lunedì, aprile 23, 2007

Ve lo do io il Brasile! 1/4

Ce n'è voluta, ma è tornato su queste (pagine? schermi?) il buon Adzo, e a questo giro ci parla del Brasile, sua terra d'adozione...

Buongiorno a tutti carissimi amici!
Dato il bel connubio e sodalizio instaurato tra me e HK abbiamo deciso di trovare un nuovo spunto per discutere di un argomento a me molto caro (e del quale conosco alcune misere cose) e cioè del Brasile.
Il nostro viaggio in 4 comode supposte verde-oro si propone di far scoprire aspetti del Brasile che probabilmente un viaggiatore-turista non ha modo di vedere e analizzare nelle permanenze classiche in terra brasileira; infatti i normali tour operator sostano molto nelle zone cosiddette di cartolina e cioè in quei posti attrezzati per turisti che sono in realtà MOLTO distanti dalla vera natura e tradizioni del paese in cui sorgono. Ne è un esempio lampante le due spiagge più famose del sud america: Ipanema e Copacabana.
Vi dico subito che la mia conoscenza non si estende a tutte le regioni del Brasile (essendo esteso più o meno come l’europa) ma alla zona del litorale sud (rio de janero, san paolo) e l’entroterra dello stato del Minas Gerais (come voi probabilmente saprete il Brasile è una confederazione di 18 stati un po’ come gli USA).
Diciamo subito che il Brasile (ed in questa puntata parleremo di questo) ha delle fortissime diversità sociali tra chi sta bene e chi sta male e questo si riflette in tutto: nelle cultura, nella vita quotidiana, nelle aspettative di vita e, ad un primo sguardo in modo eclatante, nell’architettura e nell’urbanistica.
Sembra una cosa strana ma le grandi città del Brasile con in testa San Paolo (13 milioni di abitanti), Rio (7 milioni di abitanti), e Belo Horizonte (6 milioni di abitanti) sono state fondate e cresciute a partire dalla fine del 1800, inizio 1900. Questo ha comportato che lo sviluppo urbanistico si è articolato in maniera molto caotica con zone residenziali e commerciali (grattacieli, mega centri commerciali) che si incastrano a zone molto povere (da non confondere con le favelas). Non è infrequente camminare per la strada e da un incrocio ad un altro ritrovarsi in una città che non sembra più la stessa.
Direte voi: sembrano gli Stati Uniti! In effetti ci sono delle somiglianze, anche se no troppe, in quanto, negli States, non ci sono mai sobborghi all’interno delle downtown mentre in Brasile è piuttosto comune. Basta pensare a Rio de Janeiro, dove una piccola favela nasce esattamente a 50 metri dalla spiaggia dei VIP di Ipanema, o come la più grande favela del mondo che si inerpica sul monte dei “due fratelli” a Rio, e che separa due zone turistiche come Leblon e Tijuca (residenza estiva di tutti i ricchi brasiliani come Ronaldo ed altri calciatori).
Proprio le differenze che corrono tra gli stessi brasiliani fanno si che un certo gruppo benestante sia molto orientato alla vita europea (sia nel vestiario che nella cucina che nell’istruzione) mentre il resto della popolazione è fortemente agganciata alle radici ed alle tradizioni locali. Intendiamoci, il Brasile non è uno stato povero, anzi. Possiede tutto ciò che gli serve e le importazioni sono solo quelle dei beni che loro non sanno o non vogliono produrre, e non di materie prime. Infatti il brasiliano medio non è una persona che, come in molti paesi africani (o anche sud americani) muore di fame, altresì vive con standard che sono appena al di sotto di quelli europei (forse non si potranno comprare una macchina ogni 5 anni ma nemmeno devono stare con gli stessi abiti per una vita!). Il brasiliano che vive nelle grandi città fa una vita in tutto e per tutto identica alla nostra, mentre chi vive nei paesini in campagna ha delle restrizioni un po’ più sensibili anche perché la cultura media è più bassa e quindi si assiste ancora a famiglie molto allargate con 8-12 fratelli che ovviamente vivono nelle classiche restrizioni di questo tipo di nucleo familiare in cui con 2-3 stipendi si devono mandare avanti diverse bocche.
Come è ovvio esistono molte situazioni sociali difficili soprattutto nelle grandi città nelle quali si concentrano, in cerca di pochi spiccioli, tutte le persone che non hanno di che vivere e quindi non è strano trovare bambini che chiedono elemosina o donne che si prostituiscono soprattutto nei luoghi turistici. Nella mia esperienza non ho mai trovato qualcuno che mi chiedesse uno spicciolo al di fuori dei bairros (quartieri) per turisti. Al contrario nelle strade e nei quartieri comuni è più facile essere “assaltati” e cioè rapinati, ma anche in questi casi si deve saper leggere tra le righe e capire il perché si può venire assaltati per la strada in mezzo alla gente. Normalmente questo avviene perché l’uomo medio brasiliano (un po’ come l’italiano) tende ad ostentare molto ciò che possiede e se si ostenta ci si sottopone ad ovvi rischi soprattutto dove c’è una concentrazione di povertà alta. Se invece ci spostiamo in campagna possiamo anche lasciare la porta di casa aperta e non succederà presumibilmente nulla. Tutto sommato possiamo immaginare questi aspetti del Brasile anche nella nostra vita quotidiana di europei ma aumentando la forbice sia sociale che culturale. In questo modo possiamo dire ragionevolmente che il brasiliano povero è più povero di un italiano povero e viceversa, che una grande città sud americana è più frenetica e caotica di una grande città europea e viceversa; in sostanza si può dire che il Brasile ha situazioni PIU’ estreme di quelle italiane. In particolare vi siete mai chiesti cosa può pensare un brasiliano (persona considerata, nelle mappe geopolitiche, del terzo mondo) del nostro Bel paese?
Cosa pensa un brasiliano delle nostre città e della vita che ci si può fare:
Al primo posto nei pensieri di un brasiliano sulle nostre città è che sono estremamente piccole…e tutte incredibilmente vicine! Che i servizi pubblici fanno cacare (effettivamente), che i taxi costano uno sproposito e che ci sono poche cose da fare…in effetti sembra un eresia ma in città di milioni di persone i divertimenti e le opportunità sono di un ordine di grandezza superiore rispetto ai nostri. In realtà poi quando la notte possono passeggiare tranquilli nei nostri centri storici vedono il lato positivo e non sono costretti a guardarsi le spalle da tutte le persone che incrociano. Rimangono molto ammirati dalle nostre bellezze storiche ma con moderazione non essendo normalmente persone abituate a questo tipo di cultura…gli sconvolge di più sapere che alcuni palazzi o piazze hanno 500 anni più della scoperta del brasile…(avvenuta nel 1500).
Se poi siete curiosi di sapere cosa sono le famigerate favelas allora dovrete aspettare la prossima settimana!
Un abbraccio!
Adzo

Nell'immagine: Ouro preto (oro nero) città coloniale portoghese del Minas Gerais

1 commento:

BLOG NEWS ha detto...

Ma allora conosci la mia religione!
CANDOMBLé è dim origine africana ma questo nome lo à preso in brasile ciao