In media res
L'ultima volta che era stato lì era stato dodici anni prima. Allora c'era un grande faggio vicino alla palizzata, e spesso si andava a sdraiare sotto l'albero per ripararsi dal calore del mezzogiorno, e se si addormentava c'era sempre qualcuno che veniva a svegliarlo per tornare a lavorare. Adesso al posto dell'albero c'era un grosso vuoto, non un buco, semplicemente il vuoto lasciato da qualcosa che non c'è più, lui lo vedeva, lì prima c'era stato un grosso albero e adesso non c'era. Il cavallo era stanco e nervoso, scrollò la testa come per dirgli qualcosa. Si chinò a raccogliere una manciata di terra, e se la passò pensieroso tra le dita. Tornò verso il cavallo, gli passò le briglie sul collo e gli accarezzò la testa, parlandogli piano. Si avvicinò alla sella, aprì la borsa e tirò fuori la mappa. Un attimo e ce ne andiamo, disse accarezzando il collo dell'animale. Nella luce del tramonto non riusciva a vedere bene, ma si ricordava quello che c'era scritto. Si mise in piedi nel punto esatto in cui si trovava l'albero, e cominciò a contare i passi muovendosi lungo la palizzata. Il terreno fangoso gli tratteneva gli stivali, e ancora non riusciva a reggersi bene sulla gamba. Contati un certo numero di passi si voltò a sinistra, e ne contò altrettanti, cercando di mantenersi in linea retta rispetto alla palizzata. Si fermò, e nella luce sempre più fioca cercò un punto di riferimento. Poi calcò un pò il terreno con il tacco dello stivale e tornò al cavallo a prendere vanga e piccone. Il terreno è morbido, farò in fretta, aspetta ancora un pò, disse al cavallo che lo aspettava immobile. Cominciò a scavare nel punto che aveva segnato e dopo mezz'ora ancora non aveva trovato niente. Ormai non riusciva a vedere neppure la palizzata, tanto si era fatto buio, e gli faceva male la gamba. Si fermò, esausto, appoggiandosi al bordo della buca dove ormai entrava fino alla coscia. Qui non c'è nulla, disse nel buio. Ma dopo pochi minuti riprese a scavare, e continuò finchè la punta della vanga non incontrò qualcosa di metallico. Accese l'accendino per vedere meglio e si mise a scavare con l'altra mano finchè non mise allo scoperto un grosso coperchio di metallo. Ci siamo, l'ho trovato, pensò. Si tirò fuori dalla buca e si accese una sigaretta, scartando dal pacchetto quelle che si erano bagnate al fiume. Bene, pensò, il baule esiste. Il problema adesso è tirarlo fuori di lì.
2 commenti:
Complimenti per il blog e per i post ti invito a visitare il mio blog
ola ciriciao! gazie ancora per le belle parole sul mio blog. Fanno davvero molto piacere. Alla domanda su come ho fatto a trovarti... la risposta è grazie ad un link sull'orsociccione :P Per bologna... alla fiera non ci sono mai stata, ma mi piacerebbe un sacco andarci. Potremmo organizzare e vederci là :)
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