lunedì, marzo 19, 2007

La Rivoluzione Cubana - parte II

Esilio e Pianificazione

Continuiamo con il nostro secondo (di quattro) appuntamento sulla rivoluzione cubana.
Eravamo rimasti, la scorsa settimana, al punto in cui Fulgenzio Batista, prendendo il potere con un colpo di stato, impone su Cuba un feroce regime militare al soldo degli statunitensi che avrebbero voluto avere le porte aperte per i loro commerci e per lo sfruttamento della manodopera cubana.
Fidel in quel periodo era rappresentante degli studenti della più prestigiosa università cubana di Santiago. Il malumore è a livelli di guardia e nei circoli culturali della gioventù cubana iniziano a farsi largo i primi progetti di lotta al regime.
Il più importante di questi progetti e’ quello che porterà all’attacco della caserma Moncada il 26 luglio del 1953 (da cui il nome del famoso M26L movimento 26 luglio).
L’inesperienza fu fatale.
Dei 160 ribelli che attaccarono la Moncada, 61 morirono durante l’attacco ed un'altra sessantina vennero catturati. Di quest’ultimi circa 30 furono torturati a morte dai militari. Fidel ed un manipolo di ribelli riuscirono a fuggire ma furono catturati dopo una settimana ed imprigionati.
Lo stesso Fidel fu condannato a morte ma il clero cubano si oppose alle condanne e i prigionieri furono mandati su un isola carceraria denominata Isola dei Pini (oggi Isola della Gioventù).
Famosissima rimane l’arringa di Fidel che al processo si difese da solo, e che nel suo discorso getta le basi del programma rivoluzionario, parlando di diritti sociali, di ridistribuzione delle ricchezze, di politiche agricole… in particolare rimane celebre l’ultima frase dell’arringa in cui Fidel dice:
“…condannatemi, non importa, la storia mi assolverà.”
Viene condannato e mandato in carcere, ma, dopo due anni, esce sfruttando una amnistia per le rielezioni di Batista (elezioni false, nelle quali vota una percentuale irrisoria della popolazione costretta con la forza o comprata con poche vettovaglie).
Fidel insieme al fratello Raul decide di andare in esilio in Messico dove pensa di poter trovare appoggio finanziario da esuli cubani scappati dopo il colpo di stato di Batista. Decide di andare via da Cuba perché oramai ha la ferma intenzione di costituire un gruppo di guerriglieri ben organizzati ed armati, e per fare ciò ha bisogno di non essere, per cosi dire, in bella vista dell’esercito di Batista.
E da qui inizia la leggenda….il connubio forse più emblematico del 20° secolo: Castro-Guevara.
Il quasi dottore Ernesto Che Guevara incontra Fidel una tarda serata nel piccolo appartamento di una amica di Fidel in una piccola cittadina messicana. Guevara e’ stato convinto da alcuni conoscenti che Fidel potrebbe veramente fare sul serio, mentre Fidel vede in Guevara l’opportunità di avere con sé una persona che sappia curare eventuali feriti negli scontri che già prevede….
L’incontro dura tutta la notte ed i due escono diciamo…scossi. Fidel non pensava di trovarsi davanti una persona dall’etica e dalla volontà così ferrea, mentre Guevara non si aspettava di incontrare un vero Lider, con idee e basi talmente forti da convincerlo a partecipare alla spedizione.
Altro fatto molto particolare e fortuito che avviene in quei giorni e’ la ricerca dell’imbarcazione per salpare dal Messico e approdare a Cuba. Nel piccolo paese dove i nostri hanno il campo base non esistono navi o imbarcazioni degne di nota…tranne un mezzo rudere di proprietà di un americano. Questo vascelletto da 4 soldi (oggi esposto nel museo della rivoluzione a Cuba) si chiama Granma’ in onore della mamma del proprietario….i nostri amici acquistano la barca ed a causa di una rappresaglia della polizia messicana (sotto soffiata di alcune spie batistiane) sono costretti ad usarla prima del tempo per scappare alla cattura. E’ cosi che la notte tra il 24 e 25 novembre del 1956 82 uomini male armati ma molto motivati partono per liberare Cuba.
82 contro tutti gli uomini armati di un’isola grande un terzo dell’Italia…non male…
In realtà anche meno di 82, perché sulla spiaggia li aspettano i militari…e non ne lasceranno vivi molti….
Fermi ed immobili nei canneti per 4 giorni senza bere e mangiare…ecco come inizia la rivoluzione di Cuba!
Alla prossima sulle montagne della Sierra Maestra!!
Il buon Adzo

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante. Conoscevo i dettagli della prima parte ma non i particolari di questa puntata. Non vedo l'ora di leggere il resto.
Certo che è strano come gli eventi si accavallino: qualche giorno prima di leggere la prima parte su Cuba avevo comprato "Hasta la Victoria!", il fumetto di Stefano Casini. Qual è stata la spinta a parlare di Cuba in questo momento?
Intanto... bravo Adzo e bravo HK!
Ciao

Heike ha detto...

Caro amico! Benvenuto! Sono felice che ti piaccia il lavoro di Adzo, e concordo con te nel fatto che stia facendo davvero una ricerca interessante. L'idea di questa rubrica è tutta sua, io mi limito all'editing, e mi ha detto (ma potrebbe confermercelo con un commento) che l'idea è nata da un incontro con un collega cubano. Per quanto riguarda la sincronicità, mi hai fatto venire un'idea per un prossimo post...cmq, grazie ancora e a presto (l'hai poi letto il libro sull'editoria?).
Ciauz

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi

si l'idea e' nata dall'incontro con un mio amico cubano che mi ha fatto accendere diverse lampadine su come il FILTRO (o MURO) sull'informazione che arriva in italia sia molto FILOOCCIDENTALE...o per meglio dire filo americana....
comunque mi fa piaciere che apprezziate!!

Anonimo ha detto...

@hk: perché credi che abbia citato la sincronicità? ;-) (il libro l'ho appena iniziato ma ho dei ritmi paurosi di lettura)

@adzo: bel lavoro. Secondo me molte persone hanno dimenticato -o non hanno mai saputo- del governo cubano pre-Fidel e di quello che è stato e ha fatto Batista. Putroppo è vero: ci arrivano molti giudizi filoamericano che condizionano i nostri. Ahinoi, quando cominceremo a pensare con la nostra testa? Eeeh (sospiro) le informazioni tendenziose --> il "contro" dei media di informazione