mercoledì, novembre 29, 2006

S.

Spero che Gipi non me ne voglia se ho copiato e incollato qui la copertina del suo ultimo lavoro, vuolando diversi articoli della legge che tutela il diritto d'autore. Guarda Gipi, se mi leggi (ah ah ma quando mai) mi scuso e a parziale risarcimento ci metto qui il link al tuo blog. Che a me piace pure il nome del tuo blog, Baci dalla Provincia...ma poi scusa, una cosa, lo so che anche tu sei un essere umano e alla fine, dopo ore e ore chino sul tavolo a fare disegnini per dei nerd sfigati e brufolosi (come me, che però sono un figo) alla fine ci si stanca e ogni tanto al bagno bisogna andarci, ma porca miseria, ci dovevi andare proprio quando sono arrivato al tuo tavolo a Lucca Comics? Che così non mi sono comprato il libro subito, ma solo dopo, a Prato, dal mio pusher, che me l'ha passato sottobanco dicendomi "attento è roba che scotta". Mannaggia se scotta.
Di solito i fumetti che compro me li leggo subito, a volte anche per strada uscendo dal negozio, finchè non ho letto tutto non trovo pace.
Questo invece no.
L'ho letto con calma, una settimana dopo l'acquisto, lo guardavo, lì accanto al letto, che mi intimoriva. Una storia di padri e figli, mannaggia, nientemeno. Troppo emotiva, temo, forse ridondante. Mi ricordo la prima volta che ho letto i fumetti di Gipi, a quel tempo leggevo il più bel giornale di satira mai scritto in Italia, Cuore, e non importa se metà delle cose non le capivo, erano stupende, tipo un titolone a tutta pagina BOSNIA DILANIATA: CON WOODY O CON MIA? e chi non la capisce o è troppo giovane o è troppo vecchio e affetto da demenza senile. Nelle pagine interne, strapiene di tutto, c'erano i disegnini di questo qui, questo Gipi, che sembrava disegnasse con uno spillo, le facce brutte e storte dei politici, ma no, più che altro della gente comune che conosceva lui, un mondo storto disegnato da qualcuno che ha lo sguardo storto...e poi lo ritrovo, anni dopo la chiusura della rivista, che vince premi su premi ad Angouleme (il festival del fumetto francese) e diventa famoso. Gipi l'ho visto qualche volta, è secco come uno secco, ha le orecchie a sventola ed è sempre nervoso, ma lo vedi che ne ha fatte. Ne ha fatte davvero, lo dice anche lui, non è stato sempre un disegnatore di fumetti.
E poi leggendo S. lo scopri com'è Gipi, come si vede, come si vede lui.
Mi accorgo che sono arrivato in fondo e non ho detto niente del romanzo. Che dire, se non che è bellissimo? Se non che mi ha commosso? Se non che è probabilmente il libro più bello che abbia letto in questo 2006? Che posso dire sul rapporto che c'è tra Gipi e S.?
Niente, ha già detto tutto lui. Grazie Gipi.
Se volete, lo presto volentieri, basta chiedere.

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