mercoledì, maggio 23, 2007

Anarchy in Duckburg

A me piaceva da impazzire Pennino, il nipote di Paperoga. E ho ancora in testa una storia pubblicata su un Mega Almanacco che si intitolava Le dodici fatiche di Paper-bat, meravigliosa, esilarante e inquietante. Poi c'erano queste storie brevi (meno di dieci pagine) su quello che succedeva nella redazione del Papersera, con Paperino e Paperoga redattori svogliati, Paperone editore e direttore, e Paperina (che era meravigliosa quando faceva la femminista, non la fidanzatina smorfiosa) che si occupava della pagina della moda. E alcune storie, pochissime a dire il vero, sul club dei Supereroi, con Paperinik, Paperinika, Paper-bat, Superpippo, Farfalla Purpurea (questa è difficile, eh?), Supergilberto...che non combattevano il crimine, ma rimediavano ai disastri imbarazzanti di Paper-bat.
A quel tempo funzionava così: la Mondadori comprava le storie in Scandinavia, negli USA e soprattutto in Brasile, ci infarciva il giornale e poi pubblicava due storie, la prima e l'ultima dell'albo, fatte da autori italiani, quando la scuola Disney Italia stava nascendo grazie al buon vecchio GB Carpi. E allora succedeva che c'erano queste due storie belle, lunghe, veramente belle, e il resto erano di solito riempitivi di basso livello, ma a volte saltavano fuori dei gioielli, tipo - appunto - le storie con Pennino.
Pennino era la distruzione in moto, l'eresiarca, l'incarnazione dell'anarchia. E infatti non era stato creato negli USA, ma in Brasile, in sudamerica, prototipo devastante della forza incontrollabile della natura, che in Brasile conoscono bene, mentre negli States al massimo ti creano l'odioso Gastone, o Topolino, che pensa che solo l'ordine costituito di Manetta e Basettoni possa salvare il mondo dal male., e non capisce che si tratta solo di sostituire l'Ombra con un'altra Ombra.
Pennino non vuole la casetta a schiera, il cane Pluto, la fidanzatina con il fiocco in testa. Non sa cosa vuole, ma sa come ottenerlo.
Pennino non sa che farsene del manuale delle Giovani Marmotte, lui è dinamite, nella sua prima storia è un baby-Tarzan , un bimbo selvaggio temuto dai leoni. Scardina le borghesi convenzioni del sonnellino pomeridiano, del regalo da fare a Paperina, dei litigi con Anacleto Mitraglia. L'unico che può parlare da pari a pari con Pennino è il Vecchio, Paperone, quando parte nelle sue avventure alla ricerca di un tesoro nascosto, una perla gigante, una vena d'oro sotterranea. Chi può permettersi di abbandonare i propri affari per inseguire sogni enormi? Pennino, o Paperone, cioè gli anarchici, o i sognatori.
E allora è inutile tentare di fermarlo, non puoi trattenerlo, nè controllarlo. La soluzione è una sola.
Con il passare degli anni sparisce questa vena di follia, spariscono le storie acquistate all'estero, si fa tutto in casa, spariscono le situazioni ambigue, tutto deve essere chiaro e pulito. Paperina è la fidanzata di Paperino, non fa la gattamorta con Gastone, e Pippo è un simpatico dropout buontempone, non un pazzoide. Gambadilegno e Topolino possono essere anche amici, e Ciccio in realtà non è ritardato. Avanti con il politicamente corretto.
E fate sparire tutti quei personaggi strani, tipo Paperetta Ye-Ye e Filo Sganga, o OK Quack, che fa troppe domande, o Spennacchiotto, troppo cattivo. Ma soprattutto basta Pennino.
Pennino?
Chi è Pennino?
Mai visto.
Mai esistito.
Mi faceva impazzire, Pennino.

Immagine: Topolino albetto n. 1190 Fonte: www.papersera.net

5 commenti:

Weltall ha detto...

C' erano tante cose, al di la delle storie, che mi piacevano nei vecchi numeri di Topolino (e per vecchi intendo quelli anni '80) ed alcune hanno ancora appeal nelle nuove generazioni. Prendi le pubblicità dei modellini BBurago per esempio: mio nipotino impazzisce letteralmente per quelle immagini. Ma sto divagando. Proprio grazie al mio nipotino ho potuto rileggere dopo anni quei vecchi albi, che il padre ha diligentemente conservato, e metterli a confronto con quelli attuali. Qualcosa è cambiato non c'è dubbio. Il Topolino di oggi è proprio diverso. Forse sono io che son troppo cresciuto? E allora perchè, a pochi anni dagli "enta", provo un nostalgico piacere a prendere in mano i vecchi Paperino mese?

.mau. ha detto...

le storie di topolino made in usa sono delle fetecchie assurde. Quelle brasiliane (facilmente riconoscibili dalla lettera B sulla prima tavola) hanno un che di folle.

makkox ha detto...

Mamma mia...
Mamma-m-i-a...
Non avrei mai creduto e soprattutto VOLUTO impelagarmi in una discussione del genere...

Quoqe vobis...
Anzi, Quaque vobis...
amici, romani, concittadini...

Guardate la mia iconcina e capirete.
I Paperi sono SOLO ed UNICAMENTE quelli di CARL BARKS.
Niente Al Tagliaferro, Don Rosa Dei Miei Coglioni, GBCARPI CAVAZZANO SCARPA e quant'altri...

CARL BARKS
il resto è mancanza di rispetto disegnata.

Sò peggio di Komeini per 'sta cosa, e vabbè, che vuoi fare?
D'altra parte la mia è l'unica visione giusta.
In ASSOLUTO.

Fate un pellegrinaggio a Monte Orso e pentitevi, và...
Mak (quack!)

(ma pensa che dovevo sentire alla mia veneranda età, che, leggendo il post successivo, non mi sembra neanche tanto male!)

Anonimo ha detto...

Beh, dai Mak. Anche Don Rosa la pensa come te, cioé che i paperi sono solo quelli di Barks. ^_^

Parlando con il padrone di casa, invece, sai che pure io ho un ricordo vividissimo delle Dodici Fatiche di Paper-Bat?
Ricordo che la prima volta che lessi quella storia (avevo tipo 6-7 anni) non avevo mai letto una storia a fumetti così lunga e la cosa mi metteva terribilmente a disagio...

Heike ha detto...

@ mak: dai, mica ti sarai arrabbiato...

@ ale: e quello stranissimo finale in cui tutto diventava ancora più folle e poi era solo un sogno di Paperoga? Teribbile!