mercoledì, marzo 14, 2007

Marionette

Quando ero un bambino passavo molto tempo sui libri, e giocavo da solo in camera mia immaginando avventure straordinarie. Una mattina (avevo, credo, sei o sette anni), la maestra portò me e tutta la classe a vedere uno spettacolo teatrale. Ricordo che eravamo tutti molto curiosi. A un certo punto si spensero tutte le luci e dal fondo (ero in prima fila) sentii una voce, mi voltai verso l'ingresso e vidi qualcuno che, illuminato da un faro, camminava tra le poltrone diretto verso il palco, . Non capivo a chi stesse parlando (lo ricordo ancora, quello smarrimento, quella consapevolezza di stare entrando in un territorio sconosciuto), nessuno lo capiva, ci zittimmo subito tutti, in un attimo. Arrivò in cima e salì sul palco, sempre senza smettere di parlare di Klondike e corsa all'oro e cani da slitta. Poi si tolse il cappello, salutò e ci presentò la storia di Buck e del Richiamo della Foresta. Non dimenticherò mai quello spettacolo, e quello che fu per me. Per tutto il tempo della messa in scena mi dimenticai di tutto, anche di me, seduto in quel teatro. Attori, pupazzi, marionette, arredi di scena che cambiano in pochi secondi, luci, suoni, tutto come al cinema o in televisione, ma MEGLIO. Ecco com'è il teatro: meglio. Meglio di tutte le altre arti, quando è fatto bene.
Domenica sono andato con Elle a vedere il Faust di Goethe, diretto da Eimuntas Nekrosius (sembra una bestemmia) e recitato da una compagnia lituana in (ovviamente) lituano. Sticazzi. Lituano? Adesso non voglio passare per quello che non sono: a me piacciono anche i film di Brusuillis, non sono un intellettuale (magari lo fossi), e anch'io inorridirei a sentire uno che dice "sai, sono andato a vedere il Faust di Goethe in lituano. Te lo consiglio". Mavvaiamorire...però è vero, è bellissimo, una gioia per gli occhi, no, non solo gli occhi, per tutti i sensi, come bene ha descritto Roberto qui. Non posso fare una critica dell'allestimento, io non sono nessuno, ma ne posso parlare dal punto di vista emotivo, cercare di spiegare quel coinvolgimento dei sensi totale e assoluto che solo i grandi artisti sono in grado di darti. Nel buio appaiono delle figure che corrono, portano dei libri, li disperdono sul palco mentre altri figuranti muovono l'aria con dei grandi pannelli, i libri si muovono, si agitano, sono vivi! come il testo di Goethe, come i fuochi fatui che corrono sul palco senza spengersi, come Faust che si piega ai suoi desideri ma non a Mephisto, come i suoni, gli odori, come Margherita, che non riesce mai davvero a morire, mai. La luna si sposta invisibile nel teatro, e pezzi di specchio scheggiati diventano i gioielli più brillanti.
E io sono di nuovo lì, come allora, in silenzio.

"Sono parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente opera per il bene"

Immagine di Sergio Tofano

2 commenti:

Grazyana ha detto...

Ciao Akkacappa, mi è piaciuto molto il tuo commento sul mio blog, l'ho letto con attenzione e mi sono ritrovata in tutto ciò che hai scritto, anche io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di sinistra ed antifascista, purtroppo non in una città di tale stampo. Sappi che anche se siamo una minoranza in questo paese, ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscere molte persone che condividono le nostre inclinazioni politiche, e questo mi fa sentire meno sale.
Un abbraccio.

P.S. mi rendo conto di andare poco a teatro, ma l'emozione descritta da te per ciò che riguarda i tuoi ricordi da bambino, la comprendo perfettamente, è capitato anche a me quando da piccola mi sono avvicinata per la prima volta a questa splendida arte.

Grazyana ha detto...

sorryyyyyyy ho scritto il tuo nome invertendo le c e la k.... :(