e controllo", mentre il Ministro degli Esteri D'Alema che "dichiara 'adesso si dovranno fare controlli a tappeto".
Intanto, i soci del Consorzio Mozzarella di bufala campana dop, in 100 giorni di crisi, hanno perso più di 30 milioni di euro di fatturato, e dal fronte della Commissione europea, l'Italia è bacchettata per le "insufficienti misure prese dall'Italia per far fronte alla contaminazione da diossina di una parte della produzione di mozzarella di bufala in Campania", e chiede con urgenza "alle autorità competenti di adottare ulteriori provvedimenti per garantire che le mozzarelle contaminate non entrino nel mercato Ue".
Dal canto loro, le autorità italiane, hanno informato la Commissione che "il problema della contaminazione da diossina è stato confinato in Italia e che nessuna mozzarella contenente quantità di diossina superiori ai livelli massimi ammessi è stata commercializzata fuori dall'Italia"; ma ad ogni modo, l'Esecutivo Ue si riserva di proporre "misure di salvaguardia per i prodotti lattiero-caseari provenienti dalla regione Campania", qualora dovesse considerare ancora "inadeguata" l'azione delle autorità italiane.
http://www.thisnext.com/item/4DDC1382/9735023D/Allarme-mozzarella-alla
http://www.romagnaoggi.it/showarticle.php?articleID=306155&posizione=24_ore_mondo&storico=tutti
http://www.zhora.it/pedofilia1.htm
Ogni giorno, due vittime. Molestie e violenze in Italia. Cifra per cifra
Sono 854 ogni anno i bambini scomparsi in Italia dal 1996, più di due al giorno, di cui 380 non sono ancora stati trovati . Sette bambini su mille subiscono violenze, mentre due milioni sono nel mondo i piccoli schiavi del sesso, venduti dai duecento ai mille dollari l'uno. Due bambini al giorno in Italia sono oggetto di abusi sessuali. Negli ultimi quattro anni le violenze su minori sono cresciute di oltre il 90%, passando da 305 nel '96 a 470 nel '97 a 534 nel '98 fino a 586 nel 1999. Mille i processi svolti per reati le cui vittime sono bambini abusati e maltrattati, per un terzo sotto i tre anni. Nella metà dei casi si tratta di violenze sessuali, seguite da abuso fisico (33 %), trascuratezza (21,8%) e abuso psicologico (19,8%). Ma si stima che i casi di pedofilia in Italia siano 21000 all'anno. E la nuova frontiera Internet ? Sono 7650 i siti pedofili identificati e censurati nel 1999, il 55% negli Stati Uniti, il 13% nell'est europeo, il 5% in medio oriente. Ma si stima che possono essere 10 volte tanto. 300 sono le organizzazioni pedofile che si definiscono "culturali", 15 in Italia. Il mercato on-line della pedofilia ha un giro d'affari di oltre 5 miliardi di dollari: solo il settore delle videocassette frutta 280 milioni di dollari. Una foto costa in media 30 dollari ma arriva facilmente a 100 per le violenze e le scene con animali.
Dati: Censis, Telefono Azzurro, Criminalpol, Telefono Arcobaleno, Centro italiano per le adozioni internazionali.
Chiara Longo Bifano
Da L'Espresso n. 35 anno XLV
Alcuni indirizzi utili:
http://www.telarcobaleno.com/
Quando la tecnologia è utilizzata per un fine veramente utile: http://aphc.cjb.net/ (un sito di hacker contro la pedoflilia)
http://www.criminologia.it/
http://gandalf.it/mercante/merca49.htm#heading03 articolo n. 3
http://www.beta.it/civtec/sp/pidocsiu.htm
http://fly.to/kidsliberation
http://www.repubblica.it/online/cronaca/garante/russia/russia.html
Il blitz: nove arresti, 1.700 indagati, 600 perquisizioni
L'organizzazione vendeva su Internet video in tutto il mondo
Pedofilia, tra Italia e Russia
la holding dell'orrore
I bambini venivano rapiti dagli orfanotrofi
violentati e spesso uccisi per soddisfare i clienti
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NAPOLI - Un serpente con la testa in Russia e il corpo in Italia. Che si nutre di bambini. Un serpente affamato di sesso, ogni tipo di sesso purché le pulsioni si sfoghino su ragazzini. Un serpente fatto di uomini. Tutti diversi, ragionieri, studenti universitari, padri di famiglia, ma tutti con un'unica deviazione: la pedofilia. Ora il serpente è stato scoperto e gli si è dato un nome tecnico che ne aumenta ancora di più l'orrore: holding. Nove persone, tra le quali un russo e otto italiani, sono state arrestate, 490 hanno ricevuto un avviso di garanzia, 1690 sono indagate in tutto il mondo per aver venduto immagini e video attraverso Internet, 600 perquisizioni sono state fatte in tutta Italia.
