lunedì, marzo 12, 2007

La Rivoluzione Cubana - parte I

La strada per la rivoluzione

Ciao a tutti, questo e’ il nostro primo appuntamento per parlare della rivoluzione cubana…sono state dette e scritte tante parole e quindi noi non possiamo certo avere la pretesa di fare una ricostruzione completa e accurata, ma solo di presentare un po’ di fatti in modo che, se qualcuno entrasse nel discorso, non si rimanga all’asciutto senza saperne niente. Poscia iniziamo….

San Francesco.
Si, prendete San Francesco, anche se il paragone può sembrare irriverente vi assicuro che ci sono diverse cose in comune tra il nostro Santo umbro e il rivoluzionario cubano Fidel. Tutti e due nati in famiglie ricche, tutti e due avrebbero vissuto più comodamente se avessero seguito le orme dei padri, ma tutti e due ad un certo punto hanno detto: “in che schifo di mondo vivo?” ed hanno intrapreso strade diverse da quelle assegnategli dal destino.
Uno santo, l’altro…beh santo direi proprio di no!!!
Molto spesso si pensa che Fidel sia un dittatore senza scrupoli, una persona attaccata al potere a qualsiasi costo. Se però aveste modo di conoscere un cubano capirete che non è esattamente così: vi basti pensare che dalle ultime statistiche non governative se a Cuba ci fossero delle libere elezioni Fidel avrebbe una maggioranza di circa l’85% dei voti…
Come mai colui che in occidente sembra essere un dittatore nel terzo mondo è visto come un eroe?
Iniziamo dal punto più semplice: l’inizio.
La Cuba di inizio secolo è un paradiso tropicale sotto il quasi totale controllo dei latifondisti spagnoli ed americani che non avevano interesse a coltivare una “politica sociale”, ma non avevano nemmeno una visione moderna del mercato e quindi più o meno tutta l’isola si trovava in una situazione di mezzadria e pastorizia: si esportava zucchero e tabacco, proprio come adesso. Nel corso degli anni però l’economia dell’isola perse il passo nei confronti dei vicini Stati Uniti (anche loro nei guai a causa del crollo delle borse negli anni 30) e dei paesi emergenti sud americani come l’Argentina, e una strisciante crisi economica creò tra la popolazione il malcontento e le istituzioni, già di per se fragili e senza esperienza, non sembravano dare segni di politiche che potessero far rinascere l’economia cubana. Facendo un piccolo balzo in avanti nel tempo arriviamo all’avvenimento che più di ogni altro segna la vita sull’isola caraibica: il 10 marzo 1952 il colpo di stato di un ex militare e gia’ politico cubano: Fulgenzio Batista. Il nostro Fulgy prende il potere con le armi rovesciando un governo legittimamente eletto e cosa fa?
Da la terra al popolo? No.
Inizia una politica sociale per lo sviluppo dell’isola? No.
Salvaguardia i cittadini dagli sciacalli stranieri? No.
L’unica cosa veramente “importante” che la sua dittatura produce è l’apertura totale di Cuba agli statunitensi, che lo hanno sul loro libro paga e lo hanno aiutato e finanziato per il colpo di stato. Il risultato è che in pochi anni i contadini vengono espropriati delle loro terre e cacciati via a fare la fame nei sobborghi di Santiago o l’Avana. Una migrazione (o per meglio dire un esodo forzato) che creerà una disuguaglianza sociale inimmaginabile e porterà quasi il 60% della popolazione a soffrire la fame. Ovviamente gli americani non andavano molto per il sottile e, pagando la polizia cubana, la trasformarono in una organizzazione che serviva solo a dar fuoco ai villaggi o addirittura bombardarli per far sfollare la gente.
Sembra siano incalcolabili gli omicidi, gli stupri e le sevizie che milioni di cubani hanno sofferto per essere sbattuti fuori dalle loro case e lasciare i territori disponibili all’industrializzazione americana. In quel periodo cuba era denominata “territorio americano nei carabi”…..
Immaginate un po’ voi stessi (e le vostre famiglie) se arrivassero i Carabinieri a casa vostra e dicessero: “Tutti fuori! Voi non potete più stare qui. Adesso questi terreni sono della Bacardi”,. Vi prendessero, ammazzassero sotto i vostri occhi vostro padre, stuprassero vostra madre ed anche la sorella più piccola…magari voi ve la cavereste con una mano tagliata…la destra.
Non ho fatto il nome Bacardi a caso. Quando prendiamo una bibita Bacardi consideriamo il fatto che quella famiglia e le loro aziende hanno sfruttato e maltrattato generazioni di cubani e, dopo essere stati cacciati da Cuba in seguito alla rivoluzione, hanno sovvenzionato attentati e atti terroristici in territorio cubano per almeno 50 anni. Pensiamoci la prossima vola che ordiniamo una bevuta al bancone (magari un cuba libre…) dietro ci sono degli assassini e degli sfruttatori, come la stragrande maggioranza delle persone che fuggirono da Cuba dopo la rivoluzione. Non fatevi ingannare quando vediamo immagini di feste indette per le strade di Miami perché Fidel sta male…la stragrande maggioranza di quelle persone sono ex sfruttatori o loro discendenti costretti dal governo rivoluzionario a fuggire, altrimenti il popolo gli avrebbe linciati…nei primi anni della rivoluzione chi era povero è rimasto a Cuba, gli sfruttatori benestanti sono scappati…chissà come mai…
In questo clima di grandissima instabilità sociale e di soprusi alla popolazione il nostro oramai avvocato benestante Fidel inizia a pensare alla rivoluzione…
Alla prossima settimana!!!
Il buon Adzo.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se la Bacardi era così cattiva non capisco come mai i rivoluzionari accettassero i loro soldi, come si evince da qui
http://en.wikipedia.org/wiki/Bacardi

Heike ha detto...

Di solito le provocazioni mi lasciano perplesso e non rispondo, soprattutto se si tratta di un pezzo scritto non da me ma da un ospite, come in questo caso.
Comunque:
1 - citare Wikipedia come fonte è ridicolo. E' come dire "l'ho sentito al bar".
2 - perchè accettavano i soldi della cattivissima Bacardi? Perchè pecunia non olet, e spiace doverlo dire a qualcuno evidentemente digiuno delle cose del mondo da pensare che le rivoluzioni si facciano gratis.
3 - il fatto che Castro e i rivoluzionari accettassero i contributi (a quanto dice l'autorevole Wikipedia) della Bacardi non assolve automaticamente questa dalle sue colpe storiche. Quelle cose (espropri, violenze) la multinazionale le ha fatte davvero.
E non lo dice solo Wikipedia.
4 - Mi sembra di sentire Ferrara, quando qualcuno gli dice che Berlusconi ha modi antidemocratici e lui risponde: "E FIDEL ALLORA?!"
Che cazzo c'entra, dico io.
5 - lo so che su internet siamo tutti anonimi e che è inutile dire "dì come ti chiami! (neanche io lo faccio), ma un nickname non si nega a nessuno. Puoi chiamarti anche Armando, Superzap o Culo. Firmarsi è sempre carino ed è segno di rispetto.