Cavalli Selvaggi
Qualche anno fa, vicino a casa mia abitava un tizio che aveva un cavallo, e tante volte lo vedevo uscire in sella, il sabato o la domenica mattina, e allontanarsi verso chissà dove. Non so perchè, ma la vista di un animale così bello che zampettava sull'asfalto e si fermava agli stop per far passare le macchine mi faceva una gran malinconia, e il suo padrone mi sembrava particolarmente ridicolo. E ogni volta che incontravo un cowboy della domenica che portava quelle povere bestie a spasso per le strade, mi veniva da pensare "ma tu guarda che idiota".
Poi sono successe due cose che mi hanno fatto capire perchè c'è gente a cui piace andare a cavallo: la prima è che Elle mi ha portato ad un maneggio a fare un'escursione nei boschi (a cavallo in un bosco! Dio, c'è niente di più meraviglioso?), ed è stata un'esperienza assolutamente indimenticabile (consiglio a tutti di salire a cavallo una volta nella vita); la seconda è stata la lettura di Cavalli Selvaggi (All the Pretty Horses) di Cormac McCarthy, Einaudi 2006, ISBN: 8806184512.
Texas, 1949. Lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, John Grady Cole sella il cavallo e insieme all'amico Rawlins si mette sull'antica pista che conduce alla frontiera e più in là al Messico, inseguendo un passato nobile e, forse, mai esistito.
Si può ancora parlare della frontiera?
Si può immaginare di riuscire ad attraversare un immaginario confine ed entrare in un regno (anzi, in un Regno) da esplorare?
Direi proprio di si. Senza ombra di dubbio, il miglior libro che abbia letto quest'anno, un'atmosfera sospesa, la forza delle proprie convinzioni e il desiderio di scrivere il proprio destino. Cole scappa da un mondo "civile" che lo rifiuta e che non accetta la sua sensibilità, e si rifugia in un eden pastorale fuori dal tempo, una hacienda dove si catturano e si addomesticano i mustang selvaggi. Quello che succede dopo è intuibile, ma non prevedibile, e l'educazione sentimentale di Cole si conclude nell'unico modo possibile (non è spoiler): con il cowboy che si allontana a cavallo verso il tramonto.
Adesso, quando vedo qualcuno a cavallo, chiunque esso sia, mi sembra Clint Eastwood.
PS: dimenticavo...di nascosto ho aggiornato i link inserendo due blog amici molto fatti bene...il Blog di Alessio è una guida intelligente a molte cose, anche e soprattutto a internet; il Blog di Davide è una guida intelligente al mondo e a tutto ciò che vi attiene. Buon w-e.
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