L'inchiesta è stata condotta dai comandi della polizia delle telecomunicazioni di Napoli e Roma e coordinata dai pm Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli della procura di Torre Annunziata in collaborazione con la polizia di Mosca. Quello che hanno scoperto è un viaggio nel buio che tocca tutte le possibili forme di violenza sui minori. La holding vendeva video e fotografie che documentavano tutto quanto può soddisfare il fondo di un abisso. Compreso l'omicidio.
A capo dell'organizzazione c'era un uomo d'affari russo di 31 anni di Murmansk, Dimitri Kuzentofv, arrestato a febbraio a Mosca per produzione e diffusione di materiale pronografico e rimesso in libertà dopo l'amnistia decisa dal parlamento russo per risolvere il provblema dell'affollamento delle carceri. Kuzentofv aveva messo in piedi una vera e propria industria della violenza sui bambini che incassava milioni di dollari l'anno. Non faceva fatica né aveva scrupoli quando doveva procurarsi la materia prima. I suoi uomini rapivano i bambini negli orfanatrofi della Russia e del Medio Oriente oppure li strappavano dalle braccia dei genitori o delle baby sitter durante spettacoli al circo, nei giardini pubblici. Alcuni sarebbero ancora oggi segregati in luoghi che la polizia russa sta tentando di individuare.
Li portavano nella villa di Kuzentofv, li violentavano davanti agli obiettivi di telecamere e macchine fotografiche, e li uccidevano per accontentare le richieste di acquirenti disposti a sborsare anche duemila dollari - come documentato dai bonifici bancari sui conti di Kuzentofv - in cambio di una serie di snuff movie dove bimbi tra i 2 e i 12 anni vengono violentati fino all'agonia.
La foto rubata di un bambino che si misura un vestitino nuovo nello spogliatoio di un grande magazzino vale circa 400 dollari. Di foto del genere la holding ne ha vendute centinaia di migliaia in tutto il mondo. I "pedopornografi", i collezionisti di pornografia infantile, immagini come questa le chiamano "snipe", che in codice è la foto più innocente che si possa ottenere.
In 19 mesi la polizia ha individuato versamenti di denaro pervenuti sui conti di tre imprenditori russi a capo dell'organizzazione per un ammontare complessivo di 600 milioni di dollari, circa 1.400 miliardi di lire. I soci d'affari di Kuzentofv sono Dimitri Valeri Ivanov, addetto al settore tecnico ed egli stesso protagonista di centinaia di video e Andrea Valeri Minaev, ex militare sovietico, ufficialmente proprietario di una società di distribuzione di video la Tim-O-Feev Video, in realtà responsabile per la distribuzione del materiale pornografico richiesto via Internet e pagato con bonifici bancari. Minaev aveva inoltre l'incarico di "responsabile del settore 5- 12 anni". In carcere però c'è più solo Ivanov poiché anche Minaev ha beneficiato dell'amnistia.
E l'Italia? La polizia ha arrestato un funzionario dell'azienda sanitaria di Grosseto, sposato, senza figli, un imprenditore commerciale e un impiegato pubblico di Milano, il primo celibe, il secondo sposato, con due figli, un imprenditore fotografico di Salerno, anche lui sposato e con figli, un commerciante di Vallo della Lucania, sposato, un imprenditore edile di Ancona e uno studente universitario di Venezia.
