Post lungo (ma necessario)
Ieri pomeriggio sono stato a Lucca. E allora? diranno i miei piccoli lettori. Allora, come alcuni sanno (ma la stragrande maggioranza delle persone sane di mente no, quindi provvedo subito a dare una breve ma illuminante chiarificazione del motivo che mi ha spinto a Lucca) (ora che ci penso, potrebbe essere una chiarificazione meno che illuminante? Non rischio di essere ridondante?) (sicuramente c'è chi mi accusa di esserlo, ma è importante sottolineare che una chiarificazione fatta a capocchia potrebbe essere non illuminante, no? Piuttosto direi oscura, o forse nebulosa) (alla fine avevo ragione) (il problema di fondo è che metto troppi argomenti in mezzo, aprotroppe parentesi, così che alla fine non ricordo neanche dove ero rimasto), dove ero rimasto?
Ah si, dicevo che sono andato a Lucca, e dato che molti non sanno cosa è successo a Lucca in questi giorni, provvedo subito a una illuminante chiarificazione (no, non ricomincio). Come si vede qui, ha avuto luogo la fiera del fumetto più importante d'Italia, con editori, autori, stand delle fumetterie, mostra-mercato, gara dei cosplayer (dopo lo spiego), mostre di tavole originali, il tutto nella stupenda cornice di una meravigliosa città d'arte, con l'attiva partecipazione della cittadinanza e delle istituzioni (yawn).
Io a Lucca ci sono andato la prima volta a (credo) 15 anni, e da allora ci sono tornato piuttosto spesso, con un intervallo di cinque-sei anni durante i quali me ne sono tenuto ben lontano. Poi, ho preso come validante scusa quella di un nipote in età scolare da svezzare ai fumetti ed eccomi qui di nuovo. Non ho mai comprato niente a Lucca, mi limitavo a girare per gli stand, guardavo le file chilometriche di questuanti in coda per un disegnino di Milazzo, Casini, Freghieri o qualche altro forzato di casa Bonelli, curiosavo tra le vetrine che esponevano mercanzia proibita (nel senso di troppo cara). Una volta mi sono messo in fila per comprare un fumetto autoprodotto da un tizio basso e con gli occhiali, un fumetto mai letto nè mai visto, che non mi convinceva neanche. Dopo dieci minuti abbandono la fila senza immaginare che Ortolani e Rat-man poi diventano parte della mia vita (che vita triste).
A Lucca la cosa più bella sono i cosplayer (ora ci siamo). C'è un mondo sotterraneo che non conosci, popolato da creature mostruose e repellenti, che detestano la luce del giorno e si nutrono di sostanze disgustose, che non stanno all'aria aperta, che puzzano e hanno un'igiene personale quantomeno discutibile. Sono i NERDS! Le fiere del fumetto sono i luoghi in cui ritrovano la loro dimensione, finalmente sono in mezzo a loro simili (anche io sono come loro, solo che mi lavo e cerco di assumere una dieta equilibrata) (inoltre sono figo).
I cosplayer sono dei nerd che esaltano la loro nerdaggine travestendosi da cose o persone che ammirano, ma che se li incontrassero si limiterebbero a spintonarli dicendo "e levati". Ho visto gente vestita da Darth Fener, da Capitan Harlock, da Lamù, da Gatsu, da Jack Sparrow, da cavalieri Jedi, da guerrieri e da eroi, e anche uno vestito da Cannavaro (ma perchè nessuno mai si veste come un personaggio sfigato, che so, Charlie Brown). I costumi sono in gener impressionanti (nel senso di belli), ma la presenza scenica latita alquanto quando si tratta di salire sul palco e mostrare il costume.
Il nerd si esalta, ma la nerdaggine non perdona: per quanto tu ti vesta di pelle e faccia il figo, i brufoli tradiscono la tua vera natura.
Postilla: non ho ancora detto cosa penso della fiera di quest'anno. Per la prima volta da più di dieci anni, io a Lucca Comics mi sono divertito, e soprattutto, ho fatto acquisti. Si, so che non frega a nessuno, ma ho comprato ben tre (3) fumetti: Una Storia a Fumetti di Alessandro Baronciani (autografata); Ford Ravenstock (vincitore del Lucca contest 2005); l'ultimo volume di Mounsier Jean, brossurato invece che cartonato, mah. E stavo anche per comprarmi il quarto (per la cronaca Città di Vetro, con potenziale autografo di Mazzucchelli, visto che era lì davanti a me) ma poi non bastavano i soldi per tornare.
Che bella Lucca.
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