sabato, luglio 05, 2008

Un giustificato motivo per (parte duodecima)

Si, lo so che è sabato e di solito di sabato nisba, non pubblico, ma a questo giro la sorte ha favorito il buon vecchio Giangi, tanto che farò uno strappo alla regola e pubblicherò oggi la XII parte del suo viaggio. Siate forti, resistete, non è ancora finita.
PS: gli errori non li ho corretti apposta, così poi capite con chi ho a che fare (ti voglio bene amico mio!)
Buona lettura
Heike

Sarà una coincidenza, sarà un gesto di rivalsa da parte del treno icplus milano-ancona, tanto snobbato e assecondato nei confronti dell'ambìto icplus milno-terni (quello ancora ancorato al binario 16),o magari sarà solo una banale probabilità statistica, sta di fatto che allo scemare delle mie riflessioni introspettive da shamano, il vagone ha una scossa ed il viaggio riprende.
Tutto ciò mi colpisce, mi sembra lontano il tempo in cui teorie, lugubrazioni, il continuo incaponirsi dietro concetti tanto profondi quanto contorti, mi rendevano inerme davanti al ciglio di un binario. Seppur vivo sia il ricordo di me che tentenno con fare impacciato e fragile davanti alla porta del treno, non avverto più il frastuono di quelle immagini, come se raffiche di vento portate dall'ormai incalzante incedere del treno avessero dato una ripulita e rinfrascata geneale ad una fornace che era prossima al'ebollizione.
Sulle ali di un entusiasmo da diciottenne al suo primo esame superato mi lancio a corpo morto sulla ritmica di Carols Santana e Steve Tyler dando vita ad un trio inedito verso Bologna, pronto a conquistare il premio per il miglior piazzamento tra gli apolidi pendolari milanesi in cerca di una patria che più gli somiglia.
Lascio così alle spalle Parma e Reggio Emilia, mi avvicino a Modena, ancora una quarantina di chilometri e poi è fatta!, con i grandissimi Creedence Clearwaters sembra davvero tutto in discesa. L'unica nota stonata è il mio stomaco, che con il suo borbottio sempre più inistente tenta di attirare la mia attenzione sul preoccupante moltiplicarsi di sostanze gastriche laceranti. E' ora di lasciare temporaneamente la postazione alla ricerca del famigerato tramezzino mozzarella e pomodoro. Scatto in piedi e senza far troppa attenzione a chi o cosa ho intorno mi involo verso altre carrozze, mi dico: alla fine dovrà pur esserci il vagone ristoro! Tre, quattro, cinque carrozze, poi intravedo il traguardo, mi fermo davanti al bancone, non rimane che scegliere. Grande assortimento!, proprio come dice ad ogni fermata del treno l'addetto al servizio bar bistrot, solo che l'annuncio è rivolto a personale standard in grado di assecondare le proprie esigenze di palato all'incedere della voragine gastrica o al mero tentativo di far trascorrere la lancetta dell'orologio, spostando l'attenzione anche se per pochi minuti su qualcosa che sia diverso dalla solita pagina enigmistica o dall'avanzata irrefrenabile della testa appisolata del "vicino di viaggio".
Il mio è invece un caso abbastanza disperato, specie se tra le innumerevoli portate non sembra esserci il tramezzino pomodoro e mozzarella. Ne inquadro subito uno che lo ricorda un pò per forma e contenuto, ci son poi panini di vari gusti già assaggiati in passato che erano riusciti a lenire il vuoto iniziale, senza però soddisfare mai completamente le attese.
Ancora una volta c'è da prendere un decisione, forse però è il caso di intraprendere per la prima volta in questo viaggio un percorso diverso dal solito, che sia il meno possibile socratico, e che investa il minor numero di componenti esterne che per natura determinano forti condizionamenti nelle scelte. Faccio allora ricorso a preistoriche nozioni da metafisico-economista, assumendo le aspettative come una componente cui è impossibile prescindere tentando così di utilizzarle come principio cardine del processo decisionale.
Quindi,... l'analisi si potrebbe strutturare in questo modo: quello che sto cercando è un tramezzino pomodoro e mozzrella, davanti ho un panino tonno e pomodoro, un tramezzino cotto e fontina e un panino mozzarella e formaggio. Ci sono punti di convergenza?Non so, magari parziali, magari potrebbero nascondere sapori inattesi, d'altro canto potrebbero scontrarsi con quella che inizialmente è stata palesata come una esigenza imprescindibile che vuol far valere il suo peso.
Eccomi lì davanti al bancone mentre mi arrovello ancora una volta dietro contorte supposizioni, in attesa che si materializzi una sorta di risposta che sa di compromesso tra il fare e il non fare, tra il dire e il tacere, tra il volere e il condannare, tra il credere e il negare, tra il potere e il desistere. Rendere trasparenti le aspettative sembra essere un buon inizio, manca ancora un pò di maturità, consapevolezza, responsabilità,... che si nascondano dietro il giustificato motivo per...?

2 commenti:

marcouk76 ha detto...

Hey Ciao! Captio qui grazie ad una segnalazione di Arte. Ti ho aggiunto ai miei link e al mio Google Reader. Se poi vorrai fare lo stesso...!

Anonimo ha detto...

SE QUALCUNO DOVESSE APPRESTARSI A SCRIVERE O COMMENTARE ECCO CHE POSSO ADDURRE UNA GIUSTIFICAZIONE SULLA PRESENZA DI QUALCHE CENTINAIO DI ORRORE DI SCRITTURA:
L'OGGETTO DELLA MAIL DI INVIO AL VOSTRO HEIKE ERA LA SEGUENTE:
Cap.12...come le fatiche di ercole (o erano 9??) insomma, un casino, avevo quasi scritto il finale quando l'ho mezzo cancelllato...e meno male che dobvo andare a letto presto cazzo son le 4 am...io ho sonno!!!!
...
capite bene che alle 4 del mattino non si possa pretendere grande lucidità
ps: heike sei un maledetto, ma ti bacerei con la lingua ugualmente