Gli avvisi di garanzia notificati e le perquisizioni hanno portato la polizia della telecomunicazioni in tutta Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Tosacana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Dall'indagine viene fuori un'inedita mappa dei pedofili in Italia che annovera perfino 18 minorenni.
A Torino, Milano, La Spezia, Firenze e Reggio Emilia a chiedere e a pagare centinaia di dollari immagini pornografiche infantili erano ragazzi tra i quindici e i diciassette anni.
(27 settembre 2000)
http://jjbthearchive.wordpress.com/category/pedofilia/
http://www.ecoblog.it/post/5065/la-piaga-delle-discariche-abusive
http://www.zonanucleare.com/dossier_italia/ecomafia_rifiuti.htm
L' ecomafia dei rifiuti in Italia
Le attività illecite legate allo smaltimento dei rifiuti hanno avuto, negli ultimi anni, un allarmante sviluppo. E’ il nuovo volto dell’ecomafia che ai profitti derivati dall’abusivismo edilizio ha affiancato quelli determinati dal traffico illegale di rifiuti. Secondo Legambiente, che nel gennaio dello scorso anno ha presentato il rapporto "Le nuove frontiere dell’Ecomafia", l’intero business supera i 21 mila miliardi di lire all’anno.
Il preoccupante fenomeno ha il suo epicentro nel Mezzogiorno dove si registra il 40 per cento dei 78 mila reati contro l’ambiente denunciati nel triennio ‘94-96. Le regioni più interessate sono, infatti, la Puglia, la Basilicata, la Sicilia e la Calabria, ma il triste primato di illegalità ambientali, riferite sia al ciclo dei rifiuti sia a quello del cemento, spetta alla Campania. Nell’area vesuviana la Guardia di Finanza ha sequestrato un numero impressionante di discariche abusive, anche di grosse dimensioni (una di queste presentava un’estensione di ben 4 km e una profondità di 30 m!), utilizzate per smaltire illegalmente sia i rifiuti urbani che quelli tossico nocivi (che richiederebbero, invece, specifici trattamenti, da effettuarsi in adeguati impianti, prima del loro smaltimento). Si tratta, in genere, di discariche illegali realizzate all’interno di ex cave per l’estrazione, altrettanto illegale, di sabbia e inerti. Il meccanismo è quello caratteristico del circuito economico dell’ecomafia: parte dal controllo sul territorio e sulle attività estrattive e conduce alla trasformazione delle cave in discariche per ogni sorta di rifiuti.
Tra i clan mafiosi delle province di Caserta e Salerno si è diffusa una nuova e
inquietante pratica che consiste nell’ottenere l’autorizzazione alla costruzione di vasche per l’itticoltura e la lombricoltura, da utilizzare invece come discariche per liquami fognari e fanghi industriali. Una grossa fetta del traffico di rifiuti provenienti dal Nord è destinato anche alla provincia di Matera, che presenta un territorio particolarmente idoneo a questo tipo di attività in quanto scarsamente abitato e con numerose vie d’accesso. In quest’area sono stati riscontrati ripetuti smaltimenti abusivi lungo il fiume Basento, con conseguenti episodi di morie di pesci, mentre una vicina discarica consortile si trova in condizioni di semi abbandono!
http://www.cicloamici.it/rifiuti_di_puglia.htm
http://www.cicloamici.it/rifiuti_di_puglia.htm
Vieste, Parco Nazionale del Gargano (Fg)
Il Parco Nazionale del Gargano rappresenta l'unico parco Nazionale Pugliese. L'ente di gestione è molto attivo e compie interessanti iniziative di valorizzazione e promozione culturale. Sono anche state realizzate su antichi sentieri e mulattiere un'interessante e incantevole serie di percorsi ciclabili (in realtà più adatti alle mountain bike). Anche qui malgrado l'ente Parco il territorio risulta offeso da discariche abbastanza estese.
http://giovannivagnone.wordpress.com/2008/03/02/valsesia-discariche-abusive-etc/
http://www.laconca.org/archivio/2002/08/discariche.htm
Il problema delle discariche abusive nella nostra Zona si aggrava con il passare del tempo.
