L'essenziale è invisibile
Post di servizio per fare il punto di tante (quattro) ed eventuali.
Primo: mi è stato chiesto, in modi e maniere diverse, che cosa volesse dire il post di venerdi, quello del cavallo e del tipo che scava la buca per motivi misteriosi (è forse affetto da labirintite?). La risposta è: nulla. Semplicemente sin da quando ho il dono della ragione (una settimana fa, più o meno) ho sempre desiderato essere uno scrittore, con tutte le mie forze, tanto che a volte nella mia vita capita che io mi fermi all'improvviso, stringa gli occhi, stringa i pugni, mi concentri tutto in me stesso e con la faccia rossa dallo sforzo cerchi di diventare uno scrittore, ma finisce solo che devo correre forte forte in bagno. Perchè quello che mi manca (oltre al talento, ma quello non conta, guardate Baricco) fondamentalmente è la costanza (non Phonorama, la costanza intesa come applicazione duratura e volenterosa) di mettermi lì con la testa china sul computer. Insomma, vorrei fare lo scrittore ma senza quella cosa pallosa del dover scrivere. A volte però ci ho provato, ma poi mi arrendo, magari ho un'idea geniale, ma più in là di dieci pagine non vado, mi annoio e vado a fare cosa più interessanti e alla mia portata, tipo lanciare una pallina da tennis contro un muro, e poi torno e quello che ho scritto mi fa tenerezza e gli trovo una collocazione degna (il cassonetto dell'Asmiu). E allora ho pensato che potrei fare una nuova rubrica a-periodica, così scrivo questi abbozzi di racconti già abortiti in partenza, semplici incipit che non finiscono, alla fine lo dice da qualche parte anche Barthes, che il fascino dei libri spesso è tutto nascosto nella purezza delle prime righe, che ti portano in luoghi mai visti e in epoche mai vissute. Secondo me però mi annoio prima.
Secondo: non c'entra niente, ma a quanto pare la frase "piove sui giusti e gli ingiusti" non ha il significato che gli si attribuisce solitamente. Se nel parlare idiomatico significa che il destino colpisce indifferentemente, senza badare alla rettitudine morale di alcuno (e infatti sia Hitler che Gandhi sono morti - com'è noto - di pistolettata) nel vangelo di Marco (si, è una frase del vangelo. No, non l'ha inventata Snoopy. No. No, Schultz era un esperto biblista. Si, era cristiano. Si, Schultz era cristiano. Posso continuare?) nel vangelo di Marco la frase sta a significare, più o meno, che la giustizia divina è tanta e tale che fa piovere sia sul campo del giusto che su quello del malvagio, rendendo i campi coltivabìli. Che significa? Non so, a meno che in realtà la frase originale non fosee "piove sul Giusti e sull'Ingiusti". Ignoro chi sia l'Ingiusti.
Terzo: e a proposito di religione, domani farò un post a lungo meditato, vagheggiato e pensato e elaborato: parlerò del Codice da Vinci - il libro, il film figuriamoci se lo vedo, ah ah, il film, dovrebbero legarmi ad una sedia e sottopormi al trattamento Ludovico per farmelo vedere, ah ah, il film...
Quarto e ultimo: tornando su quanto ho detto giorni fa sul nuovo disegno di legge del parlamento: io proprio non capisco quest'acrimonia generalizzata di tutto e tutti contro i Dico. Voglio dire, servono, sono utili, la roba costa poco e mica tutti possono andare al Penny. Guardi signora mia, non mi faccia parlare del Penny.
10 commenti:
ciao ciccio,
ti faccio una piccola precisazione da comunista rivoluzionario alla poco conosciuta citazione biblica da te enunciata. La frase nel contesto della parabola significa soprattutto che, sia che piova sul giusto che sull'ingiusto, sia che le messi crescano o no, sia che i frutti dei campi e del lavoro arrivino, tramite la grazia divina, alle nostre tavole imbandite, in fondo solo la redenzione all'altissimo aprira' le porte del paradiso e quindi il percorso terreno e' poca cosa di fronte all'apertura dei cuori in cristo. Comunque oggi c'e' il sole...ed in piu' non e' periodo di messi....con amore tuo per sempre...
bada l'azzo che meravigliosa interpretazione evangelica, tra l'altro ho paura che sia anche quella giusta.
secondo me se ne potrebbe dare una lettura anche in chiave economica, mi spiego.
