Un giustificato motivo per...(nona parte)
Nei giorni di sconforto, si può contare sugli amici, che ti sollevano il morale, o su Giangi, che no. Nel racconto del suo interminabile peregrinare verso sud, è finalmente salito sul treno (ricordate?) e adesso indaga sul suo disagio mentale parlando con le valigie. Da non perdere.
Vai Giangi!
Mi chiedo se alla fine ci potrà mai essere un vincitore.
Ho sempre pensato di poter alla fine riuscire a trovare un compromesso, di pensare che non esistanon solo tonalità di chiaro-scuro perchè è così maledettamente comodo e ipnotizzante quel grigio che con le sue infinite sfumature non può che ricordare sapori e odori del passato quelli a cui son stato sono e rimarò sempre legato. Eppure la controversia con le valige mi pone davanti un quesito dal risultato tutt'altro che scontato, ovvero quello di essere stato onestamente in grado di cercare un compromesso, un giustificato motivo per rinunciare a qualcosa di me in nome di qualcosa che non si intonasse con i mie soliti accordi distorti, che rivendicava il diritto ad un pò attenzione, ad un ruolo non marginale di pura comparsa e che magari cercava titanicamente solo di rendere armonico quell'intreccio confuso di note che freddamente invece disegnavano un'assolo infinito.
Loro son là, immobili, stanche, non han vissuto niente di meno di quel che hai trascorso tu in questo viaggio, ti sono state sempre accanto, non ti hanno tradito, tu le hai sempre tenute a portata di mano controllandole, assicurandoti che non ti scappassero di mano, ed ora, proprio alla fine, il solo pensare che ci possano essere diventa un peso insostenibile. Ogni chilo che gravava sulle spalle converge ora sulla mia mente schiacciandone ogni ricordo, ogni passo fatto insieme, ogni sosta, ogni complice segno di intesa. Come in una spietata sentenza, brutalmente vengono chiamati a testimoniare note sconosciute, colori abbaglianti, il tutto per creare quella drammatica frattura entro cui far scivolare il più in fretta possibile ogni possibile intreccio o tentativo di conciliazione.
Eccomi dunque, giudice non togato, pronto a dare un epilogo ad una sentenza probabilmente già scritta: mi rivolgo a voi due, cose avete da dire in vostra difesa?
Silenzio...prego le valige di dichiararsi
Silenzio...forse non avete sentito, che giustificazione potete addure per vostro conto?
Silenzio...spigatemi allora il perchè del vostro tacere, cosa vi porta a non lottare.
Lentamente il mio fare giustizionalista si sgretola di fronte al perpetuare del silenzio scandagliato solo dal ritmico rumore delle rotaie che inesorabilmente dettano il passare del tempo.
Vi prego aiutatemi ad emettere un verdetto, suggeritemi una risposta!
Silenzio...
Mi avvicino a loro, le prendo, mi siedo in una postazione da due, le poso accanto a me, Che sia chiaro! ogniuno comunque per la sua strada, ma mi strappano un sorriso.
5 commenti:
Giorni di sconforto...chissa!!Da parte mia di maggiore attenzione a verso quali terre approderemo..visto che si sta partendo verso una rotta alla comquista ( io mi aggrego alla ciurma con aria sospetta )sperando che si arrivi da qualche parte senza ammutinamenti....percepisco nell'aria pero'un certo pessimismo ..anche se lo spirito delle alte sfere sembra essere quello dello yankee americano....
altra riflessione molto buffa e ironica sui giovani di oggi che si svestono alla moda.....( mutande?)( vita bassa?) certo!!!!perche' il tenore di (vita) e' basso...per questo si sentono in....( mutande)
che non me ne voglino ma penso che la moda di svestirsi dei giovani di oggi sia un vero messaggio al futuro ( poco coperto) a cui andiamo incontro......
"un giustificato motivo per rinunciare a qualcosa di me in nome di qualcosa che non si intonasse con i mie soliti accordi distorti, che rivendicava il diritto ad un pò attenzione"
che altro dire...
tzi: altre cose sono accadute in quel viaggio, credo che manchi ancora un pò prima di arrivare (250km circa), magari qualche particolare con cui ancora giocare o con cui specchiarsi, ma non voglio anticipare nulla.
beh quanto alle mutande e i giovani...che dire, del loro futuro non mi sento responsabile, lo dovrebbe essere la società. Io spero solo un giorno di condividere delle responsabilità.
gb: hai scelto un momento bello tosto..che dire...: scrivere aiuta a ricordare chi/cosa sei o sei stato, ma non ti può dire cosa sarai.
giangi
Ci sei? Ti ho mandato per mail una proposta domenicale.
Famme sape'
Ma anche a te ti tempestano con i "see please here"?
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