Rogge ostruite da lavatrici e vecchi divani, insenature stradali, piazzole, campi agricoli e percorsi sterrati ricolmi di televisori rotti, macerie, rifiuti ingombranti di ogni tipo, batterie di auto usate.
In termini di salute pubblica, integrità ambientale e tutela paesaggistica i danni sono evidenti e determinati soprattutto dalle sostanze pericolose che invadono e percolano terreni, rogge e falde acquifere. Negli elettrodomestici, nei vecchi frigoriferi, nei computer e nelle Tv troviamo una gran quantità di piombo, fosfori, berillio, schiume poliuretaniche, freon, CFC, CHFC, oli contaminati da PCB, ritardanti di fiamma, cromo, cadmio, nichel.
http://www.videocomunicazioni.com/2008/01/21/sequestrate-dalla-guardia-di-finanza-sette-discariche-abusive/
Maxi sequestro da parte della Guardia di Finanza. Sette discariche abusive nelle quali venivano sversate rifiuti speciali e tossici sono state sequestrate tra Napoli e la provincia. Le fiamme gialle nel corso di diverse ispezioni, hanno rinvenuto negli invasi, decine di tonnellate di materiale inquinante. Nel corso dell’operazione dieci persone sono state segnalate alla magistratura. Le attività operative sono state condotte dal I gruppo di Napoli e dai reparti di Afragola, Portici, Ischia e Capri. I militari hanno ispezionato una serie di aziende edili e di rottamazione veicoli che, per abbassare i costi di smaltimento dei residui, spesso utilizzavano fondi agricoli o terreni incustoditi per accatastare i rifiuti. Le sette discariche abusive individuate, coprono un’ampiezza complessiva di oltre 5 chilometri quadrati, nei comuni di Napoli, San Giorgio a Cremano, Cardito ed Ischia. Durante le perquisizioni sono state trovate oltre 35 tonnellate di rottami ferrosi, 80 carcasse di autovetture, 192 pneumatici di varie dimensioni ed altro materiale inquinante. Scoperti anche circa 600 metri cubi di inerti prodotti dall’attività di costruzione.
http://www.comune.basiglio.mi.it/page.asp?IDCategoria=670&IDSezione=3503&ID=76786
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080513042903AAyOQ4A
http://www.comune.torremaggiore.fg.it/database/comunicati/upload1/215/0504FG07.pdf
http://www.comunicati.net/comunicati/istituzioni/comuni/lazio/comune_di_roma/municipio_roma_xvi/45746.html
ROMA (AN): DISCARICHE ABUSIVE SORGONO NEL TERRITORIO DEL XVI MUNICIPIO.
“Sono in continuo aumento all'interno del territorio del XVI Municipio
il formarsi di discariche non autorizzate e quindi abusive – E’ quanto
denuncia Antonio AUMENTA consigliere di AN al XVI Municipio di Roma - .
Purtroppo il totale lassismo da parte di questa amministrazione
municipale guidata da Bellini in fatto di sicurezza e pulizia del territorio sta portando,specie le aree più periferiche del Municipio, al collasso. Esempio lampante della mala gestione si può notare in Via di Villa Troili, - prosegue AUMENTA - infatti dove prima sorgeva il famigerato campo nomadi, oggi vi è una vera e propria discarica a cielo aperto abusiva. Oltre a calcinacci e sacchetti della spazzatura, da qualche tempo vengono gettati anche elettrodomestici”.
“Altro esempio in via della Pisana, dopo la sede del Consiglio Regionale del Lazio, ogni spiazzo e ogni campagna e completamente colma di ogni genere di complemento d’arredo, divani, poltrone e vecchi materassi”.
“Mi auguro -chiude AUMENTA- che l’amministrazione, in collaborazione con il corpo della Polizia Municipale, intervenga in modo serio e deciso al fine di ristabilire il giusto equilibrio ambientale ed impedire ogni qualsiasi altra forma di abuso da parte di chi compie simili azioni.”
