Un'offerta che non si può rifutare
Siccome sono un tipo metodico, mi spiace fare le cose con disattenzione, quindi ieri sono rimasto un po' così quando mi sono accorto che non avevo aggiornato il blog - mi ero ripromesso di farlo quotidianamente. E siccome mi sembrava scorretto nei miei confronti alzarmi dal letto, scendere le scale, accendere il computer, connettere il modem, installarlo, fare dischi di backup...alla fine mi sono voltato dall'altra parte e ho sognato di prendere l'autobus nudo (come penitenza per la accidia, suppongo). Per non rischiare altri incubi inquietanti, eccomi qui di mattina a scrivere il post di ieri.
Dunque, Montalcino. La cosa più bella di questa due giorni è stata sicuramente la scoperta di poter utilizzare le papille gustative in tutte le direzioni: alla fattoria Caparzo ho sentito un vino che può tranquillamente gareggiare per miglior vino da me sentito quest'anno (quando si dice autoreferenziale), il Ca' del Pazzo 2001 (mi pare), che è vino elegante, di buona struttura e di profumi ampi e persistenti e se lo dicono loro ci credo. Poi - e questo l'ho detto a tutti - abbiamo visto la cantina e era grossa e c'erano le botti grosse di rovere di Slavonia che è in un posto nell'Europa dell'est e le fa una ditta sola in Italia e erano davvero grosse. Poi siamo andati anche al Castello Banfi che era bellissimo, ma siccome più sono ricchi più sono pidocchi (immagino sia un metodo per rimanere ricchi) le degustazioni le dovevi pagare e allora gli abbiamo fatto ciao, però prima abbiamo visto la cantina dove fanno l'aceto balsamico, ma lo chiamano Salsa Etrusca, che sennò il signor Ponti li denuncia. Tutto molto ganzo. In pratica (ora divento serio) l'aceto balsamico (o Salsa Etrusca) lo fanno mischiando il mosto del vino con l'aceto puro, e poi lo fanno affinare in botti che vanno da 60 a 25 litri, secondo l'anno della vendemmia, tutte di legni diversi (quali però non me li ricordo, dovrò chiedere a Markk, che dirà i nomi di cinque alberi a caso per farmi contento). Ah, un altro posto fantastico è a Torrenieri, dove una cantina è stata realizzata direttamente sui ruderi di una torre medievale, e il proprietario ci ha portato in una sala in penombra ad ascoltare il rumore che fa il vino quando viene messo ad invecchiare nei contenitori di alluminio. In pratica i lieviti presenti sulla buccia dell'uva, una volta chiusi al buio e senza ossigeno in queste vasche, cominciano a mangiare lo zucchero presente nel (come chiamarlo?) succo d'uva, e lo trasfomano in alcool e anidride carbonica. Il rumore che si sente sono quindi le bolle di anidride che salgono a galla. Quando l'ho detto a mio babbo lui mi ha risposto: ah certo, il rumore del vino che bolle. Lui è molto più pratico di me.
Infine, una considerazione u-morale: visto che abbiamo bevuto come dei disidratati, e non ci siamo mai, sottolineo (anzi no, grassetto) mai ubriacati, mi viene da pensare che quando le cose sono buone, non ti fanno mai male (o perlomeno non te ne accorgi).
E' stato bello passare un fine settimana con voi, maledetti maniaci, e sicuramente lo rifaremo l'anno prossimo. E chi volesse venire si tenga libero!
NB: a Dicembre ci sarà il battesimo di mia nipote, la Megarita. E a qualcuno (me) è stato offerto di essere il suo padrino. Ovviamente ho accettato.
Povera creatura.
8 commenti:
Megarita, non è una grande Rita
Maestro
è poi capitato?
io ho bisogno di saperlo!
sono un suo grande stimatore
..e io devo saperlo!
scriverò un libro su di lei un giorno!
stimatore o estimatore?
no perché se fosse estimatore
avrei fatto un'evidente figuraccia!
...però so scrivere "perché" in maniera corretta senza l'aiuto del correttore automatico!
...ma so si scrive "so" o "so'" o "sò"?
hei maestro
ha visto?
ci sono ben 6 (sei) commenti al suo dodicesimo post!
Si.
E' accaduto anche questo.
Ho avuto una vita piena.
Continua a scriversi estimatore.
Lei è pazzo.
Ma la stimo.
Con affetto, il suo allievo.
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