lunedì, marzo 26, 2007

La Rivoluzione Cubana - parte III

Pioggia e fame, viatici per la vittoria

Ed eccoci qua al nostro terzo appuntamento sulla rivoluzione cubana.
Ci eravamo lasciati con i nostri amici cubani che partono dal Messico per approdare a Cuba in una notte tempestosa.
Come preannunciato lo sbarco non fu facile soprattutto perché il Granma fu avvistato e approdò in una palude di mangrovie, ma lascerei alle parole del Che (che come quasi tutti teneva un diario) la descrizione di quelle prime ore:
Ci vollero diverse ore per uscire dalla palude e giungemmo sulla terra ferma, alla deriva, inciampando... eravamo un esercito di ombre che camminavano seguendo l’impulso di un oscuro meccanismo psichico.
Dieci giorni esatti dalla partenza dal Messico, il 5 dicembre all’alba, dopo una marcia notturna interrotta dagli svenimenti, dalla fatica e dalle soste della truppa raggiungemmo un punto noto come Alegria de Pio...
Il luogo non era adatto ad un accampamento, ma ci fermammo per passare il resto del giorno e riprendere la marcia la notte successiva...
Lì, a due chilometri a sud -est da Playa Las Coloradas, il distaccamento rivoluzionario venne sorpreso dal nemico.
Tre uomini persero la vita e i 79 restanti si dispersero in varie direzioni in 28 gruppi, il più grande dei quali riuniva 14 uomini; molti gruppi vennero detenuti, altri catturati e assassinati

Nei giorni successivi l’esercito (o diciamo i microeserciti rivoluzionari) si riunirono in cima alle montagne della sierra. Per iniziare definitivamente la guerra a Batista disponevano in tutto di 27 uomini e 7 fucili, da cui la storica battuta di Fidel al fratello Raul:
-
Quanti fucili hai?
- Cinque.
- Con i miei due fanno sette! Adesso si che la vinceremo la rivoluzione!

Inizia in questo modo un periodo di circa un anno in cui la vita dei guerriglieri, aiutati dal grande lavoro dei loro compagni in città, si snoda tra le montagne e le creste della Sierra Maestra. La notizia dello sbarco di Fidel giunge alla popolazione che inizia a vederlo come un eroe nazionale: gruppi di giovani si muovono dalle città alle montagne per arruolarsi e combattere insieme ai rivoluzionari.
Alla fine della guerra il gruppo conterà diverse centinaia di unità.
Tra le tante cose che si possono raccontare di questo periodo di estrema sofferenza (dormivano all’addiaccio sotto la pioggia tropicale mangiando canne da zucchero e scatolette di dolcificante, senza lavarsi e senza dormire per giorni, sempre in movimento) ce ne sono alcune molto particolari.
Il primo, e forse più importante, è l’enorme apporto di tanti contadini che per sfamare il piccolo esercito rischiarono la vita (ed in molti casi la persero) donando tutto ciò che avevano ed infondendo nei guerriglieri la ferma convinzione della giustezza della loro azioni.
Il secondo e’ il trattamento con cui, dopo le prime vittorie presso caserme distaccate dell’esercito batistiano, Fidel trattava i prigionieri.
Molto spesso parlava a quattr’occhi con ognuno di loro spiegando le proprie ragioni e le ragioni della rivoluzione per poi, dopo aver dato loro un pezzo di pane e qualcosa da bere, mandarli via consigliando loro di tornare dalle loro famiglie, o magari di arruolarsi nella rivoluzione.
Il messaggio che questi giovani militare riportavano a casa era di grande ammirazione e stima nei confronti di Fidel e questo non fece altro che alimentarne la grande “presa” sul popolo cubano.
Due parole vanno spese anche sul traditore….e già, anche nel piccolo esercito si sfiorò la tragedia e solo per un qualche motivo oscuro che passò per la mente del traditore la rivoluzione non fu spezzata a poco tempo dal suo inizio.
Il nome del personaggio in questione è Eutimio Guerra, guida del gruppo rivoluzionario tra le montagne della Sierra.
Eutimio era un grande amico dei rivoluzionari ed in particolare di Fidel, il quale aveva una grande fiducia e stima nei confronti della loro guida. Ovviamente Eutimio servì la rivoluzione per diversi mesi e poi, però, fu catturato e minacciato dall’esercito batistiano. In realtà pare che non subisse nessuna tortura, ma che fosse lui stesso a patteggiare il suo rilascio in cambio della promessa di condurre i ribelli in una trappola.
Fidel iniziò a non capire alcuni comportamenti di Eutimio ed iniziò a prendere decisioni sui percorsi da seguire in modo autonomo. Rimane comunque cruciale una notte in cui Eutimio, non avendo una coperta per ripararsi dalla pioggia, fu accolto sotto la coperta di Fidel. I due dormirono rannicchiati insieme per tutta la notte con Eutimio alle spalle di Castro. In quella notte si decise tutto, o meglio, il ripensamento o la codardia di Eutimio decisero le sorti di Cuba: infatti per tutta la notte Il traditore tenne la canna di un revolver puntata alla schiena di Fidel…ma non ebbe il coraggio di sparare.
Soltanto in seguito Eutimio fu smascherato e processato dal suo amico Guevara che usa le seguenti parole per descrivere quel momento:
Ho risolto il problema con una calibro 32, nella parte destra del cervello... Ciò che apparteneva a lui ora era mio
La rivoluzione va comunque avanti tra maggiori successi con attacchi a caserme sempre più grandi e centrali. La guerriglia si è ormai installata saldamente sulla Sierra e conquista armi all'esercito, sfiancandolo, ma soprattutto togliendogli forza e fiducia e continua ad accrescere il numero dei propri affiliati. Sono moltissimi i contadini che si arruolano volontari.
Fidel inizia a pensare di scendere dalle montagne per conquistare la parte occidentale dell’isola. L'invasione ad occidente è una campagna cruenta ma veloce. Nonostante il continuo flusso per Batista di armi e appoggi economici dagli Stati Uniti, a metà ottobre del ‘57 Che Guevara e Camilo Cienfuegos si trovano già con le loro colonne nella provincia di Las Villas, mentre Raul Castro, Fidel e Almeida controllano quasi tutto l'oriente. La battaglia finale è combattuta dal Che. Il regime ha affidato le sue ultime speranze a un treno blindato per la difesa della cittadina di Santa Clara. Ma il Che riesce a farlo deragliare prendendo prigionieri i 350 soldati che trasportava. E' il 29 dicembre. Due giorni dopo, nella notte di capodanno, Batista fugge in aereo verso gli Stati Uniti con i suoi collaboratori più stretti e Cuba esce in festa per le strade: la rivoluzione ha vinto!
Nella prossima puntata vedremo come il “regime” di Fidel ha tenuto duro per 50 anni!!
Ciao a tutti!
Adzo

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo ed interessante. Non vedo l'ora di leggere la prossima puntata!

Anonimo ha detto...

Soltanto in seguito Eutimio fu smascherato e processato dal suo amico Guevara che usa le seguenti parole per descrivere quel momento:
“Ho risolto il problema con una calibro 32, nella parte destra del cervello... Ciò che apparteneva a lui ora era mio”
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Ciao potrei sapere dove hai preso questa parte?
Semplice curiosità.. nel diario che ho io ( edito newton e compton)
questa frase non compare. In realtà il primo a citarla è stato Vargas Llosa nella sua biografia ( contro) il Che Guevara..
Sarei interessato a saperne di più ..
ciao e complimenti per il blog...