Con preghiera di diffusione.
Grazie
Antonio AUMENTA 3355321614
WWW.ANTONIOAUMENTA.IT
http://www.mapchannels.com/discaricheabusivefarainsabina
http://data.mapchannels.com/embed/discaricheabusivefarainsabina.htm?
http://www.guardiecologiche.piemonte.it/sito/Varie/StampaCartacea/DiscaricaBellacomba.htm
Professione inquinatore
Un giorno con le Guardie ecologiche volontarie, a caccia di chi si libera di rifiuti
Strada vicinale Bellacomba, Basse di Stura. In questa stradina sterrata, teatro nel ‘700 di furiose battaglie con i francesi, adesso ci sono montagnole di spazzatura. Qualche chilo di pomodori ormai ridotti a conserva, frigoriferi e materassi, una ventina di sacchi di fogliame, un Ducato scoperchiato, una macchina bruciacchiata. Anche frammenti di Eternit, che presto con il passaggio delle auto saranno polverizzati con le conseguenze che ben si conoscono. Le GEV, le Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia, scendono dall’auto, indossano i guanti e si mettono a scavare fra i rifiuti in cerca di indizi. Una vera e propria indagine, la ricerca di una busta intestata, di uno scatolone con l’indirizzo del proprietario, qualche prova che conduca al trasgressore. Frugano, poi alzano gli occhi indicando un grosso palo: «Da queste parti ci vorrebbero delle telecamere». L’idea è stata discussa di recente a Palazzo Civico. Il vicesindaco Calgaro, dal quale dipendono le GEV torinesi, la presenterà presto in una prossima riunione con l’Amiat e con il comandante dei vigili, Famigli: «Credo si possa fare, e sarà forse necessario aumentare le sanzioni». Chi viene colto in fallo per ora se la cava con poco, 206 euro se è un privato, una denuncia penale se è una ditta, che alla fine non sborsa però molto più di 2.600 euro. Non abbastanza per scoraggiare vecchie abitudini. Risparmio certo, ma soprattutto pigrizia, parte dei rifiuti potrebbero finire nella vicina discarica, altri potrebbero essere consegnati alle varie ditte di frantumazione per pochi centesimi di euro al chilo. Le Guardie Ecologiche che dipendono dalla Provincia di Torino, coordinate da Daria Oggero, sono 300. Nella vita lavorativa sono insegnanti come Livia Savoldi, studenti come Fabio Santo, pensionati come Mario Coraglia, uno dei più attivi e arrabbiati. Anche Antonio Lingua, agente di polizia giudiziaria. Nel tempo libero, dopo aver seguito un corso di formazione di 140 ore, si appostano soprattutto la sera nei punti che sanno critici e aspettano. Mai invano. Prima o poi arriva un camioncino e comincia a liberarsi del suo carico. Molti non hanno neppure la partita Iva, si fanno pubblicità anche sui giornali, sono rintracciabili con il cellulare. Si chiamano per esempio Z. già colto in fallo due volte e M., che poco tempo ha scaricato 80 quintali di abiti usati nei laghetti della Falchera. Efficienti con i clienti, vanno, sgomberano e al calar della sera si dirigono verso Basse di Stura e le altre zone ridotte a discariche e buttano tutto nei campi, sul ciglio della strada, nell’alveo del fiume che adesso, in secca, rivela interi bidoni dell’Amiat pieni di chissà quali sostanze. E le GEV ammoniscono: «I cittadini devono chiedere a queste persone se hanno il formulario, una sorta di bolla di accompagnamento del rifiuto, l’unica garanzia possibile. Se non ce l' hanno vuol dire che chi affida loro mobili vecchi, materassi e oggetti di tutti i tipi commette un reato condiviso con la ditta». L’elenco dei luoghi eletti a discariche è lungo: strada della Berlia, al confine fra Torino e Collegno, strada Castello di Mirafiori, lungo Stura Lazio, strada dell' Arrivore, i laghetti della Falchera. Il parco del Meisino, uno dei posti dove il passaggio è più frequente. Poi c' è Basse di Stura. Mentre il Comune ne pianifica la bonifica, i torinesi continuano a gettare di tutto, celebri ditte - spesso le stesse che lavorano in zona - padroncini, nomadi, ambulanti che scaricano merce avariata. La via della spazzatura comincia di via Fermi, riprende in via Bramafame, conduce al laghetto Bechis, profondo in alcuni punti anche 60-70 metri, di grande interesse se bonificato. Qui attorno alcuni extracomunitari hanno costruito capanne sull’acqua e vivono indisturbati pescando e allestendo barbecue. Di strada Bellacomba, sito dell' inceneritore, abbiamo detto. Tempo fa, racconta il gev Mario Coraglia, era stata chiusa per impedire uno scempio che si rinnovava. Poi i vigili hanno riaperto. Manca all’appello ancora Strada aeroporto. Un mese e mezzo fa il Comune ha speso 50 mila euro per ripulirla. Ieri era di nuovo un letto d’immondizia.
