venerdì, aprile 18, 2008

Materiale genetico scadente

(ovvero, come trovare un titolo eccezionale e non sapere cosa scrivere lo stesso).

Che cos'è il talento? Da dove si origina? E' forse esso il frutto di un lungo percorso di maturazione interiore, fatica, applicazione e dedizione alla causa, o, più romanticamente, è un dono di natura che spunta negli artisti come acqua sorgiva scaturisce dal terreno?
Mariuolo Spezzadenti nasce nel 1882 a San Patrizio Aiutacitu, piccolo borgo sulle pendici del monte Tigna. Il padre, Stitico Spezzadenti, da giovane era stato a bottega dal celebre pittore Indo Stavoli, detto lo Scomparsino per la curiosa abitudine di scomparire all'arrivo dei creditori. Stitico, dopo quattordici anni di studi, non era ancora riuscito a capire qual'era la parte del pennello da applicare sulla tela; decise quindi di abbandonare gli studi artistici, che tanto l'avevano fatto penare, per dedicarsi ad un lavoro più consono alle proprie attitudini, finendo per trovare un impiego statale come pietra miliare sulla strada SS12.
La madre di Mariuolo, Giovannoccardossaspinolosa Ivi, si dedica invece alle cure della casa e del bambino. Molti anni dopo, nei suoi diari, lo Spezzadenti la ricorderà così:
Ogni sera, prima di coricarsi, mia madre aveva l'abitudine di prepararsi un infuso di erbe dolci, e di berlo, seduta in poltrona, mentre leggeva libri di poesie. Poi, quando faceva buio, prendeva il fucile e usciva a caccia di orsi. Quando rientrava, veniva sempre ad augurarmi la buonanotte, baciandomi dolcemente sulla fronte e accarezzandomi il viso con le sue mani delicate, lorde del sangue dell'animale che aveva appena scuoiato, la cui pelliccia, ancora calda e palpitante, mi poneva sul letto come coperta aggiuntiva.
Ella infatti contribuiva in parte sostanziale alle entrate della famiglia con un commercio di pelli d'orso, commercio che purtroppo la portò, anni dopo, al fallimento, quando vendette una pelle d'orso prima d'averlo ucciso.
Il giovane Mariuolo è indeciso se seguire le orme del padre e dedicarsi alla pittura, o fare l'astronauta. Infine prende la sua decisione e si presenta alla bottega del grande pittore Paolo Pitasso, il quale accetta di prenderlo come allievo, impressionato dalle sue doti, ad un patto:
devi smetterla con questa stronzata dell'astronauta, gli dice infuriato, prima di pugnalarlo.
Nel 1910 lo troviamo a Parigi, ospite dei suoi amici artisti. E' qui che acquista il soprannome che lo seguirà poi per tutta la sua carriera artistica: lo Scroccone. Infatti, nei dieci e più anni che passa nella capitale francese, non dipinge un solo quadro, nè fa lavori su commissione, non fa il facchino nè il manovale nè il lustrascarpe, ma si limita a farsi ospitare dagli amici dormendo sul divano, e ripetendo a tutti che sta aspettando un vaglia, tra poco potrò restituirti tutto, non è che hai una cicca?
Il 4 maggio del 1922 viene invitato a Roma da Vittorio Emanuele III, che vuole affidargli l'incarico di affrescare tutte le sale del nuovo palazzo reale. Giunto a Roma e presentatosi a corte, scopre che in realtà si tratta di una burla, organizzata ai suoi danni dal deputato Benito Mussolini e dal PNF. Infuriato, giura eterna vendetta al futuro duce e si proclama fervente antifascista. Come prima azione politica, dipinge i baffi su tutte le fotografie del duce che trova in casa della zia.
Cacciato dall'Italia, trova rifugio di nuovo in Francia, a casa del suo caro amico Pierre-Auguste Renoir, che però è morto tre anni prima. Scoperto dalla servitù mentre cerca di rubare l'argenteria, decide infine di tornare a casa, sulle montagne della sua terra, dove muore di noia due settimane dopo.
Figura grandissima e incompresa, Mariuolo Spezzadetti detto lo Scroccone è ancora oggi un enigma: ci induce a chiederci, senza trovare risposta, quanto ognuno di noi può chiedere al mondo, e quanto, il mondo, può volere di interesse.

10 commenti:

gb ha detto...

"Quando rientrava, veniva sempre ad augurarmi la buonanotte, baciandomi dolcemente sulla fronte e accarezzandomi il viso con le sue mani delicate, lorde del sangue dell'animale che aveva appena scuoiato, la cui pelliccia, ancora calda e palpitante, mi poneva sul letto come coperta aggiuntiva."

mi ha ricordato certe pagine di proust

Anonimo ha detto...

Mi intrometto in questo post, solo per complimentarmi in quanto su un noto quotidiano (LA NAZIONE) di domenica 20/04/08 ho letto la menzione che il giornale fa del tuo blog. Bravissimo Hk (come vedi continuo a chiamarti con il nome che a me piace di +)continua così; noi tuoi assidui lettori siamo orgogliosi di te. Hg

Anonimo ha detto...

La nazione?mi son persa qualcosa?

Heike ha detto...

A breve prometto news su questa cosa...oggi no però (e neanche domani)

Anonimo ha detto...

Eh? Su La Nazione? Racconta un po'!

N ha detto...

davvero! questa non me l'aspettavo !!! e bravo lo zio ottuso!! ora vo perchè sn a scuola e se mi beccano mi fanno 1 culo cosi! ciao!!!

Roberto ha detto...

Io non ci credo! Voglio leggere l'articolo!

Anonimo ha detto...

Allora.....Complimenti per il personaggio...peccato che non bazzico il mondo dello spettacolo perche' te lo avrei rubato per farne una mascotte televisiva o teatrale.Ma ti sei ispirato alle condizioni incerte dei giovani d'oggi?Io non ho mai chiesto nulla al mondo....la bellezza il mistero il fascino e l'ignoto mi hanno sempre affascinato...pero' mi hai fatto riflettere!il rapporto con il mondo non lo avevo mai pensato!!!ho vissuto sempre il rapporto con il cielo (prima di quello con il mondo) che per alcuni puo sembrare solo una macchia scura....

Heike ha detto...

Allora, domani spiego tutto, prove alla mano...mi scuso con tzi...around, che gli ho cancellato il commento doppio, ma era quello senza firma, quindi va bene così!
Ciauz

Anonimo ha detto...

Grazie heike...di niente,anzi da li si vede che a destreggiarmi nei blog sono una frana...anch'io pero' aspetto di sapere come sei finito sulla ( nazione)