mercoledì, maggio 30, 2007

I Care

Oggi mi va di essere un poco più serio del solito, e parlare di una persona importante.
Il prossimo mese cade il 40° anniversario della morte di don Lorenzo Milani, priore di Barbiana. Non mi dilungo sulla sua biografia, visto che la si può trovare ovunque, tipo anche qui; solo due cose: diventò sacerdote per pura vocazione, anche contro l'opinione della sua famiglia, dichiaratamente non religiosa; e fu una persona intelligente, operosa, fortemente morale, di quella moralità solida e indiscussa che solo pochi riescono ad avere.
Mi ricordo di aver letto - tanti anni fa - una sua biografia, e di essere rimasto colpito dalla sua decisione di convertirsi e diventare prete, ma allo stesso tempo rimanere quello di sempre, un "socialista", se si può dire, un socialista vero, non un uomo di partito, ma uno dalla parte degli ultimi. In questo la scelta del sacerdozio diventa inevitabile, e inevitabile diventa anche il suo percorso di educatore a Barbiana.
Io a Barbiana ci sono stato, è un posto che non esiste, c'è la chiesa, due case e il cimitero, poi le case nei boschi, e questo è il borgo di Barbiana, delle case perse nei boschi. Lorenzo, in esilio perchè aveva scritto un libro che non piaceva a nessuno perchè diceva la verità (vi perseguiteranno, perchè direte la verità), si ritrovò a fare il prete di campagna, anzi di montagna. E lì mise a punto la sua macchina da guerra: una scuola per i figli dei contadini. Una scuola che non insegnava solo a leggere e a scrivere, ma insegnava innanzitutto a essere cittadini; Lorenzo insegnava educazione civica nel senso più alto, e incitava quei bambini a studiare, farsi una cultura, educarsi da soli al rispetto delle regole e della giustizia, ecco, il prete insegnava la giustizia, ed è questo che non si può fare, non si può dire, non si deve insegnare la giustizia, perchè poi il Potere si sente minacciato, l'Ombra ha paura di chi insegna la giustizia.
Senza di lui, i bambini della scuola di Barbiana sarebbero diventati dei contadini analfabeti. Invece sono diventati - tutti, nessuno escluso - chi sindacalista, chi politico, chi operatore nel sociale, chi altro. Perchè tutti, a un certo punto, hanno lasciato Barbiana e hanno cercato la loro strada, come diceva loro di fare il priore.
L'educazione e l'amore per gli altri rendono forti, aiutano a creare un mondo migliore, e Lorenzo lo sapeva, aveva scritto su un muro della scuola I CARE, cioè mi interessa, mi sta a cuore, ne ho cura, mi importa, ne sono responsabile, è importante per me. Che cosa? gli chiedevano, forse. La giustizia, rispondeva, o l'educazione, o il rispetto, o. O forse, avrebbe solo indicato i suoi ragazzi.
L'Ombra non scende, su Barbiana.

PS: ce ne sarebbero di cose da dire su questo prete. Ma la cosa migliore che posso fare è lasciar parlare lui, attraverso i suoi libri, che vi consiglio (non sono mai invecchiati, e questo la dice lunga sul nostro schifoso paese) o mandandovi a leggere la sua lettera ai cappellani militari, che gli costò un processo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' stata davvero una gran persona questo Lorenzo Milani.
Sarà per colpa dei telegiornali, ma io quando vedo un prete parto un po' prevenuta, ora..
Baci.

Davide ha detto...

Bel post! Mi piace.

Artemisia ha detto...

Bel post, davvero! Io non sono stata a Barbiana ma ho letto diversi libri di Don Milani e ne sono rimasta molto affascinata. Purtroppo il suo messaggio è stato travisato e la sua idea che non bisogna bocciare perchè bisogna portare avanti tutti è applicata oggi come "bisogna passare tutti comunque". Non so se hai letto l'articolo sulla stampa di qualche tempo fa:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200705articoli/21662girata.asp
Personalmente stimo anche la Mastrocola di cui ho letto diversi libri ma non sono d'accordo con la sua invettiva contro Don Milani.
Ce ne fossero oggi di preti come lui...