Quotidiano REPUBBLICA del 21/08/2003 pagina: 3 sezione: Torino
http://www.sinistrademocraticalazio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=115&Itemid=120
Ecomafia. Ogni giorno cinque reati nella regione Lazio
lunedì 07 gennaio 2008
Nel Lazio ogni giorno vengono compiuti quasi cinque reati legati all’ambiente. Questo fa sì che la regione vanti un non lusinghiero quinto posto nella classifica italiana, piazzandosi dietro solo a quei territori a tradizionale insediamento mafioso (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia).
Storie e numeri aggiornati sul malaffare ambientale sono riportati in Ecomafia 2007, l’annuale rapporto di Legambiente presentato oggi a Roma da Roberto Della Seta (presidente Legambiente), Alfonso Pecoraro Scanio (ministro dell’Ambiente), Ermete Realacci (presidente commissione ambiente della Camera), Francesco Forgione (presidente commissione parlamentare sulla mafia), Roberto Barbieri (presidente commissione parlamentare sui rifiuti), Marco Minniti (viceministro dell'Interno), Pietro Grasso (procuratore nazionale antimafia), Giancarlo De Cataldo (magistrato e scrittore), Enrico Fontana (responsabile osservatorio ambiente e legalità di Legambiente). Il bilancio dell’anno appena trascorso descritto nel Rapporto Ecomafia di Legambiente è di tre reati contro l’ambiente ogni ora sulla penisola.
http://www.q4q5.it/modules/newbb/exporttopic_pdf.php?forum=16&topic_id=77
http://www.parlamento.it/parlam/bicam/rifiuti/Sedute/57.htm
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'
ILLECITE AD ESSO CONNESSE
57.
SEDUTA DI MERCOLEDI' 14 OTTOBRE 1998
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA
I N D I C E
Esame della proposta di relazione sulla regione Lazio
La seduta comincia alle 13,30
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Esame della proposta di relazione sulla regione Lazio.
PRESIDENTE. Desidero innanzitutto far presente che il vicepresidente Gerardini non può essere presente all'odierna seduta; quindi, la discussione del documento relativo agli incentivi alle imprese per lo sviluppo sostenibile, di cui egli è relatore, è rinviato alla prossima settimana. Invito ora il senatore Iuliano a prendere la parola per illustrare la proposta di relazione sulla regione Lazio; anche su questo documento la discussione inzierà la prossima settimana
GIOVANNI JULIANO. Proseguendo nella sua attività di indagine nelle diverse regioni italiane, la Commissione ha dedicato una specifica attenzione alla situazione del ciclo dei rifiuti nel Lazio: la relazione su questa regione segue quelle già dedicate a Piemonte, Liguria e Campania. La scelta di inserire il Lazio dopo quelle regioni è stata determinata anche dalle informazioni in possesso della Commissione che indicavano questo territorio come soggetto a rischi sia ambientali sia di infiltrazioni criminali.