Facciamo conto che cristo sia il mercato (lettura liberista) oppure lo stato (lettura marxista) far piovere sia sul campo del giusto che dell'ingiusto (dare le stesse opportunità in regime di perfetta concorrenza o di pianificazione del mercato).
chiaramente poi nasce la critica sulle disponibilità iniziali del giuto e dell'ingiusto che in teoria dovrebbero essere le stesse, ma nella realtà ciò non avviene, ergo per cui cristo o il mercato dovrebbero prima occuparsi di ristabilire parità nelle disponibilità iniziali dei singoli (visione puramente utopica)
Morale, finchè la si interpreta in caratteri filosofici, la morale di cristo o del mercato o le teorie di marx trovano fondamento e condivisione, nella pratica suscitano sbadigli.
credo - con tutte le mie forze - che questa sia la considerazione più pressapochista che tu abbia mai fatto. Ritenta, ipotizzando un coinvolgimento etico del cittadino e non una semplice subordinazione a imprescindibili leggi (minchia che parlo pulito).
dimenticavo: invece quella di adzo è interessante e meriterebbe maggior approfondimento (anche se lui è comunista rivoluzionario come questa scarpa.
se mi si chiede come dovrebbe vivere tali parole il singolo senza cercare di dare interpretazioni pressappochiste ad una teoria dall'ideale altissimo ma da risvolti pratici nulli, beh tenterò:
il singolo in questione ovvero io premette che non riesce al momento a dare forma ad un pensiero riassimilabile ad un ideale collettivo, ma riesce a produrre solo una mera esternazione individualista, pertanto: pole piovere sul giusto, sull'ingiusto, pole anche smettere di piovere la cosa attualmente mi sfiora ben poco. Non vedo sul mercato, nelle idee delle persone, nei centri di politica, nei movimenti collettivi, un'uniformità di pensiero rivolta ad un bene collettivo. ogni istituzione, movimento, ideali, racchiudono in sè elementi di disturbo, che seppure insignificanti che ne demoliscono e ne rendono nulla l'esistenza. Ciò mi ricorda quando giorgio diceva che erano i deboli quelli da combattere, da escludere, da demolire e mentre lo diceva cresceva il suo disinteresse per tutto ciò che lo circondava. Beh un pò lo capisco, credo che istituzioni, movimenti etc dovrebbero prima combattere al loro interno i loro scheletri, escluderli renderli evidenti e punirli e poisbandierare ideali idee etc. Dirai bel coglione lui che se ne frega guardano dal di fuori il mondo che va in merda...in un certo senso hai ragione, ma preferiso attingere dall'esterno solo quegli elementi che possono migliorare il mio mondo, sicuramente andranno meno sprecati.
enorme cinismo a parte, ciao gaingi!
credo che l'interpretazione dell'azzo sia da scrivere all'humus protestante (più esattamente calvinista se non ricordo male), laddove non l'impegno dell'homo conta ma la grazia imprescrutabile et divina. non così per san francesco e compagnia, dove basta poca e bona volontade da parte dell'homo e la data per scontata tanto grande e piovosa pazienza della divinitade piove a pioggia, senza meriti, che tanto si sa... così si risponde anche al di cui sopra.
Complimenti! Nice blog!!!
www.lb-liberamente.blogspot.com
@giangi: sei un grande, mi piace quando ti sdai, anche se non c'ho capito nulla. Riguardo Giorgio (non Mastrota), secondo me la sua era una provocazione, non penso davvero che volesse dirci di smollare chi pedale più piano - per chi non sa di cosa parliamo: un nostro amato professore ci diceva che i nemici della società sono i deboli, intesi come quelli che vogliono rallentare il progresso perchè non sanno stargli al passo. Lui era un vecchio comunista, ma era anche un democratico, per questo dico che la sua era un provocazione, anche se tanti anni di disillusione potrebbero averlo deluso...ma noi? Mica ci vorremo arrendere?!
@ bloggirls: grazie dei tuoi complimenti, ritorna, ti assicuro che di solito le ns conversazioni sono molto più leggere...
Ciao HK, non sono nessuno per dirlo, pero' secondo me scrivi bene.
Continua cosi'!
@ artemisia: ecco, adesso mi tocca arrossire...AVETE SENTITO CHE HA DETTO, GENTE? EH? ALLORA? HA DETTO CHE SCRIVO BENE! SCRIVO BENE! AH! COME LA METTIAMO ADESSO? EH?
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