lunedì, ottobre 30, 2006

Avevo Ventanni

Alcune idee prese e buttate lì, a manciate.
La cena di venerdì è andata benissimo, è stata rilassante e per niente impegnativa dal punto di vista etico (temevo il clima). Rivedere quelle facce per niente invecchiate è stato emozionante, anche se in realtà di quei quindici che erano presenti venerdi non ho mai perso realmente di vista nessuno, con alcuni ci vediamo spessissimo, con altri meno, ma insomma, ci siamo capiti. Insomma, che bello, alla fine è stato piuttosto divertente.
Conseguenza del fare tardi ad un'età oramai avanzata (ed anche - devo confessarlo - di sigarette fumate per solidarietà ambientale), il giorno dopo ero completamente afono. Ho barcollato in giro per la giornata fino ad arrivare la sera del tutto svuotato di vitalità. Elle è stata comprensiva, ha ignorato il fatto che fosse sabato e, donna paziente quando mai ve ne furono, mi ha detto "vai a casa a dormire". Ovviamente una volta a casa mi sono rifiutato di andare a letto troppo presto, e così mi sono guardato un po' di televisione (ed ecco il secondo argomento del post).
La televisione del sabato sera è territorio di poche categorie: anziani, malati, nerd sfigati senza amici nè vita sociale, coppie di mezza età, bambini e adolescenti senza motorino. Non è che c'è tanto da vedere, quindi.
E invece c'è un gran bel programmino. Su Mtv (esiste in Italia un'altra rete capace di sperimentare?) va in onda la nuova serie del programma di Massimo Coppola, AVERE VENTANNI, scritto così, maiuscolo e sgrammaticato.
Coppola c'ha il fisico del ruolo, con questa sicumera antipatichina da primo della classe, da finto trasandato che finge di non pettinarsi, l'espressione corrucciata dell'uomo che è perennemente infastidito. Questa settimana va a Sherm-el-Sheik, a vedere come se la passano i giovani turisti confinati nei villaggi vacanze, poi di nuovo a Milano, a conoscere un giovane marocchino che cerca di applicare il Corano al vivere quotidiano, e così via.
Momenti topici:
- la conversazione al villaggio vacanze con un giovane neofascista, orgoglioso di aver picchiato i neri perchè "alla televisione dicono che l'80% di questa gente ruba", imbarazzante nel suo balbettio quando M.C. comincia a dire quello che pensa (e lo dice bene, porca miseria);
- il racconto del ragazzo marocchino che spiega quanto sia difficile fare teatro (amatoriale)quando per intima convinzione pensi che maschi e femmine non debbano neanche abbracciarsi;
- durante un'intervista, arriva da dietro un cretino che urla alla telecamera "ITALIA UNO!". Coppola lo guarda, poi abbassa lo sguardo e, sconsolato, dice "ma io, quando lui fa le foto alla sua ragazza, mi metto a fare il minchione?"

Imperdibile.

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