Si tratta di informazioni che hanno trovato un sostanziale riscontro nelle missioni svolte e nelle audizioni tenute. La relazione, che io qui sintetizzo, contiene infatti il resoconto dei numerosi sopralluoghi effettuati dalla Commissione: in particolare vanno qui ricordati quelli svolti a Pomezia, Ardea, Latina e Monterotondo, dove è stato possibile constatare il danno causato da quella particolare forma di illegalità che nella relazione viene definita "holding del riciclaggio fantasma". In sostanza è stato rilevato come frazioni di rifiuti raccolti in maniera differenziata nel nord Italia, e in particolare nella provincia di Milano, siano state abbandonate in capannoni industriali dismessi, divenuti così vere e proprie discariche abusive.
La particolare gravità di tali episodi ha indotto la Commissione a convocare in audizione l'autorità giudiziaria, che ha scoperto tale traffico, per avere un quadro più dettagliato della situazione. La relazione illustra nel dettaglio il meccanismo illegale, invitando il Parlamento ad una riflessione sulle società criminali che sono riuscite ad utilizzare anche le innovazioni introdotte dal decreto Ronchi per ottenere un giusto profitto, arrecando non solo un grave danno all'ambiente ma truffando quegli enti locali che hanno pagato per un importante servizio - il recupero del materiale - che in realtà non è avvenuto.
La relazione illustra inoltre nel dettaglio due episodi nei quali l'attività di indagine ha consentito di ottenere concreti risultati. Il primo è relativo alla scoperta a Pontinia di un sito nel quale dovevano essere trattati fusti metallici per il trasporto di rifiuti pericolosi liquidi: il sopralluogo della Commissione ha consentito di evidenziare come il sito fosse del tutto sprovvisto dei macchinari necessari e si configurasse piuttosto come un deposito abusivo di rifiuti pericolosi. Venne pertanto convocata l'autorità giudiziaria competente, che dispose il sequestro dell'area, avviando l'indagine per accertare eventuali scarichi irregolari di rifiuti pericolosi. Nel secondo caso, illustrato nella relazione anche con una serie di tavole, la Commissione ha avviato l'indagine a seguito della presentazione di un esposto, secondo il quale nel comune di Riano Flaminio erano sepolte alcune migliaia di fusti contenenti rifiuti pericolosi. In questo caso è stata adottata una tecnologia all'avanguardia in dotazione all'Istituto nazionale di geofisica, che consente l'individuazione di materiale metallico in profondità. Gli scavi effettuati a seguito di tale indagine, hanno portato effettivamente alla scoperta di numerosi fusti, anche se in numero sensibilmente inferiore rispetto a quanto riportato nell'esposto. L'azione della Commissione ha comunque consentito di fornire finalmente ai cittadini di Riano Flaminio un'informazione puntuale, attesta da molto tempo.
http://www.bloggers.it/legambientegiovani/index.cfm?blogaction=permalink&id=d14m4a2004h17m40&file=blog_4_2004.xml
http://www.giuridea.it/just4/_it/ItemView.asp?idItem=17
Appalti e “ munnezza “
Condivisibili ed autorevoli opinioni sostengono che il primo anello degli affari delle imprese criminose nel campo dell’edilizia sia costituito dal sistema delle cave abusive che alimenta, a sua volta, una serie di affari diversi. Dalle cave escono i materiali base per l’edilizia, utilizzati per la realizzazione di opere pubbliche e private, e nelle cave finiscono poi i rifiuti di ogni genere, dai materiali delle demolizioni e degli scavi, ai rifiuti speciali e pericolosi, in un sistema circolare nel quale la criminalità organizzata ha trovato in Campania ampio spazio di intervento per il crescere della domanda derivante dalla ricostruzione del dopo terremoto e per il vantaggioso rapporto costi - benefici, dovuto alla bassa criminalizzazione soprattutto nel settore rifiuti.
