Le Maison da Invidiare - Castello Porompompero
Care amiche e cari amici, bentornati a tutti voi nel meraviglioso mondo delle dimore da sogno. Siamo oramai consapevoli della bellezza che ci circonda nel nostro bel paese, ma talvolta rimaniamo sopraffatti, e ve lo diciamo in tutta sincerità, dallo scoprire quante meraviglie ancora sono celate agli occhi della plebaglia. Proprio per questo continuiamo nella nostra meritoria opera di divulgazione del bello a vantaggio di coloro che, come voi, non hanno potuto educare il proprio gusto alla raffinata contemplazione di eccetera eccetera.
Oggi siamo a Borgo Valastro Superiore, un ridente ed ameno paese adagiato placidamente sulle pendici del monte Puffo, nella provincia di Zappoli. Uscendo dalla volgare e plebea strada statale che fiancheggia il paese, ci inoltriamo in un delizioso sentiero circondato da distese di giacinti fioriti e segnalato con pile di teschi umani. Dopo pochi chilometri (settanta) di comodo sterrato raggiungiamo un cancello in ferro battuto decorato con scene di battaglia, che ci introduce alla proprietà del conte Palazzesco di Guardia Giurata. Una festosa salva di cannone ci accoglie alla villa. "E' una particolare ricorrenza?" chiediamo al conte che ci accoglie con un sorriso affabile "No" risponde "stiamo cannoneggiando il campo nomadi a sei chilometri da qui". E iniziamo la visita.
Accanto al castello il conte ha fatto realizzare un meraviglioso giardino all'italiana con trenta fontane fatte scolpire a mano da un'impresa del sud-est asiatico, offrendo così lavoro a molti bambini altrimenti disoccupati. Le fontane sono decorate con grandi statue che ritraggono il conte in varie pose ma che hanno tutte la peculiare caratteristica di rappresentarlo nell'atto di urinare sui suoi nemici (sincadalisti, giudici, Vittorio Cecchi Gori). "Ovviamente questa non è pipì" ci dice indicando la fontana "ma acqua dell'acquedotto pubblico. Ha sete?"
In fondo al giardino il conte ha fatto realizzare una cuccia in marmo bianco per il suo cane Terranova, Bruto. Interessante notare che al terzo piano della cuccia c'è la sede legale di una cooperativa sociale di tipo b che si occupa del rinserimento lavorativo degli ex-detenuti.
Il castello si sviluppa su dodici piani, dei quali quattro interrati e destinati rispettivamente a cantina per i vini, palestra d'ardimento, santabarbara e sala dei complotti per il colpo di stato, nella quale però ultimamente usa tenere i salumi in fresco.
La grande sala da ballo occupa l'intero secondo piano. I soffitti decorati a sbalzo e i pavimenti in pietra nera di Lapiette garantiscono un effetto sublime, mentre pesanti arazzi della regia opicina di Saint-Lazare de la Merde decorano tutte le pareti. Poltrone Sapun e tende Grapot completano il tutto.
Il conte insiste per mostrarci le cucine: un grande caminetto occupa la parete nord, tutto in pietra refrattaria. Curiosamente notiamo l'assenza di mobili ed elettrodomestici. "Vede" ci confida il conte "i poveracci si comprano la cucina da Aiazzone e la usano per anni. Io non sono un poveraccio. Voglio che i miei arredi siano in legno, preferibilmente quercia nera, e quindi me li faccio realizzare da un'impresa artigiana. Tuttavia un forno in legno, un lavabo in legno o un frigorifero in legno non durano a lungo e si distruggono, quindi poi li faccio rifare da capo, e così via".
Dopodichè ci conduce nelle sue stanze private. La camera da letto è talmente grande che a metà strada ci fermiamo e facciamo uno spuntino con il pranzo a sacco che ci siamo portati, e accendiamo un falò in vista della notte. Il letto è un originale Luigi XII, con ancora dentro il cadavere del re Luigi XII e della regia consorte, mentre i comodini contengono le stanze della servitù. In bagno il vano doccia è vasto abbastanza da contenere un'altro bagno, così, per spregio.
Ma il vero vanto del conte è - strano a dirsi - il vano scala. Una meravigliosa scala a chiocciola in marmo rosa con inserti in avorio collega tutti i piani, attraversando la torre centrale del castello. Il motivo dell'orgoglio del vanitoso nobile è presto detto: la torre è stata ristrutturata in modo da contenere un silos per il lancio di un missile nucleare intercontinentale stanziato nel sottosuolo, missile che il conte Palazzesco di Guardia Giurata chiama affettuosamente Mimmo. "Prima o poi lo lancio" ci confida il conte ammiccando "e quel giorno vi consiglio di stare molto lontani da Vittorio Cecchi Gori".
2 commenti:
evabbè... e dillo...
eccheccazzo.
E scrivi un pò peggio!
enonsifà... nonsifà...
C'è gente che crede di saper fare qualcosa intorno a te!
Vattene a fare lo sborone insieme ai par tuo, Benni, Kishon, Allen...
Ma pensa te che spaccone...
bah...
M'hai depresso.
Vafanculo, Mak
;-)
Prima o poi me lo farai un pezzo breve breve che io possa illustrare... o mi onori lasciandomi creare l'immaginetta per un tuo post.
HK: (arrossisce rumorosamente) ma, vede (tossicchia in maniera nervosa), lei mi lusinga, non credo affatto di esser bravo quanto dice lei, signore (a bassa voce, verso il pubblico). Finalmente uno che riconosce il mio genio! (di nuovo verso Makkox) Non sono altro che un umile artigiano che ama fare il suo lavoro in maniera onesta e senza montarsi la testa, (si dirige verso il fondo) cercando di donare agli altri quello che credo di saper fare, (trascina fuori dalle quinte un trono in oro massiccio) e pensando di essere uno come tanti. (si siede sul trono indossando un mantello di seta porpora e stola d'ermellino, poi cerca sotto i cuscini, tira fuori una corona d'oro tempestata di diamanti e se la pone sul capo) Sono rimasto il ragazzo semplice di una volta. (batte le mani. Accorrono tre fanciulle nude con dei vassoi di frutta) Gradisce dell'uva?
PS: sul serio: davvero vorresti una mia collaborazioncina? Ma...ma...tu mi onori! Certo che ci sto!!! Sentiamoci via mail, va', che questi cubicoli sono scomodi.
:-))))
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