Questo sistema circolare ha fatto sì che le imprese camorristiche che operano nel campo dell’edilizia abbiano spesso diramazioni nel settore degli inerti ed in quello dei rifiuti, quando non siano addirittura una diretta derivazione delle esperienze acquisite nell’esercizio in una di tali due attività. Nei rapporti, infatti, che periodicamente compila Legambiente, si nota che i clan della Campania, tra quelli più in vista, sono classificati tanto tra le imprese che gestiscono rifiuti, quanto tra quelle che si occupano di inerti e di edilizia in genere.
http://www.romaeconomia.it/attachment/282984MOS_17_1_2007.pdf
http://www.litoralespa.it/allegati/TavoloEDM/ddpec/Contributo%20Legambiente.pdf
http://www.edilportale.com/edilnews/Npopup.asp?IDDOC=6193
18/02/2005 - Secondo una recente stima effettuata dall'ufficio antiabusivismo del Campidoglio delle 90 mila domande di condono presentate al comune di Roma, circa il 30% sarebbero false.
Infatti questi soggetti avrebbero chiesto la sanatoria di fabbricati non ancora terminati o addirittura non ancora iniziati, per poi poter avere il tempo di realizzarle con calma dopo usufruendo di un, per così dire, condono preventivo.
In realtà questi soggetti non hanno fatto i conti con i rilievi fotografici dall'alto che sono stati effettuati con il sistema «Gemma» e convalidate dall'Aeronautica militare che costituiscono uno strumento che permette di intervenire con precisione assoluta come sottolinea il vice capo di gabinetto del sindaco, Luca Odevaine. Ricordiamo che, in base alla legge sul condono edilizio, fino al 10 dicembre scorso, chiunque avesse commesso abusi edilizi (le cui caratteristiche rientravano nei requisiti richiesti dalla legge stessa) avrebbe potuto chiederne la sanatoria purchè queste opere fossero state terminate entro il 31 marzo 2003.
I controlli verranno effettuati grazie a un accordo incrociato fra l'Ufficio speciale condono e l'Ufficio abusivismo edilizio del Campidoglio.
Speciale condono
http://suap.provincia.re.it/suap%5Csuap2.nsf/A3640F290F3EF1E6C1256B7D002A4A43/$file/TAR_2002_1634.doc
http://www.astrid-online.it/rassegna/Rassegna-21/30-03-2006/RegLazio-L.r.-03_10_05-n-17.pdf
http://www.ambientediritto.it/legislazione/urbanistica/2007/lazio_lr_2007_n.6.htm
http://www.architettiroma.it/dettagli.asp?id=6519
http://rieti.metropolisinfo.it/article/articleview/9681
http://www.sassuolo2000.it/modules.php?name=News&file=article&sid=73163
Bologna - Era diventato un albergo a ore, con tariffe di 25-30 euro ogni 30 minuti, nettamente in contrasto con quelle giornaliere fissate in 35-60 euro. E' quanto hanno accertato i carabinieri di San Lazzaro di Savena anche grazie ad una ventina di testimonianze raccolte, con dovizia di particolari, che hanno portato al sequestro preventivo dell'Hotel gestito da una coppia di conviventi - L.D., 35 anni, originaerio del posto, K.A., polacca, 28 anni, denunciati.
Alle ragazze, clandestine, che si prostituivano nell'albergo non veniva richiesto nessun documento e le loro presenze non venivano registrate: il giorno del sequestro, i carabinieri hanno trovato 15 documenti di identita' - 14 italiani e uno straniero - di cui sette risultavano smarriti da diversi anni in varie parti d'Italia. Le indagini erano partite nel settembre del 2007. Complessivamente sono sette le persone arrestate.
http://www.02blog.it/post/1519/prostituzione-a-milano-sesso-a-pagamento-libero-illegale-o-controllato
http://www.tuttopescara.net/articoli/speciali/6503.php
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http://gazzettadireggio.repubblica.it/dettaglio/Trovate-due-prostitute-chiuso-l-albergo-del-rogo/1414676
http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/Primo_Piano/2007/07_Luglio/19/under20allegre.shtml
http://product.ebay.it/Veneri-di-strada-Sessantanni-di-prostituzione-in-Italia-dalle-voci-protagoniste_ISBN-10_8887423946_W0QQfvcsZ1460QQsoprZ50059827
http://www.utenza.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=343
http://www.film.it/tag/dr/droghe/
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